Barcelona, 10 Junio 1885 "Sua Maestà Juan Cazzerban II di Borbone, Re di Spagna e dei territori d'oltre mare per volere di Dio e in nome del Popolo Iberico, InvitaLe Loro Maestà di Italia e Belgio a partecipare alla Campagna Militare che partirà Lunedì 17 Giugno alle ore 09.00 del mattino avverso i pupazzi che la Sgualdrina d'Inghilterra ha posto alla guida del Portogallo. Onorare le nostre alleanze è onorare le nostre amicizie."
finche c'è da picchiare l'uk io ci sto, ormai l'ho presa in simpatia e magari entra pure l'olanda cosi forse questa volta posso prendergli delle terre
-INIZIO SECONDA PARTE- La spartizione delle colonie d'Africa fu veloce come una gazzella che fugge da un leone. Il Regno di Sardegna non riuscì a impossessarsi di molto, i rivali inglesi e francesi non sembravano propensi a lasciare un solo briciolo di terra. Si sfiorarono più volte crisi internazionali per la spartizione dell'Africa orientale ma, alla fine, il Regno ottenne solamente una piccola porzione d'Africa equatoriale, assieme a frammenti del territorio etiope. Il Re, stanco e indispettito dal comportamento dei potenti vicini, sfogò la propria ira sulla nazione indipendente dell'Etiopia, a cui dichiarò guerra per ottenere qualche piantagione di caffè e un paio di uomini da reclutare nella Legione Straniera. Mentre il piccolo Regno Sabaudo si occupava della politica coloniale, un certo Giuseppe Garibaldi, con un pugno di uomini di rosso vestiti, conquistava la città di Firenze e faceva rinascere nel popolo italiano quel sentimento di fratellanza che l'assolutismo borbonico aveva spezzato. Di lì a poco Garibaldi poté incontrarsi con Re Vittorio e consegnargli il dominio di una grande nazione chiamata Italia! Il 1881 verrà ricordato come l'anno del risorgimento italiano. Nulla fu lasciato ai precedenti governanti d'Italia, persino il Papa fu privato di ogni possedimento, eccetto il suolo all'interno di San Pietro; anche la piazza antistante la basilica fu considerata territorio italiano e l'idea della nascita di uno stato indipendente fu stroncata sul nascere. Pur essendo uniti da un'unica bandiera, non tutti gli italiani si sentirono fin da subito fratelli, certuni non parlavano nemmeno la stessa lingua. Il Re si ritrovo con un esiguo esercito alla difesa di una grande nazione in cui tutto era da rifare: bisognava rivedere il sistema economico industriale, bisognava migliorare le infrastrutture del sud, bisognava far comporre un inno nazionale, bisognava finire la campagna d'Etiopia e, soprattutto, bisognava sistemare le questioni di politica estera. Ora la voce di Vittorio Emanuele II nel mondo avrebbe avuto un peso di gran lunga maggiore. C'era da scegliere se mantenere Torino capitale o se spostare il cuore della politica italiana a Roma. C'era da scegliere se cedere la Savoia alla Francia dimostrando le buone intenzioni della nascente Italia. C'era da capire cosa rispondere ai lombardi che chiedevano a gran voce di unirsi alla Grande Italia. Verso la fine del 1881, approfittando della guerra tra Germania e Austria (difesa dalla Russia), il Regno d'Italia dichiarò guerra all'Austria e, con il suo esiguo esercito, sbaragliò le truppe asburgiche; il tutto fu reso possibile dallo spirito di rivincita del popolo italiano e dalle straordinarie tecnologie e strategie belliche sviluppate dalla casa sabauda. Ciò nonostante l'Italia non avrebbe potuto trionfare contro l'immenso esercito russo che attraversava con passo svelto il territorio austriaco. Era necessario far credere che le armate italiane fossero superiori a quelle nemiche. Così la moderna flotta sarda fu mandata contro quella austriaca che presiedeva il golfo di Taranto. In aiuto agli austriaci giunsero le navi russe, numericamente superiori a quelle italiane. Nessun ammiraglio seppe dire quale sarebbe stato l'esito di quella grande battaglia. Il Re era terrorizzato: se avesse perso quella battaglia navale avrebbe perso la guerra. Senza perder tempo contattò il sovrano di Spagna che fu felice di correre in aiuto della marina sarda. La battaglia fu vinta e così anche la guerra. L'Italia era finalmente unita!
Come è avvenuta l'unità d'italia? Come hai fatto con il sud che era grande potenza? Noto con disappunto che a causa della nuova espansione il sud diventa spesso grande potenza..bah edit: garibaldi ha conquistato il sud??
Infatti è stata una bella scocciatura questa unificazione, un ritardo così grande mi ha limitato parecchio. Onestamente non mi sono accorto se, quando Spagna e Giappone sono diventate GP, le due sicilie erano ancora GP. Quel che è certo è che i garibaldini hanno tentato di prendere il vaticano ma hanno fallito. Poi hanno conquistato Firenze e dopo un mese ci fu la rivoluzione in toscana che fece nascere l'Italia. Il Sud non fu minimamente toccato
Allora non era potenza mondiale..a me è avvenuta la spedizione dei mille mentre il sud era gp e così ho ottenuto metà italia unita, il resto me lo sono dovuto conquistare
Scusate l'ignoranza, ma gli unici due giocatori sono ancora Felipe (Italia) e Cazzerban (Spagna) oppure si è unito qualcun altro?
Hacia el Primer Conflicto Mundial Palma de Mallorca, Puente del Torpedo ‘Justicia’, 3 Enero 1886 Sul ponte dell’ultimo naviglio spagnolo e davanti la splendida baia delle isole Baleari viene firmata la pace fra Portogallo e Spagna, alla presenza degli Illustri Ammiragli delle flotte inglesi e francesi che hanno preso parte al conflitto iberico. Lord Minchtwoball, dietro i suoi baffoni, nasconde l’irritazione per l’esito della guerra. Quella che doveva essere una schermaglia fra poveri si è rivelato essere un duro colpo per l’Inghilterra. Il Portogallo è stato umiliato e le truppe della Real Armada hanno invaso tutto il territorio lusitano. Le grandi battaglie sul confine ispano-portoghese hanno visto l’annientamento delle forze inglesi e portoghesi (che hanno registrato perdite rispettivamente di 42000 e 32000 uomini durante tutta la durata del conflitto). Diverso l’esito delle battaglie sul mare. Dopo le prime vittorie riportate dalla marina spagnola nelle acque del mediterraneo occidentale, in cui vengono affondate 16 navi inglesi impegnate nel blocco navale dei porti della Cuesta del Sol, il grosso della flotta inglese viene sguinzagliata presso le colonne d’Ercole. Lì, a causa della confusione degli ordini impartiti contemporaneamente dall’ Ammiraglio Jean Froch d’Alsace e dai graduati spagnoli, si consuma una terribile sconfitta per la marina spagnola. L’intera flotta mediterranea e caraibica sono affondate, i freddi numeri parlano di 35 navi da battaglia affondate oltre che a svariati trasporti. Sopravvive solo la moderna torpedine ‘Justicia’, che sola scorterà i convogli di rifornimenti per le armate che combattono in Africa contro le giubbe rosse. La pace, che passerà alla storia col nome di “Accordi Palmensi”, decreta il giusto ritorno delle ricche terre del sud ovest iberico alla Corona di Spagna. Non vengono accolte invece altre richieste minori presentate dalla Francia che addossa la colpa della propria inefficienza diplomatica sul Popolo di Spagna cancellando un’antica e proficua alleanza. Il Torpedo 'Justicia' Melilla, Abril 1886 Da una missiva informale di Julio ‘el mierda’ a suo fratello S.M. Juan Cazzerban II di Borbone: “Il tuo volere è fatto fratello. Il Marocco è in frantumi, le sue genti attraversano il confine in cerca di pace, il terrore sconvolge i loro sguardi alla vista della nostra amata bandiera. La Corona è vittoriosa. Ti chiedo di non fare di me il braccio armato della nostra nobile famiglia. Io sono uno studioso, non un Generale.” Così S.M. Juan Cazzerban II: “Mai più sarai costretto a guardare il sangue dei nostri nemici. Ho dato ordine di nominarti Maresciallo di Spagna. Servirai la Patria nel modo che ti sembra più appropriato dal tuo nuovo Palazzo a Faro, presso le terre strappate al nemico. ” Fez 1886 Ministerio de Asuntos Exteriores y Cooperación, 1886-1890 Il piano più ambizioso del Re Juan Cazzerban II è quello di unire sotto un’unica bandiera non solo tutta la penisola iberica, ma anche tutti i popoli latini del mondo. Per raggiungere questo scopo viene creato il “Plan: Latino America” che prevede l’assoggettamento alla Corona di Spagna dei popoli sudamericani di lingua spagnola. Uruguay, Perù, Paraguay e presto Argentina, Venezuela e Chile saranno fedeli al Re di Spagna. Una lingua, una Nazione, un Re. Aldea peruana, 1889 Barcelona, Noviembre 1888 La Spagna riesce a soffiare agli Olandesi, impegnati in un’infinita guerra con il Belgio, l’organizzazione della prima Fiera Internazionale. Ecco un estratto della locandina: “Il Maresciallo di Spagna, Julio di Borbone, in nome del Popolo Iberico e per volere di Dio è lieto di inaugurare la prima Esposizione Biologica e Tecnologica d’Europa. Le fiere provenienti dai Territori d’Oltremare e i macchinari più fantascientifici verranno rivelati a tutta l’umanità!” Padellon de la Feria, Barcelona 1888 Madrid, 1889 Il 1889 verrà ricordato come “el principio del fin” da molti intellettuali di Spagna. Il Re Juan Cazzerban II di Borbone rovescia l’esito delle elezioni che avevano visto trionfare i liberali e forma un governo ultra conservatore. Vengono semi-nazionalizzate le industrie (da sempre finanziate dalla Corona) e viene effettuata una riconversione della produzione che da civile diviene bellica. La quasi totalità dell’esercito regolare Spagnolo viene dislocato sui Pirenei a presidio di punti strategici, 200.000 uomini sono pronti ad invadere la Francia. La fame di potere del Re è pari a quella del suo pari grado italiano; quest’ultimo sposa la causa del nomade e bislacco popolo Rumeno e dichiara guerra all’Austria. In pochi anni il mondo si divide: Francia, Russia e Austria da una parte; Spagna, Italia e Germania dall’altra. La Prima Guerra mondiale dilania i popoli già dal 1890. È in questo scompiglio che la gloriosa e determinata Real Armada, guidata dallo stesso Juan Cazzerban II, annienta decine di migliaia di francesi (se ne conteranno oltre 70.000 dilaniati fra le nevi dei valichi montani dei Pirenei) ed avanza occupando un territorio che va dalla Provenza Occidentale fino alla Bretagna. Un incessante scambio di missive fra i sovrani delle potenze Italia/Spagna disegnano i confini del mondo che sarà. Real Armada en Bordeus, 1890
Ottimo AAR, come sempre d'altronde. Però vorrei puntualizzare che la crisi rumena scoppiò prima ed era capeggiata dall'UK che, pur avendo raggiunto 90 di punteggio di guerra, liberò la Romania ma non mi fece avere nè il veneto nè la provenza. La seconda crisi, che si è poi tramutata in guerra mondiale, è nata per la liberazione della polonia dall'oppressione russa e le coalizioni sono: Italia, Spagna, Confederazione tedesca del nord VS Francia e Russia.
PS: 1. si aspetta l'AAR di Cerbero e Felipe; 2. vogliamo le statistiche 3. quando la prossima sessione?
non sono per niente bravo a fare aar quindi vi faro un breve rissunto di quanto sucesso in questa sessione -inizio la sessione con circa 60k di operai disocupati in una provincia e 20k nel altra (si ne ho solo 2 ) e sono senza fabriche con posti liberi ma grazie alla vittoria del partito socialista per due elezioni di fila riesco a costriure le fabbriche neccessarie anche se ho ancora un 20-30k in cerca di lavoro ( mi aumentano a dismisura, forse sono gli artigiani che stanno fallendo che diventano operai) -nelle precedenti sessioni ho fatto più guerre contro l'olanda ma per colpa dei miei alleati che fanno le paci al mio posto nn sono riuscito a prendergli terre -al 3° tentativo di conquistare terre olandesi la situazione sembra favorevole per una rapida vittoria belga, l'UK alleata all' olanda nn entra in guerra per difenderla forse perchè il ricordo delle perdite subite a causa mia nella precedente guerra è ancora vivo nei ricordi del popolo inglese. purtroppo dopo aver occupato tutta l'olanda non riesco a farle la pace chiedendoli gederland perchè il capo della fazione avversaria è la turchia e purtroppo l'austria non mi da l'accesso militare anche se abbiamo buone relazioni. -ora devo solo aspettare che aumenti il war score visto che ho conquistato le terre del casus belli.
L'educazione all'unità nazionale è il grande obbiettivo che Vittorio Emanuele II si è prefissato. Nelle eccellenti scuole d'Italia viene letto e parafrasato l'Inno di Mameli che lentamente entra anche nelle menti del popolo. Un'unica bandiera, con lo stemma di casa Savoia, è divenuta il simbolo della nazione unita. I privilegi politici concessi nel Regno di Sardegna ora hanno valore in tutta Italia. Come Presidente della nascente nazione viene scelto un certo Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, conte di Cavour. Costui, molto amico del governo francese, porta avanti un riavvicinamento fra le due nazioni tramite la cessione della Savoia. Tale idea irrita re Vittorio che si ritrova con le mani legate. A pochi giorni dalla firma di un trattato che regolarizzava il passaggio delle terre di confine, il popolo rumeno insorge e chiede a gran voce l'indipendenza. La corona inglese appoggia la causa rumena mentre i francesi si schierano con Vienna. Il Re non perde tempo e si schiera dalla parte inglese. L'Italia, ancora poco militarizzata, si ritrova in guerra con entrambi i vicini per la liberazione della Romania. Gli straordinari successi militari fanno si che, oltre alla liberazione della Romania, venga chiesta all'Austria la liberazione del Veneto. Quando però l'armata francese, seppur numericamente superiore, viene massacrata presso le Alpi, vengono avanzate pretese anche sulla Corsica. Mentre gli italiani muoiono nei campi di battaglia facendo accrescere il prestigio della coalizione anglo-italiana, il ministro degli esteri inglese si reca a Vienna per firmare la pace. La Romania ottiene l'indipendenza ma all'Italia non arriva un solo briciolo di terra. Il 1887 viene così ricordato come l'anno della pace bastarda. Ma non solo. Nello stesso anno sui giornali di tutto il mondo si legge: <<I Romani costruirono un'opera grandiosa come il Colosseo, i loro discendenti ne hanno costruita una altrettanto grandiosa che permetterà alla gente d'Europa di recarsi in Oriente senza dover rischiare la vita>> L'indipendenza ottenuta dalla Romania risveglia riaccende i cuori delle popolazioni europee. I polacchi chiedono l'indipendenza dalla terribile monarchia dello zar. Questa volta è proprio l'Italia che si schiera apertamente a favore di una libera nazione polacca. Si giunge rapidamente alla guerra: da una parte Italia, Spagna e Confederazione tedesca del nord, dall'altra Francia e Russia. Seppur iniziata in inverno, le truppe tedesche riescono a competere con quelle russe e le terre polacche cadono in mano crucca. La Francia viene totalmente invasa dall'ormai preparatissimo esercito italiano appoggiato da truppe spagnole e tedesche. Il corriere della sera titola: LA GRANDE GUERRA Non appena il Generale Cadorna telegrafa sostenendo che la battaglia di Parigi sta per essere vinta il Re avanza pretese territoriali non più sulla sola Corsica, ma su tutta la Provenza! Questa volta solo gli italiani potranno firmare la pace che porrà fine al primo conflitto moderno su larga scala. Un treno speciale con vetri oscurati viene visto partire da Torino e percorrere le ferrovie del sud della Francia per giungere poi a Madrid. La guerra sembra ormai vinta ma la pace tarda ad arrivare.
"Un treno speciale con vetri oscurati viene visto partire da Torino e percorrere le ferrovie del sud della Francia per giungere poi a Madrid." Il famoso "Pendolino della Pace"