Voglio proporre una riflessione a tutti gli utenti di Net Wargaming Italia. Nel 2011, ancora ben impresso nella nostra memoria, sono accaduti diversi eventi che hanno sconvolto una realtà che pareva ormai consolidata. Si tratta principalmente di movimenti di protesta, armati e non, diretti contro dittatori, presidenti e banchieri e tutti uniti dal forte desiderio di cambiamento. Internet fu il vero protagonista di quelle ondate di protesta, tanto in Occidente quanto nel mondo arabo, constenendo di organizzare rapidamente, come non era mai accaduto prima di allora, sit-in, flash mob, occupazioni se non veri e propri scontri armati. Nel 2011 abbiamo visto alla ribalta: - La Primavera Araba, che nonostante i risvolti non del tutto chiari ha comunque stravolto uno scenario politico risalente alla Guerra Fredda. Le proteste sono cominciate il 18 Dicembre 2010 in seguito alla protesta estrema del tunisino Mohamed Bouazizi che si è dato fuoco in seguito a maltrattamenti da parte della polizia, il cui gesto è servito da scintilla per l'intero moto di rivolta. La Tunisia, l'Egitto, la Libia e lo Yemen hanno estromesso i loro dittatori dalla scena politica (anche in modo cruento, come nel caso di Gheddafi); la Siria non la menziono solo perché credo che sia legata più al 2012. In altri paesi, come il Qatar, non si è riuscito a raggiungere i medesimi risultati. Nello stesso anno, la protesta si trasformò in guerra civile che vide coinvolte militarmente anche le nazioni occidentali. Tutto il mondo arabo, insomma, è stato attraversato da questa gigantesca ondata di protesta che sicuramente lascerà traccia nei libri di storia, sia per le sue proporzioni che per i suoi effetti geopolitici. - Il Movimento del 99%, che doveva simbolicamente rappresentare il 99% della popolazione mondiale, contrapposta all'1% formato da politici e banchieri. Questo movimento ha fatto della maschera del noto film "V per Vendetta" il suo simbolo (ripreso poi anche da un gruppo di hacker). Questo movimento è noto per aver occupato per diversi mesi lo Zuccotti Park a New York. Il suo slogan era "We are the 99%". Come movimento era abbastanza eterogeneo, comprendendo al suo interno persone di diverse fasce d'età e di diversa estrazione sociale. - Gli Indignados, movimento nato in Spagna (come rivela il nome, tra l'altro) contro le misure di austerità del governo. Un'altra ondata che ha travolto un intero paese e che si è ramificata anche in altre nazioni europee e asiatiche tra cui l'Italia (anche se in maniera più pallida). Era noto anche come Movimento 15-M, essendo nato il 15 Maggio 2011 in occasione delle elezioni spagnole. Era un movimento composto principalmente da studenti e giovani disoccupati e non si è mai reso protagonista di scontri con le forze dell'ordine. - Occupy Wall Street, movimento nato con l'intento di occupare le sedi del potere finanziario e che trovava in Wall Street il fulcro della sua protesta. Successivamente il verbo "Occupy" è stato esportato in Europa ed è stato declinato a seconda della nazione e delle esigenze, ma mantenendo il medesimo intento. Il 15 Ottobre 2011 è stata la giornata denominata "Occupy the World", il momento di massima espressione di questa protesta, che si è allargato a molti paesi. In Italia più di 200.000 persone si riunirono a Roma e si registrarono scontri fra la polizia e i famosi Black Block, che portarono ad atti vandalici e furti in tutta la città, per un totale di 1 milione di euro di danni. Nel 2011 sembrava che stesse per cambiare il mondo, sembrava di assistere ad una di quelle svolte epocali che resteranno nei libri di storia come capitoli importanti. Ma di tutti quei movimenti cosa ne è stato? Se si fa eccezione per la Primavera Araba (trasformatasi poi, drammaticamente, in conflitto) tutti questi movimenti sono scomparsi senza lasciare traccia. Ad oggi, nel 2013, viviamo una situazione più "tranquilla" eppure è abbastanza strano pensare che solo due anni fa il mondo sembrava in rivolta. Ricordo che il Times incoronò come personaggio dell'anno "il Manifestante". Questi movimenti sono nati e morti nello stesso anno. Hanno lasciato qualche traccia del loro passaggio? Perché si sono esauriti così presto?
Io penso che sia stato un pò come il '68: iniziato con movimenti di protesta, poi questi movimenti sono passati di moda, alcuni hanno ottenuto ciò che volevano ma molti altri no, e ciò che ne è rimasto è degenerato (terrorismo, instabilità politica, ecc...).
Non sono dei movimenti di protesta, sono delle invenzioni giornalistiche che dimostrano come nell'attuale secolo la stampa possa creare e distruggere i fenomeni e gli eventi a suo piacimento. In particolare la Primavera Araba. Il termine "rivoluzione" è solo un modo per cercare di inquadrare una realtà che non capiamo tramite concetti più comprensibili. Più che a istanze democratiche, lo scontro si lega alle dinamiche degli scontri settari locali, come quello tra sunniti e sciiti o tra fanatismo religioso e autoritarismo laico. A peggiorare la situazione l'imperialismo statunitense, che mira a circondare e soffocare l'Iran degli ayatollah, che unisce la sua azione a quella dei "falliti" imperialismi europei, che hanno dato il meglio di sé nella guerra in Libia. Le intenzioni dell'Occidente sono state ben mascherate dalla stampa, la quale prima per il conflitto in Libia e poi per quello in Siria ha parlato di rivoluzione facendo vedere solo scadenti immagini fatte al telefonino e rendendosi celebre per falsificazioni tali da far pensare ad un'intesa tra stampa e poteri forti occidentali. Per quanto riguarda gli altri movimenti, era ovvio che non avrebbero fatto nulla. Se prima manifesti e poi continui a mandare avanti il sistema capitalista neoliberista comprando cellulari, Ipod e menate varie, ovvio che alla fine non cambia nulla, e la natura non-violenta delle manifestazioni non fa altro che accentuare la loro marginalità. Come si può pretendere di cambiare qualcosa portando in giro dei cartelloni e poi tornare a casa chi s'è visto s'è visto? Un cambiamento radicale della società deve partire dalla società stessa, specialmente dal modo di concepire l'economia e la politica, altrimenti non vale niente.
1) La questione sunniti/sciiti e scontro tra religiosi e laici è arrivato dopo. E' stata l'alleanza tra queste 2 forze però a buttar giù molti dittatori. Alleanza fragile certo, ma non commettiamo l'errore opposto dei giornali. 2) Prima dici che "Il termine "rivoluzione" è solo un modo per cercare di inquadrare una realtà che non capiamo tramite concetti più comprensibili", poi parli del fatto che la rivoluzione doveva essere una specie di rivoluzione contro il capitalismo, come se fosse il capitalismo il nocciolo del problema. Questo non è traslare la visione (marxista?) occidentale in altri luoghi?
Interessante il paragone con il '68, anche se lì era una protesta dei giovani contro un sistema vecchio in cui non si riconoscevano e si intrecciava in qualche modo con la Guerra Fredda e la Guerra del Vietnam che allora si stava combattendo. Nel 2011 abbiamo invece gente di ogni età e fascia sociale unite in una serie di obiettivi e inasprite dalla crisi economica (negli anni '60 siamo ancora nel boom economico). Sulla Primavera Araba mi trovi d'accordo, ma credo che i movimenti di protesta siano stati, in fondo, una cosa spontanea. Dopotutto eravamo a circa tre anni di crisi e le rivolte nel mondo arabo (che covavano da prima del 2011) sono state sicuramente fonte d'ispirazione per gli Occidentali, aldilà dell'interptetazione che abbiamo dato a quelle proteste. In realtà la stampa non era riuscita a mascherare così bene i retroscena dell'interveno in Libia e sui social network circolavano informazioni scottanti (eravamo in un periodo in cui internet cominciava a rompere il monopolio della televisione). Era opinione diffusa che la partecipazione dell'Italia sarebbe stato un danno economico e diplomatico e ne furono spiegati anche i motivi (gli accordi con Gheddafi erano, infatti, abbastanza vantaggiosi per il nostro paese, il nuovo governo libico ha cambiato le carte in tavola). La guerra in Libia fu accolta abbastanza freddamente dagli Italiani, non so se per la classica indifferenza per ciò che accade intorno a noi o perché ormai stufi di guerre nei paesi islamici. Se consideriamo le tue osservazioni, peraltro giustissime, il tutto assume dei contorni paradossali, perché i movimenti sono nati e si sono organizzati proprio grazie alla rete e agli accessori tecnologici che ci si aspetterebbe di combattere (non come oggetti in sé, ma come espressione di un sistema). Anzi, il 2011 fu forse il primo anno in cui internet è stato il protagonista e il veicolo di informazione principale. Il problema è che dopo queste ondate non è cambiato nulla e passato l'entusiasmo dei primi momenti la gente ha cominciato a defluire verso le proprie case. In seguito l'attenzione mediatica si è spostata su altri eventi come le elezioni presidenziali americane del 2012, da noi sull'ascesa del Movimento 5 Stelle come fenomeno di anti-politica e così via, rendendo quei fatti ormai "obsoleti" (e nessuno li ricorda oggi, dopo soli due anni).
Eh? Io ho parlato di rivoluzione solo riguardo alle manifestazioni in Occidente, non riguardo alla Primavera Araba. Non ho assolutamente detto che nel Medio Oriente devono fare una rivoluzione contro il capitalismo. Neanche in Occidente in realtà. Il problema non è tanto il capitalismo in sé, quanto l'asservimento di ogni aspetto della società ai principi neoliberisti e al guadagno più sfrenato e senza scrupoli. Il capitalismo esiste fin da quando hanno inventato gli scambi in moneta, non può essere abolito, però può essere ridotto alla sola sfera economica, mentre oggi invece investe l'arte, la politica, il costume e quasi tutti gli aspetti della vita di ogni giorno.