Restiamo al dato di fondo, che aldilà dell'eventuale sfinimento delle parti, i motivi di fondo del conflitto restano intatti... Si potrebbe dire altrettanto delle guerre balcaniche, ma la differenza é che li la vittoria o la sconfitta erano nette ed irrimediabili per le forze in gioco...
Al fronte con i novorussi. Momento surreale al minuto 7.40, durante l'assalto un miliziano viene chiamato dalla mamma al celllulare. Come un ragazzo che sta facendo tardi in discoteca.
Le Conseguenze della Sacca Visto che le operazioni di raccolta delle spoglie nemiche e di cattura dei soldati della giunta che ancora vagano nell’ accerchiamento continuano, in teoria la sacca esiste ancora, sebbene nei fatti la battaglia per Debalchevo sia già finita. Man mano che le azioni intorno a Debalchevo rallentano, il numero complessivo degli incidenti e degli scontri a fuoco diminuisce. La maggioranza di questi, comunque, avviene nell’area intorno a Debalchevo. L’occidente cerca di accusare la Russia di violare gli accordi di Minsk per via della rotta della giunta a Debalchevo, ma ormai tutti si sono abituati a questa retorica e siamo arrivati al punto che la Federazione Russa non fa neanche caso alle minacce che riguardano Debalchevo, visto che la sua condotta si basa su precisi presupposti legali, a causa dello stato di indeterminatezza riguardante il gruppo di Debalchevo. I pianti strappacuore dell’occidente su questo argomento (senza alcuna azione concreta intesa a punire la Russia per Debalchevo) dimostrano chiaramente che questo pasticcio resterà sul conto di Poroshenko: è lui che ha rinunciato a stabilire dei parametri negoziali per risolvere la situazione a Debalchevo (forse a sua volta sviato dal Quartier Generale). E così, invece di concordare una ritirata, la giunta è stata espulsa a forza, il che ha inflitto ulteriori perdite a forze già duramente provate. Ovviamente Russia, Donetsk e Lugansk non avrebbero consentito in ogni caso ad un ritiro del materiale dalla sacca, ma il ritiro del personale in cambio della cessione del materiale e della rinuncia a minare le infrastrutture del territorio era una intesa fattibile. Non è stata conclusa, e così in questo settore la guerra è continuata per un altro po’ di tempo. E’ continuata per colpa di Poroshenko. Ora c’è una reale possibilità di attuare i punti più facilmente realizzabili degli accordi di Minsk (il cessate il fuoco, il ritiro dell’artiglieria pesante e lo scambio di prigionieri di guerra sulla base del principio “tutti per tutti”). Nonostante lo scetticismo che circonda i punti “politici” dell’accordo firmato a Minsk, almeno tre dei punti citati sarebbero abbastanza attuabili se solo vi fosse un minimo interesse delle parti in tal senso. Nell’intento di stabilire linee guida per congelare il conflitto le modalità di ritiro delle artiglierie pesanti sono già state concordate (con conseguente probabilità che entro la fine di febbraio le parti possano almeno ritirare i veicoli “Tochka U” gli “Smerch” e gli “Uragan” ad una distanza di sicurezza dalla linea del fronte). Il ritiro incomincerà nei prossimi giorni. Proprio come è successo lo scorso autunno, Lentsov sovraintenderà alla situazione sul lato russo. Per lui questo è il secondo tentativo di assicurare un cessate il fuoco. La sua partecipazione ai colloqui di Gorlovka e Maiupol, questo autunno, non ha prodotto un successo. Vedremo come andranno le cose questa volta. E’ incominciato anche il processo di scambio dei prigionieri di guerra (qui c’è un eccellente reportage fotografico con commenti in russo). E la giunta non riesce proprio a fare a meno dei soliti sporchi trucchi: alcuni dei miliziani scambiati avevano tracce di torture. A dispetto dei proclami, la modalità “tutti per tutti” non è destinata a trovare, al momento, applicazione, perché ci sono temi sensibili che riguardano un certo numero di attivisti; inoltre la giunta consegna uomini della strada di Donetsk e Lugansk come parte degli scambi, gente catturata col pretesto di offese del tutto insignificanti. Alla fin fine la nostra parte ha un numero di prigionieri molto più alto, la maggior parte catturati durante l’estate del 2014 e solo in buona parte scambiati in autunno. Il problema principale sono gli attivisti che operano in clandestinità e gli esponenti della resistenza che soffrono nelle segrete della Gestapo ucraina nelle città del sud est. Siccome la giunta sospetta che alcuni di loro siano legati all’ FSB, è molto riluttante all’ idea di rilasciarli. Comunque, salvo si verifichino provocazioni sanguinose, nelle prossime 2 – 3 settimane assisteremo ad un tentativo di attuare almeno tre dei punti citati concordati a Minsk, visto che l’intralcio creatosi a Debalchevo è ormai archiviato. Comunque, se teniamo presenti le posizioni degli Stati Uniti e della Giunta, ci rendiamo conto facilmente che questa tregua sarà solo temporanea, e che l’unico dubbio riguarda i tempi entro cui verrà violata. La tempistica sulla ripresa delle operazioni militari in primavera dipenderà dalle condizioni metereologiche e del terreno visto che le avanzate sono problematiche durante la rasputitsa [maltempo primaverile che allaga le strade rendendo difficili le comunicazioni nell’est Europa, N.d.T.]. Sulla nuova linea del fronte, dopo l’eliminazione del saliente di Debalchevo, le parti, oltre a ritirare le artiglierie pesanti, si concentreranno e rinforzeranno le unità malconce. La giunta rinforzerà il fronte fra Gorlovka e Popasnaya, specialmente alla base del saliente di Svetlodarsk. Nelle prossime settimane possiamo aspettarci il dispiegamento di rinforzi verso Artyomovsk per ricreare la riserva operativa distrutta in Gennaio e Febbraio nei settori di Popasnaya, Svetlodarsk e Debalchevo. Le VSN, dopo il taglio di Debalchevo, saranno in grado di liberare forze significative (una brigata, una brigata e mezzo), che non solo rinforzeranno il fronte a sud di Svetlodarsk, ma potranno anche sostenere altri settori (ad esempio nella zona di Popasnaya, o ad occidente di Gorlovka, con l’obiettivo di Mayorsk e Dzerzhinsk). Le spoglie catturare consentiranno alle nostre forze di reintegrare le scorte di materiale dopo le perdite patite durante l’offensiva invernale a di completare l’equipaggiamento delle unità che non avevano sufficiente fornitura già prima delle recenti perdite. Con la presa di Debalchevo le questione di ripristinare l’infrastruttura della città verrà sollevata entro breve tempo. Dopo la necessaria bonifica della località per dalle residue truppe circondate, sarà intrapreso un lavoro di rapido sminamento e ripristino della strada Lugansk – Debalchevo – Donetsk. Questa sarà una strada di importanza strategica primaria, che aumenterà la viabilità delle Repubbliche Popolari e semplificherà la manovra delle loro forze. Il ripristino del nodo ferroviario richiederà tempo, ma dal punto di vista dello sviluppo delle capacità di trasporto delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk si tratta di misure assolutamente essenziali. Senz’altro ricostruiranno Debalchevo come insediamento dopo i recenti combattimenti, ma non farei affidamento su di un intervento rapido. Le risorse a disposizione delle nuove autorità per la ricostruzione della città sono molto scarse. Suppongo che ora si concentreranno sulla riattivazione dei servizi essenziali e sulla distribuzione di cibo alla popolazione per ovviare alle più gravi conseguenze della catastrofe occorsa.
http://www.parliament.uk/business/c...ommittee-c/news/eu-russia-report-publication/ E' molto lungo, ma è una di quelle cose da stampare, conservare e far leggere ai nipotini
Bellissimo Razioni e pane polacchi e un "impariamo l'inglese per non farci sparare addosso" E tonnellate di armamenti e munizioni con cui armare le milizie ribelli, dai, c'è ancora qualcuno che pensa sia la Russia a fornire materiali per continuare la guerra ? Bastano gli ucraini
ma guarda un po', adesso è chiaro il perchè di quel "impariamo l'inglese per non farci sparare addosso" http://www.theguardian.com/uk-news/2015/feb/24/britain-to-send-military-advisers-to-ukraine-cameron Il senso di spedire militari inglesi in ucraina è un mistero molto oscuro ma fa parte di quella cerchia di cose raggruppate in "andiamocele a cercare"
Si ritirano le artiglierie a Donetsk. http://www.geopoliticalcenter.com/2015/02/donetsk-si-ritirano-le-artigleirie/ Zakharchenko: “L’Ucraina lancerà un’offensiva a fine marzo”. http://sakeritalia.it/novorussia/zakharchenko-lucraina-lancera-unoffensiva-a-fine-marzo/ Poroshenko promette di riportare la Crimea in Ucraina. http://ria.ru/world/20150223/1049175152.html Il presidente della Crimea Sergej Aksenov risponde: aspettiamo Poroshenko per processarlo. http://ria.ru/politics/20150223/1049189123.html il colosso russo Gazprom ha annunciato che l'Ucraina non ha effettuato il pagamento del gas naturale nei tempi prefissati. Se entro due giorni il pagamento non arriverà il rubinetto sarà chiuso. http://italian.ruvr.ru/news/2015_02_24/Gazprom-Kiev-non-rispetta-termini-di-pagamento-3010/
Intuito e limiti del comandante Igor Strelkov. http://sakeritalia.it/novorussia/in...tare-piu-popolare-della-russia-igor-strelkov/
Retroscena dello scontro Gazprom-Naftogaz raccontato umoristicamente da un blogger: http://liberticida.blogspot.it/2015/02/ultima-dalla-terra-dei-pazzi-lucraina.html la fonte: http://www.epravda.com.ua/news/2015/02/24/530201/
Ma speravano nel bagno di sangue, tot kg di morti per stuzzicare l'istinto killer antirussia in quel che resta del loro esercito e trascinare l'occidente sul campo di fronte allo sdegno di quei morti che il marketing avrebbe pompato per benino. Mi rifiuto di credere che l'esercito ucraino sia in mano a generali così deficienti da non rendersi conto della situazione.
Oppure Poroshenko ha obbligato i suoi generali a tentare un'altra volta. C'è da dire che comunque la loro occasione di vincere questa ribellione l'hanno buttata via al primo round, e molto malamente.
Ex ufficiale NATO accusa gli Stati Uniti per la crisi in Ucraina. Un ex analista ufficiale della NATO ha detto che la crisi in Ucraina è stata originata 30 anni fa, quando gli Stati Uniti "sabotarono deliberatamente" le relazioni tra Europa e Russia. Le radici della attuale crisi in Ucraina risalgono al 1986, quando gli Stati Uniti, alla fine della guerra fredda, videro la possibilità di potersi erigere come unica superpotenza mondiale. Per questo motivo si contrapposero alle amichevoli aperture russe verso l'Europa occidentale, vedendole come una minaccia. Il Capitano di Corvetta (in pensione) Martin Packard, ex analista per la intelligence della NATO, ha detto: "La vera fine della guerra fredda è stata nel 1986, quando la leadership dell'URSS deliberò un programma di cinque anni per passare alla democrazia parlamentare e ad una economia di mercato. A Mosca intendevano usare questo periodo per realizzare una progressiva convergenza con l'Europa". Packard ha scritto le sue considerazioni rispondendo alla pubblicazione del nuovo libro, "Fronte Ucraino: crisi nelle terre di confine" di Richard Sakwa, in cui l'autore sostiene che Mikhail Gorbaciov (ultimo Presidente dell'URSS) vedeva la fine della guerra fredda come una vittoria condivisa che avrebbe potuto portare alla costruzione di una "casa comune europea". Tuttavia, secondo Sakwa, gli Stati Uniti hanno promulgato in Europa l'idea che la Russia era la nazione sconfitta e che la si sarebbe dovuta isolare dall'Europa e dal resto del mondo, se non avesse accettato il ruolo degli Stati Uniti come unica superpotenza mondiale. Sakwa afferma che l'origine della crisi in Ucraina è dovuta all'espansione verso est della NATO. La NATO - fortemente influenzata dagli Stati Uniti - ha storicamente cercato di espandere la sua influenza sempre più ad est, nonostante gli accordi stipulati dopo la riunificazione delle due Germanie, i quali prevedevano l'impegno della stessa NATO a non espandersi nei Paesi che avevano fatto parte del Patto di Varsavia. A quel tempo, l'ex presidente sovietico Mikhail Gorbaciov, venne rassicurato dal allora segretario di Stato americano James Baker. "Non ci sarà nessuna espansione verso est della NATO." - disse allora Baker. Da allora, l'avanzamento della NATO verso est è avvenuto in modo imperturbabile: Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Croazia, Albania, Lettonia, Lituania, sono entrate nella coalizione militare guidata da Washington. Un deliberato Sabotaggio. Il Capitano di Corvetta Packard, in una lettera al quotidiano britannico "The Guardian", ha evidenziato come l'attuale crisi Ucraina sia legata alla mancata convergenza russo-europea alla fine degli anni '80 e all'espansionismo della NATO. "L'Europa avrebbe potuto godere di enormi benefici da una tale convergenza, ma il processo venne deliberatamente sabotato dai servizi segreti americani, che lavorarono per contrastare l'ipotesi di un legame tra l'Unione Europea e la Russia. Questo avrebbe rappresentato una grave minaccia per gli interessi economici americani di lungo termine". http://sputniknews.com/world/20150225/1018728748.html Intanto mercoledì scorso a Narva (Estonia), a 100 km da San Pietroburgo, veicoli militari da combattimento statunitensi sono stati fatti sfilare per le strade. http://sakeritalia.it/sfera-di-civi...e-veicoli-nato-a-300-metri-dal-confine-russo/
http://novorossia.today/ukrainian-troopers-in-artemovsk-poroshenko-is-lying/ Altri retroscena sulla sacca di Debaltsevo.. e sul morale dell'esercito ucraino in questi giorni.
Ad occhio e croce mi sembra che solo una piccola parte dei veicoli fosse americana, in particolare quei due o tre Stryker con la bandiera USA, di sicuro non erano americani i CV90 e i camion con i mortai al traino (forse dei Pinzgauer). Su Wikipedia risulta che l'Estonia ha in dotazione i CV90 e quindi probabilmente si trattava di una colonna di mezzi estoni con all'interno un paio di Stryker e forse qualche altro veicolo logistico americano. Certo fa effetto vedere la bandiera americana su mezzi militari così a ridosso della frontiera russa.
Si ma gli USA non vogliono lo scontro militare con la Russia, è tutta scena... Mi chiedo cosa succederebbe se 3 t-90 sfilassero a 300 metri dal confine estone, studio aperto edizione straordinaria