A Game of Thrones AAR Iron From Ice Casa Forrester di Ironrath Casa Forrester prima della Guerra dei Cinque Re Introduzione La Guerra dei Cinque Re ha appena avuto fine, almeno per il Nord. Alle Torri Gemelle, i Frey, con l'aiuto dei Bolton, hanno barbaramente massacrato, assieme a Robb Stark, il Giovane Lupo, gran parte delle armate fedeli a casa Stark, assicurandosi così l'appoggio della corona e le terre di Riverrun. Le Nozze Rosse, nome con il quale viene ricordato il massacro, hanno lasciato le casate fedeli agli Stark in uno stato pietoso: buona parte delle loro leve militari perse per sempre, sono ora in balia dei Bolton, nuovi Lord Protettori del Nord, e dei loro scherani. Casa Forrester non fa eccezione. Tra le casate più duramente colpite dal tradimento dei Bolton e dei Frey, Casa Forrester di Ironrath, vassalla dei Glover di Deepwood Motte, ha subito perdite devastanti. Oltre ad aver perso pressoché la metà delle proprie forze armate, il Lord di Ironrath, Gregor il buono, è stato una delle principali vittime delle nozze rosse, assassinato durante i festeggiamenti nell'accampamento dell'esercito di Robb Stark. Il suo primogenito, Rodrik, ora Lord di Ironrath, è stato lasciato menomato, impossibilitato, almeno per il momento, a camminare senza l'ausilio di un bastone ed a combattere. Il secondogenito, Asher, è in esilio ad Essos. La prima figlia di Gregor, Mira, è ad Approdo del Re, come ancella della regina Margaery Tyrell, e rischia di essere sposata a qualche nobile del sud. Ethan, il terzogenito, dopo un breve periodo in cui s'era assunto la responsabilità di Lord di Ironrath (Rodrik era creduto morto), è stato assassinato da Ramsay Snow, dopo avergli impedito di prendere la sua gemella, Talia, come ostaggio. Infine, Ryon, ultimo dei figli di Gregor, è stato preso ostaggio dagli odiati Whitehill, famiglia rivale dei Forrester e vassalli dei Bolton da generazioni. La casata, un tempo potente, ridotta in queste condizioni, Rodrik lavora alacremente per riportare ad Ironrath suo fratello Ryon, mentre il suo lord, Galbart Glover, ha dichiarato guerra ai Bolton, in supporto a Stannis Baratheon, il Re nel Mare Stretto. Il tutto, mentre impazza la guerra aperta tra i Forrester ed i Whitehill. Casa Forrester si erge sull'orlo di un baratro. Sarà capace di risollevarsi? Iron From Ice. Ferro dal Ghiaccio. Dalle avversità, casa Forrester ha sempre tratto la sua forza. Questa volta non farà eccezione.
DUNCAN Dunk non riusciva a smettere di pensare a quel giorno. Più si faceva vicino il momento del confronto finale con i Whitehill, più vivido diventava il ricordo di quanto era accaduto a Weeping Bay. Doveva arrivare con un esercito, Asher. Con una banda di mercenari al seguito, pronto a ribaltare le sorti della guerra fra i Forrester ed i Whitehill, ed invece era tornato da quel suo lungo esilio accompagnato da cinque gladiatori. Cinque uomini che valevano per cinquanta, certo, ma non l'armata di cui Rodrik aveva bisogno. Eppure, neanche la prospettiva di una sconfitta irreparabile avrebbe potuto rovinare ai due fratelli Forrester quella giornata: finalmente erano di nuovo fianco a fianco. E, infatti, a rovinare quella giornata fu Gryff Whitehill. Rodrik era riuscito a sfuggire per un soffio, ed Asher... La sua gioia sarebbe durata pochi attimi: dopo il lungo esilio, dopo il miraggio del ritorno a casa, non avrebbe mai più rivisto Ironrath. Si versò del vino, e bevve. Non poteva pensare a quanto accaduto, non in quel momento. Lo aspettava il concilio ristretto del Lord, e Dunk sapeva bene che, arrivati a quel punto, proprio non si poteva permettere distrazioni o pensieri che non riguardassero l'imminente assedio. Svuotata che fu la coppa, Dunk indossò il guanto di legnoferro, il simbolo d'ufficio della Sentinella di Ironrath. Per quanto potesse sembrare assurdo, quando indossava quel guanto si sentiva più forte, sicuro. Quasi che la storia di quel simbolo non gli pesasse, ma gli conferisse una marcia in più. Duncan Tuttle, Sentinella di Ironrath castellano di Lord Rodrik Forrester Dopo alcuni minuti d'attesa fuori al salone principale, ecco che la massiccia porta di legnoferro si aprì, svelando la figura snella di Maestro Ortengryn. Gli si avvicinò, con fare circospetto, per poi avvicinare la bocca al suo orecchio destro. -Lord Rodrik ha un messaggio per te. Sai che, dopo quanto accaduto, non riesce più a fidarsi.- Già. Dalla scoperta del tradimento di Ser Royland Degore, il vecchio maestro d'arme, Rodrik non riusciva più a fidarsi di nessuno che non fosse Duncan o il Maestro Ortengryn. Alcune volte, pareva mantenere un certo riserbo persino con la Lady Madre Elissa. L'unica persona con cui riuscisse ad essere sé stesso, ormai, era la lady sua moglie, Elaena Glenmore. -Tutto come temevamo. Il villaggio di Groveton e la foresta di Ironwood Grove sono sotto occupazione militare, troppo ben protetti per essere assaltati prima dell'assedio. Da quando il bastardo di Lord Bolton ha concesso metà delle nostre terre ai Whitehill, non hanno commesso alcun errore.- -Altre linee di rifornimento?- -Nessuna, Dunk. Il resto del reame non ci aiuterà. Ma c'è dell'altro. Un'altra notizia per le sole nostre orecchie. Lord Glenmore, il padre di Lady Elaena, ha messo a disposizione le sue leve. La morte di Arthur ha lasciato il segno. Desidera vendetta, e...- -E L'AVRÀ! O non mi chiamo più Rodrik Forrester!- La voce di Lord Rodrik fece irruzione, interrompendo i pensieri di Dunk, che aveva quasi fatto un salto dallo spavento. Un ghigno si disegnò sul volto di Rodrik, che pareva ridersela sotto i baffi. In quel momento, pensò Dunk, somigliava incredibilmente ad Asher. Ma forse non era il caso di tirare fuori l'argomento. -R-Rodrik! Volevo dire, mio Lord, non mi aspettavo il vostro arrivo!- -Confido che Maestro Ortengryn ti abbia riferito quanto richiesto. Seguitemi.- Insieme, quasi che Rodrik intendesse mandare un segnale al maestro d'arme ed al maestro dei sussurri, entrarono nella sala, andando a prendere posto ognuno sul proprio scranno. Quando tutti si furono seduti, Rodrik emise un colpo di tosse, per schiarirsi la voce. -Ricordate cosa disse Ramsay Snow.- Esordì. -i Bolton non hanno più interesse a parteggiare per i Whitehill, né tantomeno parteggeranno per noi. Chi vincerà questa guerra, chi estinguerà per primo la casata dell'altro, avrà il legnoferro ed i possedimenti dell'altra casata. Non ci sono altre via d'uscita.- Il maestro d'arme, Ser Valarr, lanciò uno sguardo interrogativo. -Dunque, guerra totale. Dovremo sopravvivere ad un lungo assedio, hanno il doppio dei nostri uomini. Come siamo messi con le provviste?- -Bene.- Mentì Dunk. -da Groveton arriverà tutto il necessario.- Il concilio andò avanti per altre due ore. La strategia lì ideata, adatta ad un lungo assedio, non sarebbe stata mai messa in pratica. Rodrik sapeva bene di non avere provviste che per un paio di giorni, in quel momento, e prepararsi ad una difesa sarebbe stato un suicidio persino più di una carica frontale. Ma Lord Rodrik non aveva in mente nulla di simile, Dunk poteva leggerglielo negli occhi. Gli occhi di un uomo stanco, ferito, sfigurato. Ma determinato. Asher avrebbe avuto la sua vendetta. Iron from Ice. Rodrik "il rovinato", della casa Forrester Lord di Ironrath, Difensore del bosco di Legnoferro
A Game of Thrones AAR Iron From Ice Casa Forrester di Ironrath CAPITOLO I A Flayed man holds no lands I postumi delle Nozze Rosse e della Guerra dei cinque Re, nel Nord, faticavano ad essere smaltiti. L'arrivo di Stannis Baratheon, Re nel Mare Stretto, mise in agitazione le casate del nord ancora fedeli agli Stark. O meglio, quante di esse erano ancora in grado di combattere. Gli Umber di Last Hearth, i Glover di Deepwood Motte, i Mormont dell'Isola dell'Orso, i clan delle colline ed i Reed di Greywater Watch. Una coalizione, quella lealista, che assieme agli uomini del Re poteva rivaleggiare con le armate dei protettori del nord, casa Bolton. Lord Rodrik Forrester, Signore di Ironrath, Difensore dei boschi di legnoferro Era, quella, una guerra cui Lord Rodrik Forrester, che aveva dovuto chinare il capo al bastardo di Dreadfort, Ramsay Snow, non poteva permettersi di partecipare. Sua sorella Mira era ostaggio del Trono di Spade, e suo fratello Ryon ostaggio della casata, i Whitehill, che stava combattendo, per riprendersi i boschi di legnoferro, possedimento della sua famiglia per secoli e secoli. La guerra non si prospettava semplice, né soluzioni pacifiche erano possibili: Ramsay, stanco delle continue richieste di Lord Ludd Whitehill, aveva imposto alle due casate rivali le proprie regole, per quello che ormai considerava, più che un conflitto, un piacevole passatempo. Per decreto di Lord Roose, la casata che per prima avesse estinto l'altra avrebbe avuto pieno dominio su Ironrath, Highpoint e sui boschi di legnoferro. Sebbene lord Ludd Whitehill potesse contare su alcune centinaia di uomini in più, oltre che sul controllo di terre di diritto appartenenti a casa Forrester (il villaggio di Groveton e persino il Parco degli dei di Ironwood Grove), Lord Rodrik poteva contare sulle proprie leve, oltre che su quelle di Wendell Glenmore, padre di sua moglie Eliana, corso in suo soccorso in seguito all'uccisione ed allo scuoiamento di suo figlio Arthur da parte di Ramsay Snow. RODRIK Quando giunse il corvo, Rodrik era nel cortile di Ironrath, in compagnia della sua Sentinella, Duncan Tuttle. Stava osservando le ultime reclute, ragazzi appena in grado di reggere il peso di una spada ad una mano, quando vide Maestro Ortengryn uscire, trafelato, dalla torre dei corvi. Recava in mano un messaggio. Nella fretta di scoprire cosa spingesse l'uomo a tanta fretta, incespicò nel suo stesso bastone, cadendo pesantemente in terra. "Lord Rodrik!" Poté sentire chiaramente l'urlo di Dunk. Non era la prima volta che accadeva, non sarebbe stata l'ultima. Dalle Nozze Rosse, era tornato come un uomo spezzato, il suo vigore fiaccato, il suo corpo intorpidito. Certo, la volontà era sempre salda, come il legnoferro dei Forrester, ma il corpo, un tempo forte ed agile, non rispondeva ai suoi comandi come avrebbe dovuto. Era così che "Cocky Rodrik", il figlio di Lord Gregor, invidiato dai guerrieri di tutto il Nord, e desiderato dalle loro mogli, era diventato "Rodrik il Rovinato", "il menomato", "il Morto-che-cammina". Persino il suo carattere, un tempo fiero e baldanzoso, ne era stato fiaccato: era diventato un uomo riflessivo, spesso assorto nella lettura e nei piaceri intellettuali. I tempi in cui cavalcava nell'avanguardia di Re Robb, il Giovane Lupo, erano ormai finiti. E i Whitehill ne avevano approfittato. Oh, se ne avevano approfittato! Avevano occupato il suo castello, prima d'essere cacciati con l'aiuto dei Glenmore. L'avevano costretto, minacciando di morte il piccolo Ryon, ostaggio ad Highpoint, a baciare l'anello di Lord Ludd. A sottostare alle angherie del suo quartogenito, Gryff, pur di riportare, per un singolo giorno, il fratellino in quella che era stata la sua casa, per i funerali di Lord Gregor il Buono. Ma le condizioni imposte da Ramsay non lasciavano più alcuno spazio alle trattative, ai tentativi di riportare a casa Ryon accordandosi con Ludd. Era semplice: vincere o morire. Il gioco dei troni era arrivato anche lì, nei boschi del Nord. "Milord, tutto bene?" "Nulla che non possa sopportare, Maestro". Rispose, levandosi dal terreno con l'aiuto di Dunk. Poteva leggere, negli occhi di Ortengryn, la pietà per la vita dimezzata che conduceva. "Non sappiamo se guarirà mai", gli aveva detto una volta. "Potresti non camminare mai più". Ma la sua tempra aveva avuto la meglio, ed aveva ripreso a camminare. Ma la gamba sinistra non accennava a migliorare. "Notizie da Approdo del Re. Tua sorella..." "E' sufficiente. Fa' vedere". La lettera che gli venne consegnata recava il sigillo dei Tyrell, intatto. Sua sorella Mira era a King's Landing, dove attendeva alla corte come ancella personale della Regina Margaery. Al Lord mio fratello, Rodrik Forrester, signore di Ironrath e protettore dei boschi di legnoferro, Salve! La vita a King's Landing procede come di consueto, la vita di corte molle ed oziosa come sempre. Ti reco notizie dalla capitale: pare che la traditrice che ha ordito l'assassinio di Re Joffrey -il suo nome sia sempre lodato- sia stata ritrovata. Sansa Stark risiede nella valle, data in sposa da Lord Baelish ad Harrold Arryn, che ha succeduto Robert come Lord ad Eyrie. Inoltre, sono lieta di annunciarti che, su gentile concessione della Regina Madre, m'è stato concesso l'onore di sposare Ser Monford Bywater. E' un uomo valoroso, gentile e paziente, che ho imparato ad amare nel tempo. Sappi che dispero all'idea di sapervi troppo lontani per attendere al mio sposalizio, che si terrà al prossimo turno di luna nuova, ma che gioisco all'idea che le nostre casate intreccino i loro gloriosi passati ed i loro luminosi destini. Reca le liete notizie anche alla Lady nostra madre, ed a nostra sorella Talia. Sono certa che si rallegreranno assieme a te del felice stato del regno e del mie nozze imminenti. Sempre tua, Mira Forrester Rodrik urlò. Tanto forte fu il suo urlo, che l'intero castello poté udirlo. Tanto forte che alcuni dei suoi cortigiani dovettero affacciarsi per individuarne la provenienza. "brutte notizie, milord?" Tentò Ortengryn, in maniera incerta, quasi che preferisse non porre la domanda. "Dunk." Fu la risposta di Rodrik. "Parla tu con la lady mia madre. Io... Io non credo di riuscire, quest'oggi. Mira... Ormai è persa. Data in sposa a questo Monford Bywater, un qualche cavaliere dei dannati Sette Regni. O forse dovrei dire come ostaggio. Parla anche della Regina Cersei, che avrebbe acconsentito a queste nozze. E' chiaro che ha... che abbiamo perso ogni appoggio a corte da parte dei Tyrell. La corona gioca sporco. Ci vuole qui, ad azzuffarci con i Whitehill, mentre piazza nel letto di Mira qualche cortigiano compiacente che svenderebbe volentieri il nostro legnoferro ai fottuti Lannister!" "Milord, io non credo di..." "Non è tutto, Dunk. Altre cattive notizie. Ali oscure, parole oscure, diceva sempre il vecchio Maestro Torrhen. Sansa Stark è stata ritrovata". "Come può essere una cattiva nuova? La figlia legittima di Lord Stark! Se solo riuscissimo..." "Frena gli entusiasmi. E' stata data in moglie ad Harrold Arryn, lord della Valle. Un complotto di Ditocorto, parrebbe". INTERLUDIO Sansa non era destinata, tuttavia, ad essere l'unica dei figli di Ned Stark ad essere ritrovata, quell'anno. Sul finire dell'anno 301 dalla conquista di Aegon, Ser Davos Seaworth, Primo Cavaliere di Stannis Baratheon, rinvenne, giunto sull'isola di Skagos come contrabbandiere, il piccolo Rickon Stark. Era Stato lord Wyman Manderly a metterlo sulle sue tracce. Il Lord di Porto Bianco non poteva schierarsi contro Roose Bolton ed il Trono di Ferro, il suo unico figlio -ed erede- Wylis era tenuto prigioniero a King's Landing, ma aveva fatto di tutto per mettere sulle tracce di Rickon, unico che poteva unire le varie casate lealiste dietro la guida di Stannis, il cavaliere delle Cipolle. Nel frattempo, i Forrester, dopo aver disperso le armate di lord Ludd Whitehill sotto il comando di Duncan Tuttle (le forze dei Whitehill, a differenza di quelle dei Forrester, avevano attaccato imprudentemente il più piccolo esercito di Ironrath, arroccato sulle colline, che era riuscito a tenerle impegnate fino all'arrivo delle leve dei Glenmore) entravano ad Highpoint, liberando Ryon ed imprigionando l'intera famiglia di Lord Ludd. L'inverno stava arrivando, ed era il tempo delle scelte difficili: tutta la famiglia rivale fu passata a fil di spada. Sopravvisse solo il secondogenito, che era ormai da tempo Maestro ed aveva abbandonato le armi di famiglia. La Guerra contro i Whitehill era vinta. Bisognava solo attendere il giudizio dei Bolton. RODRIK Lord Rodrik era da poco tornato ad Ironrath, l'esercito festante al suo seguito, quando un messaggero, recante le insegne dei Bolton, giunse, correndo, dall'interno del suo palazzo. Doveva essere arrivato durante la sua assenza. "M-Mio lord. Lord Ramsay... Lord Ramsay è nel Parco degli Dei. Vi aspetta al cospetto dell'Albero Diga. Ha anche detto che dovete andarci... da solo." "Potrebbe essere una trappola! Milord, io..." Provò Dunk. Ma Rodrik aveva già deciso. Già durante gli ultimi giorni di viaggio, la sua gamba malconcia aveva ripreso a funzionare, e ormai da due giorni riusciva a compiere qualche passo senza l'ausilio del bastone. Lo gettò nel focolare più vicino, quasi a voler dimostrare -a sé stesso, prima che agli altri presenti- che era tornato l'uomo di un tempo. L'uomo che aveva guidato i Forrester alla vittoria non avrebbe ceduto la propria dignità al bastardo di un usurpatore. "Andrò. Non ho nulla da temere da Lord Snow". A passo lento, ma deciso, si recò nel Parco degli Dei. E lo vide. Lord Ramsay era al suo cospetto, una croce di sant'andrea di fronte a lui, intento a... scuoiare quello che doveva essere un ragazzino. Rodrik si avvicinò, sebbene non tanto da poter distinguere la figura (né del resto lo desiderava: aveva già visto la supposta "arte" dei Bolton, e non aveva intenzione di prestare nuovamente occhio a quello scempio). "Ah, Lord Rodrik!" Esclamò Ramsay, il suo volto imperlato di sudore e di sangue, con tutta probabilità non suo. Gettando il coltello da tortura in terra, gli si avvicinò, la mano tesa in segno di saluto. Rodrik, con riluttanza, la strinse. Poté avvertire il tocco viscido, e caldo, del sangue fresco della povera vittima del bastardo, ed a stento trattenne un conato di vomito. "Hai vinto, dunque!" "Come ti avevo detto, lord Snow" Il volto di Ramsay si contrasse. Ma non in un'espressione irata: in un ghigno. "Su di te, l'avevo vista lunga, Lord Rodrik. Come dissi al nostro primo incontro, mi dicono che sei un uomo che non si può spezzare. L'hai dimostrato già quella volta, quand'eravamo in compagnia di... come si chiamava... ah, già. Arthur Glenmore. Quando tentasti di uccidermi. Hai dimostrato una tempra invidiabile. Hai vinto la tua guerra, come noi abbiamo vinto la nostra. Lord Stannis ormai è cibo per i corvi. O meglio, ciò che resta di Lord Stannis". Rodrik ebbe un sussulto. Dunque, Stannis aveva perso la sua guerra. "Oh, ti sorprende? Ti sorprende il fato del povero vecchio cervo? Eppure non mi pare che tu abbia mostrato tanta pietà ai Whitehill... Ah, i Whitehill. Sempre stati vassalli fedeli..." Rodrik fissò il suo sguardo in quello di Ramsay, che quasi gli pareva essere pronto a saltargli addosso per vendicare la morte dei suoi "vassalli fedeli". Non tradì alcun segno delle paure che attraversavano la sua mente. Con la ribellione fallita, i Bolton non avrebbero più avuto freni. "Sai, mio padre ha deciso di risparmiare gli altri lord ribelli. Un vero peccato. Ma tu, d'altro canto..." Una goccia di sudore scese sul lato destro del volto di Rodrik, quello sfigurato. La mano destra corse alla cintola, pronta ad afferrare la sua spada quando... Quando Ramsay irruppe in una risata. "Ah, Lord Rodrik, sei proprio come ricordavo. Pronto a tenere testa al tuo signore." Poi, come improvvisamente aveva preso a ridere, altrettanto all'improvviso tornò serio. "Hai vinto la tua guerra, Lord Forrester, e provato il tuo valore. Dei Whitehill non m'importa un fico secco. Highpoint ed il dannato legnoferro sono tuoi, o almeno così ha deciso il Lord mio padre. A patto che tu, ORA, ci accordi i servigi dei tuoi artigiani e la tua più completa fedeltà e sottomissione". Lord Rodrik esitò un istante. "HO DETTO ORA!" Urlò Ramsay. Lentamente, e con difficoltà, Rodrik si calò, inginocchiandosi al bastardo Bolton. La morte di Stannis segnava la parola fine, almeno per qualche tempo, alla possibilità di rovesciare il regime di Dreadfort. Il Nord doveva piombare nel suo letargo, per svegliarsi a primavera ed affilare gli artigli. Prima, sarebbe stato impossibile cacciare gli usurpatori. "Io, Rodrik Forrester, Lord di Ironrath e Highpoint, difensore dei boschi di legnoferro, giuro fedeltà a Lord Roose Bolton, Lord di Dreadfort e Protettore del Nord. Gli Antichi dei mi siano testimoni". Il capo chino, gli occhi fissi sul terreno innevato, Rodrik udì un applauso. "Ben detto, lord Forrester. Ben detto. Sai, io ed il mio ospite ci chiedevamo come avresti fatto ad inginocchiarti, con quella gamba. Invece, ti trovo in gran forma. Cioè, in realtà io me lo chiedevo. Il mio ospite ha smesso di chiedersi qualsiasi cosa circa da un abbondante quarto d'ora. Comunque, credo che sia ora di andarmene, ho fatto il mio dovere. Se verrai meno al tuo giuramento, ti darò alla caccia, e farai la stessa fine del nostro amico comune. A presto, goditi l'inverno! E ricorda, un uomo scuoiato non ha... terre." Ramsay rise, e montò a cavallo. Lord Rodrik, ancora in ginocchio l'osservò montare a cavallo e dirigersi verso Ironrath, da cui sarebbe poi, a breve, partito. Aveva detto "il nostro amico comune". Ma chi poteva essere quel ragazzetto? Ryon era sano e salvo, dato in custodia a Dunk, e non gli veniva in mente alcun altro "amico" che potesse avere in comune con quel mostro. A meno che... Un'idea gli balenò in mente. Un'idea terribile. Ansimando, facendo forza sulla gamba buona, levò il ginocchio dal terreno, prendendo a camminare faticosamente verso il corpo che pendeva dallo strumento di tortura di fronte a lui. E, mentre il respiro si faceva via via più affannoso, il cadavere si avvicinava sempre di più, fino a diventare, una volta che ebbe compiuto un giro attorno alla croce, decisamente più nitido. Troppo nitido. Sulla croce, il corpo orrendamente sfigurato, ma il volto ben riconoscibile, non giaceva un cadavere qualunque. Giaceva Rickon Stark.
Ecco, per i prossimi aggiornamenti mi sono persino preso la briga di disegnare con photoshop una mappa politica del Nord praticamente da zero. =P A Game of Thrones AAR Iron From Ice Casa Forrester di Ironrath CAPITOLO II Civil War La situazione politica nel Nord Gli avvenimenti dell'anno 301 dall'approdo di Aegon Targaryen (il fallimento della campagna di Stannis Baratheon e la morte di Rickon Stark) segnarono quello che parve, ai contemporanei, essere il definitivo consolidamento del potere di Casa Bolton nel Nord. Pochi, infatti, osavano mostrare apertamente ostilità nei confronti del Protettore del Nord, Lord Roose, sebbene il malcontento serpeggiasse tra le casate del nord (con qualche eccezione) e molti non aspettassero altro che una scusa per ricostruire una coalizione contro i Bolton. Lord Roose, del resto, era stato sufficientemente accorto da creare, mediante una saggia distribuzione delle cariche del suo personale concilio ristretto, una coalizione di casate sufficientemente forte da potergli permettere una transizione il più possibile tranquilla. Tra gli stendardi delle sue milizie, difatti, si poteva riconoscere il destriero fiammeggiante dei Ryswell, le asce nere dei Dustin, i pini dei Tallhart, il sole d'inverno dei Karstark e il grifone bianco dei Greyfuir, casata creata ed ordinata dallo stesso Roose al dominio delle terre che furono degli Hornwood. Solo una tra le varie casate scontente osò ribellarsi al regime del Leechlord: il figlio Wylis morto nelle celle oscure di King's Landing, Wyman Manderly, conscio della situazione precaria della sua casata e dell'assenza di eredi maschi, decise di ribellarsi allo strapotere di Dreadfort. ROOSE Lord Wyman s'era rivelato un osso più duro del previsto. Nonostante la sua ribellione non avesse attirato alcun supporto da parte delle altre casate del Nord, intente a leccarsi le ferite dopo la guerra al fianco di Stannis, le milizie di Porto Bianco, unica vera e propria città del Nord, tradizionalmente numerose e ben equipaggiate, erano riuscite ad infliggere alcune sconfitte minori agli alleati di Lord Bolton. Lord Farlen Greyfuir, il suo maresciallo elevato a lord di Hornwood, era stato battuto sul campo ben due volte, le sue leve disperse, mentre le altre casate sue alleate, i Karstark ed i Ryswell, avevano prestato alla causa un contributo tutto sommato marginale, dato lo stato pietoso delle loro casse e delle loro terre. Solo Lady Barbray Ryswell-Dustin, che aveva recentemente sposato Edric Dustin, cugino del marito defunto (probabilmente per portate avanti l'eredità della casata delle Barrowlands) e Lady Eddara Tallhart avevano effettivamente contribuito alla campagna militare. I due eserciti, quello di Roose e quello di Wyman, si scontrarono nei pressi di Oldcastle. L'armata di Wyman, guidata dal nipote Martym, era formata principalmente da uomini appiedati, perlopiù picchieri e fanteria leggera, mentre quella del Lord Protettore poteva contare due ali di cavalleria pesante ben equipaggiata ed una nutrita pattuglia di fanteria pesante, che marciava al centro, guidata da Roose Bolton in persona. Egli marciava alla guida dell'esercito, in groppa ad un destriero nero, e la sua cotta di maglia, nera anch'essa, era sormontata da un usbergo rosa, l'uomo scuoiato di Casa Bolton ricamato in rosso sopra di esso. Indossava un elmo a celata, nero, dal cui pennacchio sventolavano nastri di seta rossa. S'ergeva, Lord Roose, al tempo stesso nobile e terribile. Quasi che il suo usbergo presagisse il destino del suo avversario. Il momento dello scontro era giunto. Quando Roose calò la sua spada in avanti, l'esercito Bolton prese ad avanzare, lento ed inesorabile, verso l'avversario. L'esercito di Martym, nella coscienza che il destino di White Harbor era segnato, in caso di disfatta, non si lasciò impressionare. Ben presto, le due armate giunsero a contatto: la prima linea di Martym, composta perlopiù da picchieri, riuscì ad infliggere perdite piuttosto consistenti sulle ali, trucidando un numero piuttosto consistente di cavalieri, mentre andò in netta difficoltà al centro, dove la fanteria pesante di Roose riusciva senza troppe difficoltà a superare il muro di picche dei Manderly. Lord Roose, dal canto suo, s'era ritirato nelle retrovie, da cui comandava, grazie anche ad una posizione rialzata, le sue truppe, forte anche di una visuale privilegiata. Durante la battaglia, tuttavia, accadde qualcosa di inaspettato: un manipolo di cavalieri, armati di tutto punto, spuntò alle spalle dell'esercito di Lord Roose, giunto forse proprio da White Harbor, sbucando dai boschi nei pressi di Oldcastle e cogliendo alla sprovvista le retrovie dell'esercito Bolton, che pure tentarono di organizzare una linea difensiva alla bell'e meglio. Tuttavia, le picche non erano sufficienti ad arrestare la cavalcata dei cavalieri del tritone bianco, e ben presto la linea difensiva fu travolta dalla carica. Quando la carica si arrestò, quando il piccolo manipolo di cavalieri dei Manderly fu ormai soltanto un ricordo, qualcosa era cambiato. Non si scorgeva più, difatti, il pennacchio rosso di Roose Bolton, né tantomeno si ergeva più il suo fiero destriero. Martym, che stava affrontando, in singolar tenzone, uno dei luogotenenti di Lord Roose, un uomo alto, che vestiva una cotta di maglia e le armi di casa Dustin, un elmo di bronzo in capo a coprire l'intero volto (doveva, con tutta probabilità, trattarsi di uno dei fratelli di Lord Edric), prese slancio. "Il tuo lord è sconfitto! Casa Bolton non esiste più. Comanda al tuo esercito di ritirarsi ed arrenditi, e ti sarà fatta salva la vita". L'uomo in bronzo non rispose. Anzi, puntò la sua spada contro Martym, in segno di sfida, levando lo scudo (che recava l'insegna con le asce nere e la corona dei Dustin). Ser Martym comprese: morto lord Roose, voleva risolvere la disputa in singolar tenzone. Entrambi gli eserciti, al suono di corni, si arrestarono, ed attorno ai due contendenti si creò il vuoto. Il duello fu breve: al primo errore di Martym, il comandante Dustin approfittò di una falla nella sua guardia per colpire, trafiggendo il suo fianco e costringendolo a terra. Consapevole della sconfitta, il cavaliere prese ad urlare. "Pietà! Pietà, mi arrendo!" In tutta risposta, l'uomo, che pure non proferì parola, rimosse l'elmo bronzeo, rivelando lunghi capelli corvini, un volto segnato dall'età, eppure stranamente levigato, quasi privo di rughe, e due occhi chiarissimi, dal colore del ghiaccio sporco. In piedi, di fronte a Ser Martym Manderly, si ergeva Roose Bolton. "Non è possibile! T-tu eri caduto!" Sul volto impassibile di Roose, una delle due sopracciglia s'inarcò. Non una parola scaturì dalla sua bocca, mentre la sua spada calava impassibile, troncando il capo di Martym e ponendo fine alla sua vita. L'esercito dei Manderly, che aveva ripreso slancio proprio alla notizia della "morte" di Roose, era assorto nel più completo silenzio. "Cosa comandi, mio signore?" La voce era quella di Farlen Greyfuir, il cui grifone bianco su sfondo rosso campeggiava sulla corazza pesante che indossava. "Trucidateli tutti". LA GUERRA CIVILE In seguito alla battaglia di Oldcastle, a Lord Wyman Manderly, che pure si era arreso, non fu mostrata la medesima pietà che era stata accordata agli altri lord dopo la guerra di Stannis Baratheon. Sua figlia Wylla, il cui erede sarebbe stato un Mallister di Capo delle Aquile (ramo cadetto della casa di Seagard), regnava come Lady di White Harbor da soltanto un giorno, quando sulle mura del castello, in segno di monito, fu issata una croce di sant'andrea sulla quale era adagiato, completamente privato della cute, un corpo grasso e grondante sangue: quello di Lord Wyman. Il terrore generato dalla fine di Lord Wyman fu tale che, quando Lord Roose, al fianco di Lord Farlen Greyfuir, si recò ad Ironrath per chiedere la mano di Talia Forrester per il suo favorito, Rodrik fu costretto a cedere. Sapeva bene che quella mossa lo avrebbe privato per sempre dell'unica sorella rimasta ad Ironrath (da Mira, difatti, non giungevano ormai da un anno notizie), oltre che di una possibile alleanza matrimoniale, ma non era, nella situazione precaria in cui versava Ironrath, nelle condizioni di negare alcunché al Lord Protettore. Fu solo l'anno successivo, il 303, che gli eventi, per i Forrester e per il Nord, presero una piega positiva: difatti, ad inizio anno, fu ritrovato da Lord Umber, nei pressi di Last River, l'altro dei figli di Ned Stark a lungo ritenuto definitivamente scomparso. Era Brandon Stark, lo storpio. Pochi giorni dopo, mentre si spargeva la voce del ritrovamento in tutto il nord, nacque Asher, il primogenito di Rodrik ed Elaena, chiamato così in onore del fratello, morto in un'imboscata ordita da Ludd e Gryff Whitehill per proteggerlo. In seguito al ritrovamento di Brandon, le casate del Nord scontente del regime dei Bolton, che finalmente avevano uno Stark attorno al quale schierarsi, decisero per la ribellione. A favore del restauro di Casa Stark si dichiararono i Mormont d'Isola dell'Orso, I Glover di Deepwood Motte (ed i loro vassalli Forrester), gli Umber di Lasth Hearth, i Flint di Flint's Finger e Widow's Watch, i Reed di Greywater Watch, Lady Wylla Mallister di White Harbor ed i clan delle montagne. Al fianco di Casa Bolton, invece, si schierarono i Greyfuir di Hornwood, i Dustin di Barrowton, i Ryswell di Rills, i Karstark di Karhold, i Tallhart di Torrhen's Square ed i Cerwyn di Castle Cerwyn. Gli schieramenti della guerra civile: in verde i Lealisti Stark, in rosso gli alleati di Casa Bolton La guerra civile pressoché in bilico (nessuno schieramento riusciva ad inanellare una serie di vittorie tali da risultare decisive), un'ulteriore occasione si presentò per Casa Forrester: difatti, i Branch di Wolfswood, che regnavano sulle propaggini meridionali del Bosco del Lupo, si ribellarono a Deepwood Motte, il cui Lord Galbart Glover, in tutta risposta, incaricò Rodrik di guidare una spedizione per riprendere quelle terre, sulle quali gli garantì piena sovranità. Fu così che i domini di casa Forrester, già estesisi ad Highpoint, si accrebbero ulteriormente. Passati due anni, ad inizio 305, la guerra civile finì. In quei giorni, dalla barriera, giungeva la notizia della vittoria del Lord Comandante Jon Snow sui White Walkers, e dell'insediamento di Tormund Giantsbane come Re Oltre la Barriera. Lord Brandon Stark venne insediato come Lord di Winterfell e Protettore del Nord da Lord Umber. I lord che s'erano schierati al fianco di Roose Bolton furono perdonati. La guerra aveva assunto una piega positiva l'anno precedente, quando Lord Roose era morto in battaglia. Non avendo eredi, la corona aveva accordato il nord alla sua vedova, Walda Frey, suscitando ulteriormente l'odio delle casate del Nord e, di fatto, garantendo loro lo slancio decisivo per la vittoria. Lady Walda fu decapitata in seguito alla vittoria dei lealisti Stark, i suoi domini ereditati dal cugino Edwyn, che fondò, di fatto, un ramo cadetto di casa Bolton, i Frey di Dreadfort. Dev'esserci sempre uno Stark a Winterfell, recitava un vecchio detto popolare del Nord. Non si sa da cosa derivi questo detto popolare, se sia una suggestione o se la presenza degli Stark a Winterfell sia legata ad una qualche magia. Una cosa, tuttavia, è certa. In pochi giorni, insediatosi Brandon come Stark a Winterfell, i White Walkers venivano sconfitti, la guerra civile domata.
A Game of Thrones AAR Iron From Ice Casa Forrester di Ironrath CAPITOLO III Queen's Landing Gli anni successivi all'ascesa di Brandon lo storpio come Stark di Winterfell segnarono la parola "fine" al conflitto che sarebbe stato ricordato come "Guerra dei cinque Re". In seguito alla disfatta definitiva dei Baratheon, la cui ultima esponente, Shireen, era ormai soltanto lady di Storm's End e di Dragonstone, ed alla pace siglata tra il Trono di Spade e le Isole di Ferro (che regnavano, ora, anche sull'Altopiano, retto da Asha Greyjoy con il pugno di ferro) sembrava, essendo fallita anche la spedizione della Compagnia Dorata e di Aegon "Falso Drago" (come fu soprannominato da Re Tommen), che il continente di Westeros fosse giunto alla tanta agognata pace. Tommen Baratheon regnava come Re dei Sette Regni (per quanto ne mancassero un paio all'appello), assieme alla regina consorte, Margaery Tyrell. Si dice che, nonostante casa Tyrell non rappresentasse più un alleato valido per la corona, Tommen fosse innamorato a tal punto di sua moglie da rifiutarsi di ripudiarla in favore di una più valida alleanza matrimoniale. Risale ai primi mesi dell'anno 305 dall'approdo di Aegon, in seguito alla rimozione di casa Baratheon come protettrice delle Terre della Tempesta, la notizia dell'elevazione di Lord Harlan Wensington, appartenente ad un ramo cadetto dei Baratheon di Storm's End (del resto, Re Tommen si riteneva pur sempre figlio di Re Robert) come Lord Protettore. Egli stabilì la sua residenza, in maniera simbolica, a Rain House, dove l'invasione del Falso Drago aveva avuto inizio. Ma le Terre della Tempesta non erano l'unico luogo dove era avvenuto un avvicendamento al potere. Oltre alle già citate Isole di Ferro ed all'Altopiano, dove regnavano incontrastati i Greyjoy, nelle Terre dei Fiumi si era solidificato definitivamente, dopo l'estinzione di Casa Tully, il potere dei Baelish di Harrenhal, casata di Ditocorto. Egli, tuttavia, non aveva che una figlia, che sarebbe morta di lì a poco. Sarebbero i Baelish sopravvissuti alla maledizione di Harren? Intanto, Casa Forrester, nel Nord, prosperava. Sebbene ancora nominalmente vassalla dei Glover, aveva a disposizione un numero decisamente più massiccio di leve militari, oltre che il monopolio del legnoferro. Inoltre, proprio sul finire dell'anno 305 nacque il secondo figlio di Rodrik ed Elaena, il quale, in onore del nuovo Lord Protettore del Nord, fu chiamato Brandon. I due anni successivi furono ricchi di avvenimenti, dal punto di vista squisitamente politico. Liberatosi dell'ingombrante reggenza della madre Cersei, Tommen Baratheon si stava rivelando, a sorpresa, un regnante incredibilmente capace. Amato da tutti i suoi sudditi, equilibrato e gentile, egli aveva stretto, a sorpresa, un forte rapporto personale con Lord Brandon Stark, ponendo fine alla faida che aveva regnato in quegli anni fra le casate Lannister e Stark. Forte proprio della sua popolarità (e di quella della moglie Margaery), Re Tommen prese provvedimenti proprio contro i Lord che avevano tramato assieme alla famiglia di sua madre, ristabilendo per la prima volta la Giustizia del Re nel continente di Westeros. Secondo alcuni, le accuse di tradimento, che pure non ebbero conseguenze sul piano pratico, non erano altro che un tentativo di ammenda nei confronti di Casa Stark ed un modo per ristabilire l'onore della defunta Casa Tully, il cui nome ancora era mormorato dai lord delle Terre dei Fiumi scontenti per il regno di Ditocorto. Fu così che, dopo un anno di consolidamento e di ristabilimento della pace interna, Re Tommen fu in grado di dichiarare guerra ad Euron Greyjoy, supportato da tutti i Lord Protettori del regno. La guerra, essendo impossibile un approdo nelle Isole di Ferro a causa del controllo di Re Euron Greyjoy su Arbor, Oldtown e le Isole Scudo, fu combattuta principalmente nell'altopiano, e principalmente dalle armate delle Terre Occidentali e della Tempesta, le più fedeli a Casa Baratheon di King's Landing. Fu proprio in seguito alla cattura di Asha Greyjoy, luogotenente ed erede di Euron, che Occhio-di-Corvo firmò la resa, conscio dell'impossibilità di continuare ad oltranza una guerra senza speranza, data anche la schiacciante superiorità numerica delle armate del Trono di Spade. Ad High Garden fu insediato, come Lord Protettore dell'Altopiano, Willas Tyrell, primo figlio del defunto Lord Mace e fratello della Regina. I Sette Regni, per la prima volta dall'inizio di quell'era di conflitti, erano nuovamente riuniti sotto un solo Re. Pareva, insomma, che il regno di Tommen fosse destinato a durare a lungo quando, nel primo mese dell'anno 310 dall'approdo di Aegon, un'imponente flotta fu avvistata a largo di Blacwater Bay. Le navi, ornate in foggia orientale, recavano un'insegna a lungo obliata in Westeros, e sopra di esse volteggiavano tre draghi. Drogon, Viserion e Rhaegal. La pace era destinata a regnare, ma non sotto l'egida di Re Tommen. Daenerys Targaryen era arrivata. L'assedio non durò che pochi giorni. I vari Lord Protettori del regno, complice la presenza dei tre draghi, non dichiararono il loro supporto alla corona, e ben presto il Re e sua moglie furono condotti in catene al cospetto di Daenerys, la Regina nata dalla Tempesta. La città, fino ad allora conosciuta come King's Landing, fu rinominata Queen's Landing dalla Madre dei Draghi, che ben presto fu accolta, nel silenzio di una città ammutolita, nella grande Cattedrale di Baelor. Il Regno di Daenerys era iniziato.
A Game of Thrones AAR Iron From Ice Casa Forrester di Ironrath CAPITOLO IV Protector of the Wolfswood L'anno 310 dall'approdo di Aegon si rivelò, per Casa Forrester, un anno ricco di avvenimenti. Il primo di questi fu la morte di Farlen Greyfuir, lord di Hornwood. Il suo matrimonio con Talia Forrester, cui era stata costretta da Ramsay Snow, era stato infelice. Certo, lady Talia aveva ottemperato ai suoi doveri coniugali, donando al lord grifone due figli ed una figlia, ma la permanenza nel castello di Hornwood era stata, per lei, una prigionia. Il corpo di Farlen aveva smesso da poco di essere caldo quando, a metà anno, ella convolò a nuove nozze, data in moglie a lord Harrion Karstark. E sarebbe stato, a differenza del precedente, un matrimonio felice, ché lord Harrion, fin da quando ebbe posato il primo sguardo su lady Talia, non poté fare a meno di invaghirsi perdutamente della nuova sua lady. Al matrimonio partecipò anche lady Mira Forrester. Dal suo matrimonio con ser Monford Bywater, zio del più giovane lord Walder, ella era stata sostanzialmente ostaggio della corona, in quanto figlia di uno dei più leali fra i generali degli Stark. Solo con l'approdo di Daenerys Targaryen, e con la morte di lord Walder, suo marito, che pure s'era affezionato a lei, sebbene in maniera quasi paterna, e che aveva avuto da lei due figlie, Mira era tornata a sorridere. Divenuta lady di Bywater, piccolo e grazioso forte nelle Terre della Corona, e libera finalmente dalle angherie dei Lannister (grazie anche all'influenza a corte di suo zio Malcolm Branfield, consigliere della Madre dei Draghi), Mira aveva potuto, per la prima volta in oltre undici anni, riunirsi alla sua famiglia. Lady Talia Karstark e Lady Mira Bywater, sorelle di Lord Rodrik Forrester L'influenza a corte dei Forrester, le cui entrate per le forniture di legnoferro erano aumentate vertiginosamente, non fece altro che aumentare, in seguito al legame matrimoniale stretto coi Karstark. I lord di Karhold, difatti, sebbene avessero ormai da secoli stabilito una propria dinastia, erano pur sempre discendenti di un ramo cadetto di Casa Stark in linea paterna, cosa che li rendeva, in quanto a prestigio, dopo la dipartita definitiva di Casa Bolton, la più influente delle casate del nord dopo la dinastia regnante. Kennos "Mezzatacca", di Casa Lannister, Lord di Castel Granito e Protettore dell'Occidente Negli anni successivi al ritorno dei Targaryen, i fragili equilibri dei Sette Regni mutarono ulteriormente. Mentre Lady Cersei, in seguito ad un tentativo di colpo di stato, veniva privata della lingua ed esiliata per servire presso le Sorelle Silenti, lasciando le Westerlands nelle mani del piccolo Kennos, unico figlio del Folletto, Tyrion Lannister, Tormund Giantsbane, Re oltre la Barriera, dichiarava guerra ai guardiani della Notte, marciando verso la Barriera forte di circa trentamila bruti. La guerra sarebbe durata un anno: forte dell'appoggio del fratellastro, Lord Brandon Stark, e dell'intero Nord (fatti salvi i Frey di Dreadfort), il Lord Comandante Jon Snow riuscì a respingere l'assalto di Tormund, ponendo fine con le sue stesse mani, nel mezzo della battaglia presso Craster's Keep, alla vita del Re oltre la Barriera. Con la morte di Tormund, i tredici clan dei bruti si rifiutarono di prestare giuramento al figlio infante, tornando a combattersi fra di loro per la prima volta dall'avvento di Mance Rayder. Durante la guerra, cui Lord Rodrik partecipò come comandante in capo delle leve dei Glover, nasceva Elissa Forrester. Nel frattempo, mentre Daenerys dichiarava guerra alla Libera Città di Braavos, il giovane Kennos Lannister, mai amato per via del nanismo (ereditato dal padre, neanche a dirlo), veniva sostituito, in seguito ad un colpo di palazzo ordito dalla Lady Reggente Marbrand, da suo cugino Lancel Lannister, lord di Darry e figlio del fratello di Tywin Lannister, Kevan. Era, egli, senza figli, ed ormai da anni (dalla battaglia di Blackwater Bay) irrimediabilmente sterile. Era questione di anni, prima che il ramo principale di Casa Lannister si estinguesse una volta per tutte. E, mentre Braavos si arrendeva alla Madre dei Draghi, venendo annessa ai Sette Regni, e Wylla Manderly moriva, lasciando le terre di White Harbor al figlio Jeffory Mallister, una cerimonia si consumava a Winterfell... RODRIK Winterfell. Era ormai dalla partenza alla volta delle Terre dei Fiumi, durante la Guerra dei cinque Re, che Rodrik non si trovava nella grande fortezza nel cuore del Nord. Quella mattina, una mattina luminosa dell'anno 314 dall'approdo di Aegon il conquistatore, era giunto nei pressi di Winterton, villaggio a poche miglia dalla capitale, dal quale si poteva rimirare Winterfell in tutta la sua magnificenza. Non era più la cupa fortezza dall'aspetto bruciato che era stata durante gli anni dei Bolton. Lord Brandon, asceso al seggio di Lord Protettore, l'aveva fatta rimettere a nuovo dai migliori artigiani di Porto Bianco, ed ora ogni singola torre, ogni singolo muro merlato di quell'antica fortezza rifulgeva, grigio eppure luminoso come argento, alla luce del tiepido sole del Nord. L'immenso Parco degli Dei, un tempo in stato di abbandono era, ancora una volta, tornato agli antichi fasti, finalmente ripresosi dall'incendio e dal saccheggio subiti da parte del bastardo di Dreadfort. Al suo ingresso nella fortezza, Lord Rodrik, accompagnato da dieci guardie d'onore, dalla sua Sentinella, Duncan Tuttle, da sua moglie Elaena e dai suoi figli Asher e Brandon, fu accolto da alcune facce familiari. La prima, quella di Harrion Karstark e della lady sua moglie, Talia Forrester, che, avviluppata nel suo lungo abito nero e bianco, appariva raggiante. V'era poi il Lord suo signore, Galbart Glover di Deepwood Motte, nonché il giovane Lord Mallister di Porto Bianco e lord Jojen Reed di Greywater Watch. Erano, i lord lì riuniti, i più fedeli fra i vassalli di Lord Stark. Essi lo accompagnarono nella Sala Grande, addobbata a festa, in fondo alla quale, seduto sull'alto scranno ligneo del Nord, sedeva Lord Brandon, il Protettore del Nord. "Lord Rodrik, benvenuto nella mia casa. Accetta il nostro pane ed il nostro sale. Nessuno, nella nostra casa, potrà fare del male a te ed alla tua famiglia, poiché sarai sotto la mia protezione, e sotto quella degli Déi, antichi e nuovi." "Mio signore Brandon." Cominciò Rodrik. Contrariamente a quanto voleva la tradizione, Lord Brandon non l'aveva accompagnato di persona all'interno della Sala Grande. Del resto, era ormai da anni menomato, da quel dannato giorno in cui era caduto da una delle torri di Winterfell. Era stato, in spregio a qualsiasi previsione, in grado di produrre più di un erede per il Nord, ma non aveva mai recuperato l'uso delle gambe. "Qui, davanti agli déi, antichi e nuovi, accetto il tuo pane, ed accetto il tuo sale. Sono sotto la tua protezione." Il banchetto durò ore. Rodrik non sapeva a cosa fosse effettivamente dovuto quell'invito. Il messaggio che aveva ricevuto qualche settimana prima, il rotolo di pergamena sigillato dal metalupo degli Stark, non aveva saputo saziare la sua curiosità. "Lord Forrester." La giornata era, ormai, quasi giunta al termine. Rodrik aveva mangiato la carne e bevuto la birra offertegli dal suo signore. Aveva conversato, scambiato opinioni, narrato le storie e le gesta dei suoi progenitori. Ma Lord Brandon, fino a qualche istante prima immerso nell'aria di generale leggerezza che permeava la Sala Grande, appariva, ora, decisamente serio. "Hai narrato le gesta di Torrhen l'audace, il più famoso dei tuoi avi assieme a Gerhard l'alto. Di come egli cacciò dalla piana ovest dalla Via dei Re i Whitehill, restituendo prestigio e terre alla tua casata. Ti chiamano "il Rovinato", eppure tu da solo hai recato più gloria ed onore alla tua casata di centinaia di tuoi avi. Hai reclamato Highpoint, riunito i boschi di legnoferro sotto la tua egida, hai esteso i tuoi domini ad est di Lagolungo e punito il tradimento degli altri vassalli di Lord Glover. Le tue stesse milizie sono fra le più nutrite e meglio addestrate dell'intero Nord." "Mio Signore" replicò Rodrik "le tue parole onorano me e la mia casata. Ma non tutti miei sono i meriti delle gesta che citi. Non ho fatto altro, mio signore, che onorare i miei giuramenti e la mia casata. Gli Déi ed il fato sono, forse, degni delle tue lodi, ma non questo tuo vassallo". "Sciocchezze, Lord Forrester. Non è stato il fato a guidare l'avanguardia delle armate del Re mio fratello. Né tantomeno furono gli déi ad espugnare Highpoint, ma tu e le tue armate. Casa Forrester è stata sempre tra le casate fedeli al Metalupo, ed il Nord non dimentica. Non più soltanto fra le casate più fedeli, ma anche tra le casate più prospere e potenti, s'erge ora Casa Forrester. Con la benedizione di Lord Galbart, ho deciso di affrancarti dal servizio ai Glover. Casa Forrester servirà direttamente i protettori del Nord, e sarà elevata tra le grandi famiglie nobili del Nord." Rodrik s'inginocchiò. Sapeva bene cosa significavano le parole di Lord Brandon. Regnava, ormai, su tre castelli, e su terre tre volte più estese di quelle sulle quali aveva regnato il lord suo padre, Gregor il buono. "Alzati, ora, Lord Rodrik Forrester, Lord di Ironrath e Highpoint, signore di Foresta dell'Alba, difensore dei boschi di Legnoferro e protettore di Foresta del Lupo. Rodrik il Rovinato, ti chiamarono i tuoi nemici, e che rovina possa tu portare su coloro che scateneranno l'ira dei signori del Nord. Così io, Lord Brandon di Casa Stark, Lord di Winterfell, comandante di Moat Cailin e protettore del Nord ho parlato." Rodrik Forrester, Lord di Ironrath e Highpoint, Signore di Foresta dell'Alba, difensore dei boschi di Legnoferro e protettore di Foresta del Lupo. Il Nord sotto il regno di Lord Brandon Stark. In blu, le terre dei Forrester di Ironrath.
A Game of Thrones AAR Iron From Ice Casa Forrester di Ironrath CAPITOLO V Rodrik's Reign Il resto del regno di Rodrik come lord di Ironrath fu sostanzialmente privo di conflitti. Egli aveva regnato già per quindici anni, riuscendo, contro ogni previsione, non soltanto a mettere la parola fine (una volta per tutte) alla minaccia dei Whitehill, ma anche ad incrementare sostanzialmente le terre ed i domini di Casa Forrester, ora una delle grandi casate del Nord. I successivi dieci anni videro, dunque, un susseguirsi di eventi più o meno degni di nota, nessuno dei quali, ad ogni modo, condusse nuovamente gli uomini di Ironrath in stato di guerra. In primis, a suggellare l'alleanza dei Forrester con la rediviva Casa Stark, vi fu il fidanzamento (e, successivamente, matrimonio) tra Brandon Forrester, secondogenito di Rodrik e così chiamato in onore di Lord Brandon Stark, e Melantha, primogenita del Lord Protettore del Nord. All'alleanza matrimoniale con i Karstark, dunque, si aggiungeva un'ulteriore alleanza con una delle più potenti casate di Westeros, oltre chiaramente al prestigio derivante da una simile unione. Ad ulteriore riprova della stima del Lord Protettore nei confronti della casata Forrester, Lord Rodrik fu ammesso, come consigliere personale di Brandon, nel concilio ristretto del Nord. Nelle intenzioni di Rodrik, il suo secondogenito, Brandon (giacché alla sua morte gli sarebbe succeduto il primo figlio, Asher), doveva fondare un ramo cadetto della dinastia, benedetto anche dall'unione matrimoniale con gli Stark di Winterfell, che avrebbe regnato su Highpoint come vassallo del ramo principale, legato in matrimonio ai Glover di Deepwood Motte, generando così una catena di alleanze tale da poter cementificare il nuovo stato di Casa Forrester nel Nord. Tuttavia, l'ambizioso Lord Brandon Forrester di Highpoint non era dello stesso avviso. Mentre, dunque, Casa Forrester prosperava e progettava il proprio futuro, un altra casata nobile, proveniente dalle Stormlands, entrava nella storia del Nord. Si trattava di Casa Connington. Privato della sua ancestrale dimora, Griffin's Roost, dal Lord Protettore Harlan Wensington, lord Ronnet Connington s'era rivolto, come i Manderly nell'Età degli Eroi, a Casa Stark per ricevere protezione. E protezione avrebbe ricevuto: Brandon si rivolse proprio a Rodrik Forrester, il quale fu ben lieto di accogliere l'antica e prestigiosa casata nelle sue terre, concedendo a Lord Ronnet ed alla sua stirpe le terre di Foresta dell'Alba. Nel frattempo, nel sud, gli ultimi rigurgiti indipendentisti furono messi a tacere da Daenerys Targaryen. La Madre dei Draghi, difatti, riuscì a stabilizzare, per la prima volta dallo scoppio della Guerra dei Cinque Re, il quadro politico dei sette regni. Intanto, profittando della morte dell'Alto Passero, ella riuscì, piazzando alla guida della gran cattedrale un Alto Septon più compiacente, a ridefinire secondo lo stato antecedente alla guerra le mansioni e la forza del Credo, obbligando l'Alto Septon, pertanto, a dissolvere gli ordini militari monastici riportati in vita dal suo predecessore. L'anno 323 dall'approdo di Aegon il Conquistatore segnò, tuttavia, la fine di una delle Reali Casate dei sette regni: i clan delle montagne, difatti, guidati da Calon Drorras del clan degli Uomini Bruciati, riuscivano con successo, per la prima volta dall'invasione Andala, a riconquistare le terre degli Arryn, ponendo sotto la loro protezione tutte le grandi casate della Valle e mettendo fine, con la sua stessa ascia, agli ultimi rappresentanti di quella gloriosa dinastia, il Lord Protettore Harrold e le sue figlie. La conquista, tuttavia, era destinata a durare poco. La rabbia di Daenerys, si dice, fu tale che persino Drogon, il suo grande drago nero, fuggì dalla sua vista. E, del resto, lo stesso Re della Montagna, Calon Drorras, si dimostrò eccessivamente ambizioso: quando egli, difatti, dichiarò guerra alle Terre dei Fiumi, che intendeva annettere al suo neonato regno, Daenerys rispose con il fuoco, letteralmente. Ella marciò, in sella al suo Drogon, fino a Runestone, dove Calon Drorras aveva stabilito il proprio seggio, ponendo sotto assedio l'imponente fortezza e catturando, infine, il Re della Montagna. E, mentre casa Waynwood veniva elevata a Reale Casata della Valle, ed Elissa Waynwood selezionata come Lady Protettrice, il malcapitato Calon, Re-per-un-anno, veniva dato in pasto ai draghi della Regina. BRANDON Era una notte d'estate, nel quarto mese dell'anno 325 dall'Approdo di Aegon. Il silenzio di quella notte, ad Ironrath, fu rotto poco dopo l'ora del lupo. Un suono fragoroso, ed allo stesso tempo cristallino, risuonò nella fortezza. Si trattava di campane. Campane che suonavano a morte. Brandon Forrester, lord di Highpoint, si svegliò di soprassalto. Era giunto da soli due giorni in quella che, un tempo, era stata casa sua, per una riunione del concilio ristretto di suo padre, nel quale serviva come Maestro d'Arme. Il silenzio, nella sua stanza, era stato rotto da una bussata insistente alla sua porta. "Chi è là?" Urlò, il capo ancora pesante, i pensieri ancora ottenebrati dal sonno appena interrotto. "Sono io, Brandon. Ronnet!" "Entra pure." Sul viso di Brandon si disegnò una smorfia. Essere svegliati a notte fonda era già sufficiente, ma le campane che poteva udire, in lontananza, suonare a morte e l'improvvisa presenza di Lord Ronnet Connington, Castellano del Lord suo padre, non potevano che significare una cosa: brutte notizie. "Brandon... Non so da dove cominciare..." Ronnet pareva, almeno a giudicare dal modo in cui, in maniera nervosa, andava avanti ed indietro nella stanza, non essere nelle migliori delle condizioni. "Ronnet. Posso udire le campane chiaramente... Se sai cos'è successo, parla, dannazione!" Il volto di Ronnet, in qualche modo, parve distendersi. "Ecco... Asher, il lord tuo fratello... Egli s'è spento." Il volto di Brandon si rabbuiò. "Asher... Le campane suonavano a morte, certo, ma mai avrei immaginato che proprio lui... Era nel pieno delle forze fino a ieri sera, aveva svuotato il suo solito fiasco d'idromele..." "Si, Brandon... Capisco come ti senti. Maestro Ortengryn non riesce a spiegarselo. Dice che il corpo è in condizioni perfette, e che non aveva malattie di sorta. Semplicemente, il suo cuore s'è fermato." Brandon, che già s'era levato, fece per avvicinarsi al proprio armadio. "Dove sono il lord mio Padre e mia madre?" "Nella sala grande... Lady Elaena è distrutta, ma tuo padre... Lord Rodrik non sarà più lo stesso, credo. Si rifiuta di proferire parola." "Capisco... Grazie, Ronnet. Ci vediamo nella sala grande". Uscito che fu Lord Connington, Brandon si vestì velocemente. Non aveva alcuna intenzione di far attendere i propri genitori. Giunto che fu nella sala grande, la scena che si presentò ai suoi occhi fu straziante: Sua madre, Elaena, aveva le vesti in parte stracciate, quasi che, nel dolore, se la fosse presa con loro. Lord Rodrik, tuttavia, gli fece una maggiore impressione: non sembrava più il fiero ed alto lord di Ironrath della sera prima. Stava lì, rannicchiato sul suo scranno, ad osservare il cadavere di Asher, disteso su di una lettiga di legnoferro. Il fuoco che sempre aveva ravvivato i suoi occhi pareva spento, il suo sguardo perso nel vuoto. "Padre, io..." Tentò di iniziare. Lord Rodrik, tuttavia, non dava segno di aver udito. Anzi, continuava a fissare, imperterrito, il corpo del suo primogenito, mentre Lady Elaena si avvicinava a Brandon. "Non devi dire nulla, Brandon... Lui... Lui non vorrebbe vederci in questo stato. Era forte. Il mio ragazzo era forte." Mormorò la lady sua madre, abbracciandolo. Quindi, uscì dalla stanza, lasciando soli padre e figlio. "Padre... Hai sentito le parole di tua moglie. Non vorrebbe vederti così." Ancora una volta, Lord Rodrik non diede alcun segnale di aver udito le parole di suo figlio. Continuava a fissare il corpo del suo primogenito. Passò una buona mezz'ora quando, rompendo per la prima volta il suo silenzio, mormorò con voce flebile alcune parole. "Sii forte, Brandon... Sii forte anche per me. Io non credo di riuscire a reggere il peso. Mai un padre dovrebbe assistere al funerale di suo figlio. Ma viviamo in tempi difficili. Sei sempre stato forte, Brandon. Più forte di tutti noi." "Padre, non parlare così." Rispose. Ma suo padre era nuovamente muto. Improvvisamente, capì che non avrebbe ricevuto più alcuna risposta. Baciò la fronte di suo fratello, per poi uscire dalla stanza, dopo aver poggiato per qualche istante la sua mano sulla spalla di suo padre Rodrik. Qualche minuto dopo, era nuovamente nelle sue stanze. Chiusa la porta, si avvicinò al suo baule, aprendolo e prendendo dal suo interno una boccetta. "Dolcesonno. Bastano due gocce di troppo, ed invece che fungere da sonnifero, uccide. E non lascia tracce." Prese la boccetta, e la svuotò nel proprio pitale. Nessuno se ne sarebbe mai accorto. Non un segno di gioia si poteva scorgere sul suo volto. Aveva amato suo fratello, a modo suo, ma gli anni l'avevano indurito. E, mentre lui aveva amministrato Highpoint, risollevandola dal disastro economico dei Whitehill e restaurando gran parte del castello, suo fratello era rimasto ad Ironrath, in indolente attesa della sua eredità, oziando e bevendo. Non sarebbe stato un granché, come Lord, di questo Brandon era certo. E Casa Forrester era divenuta influente da troppo poco. Brandon non avrebbe potuto consentire che l'eredità di suo padre fosse gettata per aria da un figlio indolente. "Ferro, dal ghiaccio". Mormorò. L'antico motto di casa Forrester. Dalle avversità, la casata traeva la sua forza. La morte di Asher avrebbe significato la grandezza della sua casata. Di questo, si sarebbe occupato personalmente.