EU IV - AAR DANIMARCA

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da alberto90, 14 Agosto 2017.

  1. alberto90

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    DANIMARCA,
    IL REGNO AI CONFINI DEL MONDO

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    CAPITOLO I: Il controllo della Scandinavia, 1387 - 1481

    PARTE I: Gli ultimi Estridi, 1387 - 1430
    PARTE II:
    Tre corone per un re, 1430 - 1481



     
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  2. alberto90

    alberto90

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    CAPITOLO I: Il controllo della Scandinavia, 1387 - 1481

    PARTE I: Gli ultimi Estridi, 1387 - 1430
    MARGHERITA I Estridsen: 1353 - 1413
    Regina consorte di Norvegia, 1363 - 1380
    Regina di Danimarca, 1387 - 1413
    Regina di Norvegia, 1393 - 1413
    Duchessa di Holstein, 1403 - 1413


    Figlia minore nonché ultima di Valdemaro IV di Danimarca e di Helvig di Shleswig, nacque a Vordinborg nel marzo del 1353. Sposata a dieci anni con Haakon VI di Norvegia pareva destinata ad un futuro da regina consorte, essendo destinato al trono di Danimarca il fratello maggiore, Cristoforo, e preceduta da una sorella, Ingeborg.
    Quando il re Valdemaro morì, nel 1375, Margherita era l' unica dei tre figli rimastagli, essendo morti Cristoforo nel 1363 e Ingeborg nel 1370. Non potendo ereditare direttamente il trono in presenza di un maschio, in questo caso suo figlio Olaf, Margherita ottenne per lui l' elezione al trono danese nonostante il fanciullo avesse solo 5 anni. Alla morte di Haakon VI, Olaf ( II di questo nome ) gli succedette in Norvegia, e negli anni seguenti avanzò pretese anche al trono svedese, occupato in quel momento da Alberto di Meclemburgo, soprannominato dai suoi sudditi " il Germanico ".
    Tuttavia Olaf II morì precocemente nel 1387 a soli 17 anni e Margherita divenne ufficialmente Regina di Danimarca, mentre in Norvegia il trono rimase vacante. per qualche tempo.

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    Il regno di Danimarca all' inizio del regno di Margherita, 1387

    Nei primissimi giorni del suo regno Margherita strinse formali patti di alleanza con la Città Imperiale di Amburgo, con la corona di Norvegia ( governata da Cristoforo I Balke, eletto dal parlamento poco dopo la morte di Olaf II ) e col Ducato di Brabante.

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    Il mondo conosciuto e la situazione religiosa nel 1387

    Dopo la morte di Haakon, Margherita decise di risposarsi con il re di Norvegia, Cristoforo, in modo da permettere a se stessa o ad un eventuale erede, di risiedere sul trono norvegese. Le nozze, celebrate nel 1388, furono coronate dalla nascita di un figlio maschio, di costituzione forte, che fu chiamato Federico.
    Cristoforo I potè godersi il bambino solo per due anni: il 19 maggio 1393 infatti morì improvvisamente lasciando Margherita sostanzialmente padrona della Norvegia che, dal quel momento, fu legata indissolubilmente alla Danimarca.
    Poco dopo, nel mese di luglio, Margherita ricevette la visita di alcuni ambasciatori inviati dal parlamento e dal popolo svedese, sempre più ostili al governo di un re straniero e dispotico. La sovrana fu invitata ufficialmente a marciare sulla Svezia per rivendicare il trono che era appartenuto al padre del suo primo marito che gli era sopravvissuto e che dunque poteva rivendicare pienamente.
    Margherita però sapeva di non essere in grado di affrontare gli svedesi, alleati con i polacco-lituani e i meclemburghesi, e dunque disse loro che avrebbe fatto preparare una spedizione solo nel caso in cui la Svezia fosse rimasta da sola oppure attraversata da una grave crisi interna. Tuttavia gli ambasciatori si congedarono da lei porgendole l' omaggio feudale dovuto ad una sovrano e al loro ritorno in patria fecero sapere al Parlamento e al popolo quanto era stato loro riferito.
    Non accadde nulla: il popolo, pur detestando Alberto di Meclemburgo, non aveva abbastanza coraggio per ribellarsi apertamente al re e l' esercito non sembrava intenzionato a muovere un dito per scalzare il Germanico dal suo trono. Margherita perse l' occasione di cingere una terza corona ma, al tempo stesso, evitò alla Danimarca una guerra che avrebbe potuto essere assai pericolosa per il futuro del regno.
    Tre anni più tardi, nel 1396, le cose cambiarono. Gli svedesi ( o meglio, il Re di Svezia ) decise di riprendere quelle terre danesi che, almeno de jure, erano parte integrante del regno, cioè il Ducato di Scania.
    E avendo ricevuto sdegnoso rifiuto da parte di Margherita di cedergli pacificamente il Ducato conteso, Alberto di Meclemburgo dichiarò guerra alla Danimarca, sicuro di vincere facile.
    Ma le cose non andarono secondo i suoi piani: dei suoi alleati, solo il Meclemburgo scese in guerra al suo fianco mentre la Polonia-Lituania fece sapere di non essere interessata a partecipare. E così, decisamente più debole, Alberto fu costretto ad affrontare con soli 17.000 una coalizione avversaria, composta da Danimarca-Norvegia, Holstein ( Ducato vassallo della Danimarca ), Brabante e Amburgo, forte di 42.000 uomini.
    E sul mare l' inferiorità era persino più grave: 24 navi contro 55.

    La guerra di Scania: 1396 - 1400

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    Gli schieramenti
    Grazie al tempestivo intervento dei norvegesi e degli alleati, i danesi riuscirono ad arrestare l' offensiva svedese ancora prima che iniziasse l' invasione della Scania, passando subito al contrattacco e all' invasione dei Ducati svedesi. Conquista dopo conquista, vittoria dopo vittoria, la coalizione danese-brabantina ottenne il controllo dell' intera Svezia entro il 1398. Stoccolma resistette all' assedio portato dai norvegesi e dai brabantini per oltre 8 mesi, cadendo ai primi di agosto. Ad Alberto non restava che la Finlandia da difendere, con un esercito ridotto a pochi volontari male addestrati e aiutati pochissimo dalla popolazione che, invece, inneggiava ai danesi ogni volta che questi entravano in una città.
    Nel 1399 rimaneva da conquistare, ultimo baluardo di resistenza, solo la città di Viborg, il cui assedio fu affidato agli amburghesi mentre i danesi e gli altri alleati preparavano l' invasione del Meclemburgo.
    Questa ebbe inizio alla fine dell' estate, dopo la sconfitta inferta ai meclemburghesi di Joseph Wacker da parte di un esercito misto danese e brabantino forte di oltre 12.000 uomini a Grevesmulen.

    La battaglia di Grevesmulen: 14 ottobre 1399

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    La conquista di Wismar ( 29 novembre 1399 ) che ne fu la diretta conseguenza e la successiva caduta di Rostock ( 13 luglio 1400 ) posero sostanzialmente fine al conflitto: la Danimarca aveva dimostrato, anche se aiutata notevolmente, di poter tenere testa ad un avversario ostico come la Svezia e non solo, di batterla anche.
    La conclusione formale della guerra fu decretata il 24 luglio 1400, con la firma della Pace di Bornholm che prevedeva quanto segue:

    1 - La cessione da parte della Svezia delle contee di Ostergotland e Smaland alla Danimarca e della contea di Vastergotland alla Norvegia.
    2 - Il pagamento delle spese di guerra consistenti nel 10 per cento delle entrate annuali svedesi alle casse danesi per 10 anni.
    3 - L' annullamento di tutti i trattati conclusi dalla Svezia con l' Ordine di Livonia e la Polonia-Lituania.
    4 - Il trasferimento del Ducato vassallo di Meclemburgo dalla Svezia alla Danimarca.

    Sull' onda del successo ottenuto, Margherita ne inanellò un altro, anch'esso molto importante, il primo dicembre 1403 quando, morto l' ultimo Duca di Holstein senza eredi, il Ducato entrò a far parte integrante del Regno di Danimarca.
    Nel 1405 Margherita ricambiò il favore che il Brabante le aveva fatto nel 1396, schierandosi al suo fianco nella Guerra di Gheldria contro il Vescovo di Utrecht e i suoi alleati ( la Città Imperiale di Aquisgrana e il Principe Vescovo di Munster ) per il possesso della provincia omonima.
    I danesi presero Arhneim, capitale della Gheldria, già alla fine di settembre del 1405 e il 14 dicembre parteciparono, assieme ai brabantini e ai meclemburghesi, alla battaglia di Rijsenburg , contribuendo alla disfatta delle truppe di Utrecht.
    Nella primavera del 1406, ormai praticamente chiusa la faccenda, il controllo di Arnheim fu ceduto ai brabantini e il contingente danese tornò in patria.
    Il 9 maggio dello stesso anno Margherita emanò un nuovo decreto che imponeva anche agli svedesi, fino ad allora esclusi, il pagamento delle tasse per il transito delle merci attraverso lo Stretto del Sund.
    Alla fine dell' anno gli ambasciatori danesi furono invitati a prendere parte alla firma della Pace di Aix-la-Chapelle che poneva fine alla guerra di Gheldria. Grazie alla mediazione del Duca di Brabante, la Danimarca ottenne il pagamento delle spese di guerra decennali ( consistenti nel canonico 10 per cento delle entrate annuali ) da parte del Vescovo di Utrecht, mentre il Brabante ottenne la Gheldria e il territorio di Aquisgrana.
    Gli ultimi anni della Regina Margherita furono caratterizzati da una sostanziale quiete. Il paese era florido, anche se le spese di guerra ne avevano scosso la stabilità economica, non si vedevano all' orizzonte minacce esterne e il commercio cresceva ed espandeva il suo raggio di azione.
    L' ultimo atto politico della grande sovrana fu la firma, il primo dicembre 1413, dell' Haeretico Comburendo con il quale era fatto divieto in tutto il regno, di trascrivere o modificare il testo dei libri sacri e ne stabiliva il legittimo possesso solo ai prelati e al clero. Le pene previste in caso di violazione erano molto severe.
    Dodici giorni dopo, il 13 dicembre 1413, Margherita Estridsen morì a Copenaghen all' età di 60 anni, dopo un regno effettivo durato 26 anni.

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    La tomba di Margherita I nella Cattedrale di Roskilde




     
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  3. mattia I visconti

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    Lui è tornato!
     
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    Non ci speravate più eh? XDDD
     
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  5. Daniel Morrison

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    Seguo con molto piacere!
     
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    Volevo dire IV, ho sbagliato
     
  8. alberto90

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    FEDERICO I Estridsen: 1391 - 1422

    Re di Danimarca: 1413 - 1422
    Re di Norvegia: 1413 - 1422
    Duca di Holstein: 1413 - 1422


    Orfano di padre a soli due anni e soggetto per ventidue anni delle cure opprimenti della energica madre, Federico crebbe in un ambiente asfissiante e proprio a causa di ciò la sua salute non fu mai eccellente.
    Le rare volte che la madre era in viaggio, il principe ne approfittava per uscire e andare a caccia nei folti boschi della Scania o dedicandosi a lunghe cavalcate nelle distese piatte dello Yutland, senza che queste riuscissero tuttavia a rafforzarne i polmoni.
    Soffriva di lunghe crisi di asma e ancora prima che salisse al trono fu chiaro a tutti che non avrebbe avuto la fortuna di regnare a lungo. Gli si augurava di fare molto e bene in poco tempo.

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    L' Europa centrale, la regione baltica e la situazione diplomatica nel 1413
    Federico, una volta salito al trono, si dimostrò subito della stessa pasta della madre e deciso, quanto lei, a imporre il dominio danese all' intera regione baltica, iniziando dalla penisola scandinava.
    Prendendo a pretesto l' appoggio diffuso di cui ancora godeva il nome di sua madre in Svezia, Federico pensò di approfittarne per estendere i suoi confini verso nord e così tirò fuori il vecchio invito che i notabili svedesi avevano portato alla Regina Margherita venti anni prima chiedendole di marciare su Stoccolma e insediarsi sul trono svedese. Fu un casus belli abbastanza tirato, ma bastò per trasformare un' aggressione illegittima in un valido pretesto.

    La guerra dei due anni: 1415 - 1417

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    Schieramenti iniziale e finale


    Scoppiata all' inizio di luglio del 1415, la guerra fu subito in discesa per i danesi e i loro alleati: gli svedesi furono praticamente fatti a pezzi da un esercito misto norvegese-meclemburghese e amburghese nella battaglia del lago Roxen combattuta alla fine di agosto, mentre i danesi, occupata Narke, marciavano su Stoccolma ormai indifesa.
    Alla fine dell' anno la capitale era già sotto assedio da tre mesi e gli eserciti alleati dilagavano nella Svezia senza trovare opposizione. In capo ad un anno l' intero regno era già nelle mani alleate, restava solo la capitale, ancora sotto assedio.
    L' intervento in guerra dei brabantini, entrati in ritardo dopo essere uscita da un' altro conflitto, permise alla coalizione di invadere anche la Frisia, alleata con la Svezia, e metterla fuori gioco entro la fine del 1415.
    Stoccolma si arrese finalmente il 27 novembre 1416, dopo un anno e due mesi di assedio. La successiva conquista delle Aland e la conseguente battaglia navale che vide la flotta svedese ( 7 navi, di cui solo tre da guerra ) colare a picco ad opera della flotta danese, posero la parola fine alla guerra.
    Il Trattato di Uppsalla , firmato il 17 febbraio 1417 decretò la fine, o quella che sembrava essere la fine, del Regno di Svezia. Esso infatti stabiliva:

    1 - La cessione da parte della Svezia di Stoccolma e della sua contea, di Bergslagen e contea, dell' arcipelago delle Aland e della contea di Narke alla Danimarca.
    2 - La riduzione del Regno di Svezia al rango di Ducato vassallo della Danimarca.
    3 - Il pagamento di 40.000 ducati alle casse danesi.

    La popolazione svedese, lungi dal sentirsi mortificata da quelle dure condizioni, dimostrò subito grande e sincera lealtà al nuovo sovrano che, per ringraziarla, estese alla cultura e alla lingua svedese i privilegi accordati alla cultura e alla lingua danesi, per altro molto affini.
    Naturalmente la vecchia nobiltà svedese non fu egualmente entusiasta della situazione venutasi a creare e il Duca, figlio del Germanico, fece il diavolo a quattro con i capi delle famiglie più devote a lui affinché insorgessero e scacciassero i danesi dalla Svezia.
    Nel 1420 uno di questi, Henrik Horn, riuscì ad arruolare un piccolo esercito con il quale marciò su Stoccolma, deciso a conquistare la città per farne la base dalla quale muovere guerra alla Danimarca.
    Federico fu lesto nel rispondere alla provocazione spedendo 15.000 uomini incontro ai ribelli e ordinando ai 3.000 svedesi che formavano la guarnigione di Stoccolma di unirsi ai suoi uomini. Lo scontro avvenne il 30 marzo 1420, nei pressi del villaggio di Drottingolm, 7 miglia ad ovest di Stoccolma. I ribelli lasciarono sul campo più di metà dei loro uomini e ciò che era rimasto fu spazzato via meno di un mese dopo ad Osmo, 30 miglia a sud della vecchia capitale svedese. I danesi persero poco più di mille uomini.
    Fu l' unico e ultimo tentativo di rivolta dei nobili.
    Quella di Osmo fu anche l' ultima battaglia condotta da Federico: nell' inverno tra il 1420 e il 1421 le sue condizioni di salute peggiorarono al punto da impedirgli persino di mostrarsi in pubblico durante le cerimonie solenni e per un anno intero fu chiuso nella sua stanza, combattendo contro crisi d' asma sempre più violente. Alla fine, il 5 gennaio 1422 Federico spirò a soli 31 anni, stroncato da una polmonite fulminante, dopo soli 9 anni di regno.
    Fu sepolto accanto alla madre nella cattedrale di Roskilde.
     
  9. alberto90

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    CRISTIANO I Estridsen: 1406 - 1430

    Re di Danimarca: 1422 - 1430
    Re di Norvegia: 1422 - 1430
    Duca di Holstein: 1422 - 1430


    Salito al trono a soli sedici anni, dopo aver trascorso l' adolescenza spesso lontano dalla corte e sotto le cure di una madre distratta, Cristiano non ebbe il carisma e le qualità della nonna e del padre, dal quale ereditò tuttavia la salute cagionevole.
    Fu chiaro sin da subito che, oltre ad essere breve, il suo regno sarebbe stato quasi sicuramente privo di un erede: Cristiano era noto per essere un discreto amatore di ragazzi, tanto non avere nemmeno una promessa sposa.
    Nessuno fece obiezioni particolari a questo dettaglio, perché la Chiesa danese non era mai stata severa quanto quella romana in merito alla sessualità dei sovrani e del popolo.

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    L' Europa e la situazione diplomatica nel 1422


    Il primo risultato del suo regno, Cristiano lo ebbe due mesi dopo essere diventato re: il Meclemburgo, Ducato vassallo dal 1400, fu integrato nei possedimenti danesi alla morte dell' ultimo Duca, divenendo effettivamente parte del Regno.
    A partire dall' autunno del 1424 Cristiano iniziò a soffrire di crisi epilettiche che spesso degeneravano in veri e propri attacchi di follia, al punto che si fu costretti a richiedere assistenza per le questioni belliche e di politica estera. L' inizio di quanto sarebbe accaduto qualche decennio più tardi.
    Nel 1426 ( e per i successivi 3 anni ) il sistema di alleanze che aveva creato Margherita quattro decenni prima, portò a coinvolgere la Danimarca in due guerre che, a posteriori, furono molto deleterie.
    La prima, scoppiata all' inizio di quell' anno tra il Brabante e la Baviera per la successione al trono dell' Hainaut, vide contrapposte le truppe di mezza Europa che, almeno in base ai numeri, erano piuttosto proporzionate.

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    Gli schieramenti della Guerra di Successione dell' Hainaut ( manca la Baviera )


    Un anno dopo, mentre i danesi se ne stavano tranquilli a Kiel senza nemmeno provare a intervenire attivamente nel macello germanico, giunse improvvisa e inaspettata la dichiarazione di guerra da parte dell' Ungheria, il cui sovrano governava anche il Brandeburgo e, proprio per il Brandeburgo, intendeva conquistare Rostock.

    La guerra del Meclemburgo: 1427 - 1429


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    Gli schieramenti


    Per contrastare il prossimo attacco ungaro-brandeburghese, Cristiano fece avanzare l' esercito sino nel Meclemburgo ma, invece di doversi difendere dagli ungheresi, i 20.000 danesi dovettero vedersela con un composito esercito brandeburghese, lituano e polacco. In una sola battaglia si combatteva per due guerre differenti. I danesi naturalmente subirono una batosta colossale, la peggiore da decenni, e altrettanto naturalmente dovettero evacuare il Meclemburgo per ritirarsi verso la capitale.
    Gli ultimi mesi del 1427 furono tremendi: gli ungheresi occuparono l' Holstein, i polacchi presero Wismar e Rostock. Il 1428 iniziò anche peggio con la conquista da parte dei bavaresi dello Schleswig.
    Solo nel mese di luglio le cose parvero migliorare un po' perché nel frattempo brabantini e bavaresi aveva fatto la pace, portando fuori dal conflitto anche la Danimarca, che però si dibatteva in enormi difficoltà.
    Il 25 settembre 1428 i danesi conobbero una seconda drammatica batosta nella battaglia di Fredericia ad opera di un esercito misto, forte di 23.000 tra brandeburghesi, ungheresi e alsaziani. Dei 30.000 uomini che al mattino erano scesi in campo, al tramonto ne restavano vivi solo 17.900, al prezzo di 12.300 nemici.
    Fredericia si arrese tuttavia solo due mesi dopo, il 20 novembre. La resistenza della città permise al resto dell' esercito di ritirarsi verso Copenaghen.
    Per i primi sette mesi del 1429 i danesi furono in balia dei loro avversari che occuparono l' intera penisola dello Yutland e quasi tutte le isole dell' arcipelago, tranne l' isola di Copenaghen.
    In agosto Cristiano tentò di ribaltare le sorti della guerra portando un contingente, via mare, a Rostock e di li marciò verso Ruppin, tentando l' invasione del Brandeburgo.
    Ma il tentativo di distrarre gli ungheresi da Copenaghen fallì e fu solo in novembre, quando la capitale era sul punto di cadere, che Cristiano inviò al campo nemico una formale richiesta di pace.
    Le condizioni poste dai vincitori furono assai pesanti:

    - 1 La restituzione dell' indipendenza al Meclemburgo e alla Svezia.
    - 2 L' esenzione perpetua, per i mercanti brandeburghesi e meclemburghesi, dal pagamenti della tassa di transito nel Sund.

    Cristiano fu costretto ad accettare e a firmare il trattato di Roskilde , il 6 novembre 1429.
    Era la prima vera sconfitta militare della Danimarca nell' ultimo mezzo secolo.
    Il Re non resse all' umiliazione e alle sue crisi sempre più gravi di follia: il 1 ottobre 1430 morì, a soli 24 anni, dopo un regno durato 8 anni.
    Fu sepolto accanto al padre e alla nonna nella stessa cattedrale di Roskilde, che lo aveva visto umiliato solo un anno prima.
    Con lui morì la dinastia degli Estridi.
     
  10. alberto90

    alberto90

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    PARTE II: Tre corone per un re, 1430 - 1481

    FEDERICO II Marsvin: 1409 - 1450

    Re di Danimarca: 1430 - 1450
    Re di Norvegia: 1430 - 1450
    Duca di Holstein: 1430 - 1450
    Duca di Scania: 1426 - 1450



    La morte improvvisa, ma non imprevista, dell' ultimo esponente della dinastia degli Estridi fu accolta senza particolari attestazioni di rimpianto da parte dei danesi: non era stato un re molto amato, Cristiano I, sebbene per tutto il suo breve regno avesse sempre cercato di agire per il bene del popolo più che vantaggi personali. Era stato semplicemente sfortunato in politica estera.
    Si trattava ora di scegliere chi, tra i nobili del Regno, avesse le carte in regola ( o meglio, chi le avesse più in regola degli altri ), per sedere sul trono di Danimarca. La lotta per la successione non fu assolutamente costellata di intrighi, ricatti e scontri armati tra sostenitori dell' uno o dell' altro pretendente come solitamente accade in queste circostanze: da tempo una famiglia si era imposta sulle altre per meriti di guerra e dopo aver servito la casa reale per decenni con la massima fedeltà. Il più giovane esponente di questa famiglia, oriunda della Francia, ma ormai danese di fatto, se non di nome, era stato paggio di corte durante il regno di Cristiano I e aveva ricevuto dal sovrano grandi onori e scatti di carriera, al punto da diventare il più giovane consigliere della corona d' Europa.
    Federico Marsvin aveva solo 21 anni, quando il suo augusto protettore morì, ma da tutta la corte era riconosciuto come il candidato migliore per succedergli e non fu difficile per i membri della sua famiglia convincere il parlamento a farlo eleggere Re. Nel giro di poche settimane la cosa era risolta e Federico Marsvin, succeduto al padre nel Ducato di Scania da soli 4 anni, era già Federico II di Danimarca.

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    L' Europa e la situazione diplomatica nel 1430​



    Il Regno di Danimarca era reduce da un durissimo conflitto, costato molte vite e la perdita di prestigio e di territori: i Marsvin erano sempre stati favorevoli ad una politica estera decisa mirata alla conquista ( in qualunque modo possibile ) dell' intera penisola della Scandinavia. Se la sfortuna non avesse giocato un ruolo così cruciale nella vita dell' ultimo Estride, probabilmente Cristiano I sarebbe riuscito a realizzare questo obbiettivo, che invece ora sembrava più lontano che mai.
    Federico II era però deciso fermamente a renderlo non solo possibile e realizzabile, ma di portarlo a compimento lui stesso, in modo da lasciare all' erede, quando fosse stato il momento, tre corone da indossare e tre titoli da sbandierare con orgoglio.
    E l' erede venne al mondo il 20 gennaio 1432, nel bel mezzo di una tormenta di neve. Sua madre, la Regina Ulrica ( figlia di Christian Balke, Conte di Smaland ), era sposata con Federico dal 1428 e morì, in conseguenza del parto, il 5 marzo dello stesso anno.
    Il Re, che aveva amato follemente la moglie, decise di non risposarsi e affidò il bambino, chiamato Hans, alle cure della nonna materna.
    Malgrado il lutto, Federico non cessò mai di lavorare per il benessere della Danimarca e il suo primo successo personale lo raccolse il 20 settembre 1432 quando fu firmato il Trattato di Flensburg che stipulava un' alleanza difensiva e offensiva ( ma solo in certe condizioni e valido esclusivamente per prestabilite nazioni ) tra la Danimarca e il Regno di Boemia, il cui sovrano era destinato a diventare Imperatore di Germania.
    In pratica Federico affidò la salvezza e la prosperità del suo regno alla potenza delle armi boeme ( e presto imperiali ): chiunque sano di mente ci avrebbe pensato due o tre volte prima di attaccare un alleato dell' Imperatore.

    Trascorsi altri sei anni di assoluta tranquillità, spesi a riportare in attivo il bilancio, rinfoltire le fila dell' esercito e rafforzare la marina, per quando possibile, Federico si dedicò anche agli altri aspetti della gestione di un Regno. Intanto promulgò una serie di leggi che abolivano definitivamente la schiavitù, ancora in uso in alcune regioni della Norvegia, ridusse notevolmente i benefici di cui avevano goduto fino a quel momento i nobili, rafforzò il potere delle consulte locali creando svariati " miniparlamenti " regionali i cui rappresentanti eletti riferivano a lui e lui soltanto e infine, il primo maggio 1438 fece approvare la cosiddetta " legge sull' uniformità " che uniformava, appunto, tutto ciò che aveva a che fare col culto, dalla celebrazione della Messa al colore delle copertine dei libri sacri.
    Le tensioni con la Svezia, riaffiorate più forti che mai dopo Roskilde, erano una costante preoccupazione per Federico. Se da una parte sarebbe stato lietissimo di conquistare ciò che restava del vicino reame ( e non più renderlo vassallo ), dall' altra temeva la reazione dell' Ungheria, che si era fatta garante dell' indipendenza svedese, in caso di invasione. Ne poteva chiedere aiuto al Re di Boemia diventato nel 1441 Sacro Romano Imperatore: le clausole del trattato di alleanza escludevano l' intervento imperiale in conflitti con paesi facenti parte dell' Impero. E poiché l' Ungheria controllava il Brandeburgo, se l' Ungheria-Brandeburgo si fosse schierata con la Svezia contro la Danimarca, la Boemia non sarebbe intervenuta, con prevedibili conseguenze.
    Bloccato sul piano bellico, Federico era però deciso ad " aggredire " l' odiata Svezia in qualunque altro modo. E lo trovò, questo modo, imponendo con un regio editto firmato il 1 giugno 1444, il pagamento dei diritti di transito nel Sund ai mercanti svedesi, che era stato reso non operativo nel periodo in cui la Svezia era stata vassalla della Danimarca.
    La guerra commerciale che ne fu la conseguenza diretta fu solo l' inizio: nei mesi successivi le tensioni al confine tra Danimarca e Svezia continuarono a salire e ben presto entrambi i Regni mobilitarono i loro eserciti. Alla fine, il 26 maggio 1445, Federico decise che era giunto il momento di completare il lavoro dei suoi predecessori e spazzare via la Svezia dalle carte geografiche. Ottenne dall' Imperatore un appoggio implicito e non solo: la Boemia non avrebbe concesso il diritto di transito agli ungheresi.
    Il Re di Ungheria, venuto a sapere della cosa, decise di lasciare al proprio destino la Svezia e fece sapere a Federico che non avrebbe mosso un dito contro la Danimarca. Era quello che voleva sentire e la guerra scoppiò.

    La guerra delle tre corone: 1445 - 1447


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    Gli schieramenti


    Accanto alla Svezia si schierò quindi solo il Ducato di Pomerania, piccolo e relativamente inutile sullo scacchiere bellico, ma comunque un problema per Federico, costretto a tenere aperti due fronti, nonostante l' esercito non contasse più di 20.000 uomini. C' erano poi i norvegesi e le truppe inviate dalla città di Danzica. Circa 37.000 uomini in tutto contro 16.000 pomerano-svedesi.
    L'invasione della Svezia fu un gioco da ragazzi: entro la fine dell' anno l' intero territorio svedese era già interamente occupato.
    La sua flotta, 11 navi in tutto, fu spazzata via il 19 gennaio 1446 a largo delle Isole Aland, liberando così il Baltico da un pericolo non indifferente. Restava la questione della Pomerania da risolvere e l' unico modo per costringere il Duca a piegare il capo era invaderne le terre.
    Il primo tentativo di sbarco, compiuto nei pressi della foce del fiume Slupia il 23 maggio 1446 ad opera di 5.000 uomini, si concluse con un disastro: l' intero contingente fu bloccato sulla spiaggia dall' esercito pomerano al completo ( 10.000 uomini ) e annientato.
    Colpito ma non intimorito, Federico riprovò alcuni mesi dopo, in autunno, e questa volta riuscì a conquistare Slupsk ( 15 ottobre ) e Kolberg ( 20 novembre ) mentre una settimana dopo, a largo delle coste di Bornholm, le tre restanti navi pomerane colarono a picco ad opera delle flotte congiunte danese e norvegese ( 36 navi, di cui solo 19 da battaglia ).
    Ora che il pericolo sul mare era cessato, si poteva organizzare l' invasione in grande stile del Ducato, che fu portata a termine entro l' anno. Ai primi di gennaio Stettino era sotto assedio e il 24 aprile la città apriva le porte arrendendosi.
    Il 3 giugno i danesi entrarono anche in Stettino e il Greifswald: l' esercito pomerano si era come dissolto, a causa della fame, delle malattie e delle diserzioni.
    Ora si poteva parlare di pace: le trattative furono veloci e il primo luglio 1447 Danimarca e Pomerania firmarono a Sassnitz il trattato di Rugen che stabiliva il pagamento del 50 per cento degli introiti derivati dal commercio alla Danimarca, per la durata di dieci anni.
    Cinque giorni dopo fu la volta della Svezia: Federico impose ai rappresentanti del paese sconfitto l' annessione totale e il pagamento di 27.000 corone d' oro. Gli svedesi firmarono e da quel momento non esistette più la Svezia come nazione indipendente. Federico rinunciò al titolo regale e divise quello che ere stato il Regno di Svezia in Contee dipendenti direttamente dalla corona.

    Ora che aveva compiuto ciò che doveva, Federico trascorse il suo tempo a caccia o partecipando a balli e feste in suo onore, lasciando la cura del regno al figlio Hans nella funzione di " Primo Ministro ".
    Alla fine del 1449 la sua salute, che era sempre stata decisamente di ferro, venne improvvisamente a mancare e, altrettanto improvvisamente, una febbre maligna se lo portò via il febbraio 1450, all' età di 41 anni, dopo un regno durato 20 anni.
     
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  11. alberto90

    alberto90

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    Hans I Marsvin: 1432 - 1481

    Re di Danimarca: 1450 - 1481
    Re di Norvegia: 1450 - 1481
    Re di Svezia: 1456 - 1481
    Duca di Holstein: 1450 - 1481
    Duca di Scania: 1450 - 1481


    Salito al trono diciottenne, Hans Marsvin sapeva di essere padrone di un regno notevolmente esteso, militarmente rilevante e culturalmente arretrato. Orfano di madre e cresciuto sempre lontano da un padre che per carattere non era mai stato espansivo con lui, il nuovo giovane re aveva trovato l' amore materno nella nonna e si era fatto apprezzare dai nobili del Regno per il suo carattere mite ma forte, rispettoso ma autorevole.

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    L' Europa e la situazione diplomatica nel 1450​



    I primi anni di governo, Hans li spese potenziando per quanto possibile, la cultura. Chiamò artisti da tutto il continente, prediligendo quelli italiani e francesi, ai quali commissionò palazzi, chiese, fortificazioni, quadri, statue e monumenti. Ad altri, gli ingegneri, ordinò di creare canali, ridisegnare le città, creare parchi e tutto ciò che avrebbe migliorato la vita nelle gelide lande danesi, norvegesi e svedesi.
    Quando, il primo maggio 1456, la Norvegia entrò a far parte a tutti gli effetti del Regno, Hans si sentì finalmente libero di cingere le tre corone che erano già di fatto sue e per l' occasione inviò al Papa una formale benedizione. Il Pontefice non solo l' accordò ma inviò un legato delegato a celebrare il solenne evento in sua vece. Hans divenne così ufficialmente il primo sovrano a indossare tre diverse corone.
    L' anno dopo, nell' agosto del 1457, Hans si sposò con Anna Jagellona, sorella del Re di Polonia, col quale firmò un trattato di alleanza difensiva e offensiva.

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    Le nozze di Hans con Anna Jagellona, agosto 1457​



    Riunita geograficamente la penisola scandinava sotto un solo scettro, Hans decise di occupare per il Regno anche le selvagge terre della Lapponia svedese, popolate da tribù semisconosciute e pagane. Una volta annientate quelle, fu possibile spostare nella regione tutti coloro che nelle città erano di troppo e alla fine del 1458 la Lapponia svedese era già in parte colonizzata, tanto da contare alcune migliaia di abitanti.
    Il 12 marzo 1459 la Regina Anna partorì un figlio maschio, chiamato Federico, che però non raggiunse i tre anni di età: 10 settembre 1461 infatti il bambino morì in circostanze misteriose, gettando la coppia reale in un cupo sconforto.
    La Regina Anna non si riprese mai dalla perdita di quel bambino e finì per lasciarsi morire nel 1469. Hans non si risposò più, ne cercò di consolarsi con altre donne. Il suo lato religioso si accentuò al punto che pensò di abdicare per entrare in convento, ma i suoi ministri lo dissuasero, perchè il regno sarebbe caduto nell' anarchia.
    L' alleanza con Polonia venne meno già nell' ottobre del 1461, quando Hans si rifiutò di scendere in guerra accanto al cognato, impegnato in un conflitto pericoloso con i Cavalieri Teutonici, gli ungheresi e i temibili soldati dell' Ordine di Livonia.
    La primavera successiva Hans, nella speranza di ritrovare un po' di sollievo dopo la morte dell' erede, pensò di dichiarare guerra al potente vicino orientale, la Repubblica mercantile di Novgorord, rivendicando il possesso della regione di Osterbotten ( attuale Finlandia occidentale ).

    La I guerra di Finlandia: 1462 - 1467​



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    Gli schieramenti​



    Se la presa di Abo, controllata dai Livoni, fu rapida e indolore, il resto della guerra fu sanguinoso e tutt' altro che soddisfacente. L' invasione della Finlandia era iniziata bene, ma l' esercito danese si trovò ben presto sulla difensiva e poi in ritirata, dopo aver subito una serie di brutte sconfitte che ne decimarono gli effettivi, esponendo il Regno all' invasione nemica.
    Hans non era un guerriero nato e quasi subito si pentì di aver scatenato quella guerra senza avere accanto alleati in grado di sostenerlo: e infatti, ad un passo dalla disfatta totale, fu ben lieto di accettare un armistizio dai Livoni e poi, luglio 1466, firmare un pace bianca con il loro Capo.
    La primavera successiva il conflitto ebbe termine anche con Novgorod, senza che nessuno dei due contendenti ottenesse compensi. Era stato un disastro totale e il risultato finale fu decisamente migliore di quanto ci si potesse aspettare. Hans tirò un sospiro di sollievo e giurò a se stesso di non scendere mai più in guerra.
    In quello stesso 1467 invece, allargò la sfera d' influenza danese siglando trattati di alleanza con la Città Stato di Amburgo e col Ducato di Pomerania, che garantiva comodi accessi al continente.

    Rimasto privo di eredi, Hans sapeva che alla sua morte il Regno avrebbe finito per precipitare in una pericolosa crisi di successione, con scontri tra fazioni rivali, interventi stranieri e una guerra civile dagli esiti assai incerti.
    Il primo maggio 1469 decretò quindi il cambiamento di regime: il sistema monarchico veniva stravolto e il suo successore sarebbe stato eletto dai rappresentanti di tutti i paesi con cui la Danimarca intratteneva relazioni diplomatiche. Sarebbe diventato Re chiunque avesse raggiunto la maggioranza assoluta dei voti, fosse anche stato straniero.
    Il 16 settembre dello stesso anno il Re firmò un trattato di alleanza con il Principato di Moscovia, chiaramente in funzione anti Novgorodiana.
    Negli anni successivi, invecchiando e diventando sempre più religioso, Hans regnò senza mai effettivamente governare: facevano tutto i suoi ministri e siccome facevano bene, a lui andava bene così.
    Un evento epocale, che avrebbe creato grandi stravolgimenti nel futuro, accadde il 30 giugno 1479, nella lontana Città Libera imperiale di Francoforte: una parte del clero locale entrò in contrasto con la dottrina cattolica, e il Vescovo della città finì per unirsi al gruppo dei contestatori. Il papato, dicevano, si è corrotto, è diventato uno stato come tutti gli altri, combatte guerre invece di lottare per la pace, è attraversato da decadenza morale, fiaccato dalla corruzione, il Papa stesso si era lasciato coinvolgere in pratiche poco chiare e lo si sospettava di sodomia quando non di blasfemia.
    In breve la contestazione dilagò nella regione e i ribelli, ormai noti col nome di Protestanti, cominciavano a raccogliere proseliti in tutta l' area della Germanica centro-meridionale.
    Hans, ormai lontano dal potere, non si curò di quelle notizie sconvolgenti, la cristianità divisa, il papato minacciato; era ormai avviato al tramonto del suo regno e alla fine del 1479, pur restando sovrano a tutti gli effetti, lasciò definitivamente il potere ritirandosi in un monastero, nel bel mezzo delle foreste svedesi.
    E in quel luogo sperduto il Re morì il 13 ottobre 1481, all' età di 49 anni, dopo un regno durato 31 anni. Fu sepolto nella chiesa del monastero dove si era ritirato, unico tra i sovrani danesi a non trovare sepoltura nella cattedrale di Roskilde.
     
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  12. ronnybonny

    ronnybonny Moderator Membro dello Staff

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    Ho cambiato il titolo del thread così da non causare confusione
     
  13. alberto90

    alberto90

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    Ti ringrazio
     
  14. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    danimAARca ;)

    buona partita finora :D
     
  15. alberto90

    alberto90

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    CAPITOLO II: Il dominio del Baltico, 1481 - 1599

    PARTE I: I re stranieri, 1481 - 1544


    CRISTIANO II Podebrad: 1436 - 1491

    Re eletto di Danimarca: 1481 - 1491
    Re eletto di Norvegia: 1481 - 1491
    Re eletto di Svezia: 1481 - 1491


    Alla morte di Hans i rappresentanti delle nazioni diplomaticamente legate alla Danimarca impiegarono solo un paio di giorni per eleggerne il successore: l' autorità dell' Imperatore ( e un bel po' di soldi distribuiti a chi di dovere ), portarono all' elezione quasi unanime di Cristiano Podebrad, fratello minore dell' Imperatore.
    Il giorno di Natale del 1481 Cristiano II fu incoronato nella cattedrale di Copenaghen, ricevendo l' omaggio feudale di tutti i vassalli.

    Nato in Boemia nel 1436, educato per diventare religioso in quanto figlio cadetto, Cristiano riuscì ad evitare di indossare l' abito talare diventando ambasciatore del Regno di Boemia all' età di 25 anni. Quando il fratello maggiore salì al trono imperiale fu riconfermato nel suo ruolo e inviato alla corte danese diventando buon amico di Re Hans e della Regina Anna.
    Nei dieci anni in cui regnò, la Danimarca attraversò una fase di apatia: entrata nell' orbita della Boemia finì per restare succube delle politiche boeme e imperiali che volevano una Danimarca forte e stabile, ma non militarmente autonoma. Era quindi indispensabile impedire ai danesi di espandersi troppo indebolendo, se non distruggendo, gli equilibri costituiti sulle sponde del Baltico e nella Germania settentrionale.
    Cristiano II, troppo legato al fratello e al tempo stesso troppo debole per tentare di condurre una politica estera autonoma, si limitò a legiferare senza mai impegnare l' esercito, se non per sedare ( maggio 1482 ) il tentativo di Cristian Cristiansen di insediarsi sul trono.
    L' alleanza stipulata con il Ducato di Brunswick ( 23 febbraio 1484 ), suggerita e controfirmata dall' Imperatore, doveva servire sia per creare una barriera di alleati attorno alla Danimarca, sia per legarla ulteriormente all' Impero.
    Altri due decreti, questa volta voluti fortemente da Cristiano II, furono la riforma monetaria, varata il 9 febbraio 1486 e l' atto fondativo dell' Università di Copenaghen, firmato il 18 marzo 1488. Il sovrano in persona sovvenzionò la neonata Università con ingenti somme di denaro per i restanti tre anni, fino alla morte, avvenuta il primo maggio 1491. Aveva 55 anni. Fu sepolto, per volontà dell' Imperatore, in una cappella appositamente edificata nella cattedrale di Stoccolma.

    MASSIMILIANO I Podebrad: 1447 - 1498

    Re eletto di Danimarca: 1491 - 1498
    Re eletto di Norvegia: 1491 - 1498
    Re eletto di Svezia: 1491 - 1498


    L' influenza imperiale fu sufficiente per consentire a Massimiliano, il più giovane dei fratelli dell' Imperatore, di essere eletto pochi giorni dopo la morte di Cristiano.

    Nato a Brno nel 1447 Massimiliano era stato educato per diventare Duca di Moravia alla morte di Ladislao d' Asburgo, detto il Postumo, ma quando questa avvenne nel 1457 Massimiliano era ancora minorenne e la Moravia passò nelle mani di Giorgio Podebrad, suo cugino primo. Morto questi nel 1468, Massimiliano tentò di prenderne il posto in quanto parente maschio più prossimo, ma Mattia Corvino ( figlio di Giovanni Hunyadi ) fu più abile e dopo aver sconfitto le truppe assoldate da Massimiliano nei pressi di Ostrovavice ( 12 luglio 1469 ) divenne Duca di Moravia.
    Massimiliano, umiliato, sconfitto e privato del titolo che gli era destinato sin dall' infanzia, fu accolto dal fratello maggiore e Imperatore, divenendone consigliere e assumendo il comando di una parte dell' esercito boemo.
    Proprio per i meriti conseguiti sul campo di battaglia, l' Imperatore lo aveva candidato quale Re di Danimarca alla morte del fratello più grande Cristiano.

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    La situazione diplomatica e quella religiosa nel 1491​



    Il dilagante protestantesimo trovò seguaci anche entro i confini del Regno di Danimarca, finendo per coinvolgere l' arcipelago delle Far Oer. Massimiliano non se ne preoccupò: le isole erano lontane, sperdute. Non avrebbero comunque potuto estendere l' eresia oltre.
    Nell' estate del 1493, pensando di trovare i danesi impreparati dopo oltre un decennio di inattività, i Livoni presero le armi contro da Danimarca decisi a impossessarsi delle Isole Aland, considerate la porta d' accesso alla Svezia.
    Nessuno dei sovrani precedenti aveva pensato di fortificarle e dunque esse erano un obbiettivo più che alla portata di guerrieri fenomenali quali erano i Cavalieri dell' Ordine di Livonia.

    La guerra delle Aland: 1493 - 1498​



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    Gli schieramenti​



    Come qualunque generale di buon livello avrebbe potuto facilmente pensare, l' offensiva dei livoni fu concentrata soprattutto sullo sbarco e la conquista delle Aland, approfittando della soverchiante superiorità numerica della proprio flotta rispetto a quella danese, l' unica effettivamente impegnata nel Baltico.
    E infatti i livoni ebbero buon gioco nel beffare le pattuglie navali danesi, sbarcare truppe sulle Aland, occuparle senza colpo ferire e, sempre usando la flotta come ponte, sbarcare sulla terra ferma minacciando Stoccolma. Il tutto prima che i danesi riuscissero a organizzare una contromossa.
    O meglio, mentre i livoni si occupavano delle Aland, parte dell' esercito danese era già impegnato nel blocco di Abo ma, una volta presa la città, gli stessi uomini si trovarono bloccati nella regione appena occupata, essendo ormai in mano nemica le Aland e il braccio di mare che separava Abo da Stoccolma. La flotta danese era in gran parte smobilitata e le navi alleate non erano nemmeno salpate.
    I livoni, padroni dello stretto, marciarono su Abo, la circondarono nuovamente e, quando i danesi tentarono di liberare la città dal blocco alla fine di novembre, furono sconfitti e costretti a rinchiudersi nella cittadella.
    A metà dicembre i danesi subirono una nuova sconfitta, sempre ad Abo, e all' inizio del nuovo anno persero la città. Riuscirono ad evacuarla appena in tempo e a tornare fortunosamente verso Stoccolma.
    Le difese della vecchia capitale svedese erano state rinforzate, ma l' assedio durò solo 183 giorni: il primo settembre 1494 si arrese alle truppe livoni.
    I danesi intanto, riordinate le truppe, erano pronti a ribattere ricacciando gli invasori mentre gli alleati, attraverso il territorio dei neutrali teutonici, già dalla fine del 1493 erano penetrate in territorio nemico occupandone vaste porzioni.
    Finalmente, l' 11 gennaio 1496, i danesi riuscirono a sconfiggere i livoni a Jomala ( proprio nel cuore della più grande delle isole Aland ), dopo aver riconquistato Stoccolma nell' ottobre dell' anno precedente. In giugno fu ripresa anche Abo.
    Era giunta l' ora che i danesi passassero decisamente all' offensiva in territorio nemico: gli alleati misero a disposizione le loro navi per traghettare 15.000 uomini dalle coste della Scania fino alle spiagge di Riga, episcopato neutrale. Massimiliano era alla testa dei suoi uomini e la sua presenza contribuì notevolmente alla vittoria ottenuta sui livoni il 30 maggio 1497 nei pressi di Vilnius e alla successiva e conseguente conquista della città.
    Ma il coraggio del Re, unito ad una notevole dose di incoscienza, gli furono letali. Il 12 febbraio 1498, nel corso di un pattugliamento, Massimiliano e la sua scorta finirono in un' imboscata tesa dai livoni nella vasta foresta lungo il fiume Neris, a nord-ovest di Vilna: il Re si battè come un leone ma, accerchiato da 5 uomini, finì per soccombere restando sul campo, morto.
    Aveva 51 anni ed aveva regnato solamente per 7. Il suo corpo fu scortando in pompa magna a Riga e lì, su una nave danese pavesata a lutto, trasportato a Copenaghen. La guerra fu sospesa con un armistizio di 12 settimane, valido dal 15 febbraio, in modo da consentire ai danesi di seppellire il loro Re e permetterne la successione. L' imperatore in persona si fece garante dell' armistizio, mantenendo 40.000 boemi sul territorio dei Livoni già occupato.
    Massimiliano I fu sepolto accanto al suo predecessore nella cappella dei Podebrad nella cattedrale di Stoccolma il 5 marzo.
     
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  16. alberto90

    alberto90

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    CRISTIANO III von Welf: 1451 - 1523

    Re eletto di Danimarca: 1498 - 1523
    Re Eletto di Norvegia: 1498 - 1523
    Re eletto di Svezia: 1498 - 1523


    A succedere a Cristiano II fu scelto, già il 10 marzo, il candidato ritenuto meno legato all' imperatore: Cristiano von Welf, zio del Duca di Brunswick. Era un tentativo, quello dei nobili danesi e dei delegati alleati, di ridurre l' influenza imperiale sul Baltico e permettere alla Danimarca di manovrare più liberamente in politica estera di quanto non avesse fatto negli ultimi diciassette anni.

    Nato nel 1451 a Wolfenbuttel, era cresciuto ricevendo un' educazione pari a quella del fratello maggiore, destinato ed ereditare il Ducato alla morte del padre, mentre lui avrebbe ricevuto il titolo di Duca di Calemberg.
    E tale titolo mantenne dalla morte del padre sino all' elezione a Re di Danimarca, quando lo cedette al figlio maggiore che aveva scarsissime possibilità di venire a sua volta eletto sovrano.
    Il primo compito del nuovo Re, incoronato a Copenaghen la domenica di Pasqua del 1491, fu di portare a termine la guerra che aveva provocato la morte del suo predecessore. L' armistizio era in atto e fu facile, per Cristiano intavolare trattative dirette con il Landmaister dei Cavalieri Portaspada di Livonia e infine trovare l' accordo per firmare una pace che fosse accettata anche dagli alleati.
    Il 16 maggio l' accordo fu trovato e la pace suggellata: l' Ordine di Livonia cedeva alla Danimarca Abo e la sua provincia, l' isola di Osel e tutta la costa meridionale del Golfo di Finlandia, con le città di Narva e Reval. Inoltre restituiva alla Lituania le provincie di Minsk e Braslaw, scioglieva ogni legame diplomatico con la Repubblica di Novgorod e si impegnava a versare il 10 per cento delle proprie entrate annue nelle casse danesi, per dieci anni.
    Il risultato, va detto, fu ottenuto soprattutto grazie ai boemi, che da soli avevano praticamente occupato l' intero territorio dei Livoni mentre i danesi lottavano per liberare Stoccolma e le Aland, ma l' Imperatore aveva ordinato ai suoi uomini di prendere possesso del territorio nemico conquistato a nome del Re di Danimarca: lui non aveva mire territoriali dirette nella regione mentre il suo alleato, e fratello, si.
    E l' Imperatore in persona sottoscrisse il trattato di pace a cuor leggero.

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    La situazione religiosa nel 1491


    Sistemata con successo la questione dei Livoni, Cristiano potè concentrarsi sulla questione interna: la sua elezione infatti non era stata accolta da tutti con favore, anzi, il Duca di Smaland, Peter Reventlov, aveva racconto un esercito col quale marciare su Stoccolma per farsi incoronare Re, ma Cristiano, spostando l' esercito realista da Abo a Stoccolma ne sventò il tentativo sconfiggendolo il 17 settembre e il mese successivo a Narke, dove Reventlov cadde prigioniero e, in cambio della vita, dovette rinunciare al suo titolo e prendere la via dell' esilio.
    Ora che il suo trono era più sicuro, Cristiano potè dedicarsi ad altri progetti. Il primo, la grande riforma navale, fu attuato all' inizio del 1500: lo stato si impegnava a potenziare la marina militare finanziando i cantieri navali e chiamando esperti in grado di rendere le nuove navi più robuste e trasformarle in vere e proprie fortezze naviganti.
    Nel 1504 tuttavia Cristiano fu costretto per un certo periodo a riposo, in seguito all' emergere di alcune crisi di epilessia che lo rendevano assai instabile. Ma fortunatamente le crisi durarono per circa un anno prima di sparire. Cristiano tornò ad occuparsi a tempo pieno del Regno con rinnovata energia e decisione. E fu un bene: nella primavera del 1506 la Repubblica di Novgorod, avvertita la minaccia che l' occupazione danese di Abo portava alla Finlandia, decise di intervenire per prendere la città ed eliminare quella testa di ponte assai pericolosa. Si trovò isolata, poiché nessuno dei suoi alleati aveva interessi diretti nella zona e l' intenzione di mettersi contro l' Imperatore di Germania e i suoi temibili fanti.
    Novgorod comunque non si fece intimorire e dichiarò guerra.

    La II guerra di Finlandia: 1506 - 1509​



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    Gli schieramenti​



    Colti di sorpresa, ma non troppo, i danesi furono tuttavia lesti nella preparazione dell' esercito e nell' armamento della flotta, forte di 15 navi. Fu proprio la flotta ad inaugurare il conflitto, l' 11 giugno 1506, subendo la più grande disfatta della storia della marineria danese: bastarono 3 caravelle di Novgorod e 9 navi minori, trasporti armati, per colare a picco l' intera squadra navale danese. L' esordio era pessimo e Cristiano sollecitò i suoi alleati costieri a fornirgli assistenza sul mare.
    Sulla terraferma le cose andarono decisamente meglio: se Novgorod riuscì a prendere Abo, i danesi e i loro alleati invasero la Finlandia ricacciando indietro i novgorodiani e infliggendo loro una brutta sconfitta nei pressi di Helsingfors ( attuale Helsinki ) il 5 ottobre 1506, ponendo le basi per l' invasione della Carelia e dell' Ingria.
    Un anno dopo, il 20 ottobre 1507 Novgorod cadde nelle mani danesi dopo 312 giorni di assedio. Nei mesi successivi gli alleati proseguirono l' invasione della territorio di Novgorod senza trovare ostacoli seri: l' esercito si era come disgregato dopo la sconfitta di Helsingfors e non aveva più tentato, nemmeno blandamente, di opporsi all' aggressione.
    Alla fine del 1508 iniziarono le trattative per concludere la pace, che procedettero in maniera decisamente rapida, al ritmo dell' invasione. Il 17 gennaio 1509 le parti si riunirono nel Salone dei Mercanti di Novgorod per la firma del trattato di pace.
    La Repubblica consegnava l' intera Finlandia alla Danimarca, restituiva al Principato di Moscovia le provincie di Nijni Novgorod, Kazan, Vetlouga, Bouzouloug e Glazov e al Granducato di Lituania riconsegnava Vitebsk. Inoltre si impegnava a versare il 10 per cento delle entrate annuali nelle casse danesi, per i canonici dieci anni. L' ultima clausola, il pagamento immediato di 75.000 fiorini d' oro, fu aggiunta in extremis per costringere gli sconfitti a ridurre l' esercito e la flotta.
    Negli anni successivi al trionfo e alla conquista della Finlandia, Cristiano varò varie riforme e diede inizio all' espansione coloniale, inviando esploratori e coloni sulle coste ghiacciate dell' odierna Groenlandia, valendosi della loro relativa vicinanza con l' Islanda.
    Nel 1519 la regione attorno ad Eiriksfiord era già quasi totalmente colonizzata e piano piano andava popolandosi, preparando la successiva estensione alla regione di Vestbygden.
    Nel 1522 Cristiano III era ormai sicuro di avere la Danimarca sotto completo controllo, ma alcuni membri della nobiltà, soprattutto quella minore dell' Holstein, continuavano a restargli ostili, al punto da cercare appoggi e sostegno nella vicina città mercantile di Lubecca, il nodo commerciale più importante del Baltico.
    Scoperti, i nobili furono arrestati e solo alcuni riuscirono ad espatriare trovando rifugio proprio a Lubecca, che divenne da quel momento la patria di tutti coloro che erano in attrito col sovrano danese, creando i presupposti per una futura guerra tra la potente Lubecca e il Regno di Danimarca.
    Cristiano III non vide mai quel conflitto: morì il 15 gennaio 1523 a Stoccolma, stroncato da una polmonite. Aveva 72 anni e aveva regnato per 25, unico, fino a quel momento, tra i sovrano stranieri che si erano seduti sul trono danese a espandere il Regno , vincendo due guerre difensive di cui una, la prima, iniziata e quasi persa dal suo predecessore.
    Il suo corpo fu tumulato in patria, a Wolfenbuttel, unico dei Re danesi a non riposare entro i confini del Regno.
     
  17. alberto90

    alberto90

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    VENCESLAO I Podebrad: 1485 - 1544

    Re eletto di Danimarca: 1523 - 1544
    Re eletto di Norvegia: 1523 - 1544
    Re eletto di Svezia: 1523 - 1544


    Venceslao Podebrad, secondogenito dell' Imperatore di Germania, fu eletto al termine di una tumultuosa seduta del Ringstrad, il Parlamento del Regno. Molti dei suoi membri iniziavano ad essere stanchi di eleggere sovrani stranieri, per quanto dotati potessero essere, e cercavano di imporre candidati danesi o svedesi senza però riuscire ad accordarsi sul nome da votare, finendo per favorire colui che, più di ogni altro, aveva appoggi e sostegni tali da consentirgli di vincere. E infatti Venceslao vinse e fu incoronato Re, ma fu subito evidente che il suo regno non sarebbe stato facile.

    Appena trentottenne, un ragazzino rispetto ai suoi predecessori eletti, quasi tutti prossimi alla cinquantina, Venceslao era di bell' aspetto e dal carattere mite, forse troppo. Cresciuto in una corte sfarzosa e molto amato dal padre ( che pare lo preferisse all' erede ), non ebbe grandi problemi ad adattarsi ad uno stile molto più spartano e ad un clima decisamente più rigido di quello boemo, notoriamente non clemente.
    Più problematico fu il suo rapporto con i vassalli e i membri del Ringstrad, soprattutto con quelli che gli si erano opposti. Venceslao era conciliante, probabilmente più di quello che avrebbe dovuto, ma se riuscì ad evitare per oltre un decennio a tenere la situazione sotto controllo significa che il suo atteggiamento era quello migliore.

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    Il Regno di Danimarca, la situazione diplomatica e quella religiosa nel 1523


    Grande aiuto in questa politica accondiscendente, Venceslao lo trovò nella giovane moglie, la Regina Dorothea di Sassonia-Lauenburg, donna di spiccata bellezza e dall' intelligenza acuta, particolarmente dotata per la politica. Per quanto straniera, donna e giovane, la Regina seppe farsi amici molti esponenti di spicco del Ringstrad e in tal modo stabilizzare il trono del marito e anche il suo.
    Come sempre accadeva da quanto i Re venivano eletti tra gli stranieri, alcuni membri della nobiltà autoctona si ribellavano alla decisione del Parlamento prendendo le armi e tentando di scalzare il nuovo sovrano con la forza.
    Venceslao dovette confrontarsi con un membro della nobiltà minore ( e in effetti era appena un barone ) che pochi giorni dopo la sua elezione armò un esercito di volontari su, nel nord, riuscendo ad occupare una vasta area a cavallo di Capo Nord, l' estremità più settentrionale del Regno ( e d' Europa ).
    Fu solo in giugno che l' esercito realista riuscì a scovare i ribelli e a sconfiggerli in una battaglia inusuale, combattuta nel bel mezzo di una brughiera mezzo innevata e gelida. Il contendente al trono, Frode Holstein, finì in catene in una oscura cella delle prigioni reali a Christiania e lì lasciato marcire.

    I sette anni successivi trascorsero senza grandi eventi. La politica della corona, legata a quella imperiale, osservava impassibile il dilagare del protestantesimo sul continente, lo svolgimento delle guerre tra i vari membri dell' Impero, il tutto senza fare nulla che potesse anche solo giustificare la presenza di un Regno solido e notevolmente esteso quale era la Danimarca.
    Nel 1530, ma solo dopo molte pressioni, Venceslao decretò la nascita di una Compagnia dei Monopoli che, a detta dei suoi consiglieri, avrebbe permesso alla corona di incrementare le entrate senza aumentare la pressione fiscale sul popolo. E in effetti, negli anni successivi, si registrò un aumento dei commerci con l' estero pari al 15 per cento, con conseguente accrescimento del tesoro.
    Il 7 aprile 1533 Venceslao si recò in viaggio ufficiale nel Ducato di Pomerania, firmando un trattato di alleanza tra le due nazioni. Anche in questo caso il Re aveva ceduto alle pressioni della moglie e del fratello maggiore, divenuto Imperatore alla morte del padre.
    Nemmeno due mesi dopo, alla fine di maggio, il mite, pacifico e remissivo Venceslao dovette constatare che nonostante tutto, la Danimarca era una nazione poco o per nulla amata dai vicini affacciati sul Baltico: tutti volevano controllarne le vie di traffico commerciale ma nessuno sembrava in grado di contrastare efficacemente i mercanti danesi. E così, l' unico modo per scalzarli e prenderne il posto, era fare la guerra.
    La potente città mercantile di Lubecca, la più ricca delle vecchie città dell' Hansa, si sentiva molto minacciata dai danesi che, dai possedimenti dell' Holstein, tenevano sotto costante pressione i mercanti e gli abitanti della città e del vicinato.
    Stufi di questa minaccia, i lubecchesi decisero che era giunto il momento di agire e così, senza nessun casus belli valido, dichiararono guerra alla Danimarca.

    La guerra di Lubecca o " guerra dei mercanti ": 1533 - 1534


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    Gli schieramenti


    Soli, praticamente contro il mondo, i lubecchesi si resero conto di avere pochissime possibilità di spuntarla. E infatti la risposta danese fu rapida e letale: a metà agosto cadde il Lauenbourg, patria della Regina Dorotea e il 25 febbraio successivo, dopo un assedio durato 190 giorni, si arrese anche la capitale, Lubecca. I boemi, passando attraverso il neutrale Brandeburgo, aveva occupato il Lunebourg e ora stringevano d' assedio Amburgo, la seconda grande città mercantile dello stato.
    Espugnata la città, alla fine di marzo, i lubecchesi implorarono pietà, ma Venceslao, mostrando per la prima e unica volta, il suo lato deciso e intransigente, impose condizioni di pace molto severe: Lubecca e Amburgo alla Danimarca, Brema tornava indipendente così come il Lunebourg. E infine i mercanti lubecchesi dovevano pagare 38.000 fiorini come risarcimento.
    Gli sconfitti non poterono fare altro che firmare, ma da quel momento l' odio per la Danimarca non fece altro che crescere, creando una seria minaccia alla sicurezza e ai commerci danesi nello Stretto del Sund.

    Essendosi rifiutato di scendere in guerra a fianco del Ducato di Pomerania contro i livoni, i meclemburghesi e il Ducato di Brunswick, l' alleanza stipulata solo l' anno prima fu sciolta e, per sostituire i pomerani, Venceslao cercò e ottenne l' alleanza con il neo ricostituito Ducato di Lunebourg ( Trattato di Beltzendorf: ottobre 1534 ).
    Nella primavera del 1538 il tacito patto di non belligeranza stipulato tra sovrano e dissidenti del Ringstrad nel 1523 fu improvvisamente violato. Wilfred Lutzow si pose alla testa di un nutrito esercito di contadini e soldati scontenti, deciso a scalzare Venceslao dal trono per prenderne il posto.
    L' esercito di Lutzow fu facilmente sbaragliato dai realisti nel mese di luglio, ma non era che l' inizio della fine per Venceslao.
    Il fratello di Wilfred, Ulrick, ne prese il posto, guidando un nuovo esercito di circa 9.000 tra contadini, disertori e ribelli, dalla Scania verso Copenaghen. Il 17 novembre, come il fratello, anche Ulrick e i suoi sodali furono facilmente annientati a Trelleborg. Pareva la fine delle tensioni, ma il fallimento non scoraggiò i fanatici nazionalisti, anzi.
    A partire dall' agosto del 1540 le ribellioni e le sommosse contro il Re non fecero altro che dilagare e ben presto, alla testa del movimento di liberazione, si pose il Conte di Oldenburgo, Cristoforo Bielke, membro di spicco del Ringstrad.
    Nel volgere di pochi mesi i ribelli erano già quasi 30.000, sparsi tra Stoccolma e la Scania. Venceslao avrebbe anche potuto muoversi, sconfiggere i ribelli e mettere fine a tutta la storia, ma improvvisamente spaventato da quanto stava accadendo, e rendendosi conto di quanto fosse detestato, scelse di non agire. Versare sangue danese per sedare le rivolte non gli avrebbe certo giovato: meglio aspettare e magari cercare un compromesso.
    Ma Cristoforo Bielke non volle sentir parlare di compromessi e continuò a suscitare ovunque rivolte e ribellioni: era iniziata quella che sarebbe stata chiamata la " guerra del Conte ".
    Stoccolma aprì le porte ai ribelli il 13 dicembre 1541, Narke cadde il 22 marzo successivo, Malmo la seguì il 23 aprile. Il dodici maggio ci fu l' unico tentativo dei realisti di fermare il dilagare della rivolta: 5.000 uomini guidati da Olaf Erikssen diedero battaglia ai 15.000 ribelli di Viktor Bielke che assediavano Amburgo. Fu una disfatta tremenda, vennero spazzati via tutti e 5.000 ed Erikssen, catturato, passò dalla parte di Bielke.
    Alla fine del 1542 l' intera Scania, lo Smaland e Stoccolma erano in mano nemica, Amburgo resisteva ancora mentre Copenaghen era circondata. Venceslao, incapace di agire, riuscì a fuggire in Norvegia, dove sperava di essere più al sicuro.
    Il 22 febbraio 1543 la capitale aprì le porte ai ribelli dopo 121 giorni di assedio. Amburgo cadde il 21 aprile ed entro maggio l' intero arcipelago di Copenaghen era nelle mani ribelli.
    Nell' autunno questi cominciarono a trovare appoggi anche in Norvegia e l' 8 ottobre cadde Trondelag. Tra la fine del 1543 e l' agosto del 1544 i ribelli non trovarono più ostacoli, dopo la conquista di Lubecca e dell' intera penisola di Yutland. Ormai con l' acqua alla gola, circondato da nemici da ogni parte, Venceslao perse ogni speranza residua di mantenere il trono. Il primo settembre, al cospetto di Cristoforo Bielke e dei suoi alleati del Ringsrad, depose la corona rinunciando al trono dopo 21 anni di regno, chiedendo in cambio la vita.
    Cristoforo acconsentì, ma impose a Venceslao e alla moglie Dorotea l' esilio perpetuo. Poi si proclamò nuovo Re di Danimarca.
     

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