Molti sostengono che perfino gli americani sono vicini ad un limite logistico: mantenere un esercito numeroso in assetto da guerra in Iraq e Afghanistan, più numerosi altri contingenti in tutto il mondo, sembra essere impegnativo perfino per gli USA. Un terzo intervento massiccio in altre zone del mondo (poniamo la Libia, come più volte minacciato in questi giorni) potrebbe imporre alle forze armate USA un blocco strategico, non potendo impegnarsi altrove. Sembra ragionevole quindi che la Cina popolare decida di porre termine definitivamente alla guerra civile cinese, invadendo Taiwan. Domande: 1) La Cina vorrebbe effettivamente invadere Taiwan? Aldilà delle motivazioni per il popolo, le guerre si fanno per soldi: che vantaggi economici avrebbe la Cina da un'annessione di Taiwan? 2) Gli USA sono davvero vicini al blocco strategico-logistico? Cosa potrebbero seriamente fare in caso di invasione dell'isola? 3) La Cina opterebbe per un difficile sbarco sull'isola, dispendiosissimo per uomini e mezzi, senza contare i danni all'economia di Formosa, o piuttosto per un assedio dell'isola, non autosufficiente dal punto di vista agricolo? 4) Taiwan sarebbe la Danzica o la Sarajevo del XXI secolo?
1) monopolio globale dell'hitec 2) niente di "scoperto", il deterrente nucleare ce l'hanno pure i cinesi... Sanzioni economiche sarebbero un boomerang... 3) sbarco in massa dopo un attacco missilistico e una pulizia aerea 4) a danzica e sarajevo non c'erano le atomiche
2) Accetterebbero così uno smacco tanto grande e una così forte perdita di prestigio davanti a tutti i loro alleati? Se lasciano cadere Taiwan cosa penserebbero Corea del Sud, Georgia, Israele, Giappone, e ancora peggio Corea del Nord, Russia, Iran e Arabia Saudita? 3) Uno sbarco in massa, preceduto da ingenti bombardamenti, non distruggerebbe appunto quell'industria ad alta tecnologia a cui i cinesi comunisti mirano? 4) Quindi niente aumento esponenziale delle dichiarazioni di guerra?
grazie della discussione, mi ha permesso di conoscere cose che ignoravo..... 1difficilmente penso che la Cina si metta in guerra, avrebbe troppo da perdere.... 2gli usa sarebbe obbligati a difendere l'isola per legge nazionale 3dipende dalla situazione, l'assedio è preferibile, ma in caso di intervento usa, bisognerebbe invadere subito -_____- 2non penso sia possibile sebbene una guerra del genere sarebbe la fine degli usa 3 si ma io non vedo l'aspetto tecnologico così importante 4 potrebbe intervenire sia la Nato che il blocco asiatico alleato con la cina SCO
La Nato non può intervenire perchè taiwan non è ne in america del nord ne in europa. Che legge è questa che obbliga gli usa a difendere taiwan ?? Cosa avrebbe la Cina da perdere in caso di guerra ?? Le commissioni dai paesi occidentali ? Ormai i paesi occidentali non hanno più le strutture per riprendere a costruire quello che gli serve in casa loro, sono obbligate a rivolgersi alla manovalanza a basso costo cinese... In più quasi l'intera produzione mondiale di chip di memoria è a Taiwan, da chi si rifornirebbe il ricco occidente nel caso ??
in passato Bush in un occasione in cui la Cina minacciò di usare i missili contro Taiwan dichiarò che avrebbe usato le atomiche in ogni caso, unico serio deterrente sul campo. Comunque l'invasione deve avvenire in modo rapido e senza intoppi e chiudere la faccenda in meno di un mese e in condizioni tali da dominare il mare e il cielo dal possibile intervento di una coalizione non solo statunitense ma anche di vari paesi asiatici intimoriti ( come infatti succede ) dall'imperialismo cinese ( qualsiasi sia la motivazione ). Difatti il Giappone e il Vietnam sono seccati delle ingerenze riguardo alle isole Spatrly e Senkoku aree strategiche per gli interessi cinesi e l'India non apprezza la presenza militare di Pechino nell'area di Malacca. Un atto di forza contro l'isola provocherebbe l'isolamento geopolitico della Cina in Asia e un ulteriore dipendenza dalla Russia che venderebbe a peso d'oro petrolio e gas e possibili contraccolpi sul sistema economico interno che si sostiene ancora con le esportazioni e la moneta svalorizzata. Insomma è più pagante attendere l'assorbimento economico già in corso che un avventura militare dagli esiti imprevedibili.
e che possono fare ?? schierarsi apertamente sarebbe pericolosissimo e sono già scottati dal nucleare... L'unica sarebbe impiegare gli stealth, con la speranza che lo siano ancora, stealth...
più che steallth se non sarebbero riusciti a netralizzare Taiwan in pochi giorni la guerra si sarebbe prolungata con effetti disastrosi per tutto il mondo compresa la Cina e il regime di Pechino lo sa bene che non vale la candela.
Immaginiamo una situazione complessa: i costi dell'energia salgono, la Cina si trova in forte concorrenza per l'acquisto dell'energia; il prolungarsi dell'interesse cinese nel globo comporta una crescita dell'influenza islamica e delle correnti localistiche; una serie di contraddizioni interne spingono alla necessità di un siccesso esterno. La dirigenza cinese decide allora, secondo una tradizione millenaria, un piano a lungo termine di cui Taiwan è solo una pedina. I presupposti del piano sono: 1) che nessuno, a partire dalla Cina, può permettersi una escalation nucleare e quindi che non ci sarà uso di armi atomiche. In caso contrario molte, naturalmente, esploderebbero proprio in Cina ma molte anche fuori dalla Cina, senza contare le resistenze delle opinioni pubbliche occidentali all'uso dell'arma atomica. 2) che nessuno può permettersi una guerra lunga ma che, nel caso, a risentirne di meno sarebbe proprio chi ha l'economia meno diopendente dal commercio internazionale, ovvero la Cina. Quindi, in complesso, è prevista una guerra guerreggiata al massimo di 5-6 mesi, al termine dei quali, in assenza di gesti clamorosi, che la Cina eviterebbe per principio, le opinioni pubbliche mondiali premerebbero decisamente per una pace qualsiasi. Le mosse da realizzare: 1) acqustare profondità, il che significa dislocare all'interno della Cina, lontano dalle coste, i centri di comando e controllo. In questo caso missili da crociera non potrebbero essere utilizzati, da parte Usa, per il timore che possano esser scambiati dai cinesi come testate atomiche facendo scattare la rappresaglia, il che è contrario alla prima premessa. 2) minacciare le linee avversarie, dislocando nelle aree sensibili i migliori sottomarini, destinandoli come flotta in potenza, alla guerra alle petroliere; 3) dislocare grandi forze di terra ai confini di tutti quei territori confinanti alla Cina che ospitano basi americane o di potenziali avversari: forze il cui scopo è nello "sconsigliare" questi stati di permettere agli Usa di utilizzare quelle basi per azioni contro la Cina. 4) iniziare una campagna segreta di sostegno alle "forze di liberazione" di tutti i tipi per far sorgere disordini e attentanti e una diplomatica per rafreddare le tensioni con Russia e India e per rassicurare i paesi fornitori di energia sulla buona volontà cinese. 5) ammassare risorse per un periodo di almeno 6 mesi. Le operazioni iniziano con il blocco navale a Taiwan: tutte le navi, di qualsisiu tipo e nazione, dirette all'isola saranno affondate. Nessuno sbarco diretto (che fa tanto "cattivi") quanto invece una "ragionevole" richiesta di resa e ritorno alla madre patria. Di fatto questo scarica sugli Usa la responsabilità di aprire il fuoco per primi o, almeno, di correre il rischio dell'inizio dei combattimenti. C'è da immaginare la stampa pacifista: "Morire per Taiwan?". La minaccia di attacco alle navi sarebbe rafforzata dall'altra, in caso di arrivo di violatori del blocco, di attacco con missili alle infrastrutture portuali e da sbarco. L'isola, che naturalmente respingerebbe l'ultimatum cinese, non può reggere 6 mesi e quindi occorre che gli Usa scelgano. Inviare navi significa non solo rischiarle ma condannare i civili all'azione missilistica cinese. IL compromesso sarebbero aerei che, per un po', i cinesi potrebbero persino lasciar correre, attaccandone solo qualcuno ogni tanto per dare un segnale. Ovviamente gli Usa bloccherebbero le coste cinesi, e i cinesi lascerebbero fare: la profondità serve proprio a questo, a minimizzare il senso militare del blocco. Le scorte a vanificarne a medio termine il valore economico. Intanto i sub nel Golfo Persico fanno qualche attacco, o minaccia di atttacco, solo per far vedere che ci sono. I costi dei noli e dell'energia vanno alle stelle. Naturalmente questi sub, alla lunga, sono condannati ma...da chi? Chi comincia a cercarli per affondarli? In fondo non esiste nessuno stato di guerra e non si sono elementi per attaccare un sub sulla presunzione che questo potrebbe attaccare una petroliera in seguito. IL che equivale a dire che occorre scortare le petroliere una per una, con costi immaginabili. L'unica reale alternativa sarebbe di suggerire a Taiwan di cedere e di arrendersi. In questo caso gli Usa potrebbero per un paio di anni fare il broncio ai cinesi, questi potrebber trarre beneficio politico ed economico dalla loro situazione di potenza mondiale, e tutti potrebbero tornare a godersi i mondiali di calcio in tv e a fare le vacanze in automobile.
Sarà solo una mia impressione ma mi sembrano due punti in contraddizione tra loro. Se i Cinesi affondano, attaccano, abbordano o fermano qualsiasi nave diretta a Taiwan sono i Cinesi ad aprire le ostilità, non vedo perchè la responsabilità dovrebbe ricadere sugli USA.
Qualcuno ha nominato precedentemente la SCO. La Sco non è un'alleanza militare dei paesi centro asiatici stile Nato, ma un organizzazione intergovernativa come l'Asean o l'Unione Afriaca che, pur essendo più sviluppata di queste 2 e di molte altre in giro per il mondo, ha almeno per il momento altri scopi o comunque dichiara ufficialmente scopi diversi da quelli che sembrano.
Come è messa la flotta di superficie cinese? Avevo letto tempo fa un interessante articolo che parlava di un "probabile" piano di riarmo cinese al fine di avere delle portaerei moderne per poter rivaleggiare con gli americani nel sud-est asiatico da dove la cina importa l'80% del petrolio.
Mah, su un'altro forum che frequento era stata addirittura stilata una scaletta che riduceva il tempo di "prontezza" all'invasione in 24 ore, 16 per gli spostamenti e approntamenti e 8 di riposo e poi alle 2 di mattina il via libera con la dichiarazione formale d'intenti e gli attacchi missilistici sulle postazioni sam note e sulle basi aeree, dichiarazione dello stato di guerra e chiusura dello stretto e delle acque nazionali di taiwan a tutti gli stranieri in 24 ore pena l'ingaggio incondizionato, successiva ricognizione e assalto aereo, alle 6 il via alle unità da sbarco, toccano terra tra le 7 e mezzogiorno lungo decine di punti, il resto solo dimostrazione di potenza, Taiwan non ha la capacità di resistere. C'era un bell'articolo sul popular mechanics di dicembre dell'anno scorso, v'interessa ? ce l'ho in jpeg
lo scenario di Generalkleber è interessante,tuttavia se la Cina invia ultimatum a Taiwan ( probabilmente dopo una riforma di un governo anti-kuomitand nell'isola deciso a sancire formalmente l'indipendenza, è ironico pensare che i più favorevoli a Pechino sono stati sempre gli ex nemici del Kuomitang che mai abbandonò l'idea di una sola Cina ) e Taiwan rifiuta si aprono due scelte per Pechino. La prima è intervento armato e con tutti i fattori intangibili della guerra ( dunque il rischio mai quantificabile sul piano reale di errori tattici, comandanti non all'altezza,problemi vari,perdite sopra la norma ecc..ecc..) e la seconda un più efficace embargo economico visto la sempre più stretta connessione delle imprese taiwanesi con quelle cinesi e minacce di blocco di merci rare ( di cui la Cina ha quasi il monopolio globale ) per l'elettronica al Giappone ( una cosa del genere è già stata fatta durante la crisi di Senkaku ) e congelamento dei pagamenti dei debiti esteri USA. Guerra economica indubbiamente più pagante per la Cina che eviterebbe di rovinare un paziente lavoro diplomatico e decenni di sacrificio della popolazione civile uscita finalmente ( almeno il ceto medio cittadino,forte dei suoi 300 milioni di abitanti ) dalla miseria del maoismo. Comunque sarebbe una guerra economica altrettanto insita di rischi per lo sviluppo cinese perchè si tratta sempre di minacciare gli interessi strategici dei paesi basati in gran parte sulle risorse prodotte da Taiwan e non c'è niente di peggio che mettere al muro nazioni con rilevanti risorse militari e tradizioni ideologiche altrettanto forti in termini di ambizioni e perseguimento di interessi strategici su scala globale. Dunque ritorno a dire che Taiwan si inserirà nel contesto della Cina secondo il principio di "un paese,due sistemi" in una prospettiva non lontana di tempo, non lungo comunque per la paziensa cinese.
La Cina dipende dal commercio internazionale eccome, a chi vende tutto quello che produce, al mercato interno???
se li avvisi che la zona è area di guerra, e gli dai il tempo di andare via in sicurezza no... "affondare gli aerei", non l'avevo visto "La Cina dipende dal commercio internazionale eccome, a chi vende tutto quello che produce, al mercato interno???" appunto, produce più di quanto gli serve, quindi è in grado di soddisfare le proprie esigenze, quindi dovrebbe essere in grado di sfamarsi per qualche tempo, e comunque si parla di una crisi di massimo 6 mesi, poca roba, una volta risolta la crisi le cose, al 99% dovrebbero tornare come prima visto che nessuno può tagliare i rapporti con la Cina...
Il fatto che quella sia area di guerra non ti da comunque il diritto di affondare navi battenti bandiera di chiunque.