Assedio di Famagosta - Cipro 1571

Discussione in 'Età Moderna' iniziata da nestore, 30 Dicembre 2006.

  1. nestore

    nestore

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    Segnalo un libro dedicato alla minuta rievocazione di un assedio turco ad una fortezza veneziana, pochi mesi prima della battaglia di Lepanto. Il titolo è “Accadde a Famagosta”. Vedo che, nel forum, prevalgono temi attinenti alla storia contemporanea; a me piacerebbe una discussione intorno alla vecchia tecnica militare dell’Assedio. Forse mi metto troppo fuori linea...Qui di seguito, la quarta di copertina del libro (Scepsi & Mattana Editori) cui accenno.

    “Una guarnigione di seimila uomini asserragliata dentro la città di Famagosta, resiste per dieci mesi all’assedio di centomila Turchi. Nonostante la schiacciante superiorità numerica, convinto di essere soccorso in tempo, il comandante della fortezza, il veneziano Marcantonio Bragadin rifiuta sdegnosamente ogni trattativa e porta avanti la lotta sino all’estremo limite. Logorato da mesi di bombardamento, senza più viveri e munizioni e dopo ben sei assalti nemici respinti, il presidio italiano, ridotto a poche centinaia di larve rannicchiate tra le macerie, si arrende. Ottenute onorevoli condizioni, il Bragadin accetta la capitolazione; l’atto è steso sopra una pergamena bollata d’oro. È il 2 Agosto 1571. Tre giorni dopo il comandante veneziano, seguito da una schiera di ufficiali e soldati, si reca nell’accampamento turco per consegnare le chiavi della città a Lala Mustafà, capo dell’esercito ottomano. Ricevutili nelle forme della più squisita cavalleria militare, il Pascià muta improvvisamente viso e tono e, presa a pretesto una oscura questione di prigionieri non restituiti, comincia a insolentire il veneziano. La verità si fa ben presto chiara: si violano i patti. I cuori si gelano. È la strage. Tutti gli Italiani vengono legati e subito decapitati; le loro teste ammucchiate davanti alla tenda del Pascià. La soldatesca turca, senza più freni, entra nella città, massacra i difensori, saccheggia le case, oltraggia le donne. Con sadico calcolo, il Bragadin è tenuto in vita per altri undici giorni; poi, una mattina, dopo ore di beffe e percosse in giro per la città, è, con mostruoso sistema, messo a morte. Il fatto avviene il 17 Agosto 1571. Mancano 51 giorni a Lepanto.”
     
  2. Giano

    Giano

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    Innanzitutto benvenuto nestore. non ti preoccupare non sei fuori tema perchè il nostro sito tratta anche di storia militare e quindi ci sei dentro in pieno.

    in particolare di cosa vorresti parlare? delle tecniche d'assedio riguardanti questa battaglia, degli assedi in generale, delle macchine d'assedio?

    ciao giano
     
  3. AntonioLopezDeSanta Ana

    AntonioLopezDeSanta Ana

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    appunto,questo assedio è stato molto "vasto" puoi parlare dell'armamento obsoleto dei turchi,del coraggio dei veneziani ecc...
     
  4. Caronte

    Caronte

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    In realtà era prassi comune anche in altri assedi di massacrare e distruggere le città che non si arrendevano subito.
    Lo fcero molto spesso gli inglesi anche sul loro stesso territorio: visto l'impegno e le perdite che sinevitabilmente subiva un esercito assediante, i comandanti concedevano mano libera ai soldati come ricompensa.
    PS: anche io mi interesso di assedi,macchine ossidionali e architettura difensiva delle città.
     
  5. AntonioLopezDeSanta Ana

    AntonioLopezDeSanta Ana

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    se non mi sbaglio(non conosco molto bene questa parte della storia)gli ottomani usarono anche delle vecchie catapulte e/o Onagri e i fanti erano ancora armati con spade lance e archi,o mi sbaglio?
     
  6. nestore

    nestore

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    Accadde a Famagosta - un modo lento di combattere

    Grazie per l'accoglienza. Premetto di non essere un esperto, ma solo un lettore curioso.
    Ciò che mi ha intrigato nel libro è quella che l'autore definisce "una controcittà" labirintica e seminterrata, costruita dai Turchi sul lato sud di Famagosta. Una sorta di ragnatela dentro la quale i Turchi alloggiarono per mesi. Il fascino di queste guerre del passato è la lentezza di questo avvicinarsi alle mura scavando a zig zag trincee profondissime, e muovendo montagne di terra. Sicuramente questo tipo di assedio è cominciato con l'epoca dell'artiglieria e delle armi da fuoco in genere. O mi sbaglio? Prima alle mura ci si avvicinava senza troppo coprirsi: esiste un buon libro che, con stile divulgativo, spieghi il passaggio dall'assedio medievale all'assedio moderno (intendo alle fortezze "basse" costruite con torrioni e bastioni "sporgenti"?). E questa vecchia tecnica di approccio alle mura (lo zigzagare) sino a quando è stata usata e a seguito di quali innovazioni è scomparsa? Mi piacerebbe proprio sapere quando è stata usata l'ultima volta!
     
  7. nestore

    nestore

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    armi varie

    L'autore parla di combattenti armati di archibugi, cannoni, spade e "targhe", aste varie; ma racconta anche di fitti lanci di frecce e persino di sassi. Vi sono poi gli interessantissimi "fuochi artifiziati" che assomigliano a delle bottiglie molotov, quanto a funzionamento. Un' epoca di transizione. Non vi pare?
     
  8. AntonioLopezDeSanta Ana

    AntonioLopezDeSanta Ana

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    be si un epoca di transizione per le armi,da le armi bianche a le armi da fuoco,c'è da dire che nel 1500 l'impero ottomano ha solo un corpo dotato di armi da fuoco,i Giannizero gli altri sono semplicemente dei fanti medioevali.
     
  9. Caronte

    Caronte

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    In realtà già molte macchine e fortificazioni di epoca romana richiedevano opere estese di ingenieria per poter combattere al meglio: pareggiamenti di terreni, calcoli dalla distanza per misurare altezze e volumi, ingenieria dei materiali per la costruzione di macchine (determinazione di elasticità e punti di rottura dei vari materiali).
    Con l'avvento dell'architettura bastionata e delle armi di fuoco si aggiunsero metodi nuovi (contrafforti, "braghe" , difesa da armi incendiarie),ma anche nuove minacce da cui difendersi. Tutte tecniche di assedio e di fortificazione rimasero in uso fino a dopo le guerre napoleoniche e utilizzate anche nei grossi trinceramenti della prima guerra mondiale.
    Come libri ti consiglio:

    • L'artiglieria delle legioni romane di P. Russo;
    • Macchine d'assedio medievali di Todaro (un sacco di immagini);
    • La rivoluzione militare di G. Parker;
    • L'esercito da Macchiavelli a Napoleone (sulle conseguenze dell'architettura bsaionata nella conduzione della guerra);
    • la grande strategia dell'impero Romano di Luttwak sull'uso delle fortificazioni da parte dei romani.
    Se poi ti interessa un ambito particolare ci sono i vari volumi della serie Osprey.
     
  10. AntonioLopezDeSanta Ana

    AntonioLopezDeSanta Ana

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    Grande l'Impero Romano!immortale!è stato più Grande popolo al mondo e lo è tuttora(il popolo Italiano)i più grandi guerrieri del mondo!altro che Celti!quando noi in Italia avevamo le Terme in inghilterra germania e francia si pulivano con delle foglie e quando scendevano in guerra si dipingevano il :D e la faccia di blu!
    cmq tornando all'argomento,Caronte non ho ancora capito,intedi dire che i turchi usavano ancora artiglierie Romane?oppure le usavano anche i veneziani?
     
  11. Caronte

    Caronte

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    Sia turchi che veneziani usavano macchine d'assedio basate su progetti di epoca romana e i cui unici miglioramenri sono stati nei materiali.
    Esistono poche macchine o mezzi (tra cui l'architettura bastionata) che sono prerogativa esclusiva del medioevo,la maggior parte sono progetti rivisti con nuove tecnologie (polvere da sparo a parte).
     
  12. AntonioLopezDeSanta Ana

    AntonioLopezDeSanta Ana

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    mi pare che i turchi nel 1500 possedessero un solo tipi di arma d'assedio a polvere da spara...la bombarda
     
  13. nestore

    nestore

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    Ringrazio molto. Però, per il quarto titolo manca l'autore. Mi piacerebbe conoscerlo. Un'altra cosa interessante di questo Assedio è stato il comportamento dei Turchi verso i civili fatti uscire in due riprese dal Comandante Baglioni e dal Rettore Bragadin. Per diminuire il consumo di scorte alimentari, vennero fatti uscire circa settemila individui; "bocche inutili alla guerra" vengono definiti. I Turchi non si opposero. Lasciarono che uscissero. Mi viene in mente un episodio contemporaneo: l'assedio di Leningrado. Lì i Tedeschi si opposero all'esodo dei civili; in alcune occasioni spararono su di loro, dato che giudicavano quel fatto, un fatto militarmente rilevante. Mi pare ci fu anche un processo, dopo la guerra. Il comportamento dei Turchi -solitamente spietati- fu strano, in questo caso.
     
  14. Caronte

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    Intanto mi sono ricordato che il titolo è "guerra ed eeserciti da macchiavelli a Napoleone" di Del Negro.
    Il comportamento dei Turchi si spiega con il fatto che all'epoca la guerra seguiva alcune regole, perchè non era considerata guerra di sterminio come invece lo era quella contro la Russia.
     
  15. nestore

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    tecnica ossidionale

    La cosa più interessante di questo assedio è come i Turchi riescono ad impadronirsi del fossato della fortezza: in corrispondenza con ogni breccia, costruiscono, sui due lati, quelle che vengono definite due "traverse", cioè due smisurate barriere di terra che salgono sino all'altezza della muraglia (!). Esse servono a permettergli di entrare in quel punto del fossato senza essere colpiti dai torrioni laterali. È una tecnica nuova o era già praticata in altri tempi?
    Alcuni cronisti sostengono che fu uno dei più memorabili assedi, data la sproporzione di forze (8000 contro più di 150000) e la capacità degli Italiani (coadiuvati dai greco-ciprioti locali) di portarla alle lunghe. La resistenza era motivata dalla speranza che Venezia, anche da sola, avrebbe mandato un soccorso. Ma i calcoli politici prevalsero, e si decise di aspettare sino a riunire una flotta di paesi coalizzati. Che vinsero a Lepanto, ma non fermarono l'espansionismo turco.
     
  16. Caronte

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    Questa non la avevo mai letta: giunge nuova anche a me.
    Solitamente i lavori di ingenieria ossidionale più comune erano:
    • riempimento fossati;
    • costruzione piazzole, trincee e sentieri x torri di assedio;
    • gallerie di mina;
    • costruzione fortificazioni per la protezione degli assedianti.
    Come idea non doveva essere male, perchè avrebbe teoricamente permesso di avanzare al coperto,ma credo che solitamente espedienti simili venissero neutralizzati con la costruzione di un muro più interno per colpire gli attaccanti all'interno delle proprie mura dove non potevano sfruttare la copertura dei compagni all'esterno.
     
  17. nestore

    nestore

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    Una difesa disperata

    A Famagosta, addossato alla muraglia, c'era un terrapieno che essendo poco largo dava "poca piazza". I difensori (fu una resistenza epica: di 3500 italiani ne rimasero vivi 900) arretravano, costruendo (come tu dici, quando parli di "un muro") le cosidette ritirate, barriere fatte di una doppia fila di botti piene di terra bagnata, con sopra sacchetti di terra fra i quali venivano intercalate feritoie. Ma non ci fu nulla da fare: non solo i Turchi squassavano i ripari a cannonate, ma anche, dal basso, centinaia di guastatori armeni, con lunghe aste e uncini scavavano il terreno e demolivano via via le ritirate facendone crollare le componenti. I difensori allora arretravano ancora, finché non ci fu "piazza" e vennero aggiunte delle tavolate. Nel libro ho trovato precisi dettagli su questa fase della difesa, tratti dalle Relazioni dei Capitani sopravvissuti. Uno di essi è Angelo Gatto da Orvieto. A Famagosta c'erano soldati di tutta Italia. Su quelle mura si vide -potrebbe dirsi- una sorta di "Unità d'Italia in anticipo".
     
  18. Caronte

    Caronte

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    se era possibile questi ripari venivano fatti con pietre e legna (oltre a tentare di rabberciare la breccia esterna per ridurre lo spazio in cui si concentravano gli attaccanti.
    Per le gallerie di cui parli c'era poco da fare:
    • contrastarle con altre gallerie;
    • rinforzare le piazzole con altro materiale (come da te citatto);
    • costruire la piazzaforte con un altezza del terreno superiore alle campagne circostanti per rendere più difficile lo scavo di queste gallerie.
     

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