Vi rivolgo questa domanda: Fra i millemila obbiettivi che ogni giorno sono nel mirino di Al Quaeda o dei suoi gruppi "fratelli", sicuramente uno di essi è il Vaticano e precisamente la Basilica di San Pietro. C'è stato un momento nella storia in cui l'occasione per sferrare un colpo micidiale alla cristianità e all'occidente non è stato colto, vale a dire il funerale di Papa Giovanni Paolo II. Quel giorno il Vaticano era innevato da una folla umana senza precedenti, erano presenti almeno il 95% delle alte cariche del mondo cattolico, non che vari rappresentati del mondo ortodosso, protestante e figure politiche di ogni genere. Insomma il mondo era un po' riunito tutto li in quella piazza. Un attentato avrebbe sicuramente avuto sia al prestigio cristiano che a quello dell'occidente, inoltre avrebbe causato un numero di morti decisamente maggiore rispetto a quelli dell'11 settembre, della metropolitana di Madrid o di Londra... e quindi perchè non è successo niente? (e non ditemi per la sicurezza...)
Mah, forse i terroristi mussulmani rispettano i monumenti storici mvk:) A parte gli scherzi, forse per problemi organizzativi, oppure... mancanza di kamikaze?
La prima cosa che mi viene in mente è anche il motivo per cui è stato un incubo logistico organizzare il funerale. Lo scarsissimo preavviso che tutti hanno avuto, per ovvi motivi... Non penso che un attentato lo si organizzi dall'oggi al domani; la cellula deve essere inserita da tempo nella società per passare inosservata, e non è detto che ci fosse una cellula "operativa" pronta all'azione in Italia...che io sappia, a parte il disperato che si è quasi fatto saltare in aria davanti alla caserma poco tempo fa, non sono mai stati arrestati veri e propri gruppi di kamikaze da noi, ma solo di supporto (documenti, reclutamento, fondi ecc.). Il materiale per fare una bomba sufficientemente potente da fare molti morti in uno spazio aperto come una piazza non penso si trovi in un supermercato, a differenza di quello che serve per distruggere un aereo, fragilissimo, o anche in un mezzo chiuso come treni, metropolitana e bus, che se ci fai caso sono dove sono avvenuti gli attentati in Europa di Al Qaida... ...e per colpire qualche autorità, con una bomba che sta in uno zainetto, in uno spazio aperto, devi essergli parecchio vicino, a giudicare dal famoso attentato a Hitler di Von Stauffenberg. Se ci fossero stati 6 mesi di preavviso, magari un pensierino ce lo facevano, ma per come è avvenuta la cosa, dovevano muoversi troppo in fretta, rischiando tantissimo. Senza contare che in tutti gli altri casi l'intelligence non aveva un bersaglio chiaro da difendere, qua sicuramente avevano tutte le "orecchie" a disposizione puntate su Roma. Fossi un terrorista mi sembrerebbe un bersaglio molto più facile un banale Angelus domenicale...forse la sicurezza vaticana non è poi così male, se non ci sono ancora riusciti...
Nel campo delle congetture si può anche ipotizzare che un progetto ci sia stato, che poi la cosa sia abortita per iniziativa degli stessi organizzatori per qualunque motivo, magari anche uno del tutto banale. Se poi vogliamo addentrarci ancor di più nel campo delle spy story perchè non ipotizzare che l'attentato abbia preso il via, ma che sia stato sventato nel più assoluto silenzio e per una qualche ipotesi si sia preferito non divulgarlo? Oppure magari gli organizzatori dell'attento erano riuniti da qualche parte in Waziristan e un Predator li ha inceneriti senza sapere di aver sventato un attentato del genere. Si potrebbe continuare così all'infinito..... In ogni caso l'essenza del terrorismo non è colpire dove te lo aspetti, ma dove non te lo aspetti e comunque dovremmo essere nella testa di un pezzo grosso del terrorismo per capire secondo la sua logica cosa conviene e cosa no alla sua causa.
Secondo me perchè un simile attentato se fosse andato a buon fine,avrebbe poi portato i Musulmani a doversi scontrare questa volta contro tutta la Cristianità.
L'Italia è un paese di passaggio e di appoggio, fare attentati in Italia significa perdere un paese "comodo", difatti non ci hanno mai pensato seriamente. Guardate dove vanno a finire le poche indagini che seguono le cellule scoperte: c'è sempre qualche collegamento logistico o organizzativo in Italia. Certo se il governo continua ad alienarsi qualsiasi simpatia del mondo arabo per leccare inutilmente il culo a USA e Israele prima o poi...
Gli attentati ci sono stati e sanguinosi, ad esempio le due gravissime stragi a Fiummicino, l'attentato alla sinagoga di Roma e tanti altri portati a segno o meno di cui in questo momento ho solo un ricordo confuso, poi "grazie" alla politica andreottiana è calata la pace sulla penisola. Qualcuno potrebbe dire che allora ci mettevamo a leccare il culo agli arabi, ma se è vera la storia di Argo 16 allora neppure quel tipo di lecchinaggio ci ha messo al sicuro. Comunque mi sembra troppo semplicistico ridurre il tutto ad una questione di quale culo leccare. In ogni caso non mi sembra che l'Italia sia sulla lista nera dei paesi arabi, anzi direi proprio il contrario. Oggigiorno criticare Teheran è il modo migliore per ingraziarsi i governi arabi, quanto all'appoggio ad Israele ai paesi arabi produttori di petrolio di Israele e dei palestinesi non importa niente. Sono del tutto cambiati i tempi dagli embarghi petroliferi degli anni 70. Certo qualche parola per salvare la faccia, ma se bastasse premere un pulsante per eliminare i palestinesi dalla faccia della terra senza apparirne responsabili penso che pochi governanti arabi esiterebbero dal farlo.
l'Italia ha sempre fatto la politica dei due forni fra USA ( Israele ) e i paesi arabi ( per il petrolio ) pur avendo aderito quasi sempre ad iniziative militari nel M.O sotto copertura ONU e per obblighi come alleato NATO. Inoltre l'Italia ha più volte ospitato Arafat e i democristiani, ben più dei comunisti,hanno sempre simpatizzato per i palestinesi unendo poi al più tradizionale antisemitismo di carattere religioso mai rinnegato. Un attacco musulmano al Papa significherebbe alienarsi i cattolici che sono più di ogni altro alleati della causa anti-israeliana ( e poco importa se poi i paesi musulmani condannano a morte i convertiti al cristianesimo e limitano i culti affini ad esso in vario grado ). Inoltre è singolare pensare che Israele era anche in parte un progetto sovietico inizialmente poichè il nucleo fondatore dello Stato di David era di matrice radical-socialista e l'URSS lo appoggiò sia per avere un avamposto navale nel Mediterraneo sia come "rompighiaccio" nel 'M.O ancora all'epoca dominato dalle potenze coloniali, poi quando Israele ottenne maggire supporto da parte USA durante le prime guerre il progetto russo fallì..chissà,e se l'URSS avesse deciso di aiutare Israele più degli USA anche a rischio di problemi interni etnico-religiosi avrebbe forse messo in crisi il dispositivo NATO nel Mediterraneo già in pericolo per l'Albania e Iugoslavia ( che ancora era ufficialmente nel blocco comunista ):humm:
Alcune precisazioni: 1) quando parli di paesi mussulmani in cui i convertiti al cristianesimo vengono condannati a morte stai parlando di una piccola minoranza degli stati mussulmani. Ecco la lista: Sudan, Iran, Arabia Saudita, Nigeria, Pakistan, Afghanistan (di fatto c'è ancora...) Nei paesi mussulmani le comunità cristiane ci sono e ci sono da sempre (essendo una religione più antica erano pre-esistenti) e continuano ad esserci alcune fra le chiese più belle del mondo... In quatar hanno da poco finito la costruzione di una cattedrale a spese dello stato... Lo scontro di civiltà in cui la parte dei cattivi tocca ai mussulmani è un'idea falsa e fuorviante... 2) la politica italiana in medio oriente non aveva a che fare con l'antisemitismo ma piuttosto si basava su concetti di umanità e diritto internazionale (che israele ha da sempre violato a proprio piacimento...) ma soprattutto andreotti (in europa considerato ancora oggi uno dei massimi esperti di medio oriente) improntava le sue scelte diplomatiche ad un sano realismo: sapeva bene che per avere la pace in medio oriente la condizione "sine qua non" era la creazione di uno stato palestinese. 3) i rapporti fra Israele e URSS erano ben diversi...nell'unione sovietica c'era molto antisemitismo e non parve vero che gli ebrei russi migrassero altrove... Inoltre le esperienze socialiste in Israele godevano di pochissima considerazione fra i membri del PCUS come del resto quasi tutte le esperienze non improntate alla concezione stalinistica del comunismo... Gli aiuti da parte dell'URSS furono in gran parte aiuti privati da parte di ebrei russi...
1) beh in Libano ad esempio c'è stata una sanguinosa guerra civile fra una setta cristiana e la componente islamica e l'islam come dottrina non consente la conversione ad un altra religione pena la morte o l'esclusione dalla comunità ( ed è così anche in Europa tranne qualche eccezione ) e la lettura radicale dei dettami è ben seguita nelle campagne di diversi paesi islamici compreso la laica Turchia mentre nelle città il discorso è diverso e dipende sopratutto dal livello di istruzione universitaria più che dal commercio o dalla borghesia in sè ( da notare che parte dei kamikaze vengono da famiglie di ceto cittadino ), di certo gli USA hanno sfasciato disgraziatamente uno dei regimi più laici della Mezzaluna quale il regime di Saddam che tra l'altro combatteva proprio l'islam sciita il peggiore 2) l'antisemitismo di fondo è solo uno dei motivi che animano l'atteggiamento dei cattolici sulla questione palestinese, di certo la DC era fra le sue varie correnti assai meno "filo-usa" di quanto si pensi e l'Italia da sempre ha improntato una linea "ambigua" nel contesto della Guerra Fredda ( spiegando anche i rapporti con la Libia e con l'URSS sotto ottica degli interessi economici ) 3) si ma la tesi di Israele come una creatura della guerra fredda non è mia ma di Giorgerini ( nel testo della Rivista Marittima sulla guerra fredda sui mari ) fra molti altri riguardo alla questione della migrazione ebraica all'estero è una cosa verissima, difatti uno dei pilastri della politica estera di Kissinger nei rapporti con l'URSS nei '70 fu quello
1) la guerra civile libanese è un'altra storia...molto complessa e tragica... Inoltre non è affatto vero che l'islam in se come dottrina religiosa prevede la morte per chi si converte... Inoltre, cosa molto importante, nella storia l'islam è sempre stata più permissiva del cristianesimo rispetto ad altre religioni e in particolare rispetto a quella ebraica. Nel medioevo la condizione ebraica era migliore sotto il potere degli arabi che non nell'europa cotrollata dai cristiani... Quello che dico è: stiamo attenti a non fare di tutte le erbe un fascio...il mondo è complesso, la storia del mondo ancora più complessa...bisogna andare a fondo e non restare sulla superficie per capire cosa ci circonda, cosa lo ha generato e cosa succederà in futuro... 2) si, la DC fu molto aiutata dala Cia e dagli americani a scongiurare il pericolo rosso ma quando poi si trovò a goveranre l'Italia ebbe un atteggiamento molto indipendente e a volte ambiguo... 3) secondo me giorgerini si sbaglia...è una visione della storia di israele a mio parere molto superficiale... Che poi la guerra fredda (soprattutto negli anni 60-70) abbia avuto un suo peso nelle vicende di israele è indubbio...
1) che sia "permissiva" lo è fino ad un certo punto, l'Islam nella sua fase di espansione riconosceva i cristiani e gli ebrei e anche gli indù come "popoli del libro" esentati dal servizio militare e imposti a pagare una tassa e una forma di sottomissione, che poi gli ebrei e le popolazioni del M.O ritennero un sollievo dopo le tribolazioni e i pesanti tributi da parte bizantina e persiana è un altro conto ed è indubbio che l'islam nel medioevo consentiva un livello di civiltà superiore a quella dell'europa cristiana ( Averroè è un fulgido esempio come pure il recupero del greco ), tuttavia resta per i musulmani meno aperti il concetto della non convertibilità ad altre religioni come anche la lettura radicale del Jihad come guerra permanente ( con tregue concesse ) e non come "guerra contro la carne e le passioni" delle intepretazioni più moderate...certo non faccio di ogni filo d'erba un fascio però l'Islam giustifica ( a causa dell'aleatorietà delle intepreteazioni del Corano ) le più retrive attitudini culturali già presenti e ben più antiche. Difatti l'Islam radicale in Europa caratterizza gli immigrati di prima generazione che hanno lasciato i paesi con un bagaglio culturale e ideologico e religioso ora superato per gran parte dei luoghi d'origine ( per esempio la Tunisia è ben più "laica" dei tunisini emigrati ) 2) infatti, la DC poi aprì ai socialisti secondo consigli statunitensi come si suol dire, tutto rientra nella logica della Guerra Fredda senza la quale il XX secolo non potremmo mai comprendere appieno 3) sarà superficiale ma la sua analisi nel contesto del Mediterraneo del periodo considerato ( fine '40-'50 ) è calzante e delinra bene quanto fosse stato importante Israele nelle scacchiere della Guerra Fredda
1) anche il ku klux klan si rifà al cristianesimo protestante e a giustificazione della supremazia del bianco sul nero citano la bibbia: "24 Quando Noè si fu risvegliato dall'ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore; 25 allora disse: «Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli!». 26 Disse poi: «Benedetto il Signore, Dio di Sem, Canaan sia suo schiavo! 27 Dio dilati Iafet e questi dimori nelle tende di Sem, Canaan sia suo schiavo!». Genesi 9, 24-27 La bibbia è violenta tanto quanto il corano...è tutto un problema di interpretazione. I motivi dell'aumento dell'integralismo islamico sono fondamentalmente le nostre colpe (nostre nel senso di occidentali...). La religione diventa da una parte e dell'altra solo una scusa... Lo stesso succede fra gli ebrei israeliani... 3) Israele fu importante ma lui fa l'errore (secondo me) di legare troppo la storia di israele alle meccaniche della guerra fredda, soprattutto nel periodo da te indicato (i primi anni di israele...) Continuo a essere convinto della superficialità con cui affronta la questione... E' un modo di raccontare la storia troppo semplicistico che bada più a far tornare i conti piuttosto che capire a fondo quello che fu... Giorgerini ha indubbie competenze sulla strategia marittima militare ma, come molto spesso accade, focalizzandosi su un solo aspetto della questione tende ad affrontare il quadro generale per semplificazione, generalizzazione e spesso per banalizzazione. E' un difetto tipico dei testi focalizzati sull'aspetto militare... Quando si affrontano periodi di guerra aperta il difetto tende a essere secondario ma la guerra fredda fu, prima che militare, una guerra politica ed economica e l'aspetto militare quasi sempre era relegato in seconda fila, al servizio delle prime... Nelle decisioni importanti l'aspetto militare era spesso di secondaria importanza...
1) concordo, infatti non difendo i cattolici 3) non sono d'accordo nel pensare che la guerra fredda vada spiegata come confronto sopratutto economico e politico anzi a parere di diverse intepretazioni fu un confronto militare e geopolitico ( dunque strategico ) ad orientare poi le scelte e le prese di posizione economica e politica delle superpotenze...difatti la differenza puramente ideologica non ha in sè determinato il conflitto ma la posizione geopolitica che andava ad incidere sui reciproci interessi...se l'URSS non fosse stato un blocco euro-asiatico capace di proiettare influenza e potenza militare sui margini del continente e sottrarre aree vitali per la soppravivenza economica e istituzionale dell'occidente non avrebbe costituito una minaccia primaria da contrastare con soluzioni strategiche e militari come pure l'URSS non avrebbe creato politiche di paesi satelliti e riarmo permanente non ci fosse la percezione di "accerchiamento" e la consapevolezza di impossibilità per un sistema socialista-totalitario convivere con il sistema internazionale e accettare le regole del gioco che lo costituiscono senza danni sulla stabilità del proprio potere
Bon...tutti spariamo una cavolata ogni tanto...anche io di recente ne ho detta una...quindi niente di male...capita... ...ma come fai a dire che non fu un conflitto fra ideologie...dai... ...ristudiati la storia del ventesimo secolo... :sadomaso: Faresti cadere le braccia pure al sen. McCarthy... Il confronto fra ideologie è al centro della storia dei rapporti dell'URSS da ben prima della sua ascesa a potenza mondiale e poi superpotenza. Le considerazioni militari sono tutte assoggettate alle necessità economiche... I militari e i falchi han fatto il gioco dei potenti. La crisi di cuba vorresti dirmi che ha origini militari? Non era forse in gioco il controllo sulla più importante e ricca isola dei caraibi (bacino fondamentale per l'economia americana che ha sfruttato e continua a sfruttare le piccole nazioni americane) ? E lo stesso non si può forse dire per ogni guerra ai margini della guerra fredda? Controllo del petrolio, controllo delle risorse, controllo della manodopera a basso costo... I militari furono il braccio armato del capitalismo da una parte e dall'altra il braccio armato di un'economia (quella sovietica) che arrancava nel tentativo di non rimanere troppo indietro...una strada che inesorabilmente portò allo sfacelo dell'impero sovietico.
il confronto ideologico fu pretesto per il perseguimento di fini strategici e militari sia fra complessi industrial-militari non molto diversi fra loro sia come potenze prettamente nazionalistiche protese ad estendere la propria influenza diretta su aree di vitale importanza ( gli USA adottavano la medesima dottrina del dominio dei mari e degli stretti ereditata dall'impero britannico mentre l'URSS alla corsa ai "mari caldi" e alla cintura di difesa tramite satelliti ) e nella guerra fredda le aree vitali non erano solo vitali economicamente ma anche militarmente perchè in una IIIWW convenzionale avrebbero garantito la vittoria decisiva ( europa centrale,medio oriente,propaggini dell'asia ). Se l'URSS non fosse così profondamente penetrata nel centro dell'europa e in profondità in Persia e in Manciuria non ci sarebbe stato motivo per gli USA di intraprendere la politica di contenimento e dunque avere motivi di attrito con Mosca o perlomeno non ci sarebbe stato quel complesso di basi e strutture che avrebbe legittimato la supremazia statunitense nel mondo occidentale. Dunque senza una minaccia prettamente militare dll'Unione Sovietica non ci sarebbero state le premesse per un serrato confronto che comportava anche enormi costi per l'Occidente. l'URSS prevedeva il conflitto finale con l'occidente nella dottrina ufficiale anche per inventarsi un nemico essenziale per giustificare la dittatura e la militartizzazione della società totalitaria ma è anche vero che era anche l'unico modo per serrarre i satelliti con i carri armati in casa loro e acquisirire enormi vantaggi negoziali semplicemente con le divisioni a pochi km dal Reno ed esporre il proprio modello e nuovi alleati in aree strategiche sempre con gli armamenti. Dunque io vedrei la Guerra Fredda sopratutto un "gioco a somma zero" fra due strategie militari diverse e contrapposte con il fine di avere la vittoria assoluta a vantaggio della propria nazione e in secondo luogo un confronto ideologico ed economico ( ragioni economiche che erano anche ben connesse con la logica del confronto militare ) la crisi di Cuba nel suo più specifico contesto cronologico ( l'installazione segreta dei missili russi ) era scaturita per ragioni sopratutto strategiche e militari..senza i missili non ci sarebbe stata senza dubbio la crisi
Ti consiglierei la lettura de "Il secolo breve" di Hobsbawn. Cito un passaggio: "La peculiarità della Guerra Fredda fu che, a voler essere obiettivi, non esisteva alcun pericolo imminente di guerra mondiale. Ancor meglio: a dispetto della retorica apocalittica fomentata da ambo le parti, ma specialmente da parte americana, i governi di entrambe le superpotenze accettarono la divisione mondiale stabilita alla fine della guerra, la quale consisteva in un equilibrio di forze altamente ineguale, ma mai messo in pericolo nella sua essenza. L'URSS controllava o esercitava un'influenza preponderante in una parte del globo - la zona occupata dall'Armata Rossa e/o da altre forze militari comuniste alla fine della guerra -, e non cercò di estendere ulteriormente con la forza militare la propria sfera di influenza. Gli USA controllavano e dominavano il resto del mondo capitalista come pure l'emisfero occidentale e gli oceani, subentrando a ciò che restava della vecchia egemonia imperiale delle ex potenze coloniali. In cambio, non intervenivano nella zona di egemonia sovietica, da essi riconosciuta e accettata." In altri passi l'autore spiega come la minaccia nucleare reciproca avesse non tanto valore effettivo o militare ma piuttosto valore negoziale. Vedi la crisi di Suez per esempio. Inoltre, citando Ball e Walker fa notare come la presenza dei missili russi a cuba non avesse tanto un valore strategico ma piuttosto un valore politico interno agli stati uniti. Togliendo i missi a cuba e in turchia il risultato strategico non cambiava ma entrambe le parti registrarono una vittoria politica interna. Sul discorso ideologico la sua analisi mi pare molto chiara e corretta... Mentre fino al 1951 la battaglia fra le ideologie era concreta e reale, nella fase successiva gli americani si convinsero definitivamente , anche in base al comportamento sovietico in cina, che l'unione sovietica non costituisse più un pericolo rivoluzionario in grado di destabilizzare le società occidentali. E sebbene la lotta fra i servizi segreti continuerà fino al crollo dell'URSS, questa rimarrà un aspetto marginale (anche se spesso affascinante). In realtà l'URSS cercava di sopravvivere in nome di un comunismo che ormai non era altro che un contenitore vuoto (dato che i fini del comunismo non furono mai raggiunti nelle società comuniste a parte piccole e irrilevanti eccezioni) e gli USA invece svilupparono una politica di nuova colonizzazione economica. L'ideologia del libero mercato era anch'essa ormai solo una scusa per fare i propri porci comodi.
Concordo con Archita, la guerra fredda fu in primo luogo una guerra strategica e geopolitica, e soltanto dopo (ma molto dopo) un conflitto ideologico. Parliamoci chiaro, anche volendo ipotizzare una russia non comunista che vince praticamente da sola la 2WW guadagnando di fatto tutta l'Europa Orientale lo scontro era pressoche inevitabile. Addio equilibrio di potenza multipolare, ora si fronteggiavano 2 giganti all interno di un sistema rigido, nel quale non era possibile bilanciare eventuali egemonie con i valzer di alleanze tipici della diplomazia ottocentesca. L'unico modo per guardarsi le spalle era accrescere la propria potenza in termini industrial-militari e da qui scaturisce anche la proliferazione nucleare. La leva ideologica, come giustamente rilevato da Archita, fu soprattutto un mezzo attraverso il quale mobilitare la società sovietica e tenere al guinzaglio i satelliti. Inoltre nella seconda fase della guerra fredda, dopo la crisi di Cuba per intenderci, la temperatura ideologica dello scontro diminuì sensibilmente, in particolar modo durante l'era Nixon/Kissinger, paradossale visto che il primo dei due era stato un fervente anticomunista "maccartista" durante i '60. Nonostante il nuovo approccio pragmatico di Kissinger, e la nascita della diplomazia triangolare con la Cina, la guerra fredda non terminò, prova secondo me del fatto che il seme del conflitto non era affatto ideologico.
Mi permetto di dissentire rispetto all'autore soprattutto quando dice: "a dispetto della retorica apocalittica fomentata da ambo le parti, ma specialmente da parte americana, i governi di entrambe le superpotenze accettarono la divisione mondiale stabilita alla fine della guerra". Scusate ma questa mi sembra un'affermazione abbastanza forte! E la decolonizzazione? Cuba, Somalia, Egitto, Nicaragua, Congo, Afghanistan, etc etc.? Non mi pare che queste nazioni facessero parte della sfera d'influenza sovietica pattuita a Yalta, soprattutto il caso dell invasione dell Afghanistan mi sembra paradigmatico in quanto fu , a differenza delle altre operazioni in cui i sovietici si limitarono a finanziare movimenti locali o a procurare materiali (chissa perche l' Ak-47 è il fucile piu diffuso del mondo...), un' occupazione in piena regola compiuta dall' Armata Rossa. La condotta sovietica durante gli anni della decolonizzazione, anche per il timore di perdere il ruolo di guida del comunismo mondiale a causa del sorgere della Cina, fu quello di una potenza antisistemica interessata a modificare lo status quo.
Forse non mi sono spiegato bene prima. Il conflitto ideologico nasce con la rivoluzione russa e dura fino al dopoguerra (1951, truman...). Ma è fondamentale capire bene questo aspetto perchè ebbe un enorme peso nelle scelte sovietiche di quegli anni (compreso il patto con la germania...). Ma la lotta per la supremazia mondiale degli usa si basò anche in seguito sulla legittimazione ideologica. Era una scusa ma era anche l'unico modo per ottenre il consenso interno negli stati uniti. E' interessante notare come l'anticomunismo fu il cavallo di battaglia di ogni presidente americano. Anche su questo aspetto Hobsbawn fa delle riflessioni molto interessanti...spiegando bene come fosse una peculiarità americana. In realtà furono più i russi che ebbero un impronta più militare e meno ideologica nel perseguire i propri fini. Infatti, mentre gli americani giustificavano ogni azione con l'astratto "pericolo rosso", i sovietici giustificarono le proprie mosse con ragioni militari strategiche. Il problema è che nel comunismo sovietico ormai si era persa ogni traccia di ideologia e rimaneva solo una lotta per la sopravvivenza di un mondo fatto di burocrati potenti e nulla più. L'assenza di confronto politico e libere elezioni risparmiò all'unione sovietica la necessità di dover dare troppe spiegazioni al popolo russo. Infine, cosa non meno importante, l'immagine della guerra fredda come confronto speculare fra due schieramenti opposti è una banalizzazione tipica delle propagande sovietiche e americane... Lo scontro non era alla pari, non lo fu mai e le due parti in gioco non erano per niente speculari. Tant'è che negli anni 70 la russia mangiava col grano comprato dagli usa...per dirne una... Lo stesso crollo dell'unione sovietica fu in realtà un male anche per gli stati uniti e ha portato il mondo attuale a una situazione molto più conflittuale di quanto non fosse negli anni 80....