[Aurora-Story] Intraprendenza

Discussione in 'Strategici - Generale' iniziata da TrueKnight, 2 Settembre 2010.

  1. TrueKnight

    TrueKnight

    Registrato:
    7 Agosto 2006
    Messaggi:
    1.092
    Località:
    Piacenza
    Ratings:
    +99
    Avendo appurato che non avrò mai il tempo di raccontare in forma di AAR tutta una campagna di Aurora, ho deciso di provare a romanzare una (o più se riesco) storia ambientata all'interno della mia attuale partita, che dura da diversi mesi, ormai.

    L'obbiettivo è quello di riuscire a raccontare una storia di fantascienza non troppo vomitevole nell'arco di 4-5 "puntate", e che vada a coprire eventi di una certa rilevanza per la campagna.

    Dato che fin ora ho solo incontrato pacifici vicini, ho deciso di crearmi da solo un po' di noie galattiche...ciò significa utilizzare la modalità SpaceMaster, ovvero una cosa che mi è totalmente nuova...non è detto che riesca a combinare quello che ho in mente, ma cercherò di fare in modo che la storia segua più possibile ciò che accade in-game.

    Passiamo all'introduzione.
    ************************************

    Intraprendenza

    Prologo

    20 Agosto 2128 01:47 GMT - Sistema Sol

    JumpPoint Defence Station 03 “Miranda”

    Ponte di comando


    Il Sottotenente Xiang osservava annoiata il display della sua postazione, scorrendo lentamente un dito sul bordo impolverato del display touch-screen. Quando aveva fatto domanda per l’Accademia Spaziale, 5 anni prima, non ambiva certo a finire su una scomoda poltroncina, nel turno di notte, a fissare per interminabili ore uno schermo dall’aria trasandata; non che il resto della stazione spaziale fosse messo meglio…14.000 tonnellate di metallo ( e 1700 anime) scaraventate nel mezzo dello spazio profondo, a quasi 3 miliardi di Kilometri dal Sole…a quella distanza da casa l’equipaggio doveva arrangiarsi con ciò che aveva, e la stazione iniziava a mostrare i suoi anni; a farle compagnia c’era solo un Jump Gate, una struttura progettata per permettere il salto iperspaziale da Sol ad un altro sistema, e le navi civili di passaggio.

    Un traffico abbastanza sostenuto a dire il vero, ma la cosa non era di particolare sollievo per l’annoiato equipaggio della stazione: i civili non si perdevano certo in chiacchere né sbarcavano sulla stazione, erano solo un peso per l’equipaggio che doveva identificarli, registrarli, comunicare alla Terra che erano arrivati sani e salvi fino al Jump Gate (o dal JG), seguire meticolosamente ogni loro spostamento finché non uscivano dalla portata dei loro sensori ed infine comunicare al Comando anche la loro dipartita; questo nella migliore delle ipotesi, in cui non c’era da scambiare messaggi cifrati con uno dei vascelli…

    Non esistendo ancora un metodo per comunicare attraverso i JG, le navi commerciali erano diventate i messaggeri del governo fin dagli albori della colonizzazione spaziale, quasi 50 anni prima.
    Quando le prime colonie extra-solari furono stabilite, ed iniziarono i primi commerci civili fra esse, tutte le navi commerciali furono equipaggiate in modo da fungere da ripetitori viaggianti, trasmettendo e ricevendo messaggi criptati in ogni sistema visitato e da ogni altra nave presente nel sistema; così facendo un messaggio poteva arrivare dalla Terra alla colonie in una dozzina di ore, anziché di giorni. Questo sistema, unito ad un’accurata pianificazione, aveva permesso di creare quel coordinamento indispensabile per la vita di un governo multi-stellare quale era l’Alleanza Terrestre.

    Nonostante le numerose misure di sicurezza (e la presenza di un contingente militare su ogni nave civile), i messaggi più critici venivano sempre trasmessi alle JP Defence Station una volta che i cargo rientravano nel Sistema Sol, ed immediatamente cancellati per limitarne al minimo la permanenza in mani civili.
    Tutto ciò significava un mucchio di seccature per l’equipaggio della stazione Miranda, così come per quelli delle altre 2 stazioni analoghe, poste in prossimità dei Jump Gate che collegavano la Terra con le sue colonie.

    Detto ciò, l’arrivo di una nave civile era pur sempre qualcosa di nuovo da fare, e la giovane di Shangai, al suo primo incarico, inizio a sperare che accadesse presto. Fu accontentata.

    Un largo segnale rosso prese a lampeggiare sul suo schermo. Dopo un rapido controllo dei dati si voltò verso il tenente Korkhov, l’ufficiale di guarda in quel turno. <<Yuri, abbiamo un nuovo contatto passivo, la traccia termica corrisponde ad una classe Gates…>>. Le navi civili apparivano prima sui sensori termici a lungo raggio, a causa dei loro grandi motori…dopo qualche ora sarebbe arrivata la conferma del radar.

    Korkhov annuì col capo, guardando nello schermo più piccolo installato nel braccio della poltrona, dopodiché si rivolse interrogativo ad un altro giovane ufficiale <<Jimmy?>>

    Questo iniziò a scorrere un lungo elenco sul suo schermo, ovvero il calendario del traffico commerciale comunicato loro dalle compagnie di trasporto. <<…corrisponde, Yuri…William Gates 075, della Rascòn Colony Services, contratto di trasporto governativo, destinazione: quinta luna di New Moscow. Sono in perfetto orario…>>
    <<Bene ragazzi, sapete quel che dovete fare…al lavoro>>. Il ponte smise di sonnecchiare, mentre venivano fatti i preparativi per tracciare la posizione del nuovo arrivato e spediti messaggi alla Terra e al capitano del mercantile.

    <<Rascòn 075, qui JP Defence Station 03. Vi comunichiamo che da questo momento siete sui nostri sensori, vi preghiamo di iniziare il protocollo di comunicazione standard 2. Se avete bisogno di assistenza…>>

    Mentre l'addetto alle comunicazioni parlava, Xiang Yù Làn sorrise compiaciuta, le sue speranze si erano realizzate, avrebbe avuto qualcosa da fare fino alla fine del turno, dopodichè aveva ben 3 ore da passare con quel bel tecnico di colore che aveva rimorchiato la sera prima…la giornata iniziava sotto i migliori auspici.
     
  2. kaiser85

    kaiser85

    Registrato:
    29 Marzo 2007
    Messaggi:
    2.356
    Località:
    Catania
    Ratings:
    +659
    Bello, c'è anche la love story multiculturale..
    una domanda: ma nella tua partita non puoi semplicmente rompere i maroni ai tuoi pacifici vicini rompendo trattati di pace a destra e a manca?
     
  3. TrueKnight

    TrueKnight

    Registrato:
    7 Agosto 2006
    Messaggi:
    1.092
    Località:
    Piacenza
    Ratings:
    +99
    Niente love story, non temere...

    Per rispondere alla tua domanda...sì, volendo potrei, ma non credo che mi convenga...entrambi i vicini sembrano più avanzati tecnologicamente, anche se più piccoli di me e nessuno dei due abita in un sistema particolarmente ricco di risorse; con quello scoperto per primo sono in rapporti molto buoni, siamo veri e propri alleati: i miei civili fanno affari d'oro con loro (sembra quasi che preferiscano vendere agli alieni piuttosto che supportare la crescita dell'Alleanza) e da poco abbiamo messo in piedi un trattato di scambio tecnologico. Ho molto più da guadagnarci in una relazione pacifica.

    Gli altri vicini li ho scoperti solo da qualche anno, non c'è ancora nessun trattato ed ho valutato che potrei riuscire a conquistarli, ma il problema è che il loro sistema è davvero penoso...
    l'unico pianeta di una qualche utilità sarebbe quello da loro abitato, ma anche lì i minerali hanno una disponibilità bassa...ho già scoperto pianeti e asteroidi molto migliori e che non richiedono l'invasione e l'occupazione...
    Direi che in entrambi i casi il gioco non valga la candela.
     
  4. Astorre

    Astorre

    Registrato:
    17 Agosto 2010
    Messaggi:
    298
    Ratings:
    +0
    Ahhhhh,scritto molto bene tru! bravo anzi,molto bravo.

    Per quanto riguarda "rompere i marroni" a un'Alleato consolidato..temo che sarebbe la più brutta idea da realizzare.
    immagina quante navi militari interconnesse al tuo Impero,ti ritroveresti TU in mezzo ai marroni,con il rischio che dovresti PRIMA tracciare la posizione di ogni possibile Lanciatore Nucleare nei pressi dei TUOI pianeti...

    Mica semplice,si si fattibile..ma..e se ti sfugge un loro squadrone e te lo ritrovi proprio a 1 bilione di km dalla terra?..rischiare di perdere la Madre patria per un momento di "noia"..:facepalm:
    Da non fare mai.

    :D
     
  5. Astorre

    Astorre

    Registrato:
    17 Agosto 2010
    Messaggi:
    298
    Ratings:
    +0
    Ricordatevi di sviluppare la tecnologia CLOAK.Ora basta OT.Bella quest'ideona true.Adoro le storie in Aurora con base di gioco..:D
     
  6. TrueKnight

    TrueKnight

    Registrato:
    7 Agosto 2006
    Messaggi:
    1.092
    Località:
    Piacenza
    Ratings:
    +99
    Parte 1

    20 Agosto 2128 05:58 GMT - Sistema Sol


    Rascòn William Gates 075
    Cabina del comandante


    Gli uomini seduti attorno al tavolo avevano un’aria decisamente stanca; molti di loro erano in piedi da 24 ore, tutti avevano trascorso le ultime 12 ore nel tentativo di riparare i sensori di navigazione. A capotavola sedeva il Comandante Floche, europeo, 48 anni di cui più della metà trascorsi su navi mercantili, magro, capelli brizzolati ed espressione rapace.
    Alla sua destra c’erano Jamal Al-Malaki, brillante trentenne, Capo Ingegnere, ed il suo vice Luis Martinez, un armadio a 4 ante, poco più anziano del comandante, con un passato militare; un bell’uomo non fosse stato per la brutta cicatrice che gli solcava il volto all’altezza dell’occhio sinistro, chiaramente finto.
    Di fronte a loro sedevano Mara Krizynski, secondo ufficiale, ed alcuni dei tecnici più esperti a bordo.

    <<Proviamo a ripartire dall’inizio …Jamal?>> Esordì il comandante, facendo un cenno all’Ingegnere Capo, il quale trasse un profondo respiro ed iniziò << Allora…come tutti voi sapete, ieri verso le 15 i nostri sensori di navigazione hanno iniziato a malfunzionare. La diagnostica automatica ha segnalato un’eccessiva sensibilità ai campi gravitazionali…in questo momento la cosa non ci causa problemi, ma se non riusciremo a ripararli in tempo saremo totalmente accecati appena raggiungeremo New Moscow…il che, come tutti voi sapete, è una cosa alquanto pericolosa…>>

    <<…e vietata dal regolamento…>> intervenne il comandante <<… se tentiamo di entrare in orbita e succede anche il minimo problema, rischiamo un’ispezione della Guardia Orbitale, l’inevitabile denuncia, e ci ritroviamo tutti licenziati.>> Fece di nuovo cenno ad Al-Malaki di proseguire.

    <<Nelle ultime ore abbiamo provato in tutti i modi a porvi rimedio, ma non c’è stato nulla da fare; il problema è di natura software, i ragazzi qua le hanno provate tutte con l’attrezzatura che abbiamo a bordo, ma l’unica soluzione sarebbe resettare tutto il sistema…e ciò significa spegnere la nave...non possiamo farlo nello spazio.>>
    Il tavolo fu percorso da un’ondata di scoramento generale.

    Dopo alcuni secondi il comandante riprese la parola <<Le alternative che abbiamo di fronte sono tre: possiamo fare marcia indietro, e rientrare sulla Terra per le riparazioni…>> le espressioni di disappunto e sconforto si fecero ancora più marcate, sui volti dei presenti…essendo le loro retribuzioni basate sulla puntualità delle consegne, era comprensibile …

    <<...possiamo proseguire, sperando nella fortuna, e tentare di consegnare il carico comunque…oppure possiamo chiedere aiuto ai militari: Jamal mi ha assicurato che sulla stazione Miranda hanno l’attrezzatura che permetterebbe di correggere il problema senza bisogno di resettare tutto il sistema informatico di bordo. La cosa non piace a nessuno di noi, ma potrebbe essere l’unica speranza di salvare il carico ed il nostro posto. Se vogliamo farlo, però, dobbiamo sbrigarci…ci restano solo poche ore di viaggio prima di arrivare al JG Miranda, dopodichè nessuno potrà aiutarci fino al nostro arrivo su New Moscow. Prima di decidere volevo sapere cosa ne pensavate…>>

    Luis Martinez prese subito la parola << Comandante, ci sarebbe un’altra possibilità…>> Al-Malaki sbuffò leggermente esasperato, mentre il suo vice parlava con tono calmo e deciso << la causa del guasto è un componente difettoso che è stato montato durante l’ultima sosta ai cantieri navali. Apportando le modifiche opportune è possibile riportare il componente ad un comportamento normale, senza bisogno di apportare modifiche al software.>>

    Il Capo ingegnere l’interruppe, era chiaro che non era la prima volta che sentiva quelle argomentazioni <<Te l’ho già spiegato Martinez, non può funzionare! Dovresti praticamente ricostruire da zero il componente e l’interfaccia…oltre a essere quasi impossibile da fare senza il supporto di un cantiere, è anche molto rischioso…basterebbe il minimo errore per far esplodere l’antenna…per non parlare del computer di bordo! Questa non è una nave da guerra con una mezza dozzina di livelli di ridondanza, se il sistema va in crash si spegne tutto…motori e supporto vitale inclusi…rischieremmo di perdere tutta la nave! L’unica possibilità è quella di ritarare il software!>>

    Sempre più determinato, Martinez spostò il suo sguardo con un occhio solo sul comandante <<Lo posso fare, Comandante…>>

    Foche si portò le mani alle tempie: capiva che Martinez volesse mettersi in buona luce…si era imbarcato solo 2 settimane prima, dopo tutto; il suo piano poteva funzionare e risolvere la questione…niente multe, niente ritardi, niente umilianti richieste ai militari, niente ragazzini in uniforme in giro per la sua nave a dettare legge…

    ...eppure conosceva Jamal Al-Malaki da quando si era imbarcato, 18enne, e sapeva che se qualcuno poteva riparare quel guasto era lui…se Jamal diceva che era troppo rischioso, doveva fidarsi.
    <<Mi dispiace Martinez, ma sono d’accordo con l’Ingegnere Capo. Qualcun altro vuole aggiungere qualcosa?>>

    Nessuno parlò, per quasi un minuto.

    << Bene…in questo caso credo che possiamo prenderci una pausa; fatevi una dormita, fra due ore vi comunicherò la mia decisione>>.
     
  7. Astorre

    Astorre

    Registrato:
    17 Agosto 2010
    Messaggi:
    298
    Ratings:
    +0
    Aurora si presta proprio ad HOC per una Fiction,basato comunque sempre su situazioni reali all'interno del gioco.Bravissimo,ottima atmosfera...sfrek sfrek..mi sfrego le mani e attendo i prox capitoli:D
     
  8. TrueKnight

    TrueKnight

    Registrato:
    7 Agosto 2006
    Messaggi:
    1.092
    Località:
    Piacenza
    Ratings:
    +99
    20 Agosto 2128 08:15 GMT - Sistema Sol
    JumpPoint Defence Station 03 “Miranda”
    Alloggi Ufficiali


    <<SVEGLIA, PUTTANELLA!>>
    la tendina della cuccetta fu aperta di scatto ed una mano afferrò la spalla di Xiang Yu Lan, scuotendola con forza. Il risveglio fu così traumatico che la ragazza rischiò di sbattere la testa contro il basso soffitto, e rimase intontita per diversi secondi.

    <<Suppongo tu abbia avuto di meglio da fare ieri, che non dormire>> commentò acida la voce.

    Xiang Yu Lan abbozzò un sorriso malizioso <<Meglio di quanto tu non potrai mai neppure immaginarti, Feli..>> replicò infine, soppesando con cattiveria le parole.

    Felicitas Rosales, sua compagna di stanza di origini messicane, la guardava con occhi infuocati <<E’ già il terzo in quattro mesi, Yu! Hai proprio intenzioni di farti cacciare? Quante volte dovrò dirtelo che è vietato oltre che sbagliato?>>

    <<Risparmiami la morale cattolica, Feli…siamo nel buco del culo del sistema solare, a 3 miliardi di chilometri da mogli e fidanzate, e senza niente da fare a parte tappare le falle nello scafo … lo fanno tutti…tutti quelli che possono, almeno.>> replicò Xiang, continuando a guardarla beffarda.

    Felicitas era stata sua compagna di stanza anche all’accademia e quelle discussioni si erano ripetevano più o meno uguali ogni 2 settimane negli ultimi anni. Dopotutto c’era un motivo per cui erano finite laggiù; Xiang era piuttosto allergica al concetto di disciplina militare mentre Rosales aveva più volte messo la faccia per evitare che l’amica venisse cacciata.

    <<Feli, se non riesci a scopare quassù non ci riuscirai mai…>> rincarò la dose, mentre scendeva dal letto. Solo a quel punto realizzò che il suo turno sarebbe iniziato solo 3 ore dopo.

    <<...Ma hai visto che ore sono?!>>

    <<Piantala, Yu…è arrivato un messaggio dal ponte, il capitano ti vuole vedere subito. Ho detto che eri sotto la doccia e stavi per arrivare, quindi muovi il tuo prezioso culo e vai!>>

    <<Ma che cazzo vuole quella adesso??>> Xiang prese a vestirsi di corsa, mormorando insulti rivolti a tutta la Galassia.

    12 minuti dopo
    Sala Riunioni

    Xiang Yu Lan si diresse trafelata alla sala riunioni, anche se per tutto il tragitto si interrogò sulle ragioni della su fretta… una volta arrivata a poche decine di metri dalla destinazione deliberò che non gliene fregava nulla del Capitano Polachek, ma le sarebbe spiaciuto se Felicitas fosse finita nei guai, di nuovo, per colpa sua. In fondo, molto in fondo, le era affezionata.

    Mentre si avvicinava la porta sentì delle voci arrivare dall’interno; la porta in teoria doveva insonorizzare completamente, ma la chiusura non teneva quasi più da diversi mesi, e quella riparazione così triviale era molto in fondo nell’elenco delle cose da sistemare a bordo.

    <<…sei sicuro che ce ne possiamo privare, Bill?>> la voce era quella severa ma comprensiva del Capitano Clair Polachek

    <<Si, Capitano, non è un problema. Non ci sono grossi casini informatici al momento, possiamo prestargli un paio di tecnici…per quello che riguarda Xiang…beh non è certo la più sveglia che ho a bordo, la posso rimpiazzare senza problemi…inoltre è una piantagrane, l’unico a cui dispiacerà vederla partire per un po’ è il marinaio di turno che si porta a letto al momento…>> A parlare era William Rhodes, Tenente Comandante, responsabile dei sensori e superiore diretto di Xiang.

    Gran figlio di puttana…! pensò lei.

    Senza attendere oltre premette il pulsante che annunciava la sua presenza fuori dalla porta.

    20 minuti più tardi Xiang Yu Lan annunciava a Felicitas che sarebbe partita per raggiungere la nave mercantile della Rascòn individuata la sera prima.

    Avrebbe dovuto eseguire delle riparazioni d’emergenza per i civili che con tutta probabilità sarebbero terminate dopo qualche giorno, quando già si sarebbero trovati dall’altro lato del Jump Gate; fatto ciò doveva trasferirsi a bordo della prima nave incontrata che viaggiasse in direzione opposta e rientrare alla stazione…con un po’ di fortuna si sarebbe trattato di una lussuosa nave da crociera.

    <<Il che significa che me ne starò alla larga da questo posto schifoso per una settimana abbondante…>> commentò sollevata, una volta preparato il bagaglio <<ah, se per caso stanotte passasse a cercarmi Ricky…beh digli che sono partita…se vuoi te lo presto…>> se ne andò ridacchiando.

    <<Fanculo Yu Lan!! Sarà una settimana di pace, finalmente!>> fu la risposta che arrivò alle sue spalle.

    *************************

    In quell’esatto istante, a bordo della William Gates 075, Luis Martinez si avviava solitario in un magazzino di parti di ricambio; nessuno si aggirava nei corridoi in quel settore della grossa nave da trasporto. Arrivato davanti alla porta bussò tre volte, come se si trattasse di un codice…pochi secondi dopo questa si aprì e la canna di una pistola laser apparve.

    <<Sono io, Wu…abbassa quel cannone, devo parlarti…ci sono dei problemi…>>
     
  9. TrueKnight

    TrueKnight

    Registrato:
    7 Agosto 2006
    Messaggi:
    1.092
    Località:
    Piacenza
    Ratings:
    +99
    A dirla tutta di quello che succede qua e nei prossimi pezzi, nel gioco non ci sarà praticamente traccia; ho preso solo ispirazione per l'ambientazione...il guasto del mercantile, così come le navette per andare dalla stazione alla nave sono tutti inventati da me, per esempio.

    Discorso diverso per quello che ho in mente di fare fra un po', se riesco...ma per ora andiamo a piccoli passi...il seguito nei prossimi giorni, se il sito non chiude per manutenzione nel frattempo :D
     
  10. Astorre

    Astorre

    Registrato:
    17 Agosto 2010
    Messaggi:
    298
    Ratings:
    +0
    Bravo Heinlein!! :approved:
     
  11. TrueKnight

    TrueKnight

    Registrato:
    7 Agosto 2006
    Messaggi:
    1.092
    Località:
    Piacenza
    Ratings:
    +99
    20 Agosto 2128 10:11 GMT - Sistema Sol

    Rascòn William Gates 075

    Pochi minuti di viaggio separavano lo shuttle militare dal cargo; al suo interno due sottufficiali discutevano piuttosto animatamente su chi fosse più favorito alla vittoria nel campionato di rugby marziano, mentre il Sottotenente Xiang osservava dal finestrino l’imponente massa del mercantile avvicinarsi.

    La sua espressione era quanto di più distaccato e marziale le fosse possibile, ma dentro di lei si sentiva ribollire; si trattava pur sempre del suo primo vero incarico di comando…ma non era tanto questo pensiero a renderla nervosa, quanto la scarsa stima sentita nelle parole del suo superiore, poche ore prima. Alla paura si mescolava l’ardore di dimostrare le proprie capacità, così come la semplice rabbia; tutto ciò le rese non facile mantenere un comportamento degno di un ufficiale per tutta la durata del viaggio, in quanto non vedeva l’ora di potersi mettere al lavoro.

    Dopo alcuni minuti interminabili lo shuttle attraccò al boccaporto universale posto sullo scafo esterno del mercantile.

    Le navi di classe William Gates, nominate in onore del tycoon dell’informatica vissuto nel XX e XXI secolo, erano l’orgoglio della marina mercantile Terrestre.
    Fu la prima classe di navi civili ad essere equipaggiata con motori di tipo Magneto-plasma-dinamici (MPD), sviluppati sulla base degli artefatti alieni recuperati nel sistema Epsilon Eridani; questi nuovi propulsori, due volte più efficaci di quelli basati su impulsi nucleari, usati in precedenza, permisero di realizzare un concetto rivoluzionario di nave da trasporto.

    Le prime navi spaziali da trasporto realizzate dall’umanità ponevano l’enfasi sulla capacità di carico rispetto alla velocità, in quanto progettate per il trasporto di grandi quantità di infrastrutture e merci su colonie relativamente vicine alla Terra; col passare del tempo divenne chiaro come le industrie ed i cantieri navali dell’Alleanza dipendessero dalle risorse minerarie presenti sulle colonie ed iniziò a sentirsi la necessità di una nave da trasporto in grado di raggiungere le colonie minerarie e riportare sulla Terra le risorse, che occupano relativamente poco spazio nelle stive, in tempi più brevi.

    La classe William Gates fu sviluppata dal governo con questo scopo, ma divenne ben presto popolare anche fra le compagnie di trasporto civili; in particolare le compagnie più piccole ne apprezzavano i costi ridotti e la velocità con cui potevano raggiungere i ricchi mercati del Commonwealth di Pepy, la civiltà aliena che assorbiva buona parte del surplus industriale Terrestre.

    Ma anche un colosso quale la Rascòn Colony Services, prima compagnia di trasporto extraplanetario per fatturato, con oltre 4.000.000 di tonnellate di naviglio a disposizione, annoverava una dozzina di William Gates nella sua flotta.

    Con una velocità massima di 2200 Km/s, di poco inferiore a quella delle più moderne navi da guerra, una stazza di 30.000 tonnellate, ed un equipaggio di 267 uomini la William Gates era una nave veloce ed efficiente, ma non era certo stata progettata per favorire l’imbarco di personale durante un viaggio spaziale.

    Sebbene fosse dotata di un hangar di grosse di dimensioni, questo era totalmente occupato dai massicci velivoli orbitali, utilizzati per sbarcare ed imbarcare le merci, e la piccola navetta militare dovette far ricorso al boccaporto standard d’emergenza, presente su tutte le navi spaziali.
    Il rumore dei ganci magnetici che bloccavano saldamente lo shuttle allo scafo del mercantile, fu seguito dall’accensione di una spia rossa nei pressi del portellone inferiore della navetta. Il pilota comunicò alla William Gates 075 l’avvenuto attracco, e che stavano per salire a bordo.

    Xian, i due tecnici ed il pilota della navetta si alzarono dai propri posti e presero ad indossare le ingombranti tute ambientali, sopra le proprie uniformi.

    Le tute ambientali erano dotazione standard di ogni vascello militare dell’Alleanza, e garantivano la sopravvivenza all’indossatore in caso di esposizione ad un ambiente a pressione nulla; il loro principale scopo era proteggere gli equipaggi in caso di breccia nello scafo da parte di armi nemiche, ma venivano usate, nel caso si rendesse necessario, anche per salire o scendere da vascelli non ormeggiati.
    Nonostante fossero di gran lunga meno ingombranti rispetto a quelle utilizzate nel XXI secolo, rendevano comunque difficili i movimenti per gli utilizzatori, e nuove soluzioni per renderle più efficienti erano continuamente sotto studio.

    I quattro indossarono le tute, presero con se l’attrezzatura necessaria per le riparazioni e con goffi movimenti si avvicinarono al portello; dopo essersi accertato che i sigilli e le bombole d’ossigeno fossero funzionanti, il pilota tirò verso il basso una leva posta nelle vicinanze dell’apertura.
    Dopo alcuni istanti l’energia smise di fluire dalle batterie della navetta, ed i suoi sistemi iniziarono a spegnersi, uno dopo l’altro.
    In ultimo fu il supporto vitale a spegnersi; l’aria riciclata smise di fluire dai condotti d’areazione e l’assenza di gravità avrebbe fatto fluttuare persone ed oggetti, se non fossero stati saldamente ancorati magneticamente allo scafo.

    Il pilota tirò una seconda leva e, seguita per un attimo dal caratteristico fischio, l’aria ancora contenuta all’interno della navetta fu espulsa meccanicamente, rendendo la situazione all’interno in tutto e per tutto analoga a quella che era nello spazio. La spia rossa divenne di colore verde.

    Una terza leva aprì il portellone, mostrando, alle luci portatili delle tute, un ampio ambiente rinchiuso dalle pareti metalliche del mercantile; il pilota fece un cortese cenno a Xiang, che essendo l’ufficiale anziano presente a bordo aveva il diritto, ed il dovere, di essere la prima ad uscire e l’ultima ad entrare.

    La donna, non senza sentire un brivido d’emozione, staccò i piedi dal pavimento, piegò il busto verso il basso e dandosi un piccola spinta col bordo del portellone “nuotò” all’interno del compartimento intermedio, presto seguita dagli altri membri del suo piccolo distaccamento.

    Il pilota, entrato per ultimo, tirò una nuova leva, questa volta posta all’interno della paratia del mercantile. Il portellone si richiuse lentamente; i quattro nuotarono fino all’altro lato della stanza, chiusero alle loro spalle un altro portellone di sicurezza e bloccarono i propri piedi sul pavimento. Un pulsante rosso, posto di fianco ad una massiccia porta, ripristinò il supporto vitale all’interno della piccola stanza: la gravità e l’aria si tornarono nell’arco di un paio di minuti rendendo l’ambiente di nuovo abitabile.
    I quattro sfilarono i caschi ed aprirono la porta; dall’altro lato il Comandante Floche, Jamal Al-Malaki ed alcuni altri membri dell’equipaggio erano ad attenderli. Xiang Yu Lan si mise sull’attenti, imitata dagli altri militari <<Richiedo il permesso di salire a bordo!>>

    <<Permesso accordato>> fece Floche con un tono di voce che non riusciva a nascondere del tutto la delusione. Sapeva che la Flotta non avrebbe fatto i salti mortali per loro, ma non si aspettava che gli mandassero una ragazzina fresca d’accademia: aveva osato sperare in un ufficiale di una qualche esperienza. Nonostante ciò tese la mano con cortesia <<Benvenuti a bordo della William Gates 075, io sono il Comandante Floche>>.
    <<Sottotenete Xiang>> fece lei, stringendogli la mano, per poi passare a presentare i due tecnici informatici ed il pilota.

    <<Sono felice di vedervi, Sottotenente, il nostro problema è molto grave e spero possiate aiutarci.>>

    <<Da quello che mi è stato detto, dovremmo riuscire a riparare i vostri sensori in qualche giorno, Comandante. Siamo pronti a metterci al lavoro anche subito.>> La determinazione di Xiang era più che evidente. Non vedeva l’ora di sbattere in faccia a Rhodes il suo successo.

    <<Molto bene.>> Fece il comandante, sollevato da quelle parole, anche se una parte di lui si stava interrogando sulla validità di quelle stime << Il signor Al-Malaki, qua, è il nostro capo ingegnere…vi guiderà ai vostri alloggi per sistemarvi, e vi informerà sui dettagli della situazione.>>

    Il comandante si congedò, e mentre i militari sfilavano le tute, si diresse verso il ponte di comando. In cuor suo sperava solo di non perdere il suo posto dopo quella maledetta traversata.
     
  12. TrueKnight

    TrueKnight

    Registrato:
    7 Agosto 2006
    Messaggi:
    1.092
    Località:
    Piacenza
    Ratings:
    +99
    Per amor del Cielo!!! Non scomodare i mostri sacri, che poi si rivoltano nella tomba!

    Heinlein è un Maestro, io sono un aspirante ing. Gestionale(mediocre), che al Liceo raramente andava sopra al 6 in Italiano! :)

    Poi il suo stile è tutt'altra roba...se devo dirla tutta mi trovo molto più vicino a quello di David Weber, che dovresti conoscere bene, dato che ha messo mano ad un'edizione di Starfire, nonno di Aurora!

    In effetti ci sono tante somiglianze fra la serie di Honor Harrington ed Aurora, sarà perchè sono entrambe basate sul realismo.
    Se non ti da problemi leggere romanzi in inglese (purtroppo non esistono in italiano) te li raccomando...spesso si ha la sensazione di leggere un romanzo ambientato in una partita MOLTO avanzata di Aurora ( Incrociatori pesanti da 300.000t, Battlecruiser da 880.000t !!! :eek: ).
    Certo ci sono delle differenze, perlopiù dovute a semplificazioni di Aurora...in particolare i sistemi di propulsione del romanzo sono un po' particolari, e non ci sono Jump Point ma solo viaggi in Hyper Space fra un sistema e l'altro, cosa che non credo sia ricreabile nel gioco...
     
  13. Astorre

    Astorre

    Registrato:
    17 Agosto 2010
    Messaggi:
    298
    Ratings:
    +0
    Non voglio togliere spazio in questo post che è dedicato alla tua Storia,veramente "enjoiabile"..ma sono un nostalgico.
    tre titoli hanno uno spessore e ahimè anche una grossa vena "pessimistica" che hanno segnato il mio escursus nella fantascienza.
    "Guerra Eterna" (pournelle e un'altro) "Sabbie del tempo" (Lin Carter) e "l'Impero terrestre di Dominic Flandry" (Paul Anderson mi pare..).

    Tutti e tre lasciano poco spazio alla reale condizione Umana di meschinità,ipocrisia,interesse personale sopra tutto e sullo sfondo altre Razze più giovani e MOLTO agguerrite..
    Dominic Flandry poi è una trilogia di un'Impero terrestre con 100.000 colonie..1.000.000 di pianeti scoperti e una guerra eterna distruttiva alla lunga contro i Merseiani,un pò come l'Antico Impero Romano e infatti..nel prologo si evince la vera tristezza..l'Umanità non è altro che un'"ALTRA" razza che cerca di assurgere e declinare poi nella Storia Infinita della galassia.
    Micidiale se ci pensi true..e se pensi che fra 100 milioni di Anni le stelle non saranno che un pochino più vecchie..e noi MOLTO probabilmente..non ci saremo nemmemo più come memoria storica.
    Amen.
     
  14. TrueKnight

    TrueKnight

    Registrato:
    7 Agosto 2006
    Messaggi:
    1.092
    Località:
    Piacenza
    Ratings:
    +99
    21 Agosto 2128 22:33 GMT - Sistema Miranda

    Rascòn William Gates 075


    Il Capo di 1a Classe Yoshiharu Takishida camminava solitario lungo i corridoi del mercantile. Corridoi che gli parevano dannatamente vuoti. Si era perso, doveva ammetterlo...si guardava intorno preoccupato, cercando disperatamente qualche punto di riferimento a lui noto, o almeno qualche membro dell’equipaggio a cui chiedere, ma attorno a lui i corridoi si ripetevano uguali, e non c’era anima viva in giro.

    Il mercantile era decisamente poco popolato, in proporzione alla sua enorme massa, e avventurarsi in esplorazioni solitarie dopo solo poche ore che si era a bordo era un’ottima maniera per perdercisi....Takishida si rimproverava mentalmente, avrebbe dovuto saperlo...ed invece si era andato a fidare di quel Sergente dei Marines...”Il bar è il centro della vita di questa baracca...non potrai non trovarlo!” diceva lui...all’Inferno!

    Takishida e l’altro tecnico avevano finito di lavorare sulla riprogrammazione del software dei sensori da poche ore: era un lavoro lento, ma stavano facendo buoni progressi e avrebbero terminato la riparazione nel giro di 24-48 ore.
    Dopodichè avrebbero dovuto aspettare, in quanto la prima nave a cui potevano chiedere “un passaggio” per rientrare alla stazione l’avrebbero incrociata solo una settimana più tardi.

    Entrambi erano stupiti dall’impegno profuso da Sottotenente Xiang: era davvero determinata a completare al meglio il loro compito, e non erano certo abituati a vederla così.
    Era rimasta a studiare le specifiche del software per buona parte della notte precedente, dopo che gli altri avevano staccato; ed era stato proprio allora che i nuovi arrivati avevano fatto conoscenza con O’Hara.

    Il Sergente O’Hara faceva parte del distaccamento militare a bordo, il cui compito era gestire le comunicazioni militari e proteggere i codici di trasmissione: come il 50% dei Marine “Mercantili”, vedeva quell’incarico come l’opportunità di farsi qualche mese di vacanza...il restante 50% lo vedeva come una terribile seccatura, magari scaturita da qualche torto ad un superiore. O’Hara aveva attaccato bottone la sera precedente, e subito aveva iniziato a vantarsi di come stracciasse regolarmente i civili, con colpi da maestro: il marinaio non aveva creduto a una sola parola e aveva entusiasticamente accettato l’offerta di una partita.

    Ora era seriamente preoccupato che il suo avversario interpretasse il ritardo come un segno di timore.

    Perso nei suoi pensieri Takishida si passò una mano fra i suoi corti capelli a spazzola, cercando disperatamente indicazioni per raggiungere il bar; all’improvviso gli parve di sentire delle voci provenire da un corridoio alla sua destra.

    Seguì i suoni, debolissimi, fino ad una porta socchiusa; un cartello verde indicava che si trattava del “Magazzino ricambi B32”. Sperando di poter ricevere indicazioni, Takishida aprì del tutto la porta ed entrò; le voci tacquero immediatamente.
    Il magazzino era diviso in quattro ambienti, collegati da un nuovo corridoio, con due porte sulla sinistra, e due sulla destra, tutte chiuse.

    Il marinaio provò a chiamare, senza ricevere alcuna risposta, così si avvicinò alla prima porta alla sua destra e l’aprì: di fronte a lui c’era una stanzone ampio, completamente riempito da scaffali quasi del tutto vuoti ed impolverati; la sua attenzione fu attratta da 3 grossi scatoloni posti in uno degli scaffali centrali: in primo luogo erano molto più grossi di tutti gli altri, tanto da non entrare nei meccanismi di blocco presenti su tutti gli scaffali, che servivano per evitare che i pezzi fluttuassero via, nel caso la gravità artificiale fosse disattivata; inoltre portavano le insegne di una nota azienda di alimentari…il che rendeva la loro presenza lì quanto meno insolita.

    Takishida non seppe resistere alla tentazione e si avvicinò per controllarne il contenuto, ma non appena sollevò un coperchio per sbirciare fu come paralizzato: la cassa era piena di armi di piccolo calibro. Erano modelli antiquati, non più in uso nella Flotta, ma comunque affidabili e letali; ed erano in numero sufficiente da armare almeno una trentina di uomini.
    Rimase alcuni secondi ad osservare le armi, spaventato ed indeciso sul da farsi, quando un suono alle sue spalle lo fece sussultare; si voltò di scatto solo per trovarsi davanti due uomini dall’aria minacciosa che lo tenevano sotto tiro…
     

Condividi questa Pagina