Mi sono recentemente interessato a questa battaglia poco nota, avvenuta durante la ritirata di Caporetto dell'esercito italiano. Non è una battaglia che ha cambiato la storia, ma credo meriti un certo rilievo, soprattutto per l'eroismo dimostrato dalle truppe coinvolte. Lo scontro si svolse sulla testa di ponte del monte Ragogna (sul Tagliamento), tra il 28 Ottobre e il 2 Novembre 1917, e vide il disperato tentativo da parte di circa 4500 soldati italiani raccogliticci di proteggere la ritirata dell'esercito, bloccando in quel punto migliaia di truppe austriache e tedesche. Se a qualcuno può interessare la storia di questa cruenta battaglia, nei prossimi giorni vedrò di narrare i fatti con precisione...
Ora purtroppo non ho più tempo... Spero al più presto di potervi raccontare l'intera storia nei minimi dettagli (Domani e domenica sono in montagna, per cui penso di riuscirci per lunedì...)
Racconto battaglia Salve ragazzi, finalmente riesco a scrivervi... Cercherò ora di spiegare la storia della battaglia di Ragogna. Durante la disastrosa ritirata di Caporetto, il generale Cadorna affidò al generale Antonino Di Giorgio il compito di creare una testa di ponte sul medio Tagliamento, tra Trasaghis e Dignano, per proteggere la ritirata delle nostre truppe in quella zona. Cadorna gli diede soltanto due divisioni (la 20° e la 33°), per il resto dovette implorarle letteralmente al generale Porro o raccoglierle sul posto. Porro ordinò a Di Giorgio di recarsi a Pinzano, ma non gli concesse alcuna truppa, e quindi questi si vide costretto a formare gruppi di combattimento con gli sbandati in ritirata, riuscendo a creare una struttura di comando. Intanto arrivarono le truppe disposte da Cadorna, ovvero la brigata Lombardia e il 234° fanteria che formavano la 20° divisione, e la brigata Bologna e la Barletta che costituivano la 33°. Erano formazioni che sul Carso avevano subito perdite enormi, ma allo stesso tempo possedevano molta esperienza sul campo. Quindi il giorno 27 Ottobre le truppe presidiarono la testa di ponte di Pinzano, dominata a pochi chilometri a nord, dal monte Ragogna. Anche se non era un monte vero e proprio (solo 513 metri d'altezza), era considerato tale dai comandi italiani per la sua posizione strategica al di là del fiume Tagliamento, che consentiva di sbarrare la strada per il ponte di Pinzano. Nei giorni successivi, fino al 30 Ottobre, si apprestarono linee difensive attorno alla testa di ponte (mitragliatrici, trincee appena accennate e qualche reticolato), mentre un fiotto di sbandati transitava sul ponte in direzione del Piave, verso la salvezza. Poi più nulla, e gli sparuti difensori attesero l'arrivo dei nemici, che si fecero vivi la mattina del 31 Ottobre: questi gli schieramenti dei due eserciti. 13 battaglioni austro-germanici appoggiati da un centinaio di bocche da fuoco d'artiglieria, contro 4500 italiani male armati e assistiti da trenta cannoni oltre il fiume. Ma ciò nonostante i difensori riescirono a tenere testa a queste forze preponderanti per tutto il giono, sia attorno a Pinzano che sul monte Ragogna, costringendo gli austro-tedeschi alla sospensione delle operazioni. Il giorno dopo questi ultimi, rincalzati da altri 6 battaglioni, tentarono un attacco più metodico, con l'uso massiccio dell'artiglieria e dell'infiltrazione di piccoli nuclei d'assalto. Tale tattica sarebbe stata estremamente facile da eseguire, tra così pochi nemici distribuiti su una vasta linea, eppure gli italiani non cedettero ancora. Addirittura furono in grado di sventare la conquista del ponte da parte di un folto gruppo di tedeschi (che si erano già spinti per 300 metri sulle arcate del ponte), falciandoli con le mitragliatrici. Gli italiani, nonostante l'accanita resistenza, rimasero stremati e senza munizioni, e l'artiglieria nemica nel corso del mattino iniziò a battere le sponde del fiume, mettendo a rischio le tubazioni d'esposivo posizionate sotto le arcate del ponte dai genieri. Di Giorgio chiese rinforzi, ma quando si accorse che nessuno sarebbe arrivato a soccorlerli, delegò al comandante della 33° divisione (generale Sanna) il compito di far brillare il ponte, per inmedirne la conquista da parte degli austro-tedeschi. Quando alla mattina del 1 Novembre i nemici furono di nuovo sul punto d'attraversare il ponte, Sanna diede l'ordine ai genieri di farlo saltare, senza preoccuparsi delle truppe italiane rimaste al di là. L'eplosione fu tremenda, e il ponte si sbriciolò letteralmente. Ma i combattimenti non si placarono; i difensori rimasti isolati sul monte Ragogna resistettero per tutto il giorno, e solo a sera furono sopraffatti dalla 12° e 50° Slesiana. Alcuni di loro, per sfuggire alla cattura oltrepassarono a nuoto il fiume in piena. Naturalmente dopo la guerra ci si chiese perchè mai furono sacrificati così tanti combattenti, senza dar loro la possibilità di salvarsi e ripiegare sul Piave, anche perchè si dimostrarono truppe valide e molto resistenti. Il monte Ragogna fu soprannominato proprio per questo monte della vergogna. Alla fine, il totale dei morti (austro-tedeschi e italiani) fu di 4000 vittime. Per concludere, resta il fatto che poche migliaia di soldati italiani riuscirono ad impegnare per due giorni forze nemiche più che doppie, le quali furono costrette addirittura a chiedere rinforzi, sottraendo tempo prezioso all'inseguimento dell'esercito italiano.
uao........grandissimi i soldati italiani......sacrificatisi per le altre truppe che si ritiravano.... bel racconto
Bel racconto anche secondo me,ma mi piacerebbe sapere dove hai trovato le informazioni e se hai qualche foto della zona da aggiungere(più o meno di quel periodo, non recenti).
Le informazioni le ho ricavate da un libro letto alcuni mesi fa, intitolato "Caporetto. Una battaglia e un enigma" di Mario Silvestri. Di fotografie purtroppo non ce ne sono, ma se dovessi trovarle ti farò sapere...
Beh nei gioni subito prima e subito dopo Caporetto i nostri alti comandi di fatti "vergognosi" ne commisero parecchi.... grazie. molto bello...
Veramente nelle 2 guerre mondiali l'Italia parlando della maggior parte dei generali e dei capi di stato maggiore......fece schifo sacrificando inutilmente questi valorosi uomini...... bel racconto Panzer
Infatti... peccato che praticamente nessuno ne parli... Quei soldati secondo me hanno fatto qualcosa di grandioso...
Caro Panzer, gli episodi eroici dei militari italiani sono centinaia (sicuramente molti di più rispetto a quelli di codardia), sparsi per tutta la storia, ma solo pochi (se non nessuno) vengono ricordati. E' questo che a me mi fa inc....re
si hai ragione fervente patriota ..e comunque neanke io avevo mai sentito nulla in riguardo a cio..grazie panzer
Se l'Italia in questo periodo ha perso un'po la bussola magari aiuterebbe anche cominciare a ricordarli (questo è quello che penso io).