Bronzi di Riace - Politica artistica-culturale

Discussione in 'Off Topic' iniziata da maie, 22 Dicembre 2013.

  1. maie

    maie

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    Ieri ho sentito un servizio su Rai News 24 sui Bronzi di Riace in cui si diceva che il Museo della Magna Grecia (che, scopro su wikipedia, è considerato, "dopo quello di Berlino, il museo in possesso della più ragguardevole collezione di reperti provenienti dalla Magna Grecia") ha meno visitatori dello zoo di Pistoia.

    Nulla da ridire sullo zoo di Pistoia (mai stato. Non sapevo esistesse. Rimedierò), ma forse il problema è che Reggio Calabria non se la incula nessuno. Di sicuro non Mr. Ayame, che dal Giappone arriva in Italia per visitare Roma, Firenze e Venezia, forse Milano e Napoli. Di sicuro non Reggio Calabria e nemmeno (il ben noto borgo di) Roccelletta di Borgia, in provincia di Catanzaro, che, scopro sempre grazie a wikipedia, è una delle tante sedi del Museo della Magna Grecia.

    Forse, e dico forse, i problemi sono 2.
    Primo, la collocazione geografica. Non me ne vogliano i reggini, ma i Bronzi avrebbero tutta un'altra esposizione se fossero, per dire, a Roma. Certo Roma non era Magna Grecia, ma nemmeno Berlino se per questo.
    Secondo, la dispersione geografica. Dai, ma come si fa a pretendere che qualcuno vada a Roccelletta di Borgia per vedere reperti della Magna Grecia? Ammetto l'ignoranza e confesso che nemmeno sapevo dell'esistenza di questa cittadina.

    Piccola digressione. Milano soffre di un problema diverso. Avrebbe bisogno, secondo me, di un'investimento di marketing (sfruttando il palcoscenico privilegiato di Expo) mirato a pubblicizzare l'immagine della città come polo culturale, affiancato ad un investimento (più "di sostanza") che miri a creare effettivamente un centro culturale.
    Mi spiego. Se vai agli Uffizi trovi la Primavera di Botticelli, la Venere di Urbino di Tiziano, l'Annunciazione di Leonardo e compagnia cantante. Se vai a Palazzo Reale a Milano, cosa trovi? Trovi uno spazio espositivo, in cui una volta vedi una mostra sugli impressionisti, un'altra volta vedi una mostra su Kandinsky. Se vai a Palazzo della Ragione in Piazza dei Mercanti a Milano trovi mostre fotografiche, tra cui quella bellissima su Stanley Kubrick fotografo, che restano un po' e poi se ne vanno.
    Credo insomma che i musei milanesi, e con essi la città, soffrano della mancanza di una identità stabile e ben riconoscibile, che invece le 3 di cui sopra, Roma-Firenze-Venezia, hanno già da tempo. E non può certo essere solo un problema di storia passata. Perché se è vero che Milano non ha la storia "artistica" di nessuna delle tre, nemmeno Berlino ce l'ha, eppure i risultati sono ben diversi (Pergamonmuseum, anyone?).
    Discorso diverso per la strada che si è deciso d'intraprendere con il Museo del Novecento che, ammetto ancora una volta le mie colpe, non ho ancora visitato, ma che invece rappresenta a mio parere un tentativo di dare a Milano un'identità ben distinta.

    Magari mi sbaglio. Che ne pensate?

    Ciao!
     
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  2. Enok

    Enok

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    Non so se fosse voluto, ma mi hai strappato un (amaro) sorriso. :D

    Che dire, bisogna anche ammettere che la Magna Graecia ha un fascino inferiore a quello delle tre città che hai citato. Il signor Ayame dal Giappone non avrebbe problemi anche a raggiungere qualche paesino sperduto pur di gustarsi un po' di cultura, ma mi gioco i regali di Natale che probabilmente non è nemmeno al corrente della storica presenza ellenica nell'Italia meridionale. Tutt'altro spessore rispetto alla storia romana, studiata da cima a fondo in ogni scuola del mondo e rappresentata nel cinema e nella letteratura, così come il Rinascimento fiorentino o la Serenissima repubblica. Insomma, quello che dal nostro punto di vista può sembrare rilevante, agli occhi di qualcun altro magari meno (per esempio, i Bronzi di Riace non hanno nemmeno una pagina su Wikipedia Japan).
     
  3. maie

    maie

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    :p

    Proprio per questo, se ne trarrebbe secondo me grande beneficio se i beni, passatemi il termine, "minori" fossero spostati e concentrati in luoghi già oggetto di flussi turistici rilevanti. Penso che il totale in questo caso sarebbe maggiore della somma delle parti.

    Dai poffarbacco, anche io mi gioco i tuoi regali di natale che ci sono più turisti al complesso megalitico di Carnac in Bretagna (dove sono stato e ho potuto constatare un'inspiegabile ressa di gente) che al Museo della Magna Grecia.

    Beh no, non sono d'accordo. Reggio Calabria è completamente spostata dal "centro" del turismo culturale italiano. Oltretutto, non è così agevole raggiungerla come può essere spostarsi da Milano a Firenze.

    Ciao
     
  4. Carlos V

    Carlos V

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    Penso che stiate trascurando un dettaglio molto importante: l'Italia è un museo a cielo aperto, pieno di siti archeologici in ogni regione della nostra nazione, per cui la soluzione al problema non può essere quella di "spostare" i Beni Culturali (BBCC) in zone più rinomate.
    La tendenza è ormai quella di valorizzare gli aspetti storici del proprio territorio, perciò si cerca di creare percorsi di visita all'interno dei parchi archeologici, che possono sorgere tanto nelle grandi città (o nelle immediate vicinanze) quanto nei paesini anonimi. Ancora, spesso si tende ad organizzare un'accoppiata sito archeologico + reperti esposti nel museo, in modo da non privare i reperti stessi del loro contesto ambientale.
    La stagione delle grandi collezioni europee, in cui gli studiosi impacchettavano statue e vasi e li spedivano nei musei delle capitali, sottraendoli di fatto alla popolazione locale, è finita da un pezzo. Adesso si preferisce che i BBCC portino una rendita economica nel territorio in cui si trovano, una mentalità legata quindi a logiche di crescita locale. Semmai spetta alle istituzioni (ovviamente locali) valorizzare i rispettivi territori per attrarre i flussi di turisti, che potrebbero includere nei loro tour non solo Roma e Venezia, ma anche Roccelletta di Borgia o Reggio Calabria.

    In ogni caso, possiamo girare il discorso come vogliamo, ma il punto è sempre lo stesso: abbiamo le risorse, ma anche una classe politica assolutamente incompetente e ignorante. Il turismo derivante dalle nostre bellezze artistiche creerebbe subito molti posti di lavoro, sia per gente qualificata che per persone prive di titoli di studio, e su diverse fasce d'età. Ad oggi, lo Stato italiano non riconosce la professione di archeologo (non esiste un albo ufficiale per la categoria) e la storia dell'arte è stata recentemente ridimensionata o addirittura scomparsa in molte scuole superiori. E siamo il Paese con il 60% del patrimonio culturale mondiale.
     
  5. blubasso

    blubasso

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    Io credo che sia sempre la solita storia: potremmo quasi vivere sul Turismo e sui Beni Culturali ma nessuno vuole valorizzare (e pubblicizzare adeguatamente) queste cose. Dicono che non ci sono soldi.
    Non voglio far polemica, non mi interessa farla qui, ma se fossimo (noi come "coloro che decidono queste cose") un po' piu' furbi, avremmo montagne di cose da far vedere ai turisti, in tutt'Italia, che porterebbero euro nelle nostre casse. Dato che non possiamo stampare moneta, almeno potremmo prenderla dai turisti, e la potremmo rimettere in circolo.

    Ne guadagneremmo tutti, economicamente e culturalmente.
    Peccato...
     
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  6. maie

    maie

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    Verissimo. Ma...

    Il risultato però, come detto, è che lo zoo di Pistoia ha più visitatori del Museo della Magna Grecia.

    Il che ci porta a...

    Mmmh... ma anche no visto che i musei non vivono di autofinanziamento (il prezzo del biglietto, dove previsto, non copre interamente i costi) ma di finanziamenti pubblici e privati. Non si può nemmeno parlare di rendite "collaterali" dovute alla presenza di turisti sul territorio visto che, a quanto pare, non sono poi tanti.

    Ciao
     

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