Sto scoprendo adesso questo sito e lo trovo magnifico! Terminati introibo e laudatio, passo agli aspetti di gioco. Premetto che sono le parole di un principiante alla prima campagna. Il sistema di combattimento mi sembra insopportabile: sto facendo una guerra di conquista contro le "tribal democracies" in america settentrionale, specificamente i Cherokee alleati con un'altra tribù, e le operazioni militari si sono ben presto sfilacciate in un caleidoscopio di battaglie, battagline e battagliucce, truppe in fuga che conquistano territori e province, singoli reggimenti che fanno cambiar colore a metà regno avversario passando da un territorio all'altro, e altre assurdità varie. Qui non mi pongo il problema di vincere o perdere; semmai mi chiedo se il sistema di gioco consenta un succedersi delle operazioni militari minimamente realistico, o se ogni conflitto di certe proporzioni (quindi con tante province accessibili) debba smagliarsi ogni volta in un gioco di guardie e ladri o meglio in un acchiappa acchiappa o un rimpiattino in cui sconfiggere un'armata nemica vuol dire solo ritrovarsela in una provincia diversa un istante dopo e ricominciare tutto da capo. Come minimo trovo che le armate sconfitte dovrebbero ritirarsi obbligatoriamente verso il proprio territorio, e che l'ingresso in più province nemiche, specie se lontane dalle proprie basi, dovrebbe essere sanzionato da restrizioni logistiche. Vi chiedo se tutto questo sia già stato discusso e, soprattutto, se c'è modo d'impostare un conflitto in maniera che ne venga fuori alcunché di coerente, coi vincitori che avanzano, gli sconfitti che si ritirano e qualcosa che assomigli anche vagamente a una 'linea del fronte'. Vi ringrazio anticipatamente per le vostre risposte
questo avviene solo nelle province che non hanno una fortezza. se c'è una fortezza, gli eserciti devono assediarla e conquistarla, cosa che chiede tempo. anche io odio questo tipo di guerra, però avviene solo con le colonie e gli stati indiani in america e quelli tribali in africa. tutte le altre guerre saranno molto tattiche, fidati.
Le nazioni tribali americane sono le peggio indicate per imparare a giocare a Europa Universalis 3 (il nome stesso del gioco suggerisce quali nazioni conviene scegliere). Se vuoi imparare ti consiglio di farti una partita ad esempio con la castiglia o con l'Inghilterra
Diciamo pure che assieme alle tribù africane sono il livello di difficoltà maggiore, non ho mai visto nessuno raggiungere livelli di sviluppo paragonabili agli stati europei e magari passare alla controffensiva, ma sicuramente qualche "pazzo" che c'è riuscito c'è...
Non mi sono spiegato: sto giocando la Bretagna e ne ho fatto un grande stato coloniale (al livello di difficoltà più basso). Le guerre in america sono necessarie ad espandere l'impero. Grande problema: contenere le mire espansionistiche francesi, che tiene 40.000 soldati schierati fissi sulle mie frontiere. All'uopo: tutte le risorse dell'impero investite nei 30.000 uomini schierati nell'Armor e in Vandea, alleanza d'acciaio con Castiglia ed Aragona
Guarda, il tuo è il problema che hanno riscontrato storicamente tutti gli europei che si sono ritrovati a guerreggiare con gli indiani. Basta che tieni delle piccole guarnigioni nei territori occupati, così che se arrivano i nemici il territorio non passa subito, e il tuo esercito principale nel frattempo arriva. Poi quando gli strappi le province ci fai sopra dei fortini e il problema non c'è più.
Un cassico, se non schiacci la francia prima. Anche il rimpiattino nelle americhe e' un classico ma non e' affatto antistorico, anzi! Era la guerra nelle americhe che si combatteva cosi'. Non un confronto tra esercitoni in campo aperto, ma un mordi e fuggi continuo tra i boschi, senza linee di confine o strategie complesse. Alla lunga gli europei vinsero per via del numero, delle malattie, della superiore tecnologia e grazie alla tattica di costruire forti e fortini ovunque. Nel gioco, il modo migliore per vincere consiste nel dislocare 1-2 fanti per ogni provincia occupata e costruire subito un forte. NOTA STORICA. I primi europei a metabolizzare il modo di combattere dei nativi nordamericani furono i francesi (che si mescolarono ben piu' degli inglesi con gli indigeni). Cosi', in canada e louisiana nacquero i "coureurs se bois", letteralmente "scorridori di boschi", di fatto una milizia europea o creola armata all'occidentale ma che combatteva con tattiche di guerriglia tipicamente indiane. Diedero tante e tali remenate alla controparte britannica che ben presto lo schema venne copiato: cosi nacquero i Rogers' Ranger, il loro simmetrico inglese... da cui discendono i Ranger moderni. Notare che gli ufficiali inglesi disprezzavano profondamente la guerriglia "perche' non era da gentiluomini". Un atteggiamento che si son tenuti stretto almeno fino alla guerra boera (1900 circa) durante la quale accusavano gli avverasri di mancare di fair play perche' si nascondevano tra le rocce, sparavano due fucilate contro l'esercito dell'allora superpotenza mondiale e poi non restavano fermi a farsi massacrare ma fuggivano, i vigliacchi. B8
Storicamente tutte le potenze con forti eserciti preferiscono lo scontro campale, è logico, e sicuramente più nobile dal punto di vista militare... che poi in guerra si usi qualsiasi mezzo per ottenere i propri scopi è un altro paio di maniche e lo si può anche capire.
Usare armate composte di sola cavalleria. Se i nemici hanno solo fanteria vanno lenti lenti e li batti con una blitzkrieg ante litteram.
Quoto, nel periodo 1650-1821 gli eserciti europei abbandonano man mano la cavalleria, e si costituiscono solo di Fanti e artiglieri, però 25.000 cosacchi russi possono fare ancora molti danni, e in caso di sconfitta si ritirano molto velocemente
Che abbia una logica e' fuori di dubbio, che sia sempre la migliore e' opinabile. Soprattutto col progredire della tecnologia bellica. La WWI (ma gia' anche anche l'ACW) vede i campi di battaglia trasformati in mattanze spaventose, spesso e volentieri senza che a cio' corrispondano vantaggi diversi dal mero annientamento fisico. La guerra, sia intesa come "prosecuzione della politica con altri mezzi" (Von Clausewitz), sia intesa come "Il Tao dell'Inganno" (Sun Tzu, ma anche Mao e il Mossad), sia che venga percepita come sinonimo di "coercizione" (da "Guerra senza limiti", guerra asimmetrica e annullamento del concetto di campo di battaglia) e', ed in fondo e' sempre stata, molto di piu' di uno scontro campale. Infine, sulla nobilta' dissento. Al di la' della coreografia romantica, non vedo nulla di nobile in una battaglia. Sia essa campale o guerrigliera. B8