Diplomazia e diritti umani

Discussione in 'Off Topic' iniziata da archita, 8 Dicembre 2009.

  1. archita

    archita

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    leggendo la lettera di Sergio Romano al Corriere mi ha fatto venire spunto ad una riflessione:

    per voi i diritti umani,sanciti come universali e inalienabili e sanciti dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e dalla Carta dell'UE ( lo stesso articolo 1 sancisce che "La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata" ) sono da considerarsi relativi e subordinati alla logica del commercio internazionale per l'UE? Il distinto Romano definì l'ideologia antisovietica come pura tattica dilatoria per evitare lo scontro militare e non a scopo di delegittimare sul piano ideale l'esistenza stessa del regime sovietico e l'argomento è ineccepibile e realistico sul piano storico ma criticabile sul piano ideologico in base appunto ai valori costituenti la comunità europea. Egli, sempre in modo corretto sul piano reale, non pone in dubbio la liceità di accordi diplomatici e commerciali con i regimi illiberali ritenuti oggi non una minaccia militare o politica all'UE. Non intendo mettere al confronto i modi e le contraddizioni della diplomazia statunitense di cui già abbiamo discusso e criticato ma focalizzare l'attenzione su quanto l'UE, essendo un ente appena in età della ragione, porre coerenza fra le necessità reali della diplomazia e i valori fondativi e ideologici della Comunità.

    cosa ne pensate? :)
     
  2. kaiser85

    kaiser85

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    Ho studiato e continuo a studiare a fondo l'UE e quello che penso io è che un ribadire ad ogni occasione,costituzionalizzando valori e principi che già 2 secoli fa negli USA e 1 secolo dopo negli stati nazione Europei posero le basi per il sistema occidentale moderno, non porta altro che ad un estremizzazione ed uno svilimento degli stessi.
    L'UE nelle sue numerose dichiarazioni,carte fondamentali e quant'altro non fa altro che ribadire quanto ciò è espresso nelle costituzioni nazionali degli stati membri come se fosse l'UE stessa l'autrice di tali principi.
    Ritengo altresì che essendo l'UE un organizzazione senza identità e paradossalmente senza principi innovativi(per quanto detto prima) finisca per derogare sistematicamente a tale principi non tanto nel commercio internazionale,quanto verso gli stessi cittadini Europei.
    Lo stesso ostracismo verso l'unione da ambo gli schieramneti(le federazioni partitiche di estrema destra e sinistra) al PE, una per motivi di lesione dei caratteri nazionali, l'altra per motivi di eccessivo liberismo economico ne sono la prova.
     
  3. Caronte

    Caronte

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    Se la UE non trattasse anche con i regimi dittatoriali (come noi con la Libia), il rischio sarebbe che altri, come la Cina, si prendano contratti e contatti con regimi potenzialmente ostili.
    Si tratta di decidere se è meglio transigere sui propri principi ora o farlo in futuro quando la situazione sarà peggiorata.
     
  4. Gabriele

    Gabriele

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    Archita, cosa ne penso?
    Se la seconda guerra mondiale non avesse messo in ginocchio l'Europa, il "mostro" generato dalla rivoluzione bolscevica sarebbe rimasto un minaccioso vicino, ma che non avrebbe mai coinvolto più di tanto le masse, e soprattutto le politiche conseguenti delle nazioni europee, anche quelle non comuniste.
    Avremmo continuato sui binari del liberalismo ottocentesco, invece questo aborto dell'umanità, tutt'altro che distrutto, ancora si aggira, anche se a molti appare solo un fantasma, e condiziona tutti.
    Quella che oggi viene chiamata "democrazia liberale", è ben diversa dallo stato veramente, pienamente, e compiutamente, liberale quale lo conoscemmo nell'ottocento. Oggi tutto è imperniata in una serie di valori che in molti casi sono estranei alla nostra cultura, ma che ormai sono stati instillati e fissati, temo indelebilmente, almeno per i prossimi secoli e fino alla prossima rivoluzione culturale (di tipo illuministico, mi auguro).
    La diplomazia con i paesi "terzi", ad un diplomatico del secolo scorso sarebbe apparsa cosa del tutto secondaria, assurda per definizione. Ogni stato svolge da se il proprio sviluppo, o inviluppo, perché no? La dottrina liberale, politica, non economica, della quale non condivido tutti gli aspetti, peraltro mai portati alle estreme conseguenze, impone proprio il libero sviluppo delle tendenze nazionali.
    Oggi siamo in una fase di grave crisi del concetto di nazione come sistema chiuso, il quale può portare al progresso, si crede che l'interazione, l'intervento, l'immischiarsi in faccende altrui, porti ad esso.
    Mi dissocio.
    E non portati esempi di neocolonialismo, per favore, fanno pena. Ben diversa era la diplomazia "delle cannoniere", dove non si cercava di convertire regimi politici o sistemi sociali, cosa di cui i regimi liberali si sono ovviamente fregati, ma di portare vantaggio alla nazione in un evidente disequilibrio di rapporti di forza, che permane tuttora. Volenti o nolenti questi valori, che alcuni considerano grandi conquiste, sono penetrati nel nostro sostrato culturale, e dobbiamo agire tenendone conto, purtroppo. Ma almeno, non si arrivi a "castrare" la diplomazia europea, a sprecare soldi e sangue dei nostri per puntellare stati e situazioni dalle quali non ricaviamo un ragno dal buco e li si lascino cuocere nel loro brodo, e nel frattempo, facciamo affari con essi, cercando di ottenere il massimo, spendendo il minimo, altro che commercio equo e solidale.
     
  5. Invernomuto

    Invernomuto -

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    La mia idea, molto semplificata, è che non vedo questa grossa contraddizione. Se vuoi far parte della UE devi rispettare certi principi, ma la UE non impone a tutti quelli che hanno contatti con lei di avere la stessa visione del mondo (cosa che oltretutto, da un punto di vista puramente morale, sarebbe abbastanza opinabile, salvo i casi più eclatanti). E' poi evidente che i miei rapporti saranno più "cordiali" con Paesi che sono più vicini al nostro modo di vedere il mondo rispetto ad altri che invece hanno un credo illiberale. Ma troncare i rapporti con questi ultimi è la morte stessa del concetto di diplomazia, e certo non aiuta un possibile cambiamento...
    Un saluto
     

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