parlo da ignorante in economia che cerca di capirci qualcosa, vediamo se ho capito: L'Italia ha un alto debito pubblico, divenuto così alto in proporzione al PIL che dal 2008 il paese è a rischio insolvibilità, quindi maggiore tasso d'interesse sui titoli di stato, che costantemente devono essere emessi per coprire il deficit del bilancio dello stato. Per uscire dal pericolo quel che bisognerebbe fare è ridurre il rapporto debito pubblico / PIL Il numeratore, cioè il debito pubblico, si può ridurre (la sua crescita in proporzione a quella del PIL si riduce) tramite la diminuzione del deficit, il quale si può ridurre in due modi (non considerando in questo discorso le vendite delle proprietà statali): Aumento della pressione fiscale Diminuzione della spesa pubblica L'altro modo per ridurre il rapporto debito pubblico / PIL è agire sul denominatore incrementandolo: 3. Aumento del PIL tramite l'aumento della competitività delle imprese azione che agisce indirettamente e in modo benefico anche sul numeratore, perchè maggiori entrate per l'aumento del PIL portano a una riduzione del deficit. (escludo da questi ragionamenti azioni di politica monetaria, non permesse all'Italia) Valutiamo i 3 punti: risolvere una crisi dei consumi incrementando le tasse sui consumi? è follia! il rischio è la spirale recessiva, a che pro ridurre il numeratore nel breve periodo se poi si riduce anche il denominatore in un secondo momento? quanti dipendenti pubblici ha lo stato italiano? 5 milioni? quanti enti "socialisti" inutili? quanti sprechi? quanti servizi pubblici gli italiani pagano uno sproposito rispetto a quel che valgono? il settore pubblico come inteso nella repubblica italiana è per me sinonimo di spreco e parassitismo, se c'è da ridurre il deficit, che si faccia con questo punto 2 non col punto 1, togliamo la sanità pubblica alla classe media se necessario, se essa non può usufruire della sanità privata è perchè paga troppe tasse per potersela permettere Che possa essere positivo per i conti è indubbio, ma potrebbe voler dire prenderla nel sedere noi "proletari", tuttavia, per dire, l'impossibilità di licenziare in economia di mercato è un'assurdità controproducente Io non ho capito è se quel che ci dice l'UE è "riducete il rapporto debito/PIL e il vostro deficit, non importa come, basta che lo fate", o se c'è l'Europa, e non i nostri inetti politici, dietro l'applicazione dei punti 1 e 3, che sono molto più semplici da applicare rispetto a una profonda revisione del mostro parassitario dello stato italiano, che sarebbe il punto 2. Come ulteriore possibilità ci sarebbe una politica keynesiana di "fare debito per ridurre il debito", ma non la considero perchè non sarebbe attualmente permessa dalle regole europee, e per quel poco che ne capisco di economia mi sembrerebbe controproducente applicarla allo stato italiano attuale. I conti italiani sono pessimi, non c'è via di uscita, in un modo o nell'altro dobbiamo rinunciare a qualcosa stando nelle regole europee, cioè o a soldi nel portafogli (tasse) (punto 1), o a parte dei servizi pubblici (punto 2), o a diritti sul lavoro (punto 3); ma mi sembra assurdo il punto 1 favorito al punto 2, quindi vi chiedo, su questo me la devo prendere con l'UE o i nostri politici?
Con entrambi, ma principalmente con i nostri politici che sono inetti e non hanno un minimo di autorità o di cervello. Qualsiasi strada prenderemo ci aspettano lacrime e sangue, ma una buona idea sarebbe smetterla con la politica stupida e miope di fare condoni fiscali per attirare investitori stranieri e soprattutto rivedere seriamente il libero mercato e fare un lotta sensata all'evasione fiscale, che ha raggiunto livelli d'allarme. Per quanto riguarda la rinuncia ai diritti sul lavoro, il Jobs Act non ha portato alcun beneficio all'economia ma è solo sintomo della ristrettezza di veduta degli imprenditori nostrani, che preferiscono tagliare stipendi o licenziare piuttosto che modernizzare gli impianti vetusti. La spesa pubblica può anch'essa seriamente essere rivista, ma razionalmente, non tagliando a cazzo fondi a sanità, scuola e ricerca per poi lasciare intoccata la burocrazia. Poi sicuramente non aiutano decreti salva banche che vengono finanziati tramite debito! Ora, i nostri politicanti sono talmente stupidi e miopi che non faranno mai nulla del genere, e il sistema democratico attuale favorisce la permanenza di clientele, privilegi ecc. Per cui ci vuole un governo autoritario che non renda conto a nessuno e che abbia l'autorità per fare tutto queste cose, altrimenti non ne usciremo mai: un po' come facevano i romani coi dittatori o i repubblicani dopo la guerra di secessione per abolire la schiavitù (fino al compromesso).
Non riesco proprio a vedere il collegamento tra autoritario e riduzione dei parassiti statali, anzi, io vedo maggiore clientelismo e minore interesse ad intervenire. L'idea del sovrano illuminato mi è sempre sembrata fantasiosa.
Beh fantasiosa è davvero esagerato, certo ci sono stati pochi (ma illustrissimi casi) nella storia, ma di sicuro il sovrano illuminato non è un invenzione: Augusto, Federico II, Alessandro, lo stesso Duca Leopoldo di Toscana sono solo alcuni dei sovrani illuminati che la storia ci ha dato. Se poi pensi che con il parlamento ci sia meno clientelismo, penso che la risposta sia sotto gli occhi di tutti.
I parassiti statali non verranno mai toccati dai partiti perché forniscono un bacino elettorale, certo però che ci vorrebbe un governo autoritario di gente con la testa mica i fascisti nostrani.