Volevo sapere da voi se esistono testi esaustivi e di settore (il mio di storia economica accenna solamente) riguardanti l'impressionante ripresa economica della Germania sotto il baffetto che ha potuto dar origine alla conseguente messa in moto di una efficientissima macchina bellica...
Lo prendero senzaltro in considerazione, ma intendevo maggiormente un libro di settore, con statistiche economiche ed analisi macroeconomiche dettagliate, cose che immagino Speer non abbia fatto
allora si scende più nel dettaglio e in itagliano non c'è più nulla che io conosca... Puoi provare con questi: www.amazon.com/Economics-World-War-International-Macroeconomic/dp/0521785030 www.amazon.co.uk/Wages-Destruction-Making-Breaking-Economy/dp/0713995661 L'opera di Richard Overi: The Nazi Economic Recovery War and Economy in the Third Reich e questi che non ho mai manco sfogliato e che ho in lista da anni ormai... The Road To War e The Origins of the Second World War Qualcos'altrodovresti trovarla su Jstor ma a caro prezzo...
Per ora ho trovato questo: L'economia del Terzo Reich. Un lascito storiografico della ex Repubblica Democratica Tedesca Gustavo Corn
scusa ma dovresti invertire i termini del problema: "la messa in moto della macchina bellica generò l'impressionante ripresa economica della Germania" - imho naturalmente
Impressionante mica tanto, fino a che non son passati all'economia di guerra totale sotto Speer hanno dovuto rinunciare a tantissime cose "meno burro e più cannoni"... Nel 1938 con la corsa agli armamenti sono pure finiti in una catastrofica bancarotta per via di un debito pubblico in rapido aumento, ci fosse stato il WTO si sarebbe trascinata dietro l'intera economia europea...
Non sono assolutamente d'accordo... la Germania era in depressione totale nel 1933 e in meno di due anni la produzione di BENI DI CONSUMO era pressochè raddoppiata. Cito da un testo ottimamente scritto, a mio parere, e che ribalta finalmente l'opinione sciocca secondo la quale il Terzo Reich ha solo prodotto i cannoni e basta è Renè Dubail: L'ordinamento Economico Nazionalsocialista, Edizioni all'Insegna del Veltro. "Nel 1933, ricordiamolo, l'economia tedesca si trovava in pieno marasma. L'agricoltura indebitata, l'industria è bloccata, il disordine dei prezzi è considerevole. Alle soglie del 1938, l'economia tedesca si distinguerà per un aumento della produzione, sia agricola che industriale; per un sensibile aumento della velocità di circolazione, per l'estensione dell'area dei consumi, per la costituzione di numerose riserve." "La produzione di carbone passerà da 104,7 milioni di tonnellate a 186,2 milioni. Nello stesso periodo, la produzione di lignite passerà da 122 milioni di tonnellate a 200 milioni; il minerale di ferro da 7 a 15 milioni, mentre l'acciaio da 10 a 20 milioni di tonnellate." "Nel settore dei tessili, la produzione passerà per la lana dalle 142000 tonnellate del 1932 alle 202000 tonnellate del 1938. In questo stesso periodo per il lino si passerà da 28000 a 50000 t e per la canapa da 17000 a 59000 t. La fabbricazione di fibre artificiali (rayon), attivamente incoraggiata, raggiunge nel 1938 un tonnellaggio pari a 138000 t, contro le 37000 del 1932." "Infine, utilizzata indifferentemente nel settore industriale e agricolo, l'energia elettrica aumenterà nel suo volume produttivo da 24 miliardi di KW nel 1932 a 55 miliardi di KW." "L'indice dei prezzi all'ingrosso dei prodotti industriale aumenterà del 12%, stimolando grandemente la produzione. Infine, il volume globale di quest'ultima, che era approssimativamente valutato a 38 miliardi di marchi nel 1932, ammonterà a 75 miliardi nel 1938." "Il rialzo dei prezzi agricoli, la protezione del contadino, l'organizzazione dei mercati e una propaganda elaborata produrranno, in questo settore, i seguenti risultati: i maggesi diminuiranno da 350582 ettari a 170709. I prati passeranno da 10567635 ettari a 10605000. La produzione di grano passerà da 5756000 t nel 1933 a 5582000 t nel 1938. Quella delle patate da 44071000 t a 50894000. Quella delle barbabietole da zucchero da 9592000 a 15701000 t.Infine, la produzione di burro salirà da 400000 a 520000 t. Un tale sforzo sarà tanto più rilevante in quanto esso sarà particolarmante ostacolato dalla realizzazione di taluni lavori necessari per l'imminente guerra. Infatti i grandi lavori e il processo di riarmo sottrarranno alla coltivazione (specialmente nella regione della linea Sigfrido), una vasta superficie." Potrei continuare a scrivere, ma risulta credo abbastanza chiaro che la ripresa tedesca e l'assorbimento della disoccupazione era un processo legato alla maggiore quantità di beni di consumo disponibili, e non dalla maggiore quantità di cannoni prodotti, almeno fino al 1938, come testimonia abbondantemente il RADDOPPIO della circolazione fiduciaria senza il minimo aumento di inflazione, segnale oltremodo evidente dell'aumento del reddito nazionale. E' da quella data che l'economia tedesca comincia ad essere maggiormente riconvertita per gli armamenti. Quindi volendo mettere un punto fermo possiamo mettere proprio il 1938. Ma allora, i disoccupati erano scesi a sì e no un milione, da che erano più di 7 milioni nel 1932 (fonte K. Hildebrand, Il Terzo Reich, Laterza). Per poi ridursi a 39000 unità nel 1939. La produzione militare non iniziò in grande stile prima del 1938, e ancora allora Hitler si rammaricava di essere costretto a dover convogliare sforzi nella produzione militare perchè sottraeva risorse alla produzione di beni civili. Tant'è vero che la Germania nel 1938 era talmente a terra per quanto riguarda gli armamenti da essere quasi inerme anche di fronte alla stessa Cecoslovacchia...
Ma siamo daccordissimo, il problema sorge dopo la bancarotta del '38, quando il reichmark si basa nuovamente sulle riserve auree in controtendenza verso le altre valute, tutto ciò che s'è costruito in beni di consumo negli anni precedenti subisce una battuta d'arresto per la lenta ma continua conversione all'industria degli armamenti a tutto vantaggio di Krupp e soci. Alla fine non è tanto una questione di produzione industriale quanto di sfruttamento della finanza pubblica e della duttilità della sua conversione a parità di valore aurifero. Tutto questo per cercare di rincorrere le esplosioni economiche di altre nazioni industrialmente forti come il Giappone e gli USA. Qualcosa d'impressionante per davvero si ha agli inizi del 1943 quando la produzione interna subisce uno slancio micidiale e la produzione interna sia agricola che industriale pesante si moltiplica fino a toccare livelli impensabili solo l'anno prima. Per non parlare del controllo monetario e dell'inflazione che restano incredibilmente sotto livelli di guardia. Ma è vero che c'era chi remava insieme alla Germania...
Veramente non sono d'accordo col termine "bancarotta". Non trovo traccia di bancarotta nel periodo del 1938 nè dal punto di vista industriale, nè dal punto di vista commerciale, nè dal punto di vista finanziario. Verissimo che dal 1938 parte del sistema produttivo dovette essere riconvertito per esigenze belliche, ma mi sembra che Goering sia riuscito abbastanza egregiamente a tenere la situazione sotto controllo, evitando i gravi problemi che una situazione del genere avrebbe comportato.
Hai ragione, non è il termine giusto, ma non so come altro chiamarlo... In pratica il reichmark ritorna ad essere basato sul corrispettivo aureo questo è un cataclisma e il sistema bancario tedesco in poche settimane ne soffre, a seguire le esportazioni crollano perchè i prodotti tedeschi sono troppo costosi in conseguenza del cambio d'ordinamento delle altre grande banche centrali europee, questo porta come conseguenza un casino immediato nelle importazioni di materiali strategici (necessari per la conversione verso l'industria degli armamenti voluta da Hitler) che non possono venire "coperti" nei pagamenti visto che la bilancia commerciate scende bruscamente verso il nero importazioni. Tutto questo porta ad un fenomeno detto "stagnazione" che se non adeguatamente combattuto è l'anticamera della bancarotta.
Tutto questo spinge alle draconiche misure di satch per il risanamento della bilancia commerciale che non sono naturalmente immediate nei benefici, al che è la politica delle armi a farla da padrone, i giochi sono fatti e si comincia da qui nella vera escalation... Hitler fomenta la guerra per risanare una Germania, che non può più espandersi oltre, che a sua volta è in crisi per dare ad Hitler i mezzi per fomentare la guerra. Semplicisticamente è una visione abbastanza reale.
sbaglio o la Germania sostenne il Reichsmark aureo anche con l'annessione delle riserve aurifere dei paesi occupati? (ovviametne dal 1938 in poi. PS: ma se nel 38 la germania doveva avere paura della Cecoslovacchia, com'è che è finita com'è finita?
Se per stagnazione intendi un rallentamento dell'economia (anche abbastanza evidente), siamo perfettamente d'accordo. Ma bancarotta è un termine un po' più "impegnativo" Solo un piccolo appunto, la politica di rilancio delle commesse militari non fu tanto voluta da Hitler, quanto più imposta dagli eventi, secondo me. La Germania era veramente smilitarizzata e questo si sa molto bene, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo le forze di terra, di mare e di cielo dei paesi che circondavano il Reich erano immensamente superiori. Ange, per quanto riguarda la Cecoslovacchia, una sola parola anche se mi duole ammetterlo... "bluff"... Le stesse memorie delle segretarie di Hitler mettono bene in evidenza quale terrore ci fosse nelle alte sfere del Reich in caso di una reazione cecoslovacca. E il sollievo nel costatare il cedimento (Hitler che entra nella stanza e chiede alle due segretarie di baciargli le guance in contemporanea dichiarando la riuscita del "bluff" apertamente , è famosissima). Però il Reich era già confortato dalla inazione occidentale in Renania e in Austria. La Cecoslovacchia era essenzialmente impaurita dalla possibilità di essere lasciata isolata a battersi contro il Reich e cedette i Sudeti, dove erano costruite le migliori fortificazioni (alcuni affermano ddirittura una specie di Maginot Boema ). Senza contare che la stessa Cecoslovacchia era circondata da stati che anche se non vedevano la Germania di buon occhio, la schifavano ancora di più, come la Polonia (occupazione di Teschen) e l'Ungheria. Il pericolo che queste forze si alleassero addirittura al Reich non era remoto. Una volta perse le zone strategiche, il resto fu facile, appoggiandosi agli slovacchi che ne avevano le scatole piene dell'unione coi cechi, ecc.
sulla seconda parte e sul ruolo dalla polacchia sono d'accordo, in effetti i francesi non avevano alcuna voglia di combattere, solo loro avrebbero potuto fermare baffetto.
Un altro piccolo appunto però va anche fatto... una parte notevole del rallentamento delle esportazioni è anche dovuto all'azione dei gruppi economici di pressione di matrice ebraica in America e in Inghilterra, che praticamente osteggiavano chiunque avesse un commercio con la Germania. Va anche detto che la Germania trovò proprio per uscire da tale stagnazione l'accorgimento di non vendere o comprare più con pagamenti aurei bensì con una specie di baratto diretto di prodotti (ad esempio, prodotti agricoli dall'Ungheria in cambio di macchinari, e così via). In tal modo evitò il deflusso di valuta pregiata all'estero. Ciò di solito non viene conteggiato (si preferisce sempre guardare agli scambi in termini di valuta pregiata) e quindi la contrazione delle esportazioni sembra assai più evidente di quanto fosse in realtà. Infine è da valutare anche l'accresciuta capacità di acquisto del mercato interno, che riuscì non solo a compensare abbastanza bene la flessione commerciale con l'estero, ma anche a fare da stimolo, ad esempio alla produzione di surrogati che non potevano essere più importati.