Salve a tutti camerati e non Vorrei approfondire con voi l'argomento dello squadrismo, dei famosi manganelli e del più famoso olio di ricino... anche perchè sono poco informato a tal riguardo e di certo la mia prof 68ttina non mi aiuterà granchè a capire meglio ciò Vi parlo di questo argomento in quanto appunto stiamo affrontando a scuola il fascismo e a maggior ragione perchè ho deciso di fare la mia tesina su questo scottante argomento là: (e di far capire alla mia prof per quanto possibile che Mussolini non fu il diavolo in terra.. fatemi gli auguri ) Ora non vorrei fare la solita discussione per parlare delle altrettanto solite questioni fasciste.. vorrei solo approfondire la questione squadrismo. Possibilmente se avete anche dati riguardo ciò che combinarono questi giovinetti in quegli anni molto "vivaci" mi sarebbero molto utili grazie a tutti
Fascismo Italiano - Mussolini Ciao a tutti! Guardando un documentario sul fascismo italiano mi sono reso conto che il fascismo in Italia a portato molto del bene anche del male ma in minore. Voi che ne pensate del fascismo in Italia con Mussolini che e avvenuto nella meta del 900'? Io penso che sia stato per L'Italia sia stato un risanamento molto utile che ancora si vede sino ad oggi! Mussolini ha fatto molte cose giuste per l'Italia che ci vorrebero anche adesso,costruire citta,allogi,strade,risanato paludi,dato da mangiare a molte famiglie e quant'altro, l'unica cosa che ha sbagliato Mussolini e allearsi con Hitler e fare le leggi razziali in Italia se no a quest'ora saremo in una nazione perfetta ed egemone. Dite la vostra!
Dipende quanto quantifichi la sistematica violazione degli elementari diritti civili che adesso diamo per scontati. Tipo voto, libertà di aprola e quelle robette lì insomma. Molte delle "grandi opere" dell'epoca vennero pagate duramente anche dai cittadini senza contare lo spreco di soldi derivato dal costruire cose antieconomiche giustificate solo da un desiderio di autarchia. Se costruire strade e bonifiche ha un senso, non lo ha creare immensi dormitori e strutture industriali vicino a miniere poco redditizie,ma necessarie per il blocco delle importazioni. Ma anche no. Il maggior sviluppo industriale non si è avuto certo col fascismo,ma dopo la seconda GM. L'ideale del fascismo non era certo quello della nazione industriale, tanto che l'organizzazione del nostro compartao produttivo era carente e bastarono pochi bombardamenti per metterla in masisma parte fuori gioco.
Metto in grassetto gli errori grammaticali o sintattici. Deduco che la tua professoressa sessantottina stia facendo un pessimo lavoro. Riguardo alla questione fascismo/squadrismo non credo che sia necessario alcun commento, tanto sapete già come la penso.
@Marcus- putroppo non ne so molto, so che nel biennio rosso gli squadristi vennero utilizzati contro gli scioperanti e in vere e proprie azioni punitive contro i "rossi" e gli scioperanti. Nel biennio il numero di morti tra i "rossi" superava largamente la somma dei morti tra poliziotti e squadristi. Dopo il biennio credo diventarono la polizia politica del Fascismo, con tutte le conseguenti intimidazioni e azioni violente contro qualunque persona/entità che potesse contrastare la scalata di Mussolini verso il potere. Link wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Squadrismo. I siti al riguardo su internet sono sotanzialmente divisi in due categorie: fascisti e antifascisti. ALmeno per uqanto ho visto io adesso. Sarà dura ottenere una valutazione imparziale. @Logan- C'è una discussione IDENTICA alla tua qua: http://www.netwargamingitalia.net/forum/showthread.php?t=3612&highlight=scontro+titani, tra l'altro lanciata da me. Lì penso ci sia praticamente tutto, flames e litigate incluse. Sulla nazione PERFETTA attendo di sapere la tua definizione di tale termine perché temo non sia uguale alla mia. Sulla nazione EGEMONE mi piacerebbe sapere come pensi che possa essere possibile, dato che il buon benny all'apice della "potenza" italica, ci ha provato eccome a renderla egemone. Con il mirabolante risultato di distruggerla. Sullo sviluppo economico: molti paesi del mondo ebbero uno sviluppo industriale/sociale uguale o superiore a quello italiano senza doversi sorbire lo squadrismo. Le iniziative autarchiche e imperialistiche del fascismo portarono immensi sprechi e spese inutili. Un esempio klampante: il petrolio in Libia. @Driant- Sinceramente non credo sia stata una buona idea unire le discussioni: Marcus cerca dati affidabili, scevri da considerazioni politiche (lo precisa lui stesso). Logan ha aperto una discussione prettamente politica, con annessi e connessi. Io li separerei.
Ma che documentario hai visto?:humm: Ha fatto delle cose buone certo,ma ovvio,se uno governa per 20 anni deve fare qualcosa no? Comunque anchio dico che unirle non è stato conveniente,marcus cerca cose per la "scuola",insomma,dati certi,informazioni,fonti...logan ha aperto una discussione politica...
Ange lo so non sono di certo il migliore in Italiano, ma con la discussione non centra un bel niente! La prossima volta starò più attento! Hai fatto bene a unirle erano simili! Ciao Armilio l'ho trovato sul mulo,una puntata di correva l'anno di rai tre del giugno del 2006 - 07 adesso non ricordo comunque ne hanno parlato molto bene delle opere del fascismo.Il titolo era "Le opere pubbliche del ventennio". Scusa Mikhail Mengsk non ho provato prima con lo strumento cerca non ci ho pensato! Comunque io chiedo la vostra opinione sul fascismo Italiano non delle leggi che ha fatto Mussolini! Centra ma non ho chiesto quello.
Allora, la questione è alquanto spinosa (specie in questa repubblica dell'intrallazzo) e dare un giudizio di merito chiaro e pulito è alquanto ostico. Prima di tutto io direi di osservare le cause e l'humus socio-culturale in cui è fiorito lo squadrismo ed il contro-squadrismo. Dobbiamo immergerci in una realtà di forte disagio sociale per via della riconversione dell'economia di guerra, per il ritorno dei soldati a casa; di grande frustrazione politica per via della Vittoria Mutilata e del crescente malcontento popolare e sindacale; di forte disagio culturale di fronte ad un aperto e sempre più ravvicinato confronto fra borghesia e proletariato, ricordandoci che gli scritti di Marx esistevano da poco più di 50 anni, quindi si era in pieno materialismo storico (inteso alla marziana ovviamente). Detto questo possiamo osservare due cose riguardo lo squadrismo. 1- Lo squadrismo è reazione della cultura e di quella parte di società spinta da forti ideali cattolici, ma anche liberali ed anticomunisti, che vedevano nel Bolscevismo un cancro mortale ed un pericolo REALE. I questo clima di cose pur soprassedendo sulle modalità non era difficile trovare un borghese /anche liberale) che appoggiasse più o meno apertamente lo squadrismo. 2- Lo squadrismo è figlio di San Sepolcro, ossia della cultura dell'azione. Lo spirito degli Arditi, il clima pregno di interventismo e retorica d'azione, l'odio per gli 'imboscati' (giocando sull'assoluta contrarietà degli ambienti socialisti alla guerra vista come marionettamento delle masse popolare da parte degli oppressori reazionari) e una sorta di rivalsa sociale verso chi aveva 'tradito' (nei modi più svariati) chi era stato al fronte e ci aveva rimesso vita, sanità mentale o parti del corpo. Io traccerei un filo conduttore che unisca idealmente la scarsissima prova fornita da V.E. Orlando al Congresso di Versailles con l'aperta critica verso la classe dirigente incapace di ottenere ciò che tanto crudemente si era ottenuto sulle pietraie del Carso e sulle pianure del Veneto. Detto questo dovremmo aprire un altro interessante discorso sul marionettamento da parte borghese ed industriale dell'esperienza squadrista, in fuzione puramente anti-socialista in vista di un futuro regolamento di conti con i 'mazzieri del capitale'. Aggiungiamoci però che lo squadrismo nacque , e su questo penso non vi siano dubbi, da una componente popolare. Erano popolarissimi individui o comunissime persone a mettersi la camicia nera ed a prendere il manganello, specie in relazione ad un programma criticamente stravolgente, come era il Manifesto di San Sepolcro; un programma che definire rivoluzionario e dissacrante è poco. A questo colleghiamo idealmente il 'mito fascista' (Roma, Giovinezza, Azione, Obbedienza Corporativismo) ed osserviamo come non vi sia che un'eredità, di certo fortemente compromessa con la borghesia, con il 'partito di massa', col 'tutto e tutti', fra l'esperienza sociale squadrista ed i miti fascisti. Aggiungiamoci che un'a delle grandi motivazioni per le quali lo Squadrismo ebbe successo, oltre l'estetica d'azione e l'etica di rifiuto dell'imbelle borghese, fu lo straordinario (e fino ad allora mai visto) connubio tra etica sociale ed etica nazionale, considerando che eravamo nel periodo forse maggiormente propenso al Nazionalismo dell'intera storia umana. Sugli Arditi del Popolo ci sarebbe da parire un altro interessante discorso, ma lascio a chi ne sa più di me sull'argomento e cortesemente saluto.
Essendo il fascismo un movimento politico non puoi darne giudizio senza ricorrere alle leggi da questo promulgate. Sarebbe come dire cosa ne pensi di giolitti ma senza parlare della sua politica? beh.. era un uomo. In grassetto i due termini che confondi: le opere non sono necessariamente opere pubbliche. Le opere pubbliche le fanno tutti gli stati, e finchè si tratta di ponti strade, dighe, paludi città palestre piscine.. sono tutti d'accordo. Soprattutto per quel che riguarda il periodo pre-ecologista (passatemi il termine). Le opere del fascismo in genere invece comprendono anche la politica interna ed estera, l'economia, la società e i rogetti a lungo termine e tante altre cose. E qui da parlarne ci vorrebbero millanta topic. E tra l'altro ci sono già sul forum. La cosa curiosa è che la maggior parte di quelli che pensano al fascismo come ad una cosa "poi non così male", si limiti a parlare delle opere pubbliche. Si scordano sempre che come il fascismo o il nazismo, nello stesso periodo fecero le stesse cose le democrazie, come in america con il new deal (costruzioni di opere pubbliche immani) o meglio ancora il comunismo che con i piani quinquennali fece diventare in meno di 20 anni la russia sovietica una delle superpotenze mondiali da quel paese di agricoltori che era nel 1910. Insomma se stimate il fascismo per le sue opere pubbliche, vi rimando a stalin che in quel campo fece sicuramente molto di più e molto meglio. :contratto:
Dissento e per due motivi. 1-Le condizioni socio-economico-politiche italiane erano sicuramente peggiori di quelle russe se parliamo del clima 'ventennale'. La Russia possedeva in abbonzanza manodopera e risorse, l'Italia no. La Russia era saldamente socialista, l'Italia un'amalgama di pensieri. La Russia è tradizionalmente figlia del'autoritarismo; da sempre Russia vuol dire Zar o comunque Capo. L'Italia non ebbe un capo fino alla seconda metà del 1920. 2-Frutto di una errata valutazione considerare il Fascismo come un'impresa edile. Posto un testo decisamente esaustivo a riguardo. I DANNI DEL “MALE ASSOLUTO”. Breve indagine sul mai sufficientemente deprecato, infausto, mefistofelico “Ventennio” di Filippo Giannini Sia chiaro un principio: quel che faccio e quel che scrivo sull’ argomento non è per nostalgia (pur avendo vissuto “uno spicchio” di un periodo esaltante e irripetibile), ma per contribuire alla giusta rivalutazione di un grande uomo quale fu Benito Mussolini. I lettori più attenti ricorderanno che in un mio precedente articolo mi impegnai a fornire una spiegazione sul motivo che spinse l’intellettuale Cesare Muratti a scrivere, nel 1983, questa osservazione: <Diciamo finalmente la verità VERA (maiuscolo nel testo, nda): in un certo momento il 98% degli italiani era per Mussolini>. Con l’aiuto di Alessandro Mezzano e del suo libro (appunto dal titolo) “I danni del Fascismo” proverò a fornire la risposta. Quel che segue è un elenco “frammentario ed incompleto, ma significativo, di alcune leggi, riforme ed opere che furono realizzate dal Fascismo e che cambiarono il volto della società italiana, ottenendo al regime e a Benito Mussolini quel consenso popolare, quasi totale, che oggi la cultura e la storiografia ufficiale si affannano a disconoscere” (purtroppo riuscendoci). Quelli riportati più avanti sono provvedimenti concepiti e attuati dal Regime fascista. Prima del suo avvento di questi provvedimenti o erano appena abbozzati o, comunque mai trasformati in leggi, oppure addirittura inesistenti non solo in Italia, ma anche in Europa e negli altri continenti. In altre parole, per essere più chiaro, l’Italia fascista in campo sociale, e non solo sociale, fu all’avanguardia nel mondo. Già il 24 maggio 1920, in un articolo dal titolo “L’epilogo”, Mussolini su “Il Popolo d’Italia”aveva scritto: <Vogliamo rendere il lavoratore partecipe della gestione dell’azienda, elevare la sua dignità, insegnargli a conoscere i congegni amministrativi dell’industria, evitare di questa le degenerazioni speculazionistiche>. E, salito al potere, non perse tempo per attuare i suoi programmi. Scrive Mezzano, in merito alla “Tutela lavoro Donne e Fanciulli”, legge promulgata il 26.4.1923, Regio Decreto n° 653: <E’ una delle prime leggi sociali del Fascismo: nasce solo sei mesi dopo la Marcia su Roma del 22 Ottobre 1922, ed è chiaramente indicatrice di quella che sarà la politica sociale degli anni futuri del regime. Negli anni e nei secoli precedenti né la Chiesa, né la borghesia, né i socialisti ed i sindacati erano riusciti a migliorare ed a rendere umana la condizione delle donne e dei fanciulli, che erano costretti a lavorare nelle fabbriche, nelle miniere o come braccianti nelle campagne>. “Assistenza ospedaliera per i poveri”, legge promulgata il 30.12.23, Regio Decreto n° 2841. <Questa legge trasforma in diritto alle cure gratuite la discrezionalità caritatevole di associazioni benefiche, per lo più religiose, che fino ad allora aveva condizionato la vita o la morte delle persone che non disponevano di mezzi propri per accedere alle cure ospedaliere>. Che il lettore provi ad ammalarsi nella “culla della più grande democrazia: negli Usa” e compari l’attuale stato sociale vigente in quel Paese con quello di“quell’Italia” di ben ottanta anni fa. “Assicurazione Invalidità e Vecchiaia”. Legge promulgata il 30.12.1923, Regio Decreto n° 3184. <La legge decreta il diritto alla pensione d’invalidità e vecchiaia tramite un’assicurazione obbligatorie, al cui pagamento concorrono sia i lavoratori che i datori di lavoro. Il lavoro, componente fondamentale del nuovo Stato fascista, è un dovere (altro che “diritto”, come si ciancia oggi, nda) per ogni cittadino, ma che lo riscatta da quella posizione di servitù in cui lo Stato liberale aveva messo il lavoratore, per trarlo in una posizione di libertà e di dignità che lo investe in quanto uomo, e non solo in quanto lavoratore, e per questo gli assicura la certezza del sostentamento alla fine di una carriera di lavoro>. “Riforma della Scuola (Gentile)”. R.D.L. n° 1054 del 6.5.1923. <La volontà di modernizzazione, che fin dalle origini pervade il movimento fascista, spinge il nuovo governo a progettare la creazione di una numerosa e preparata classe dirigente, in grado di sostenere un vasto disegno di sviluppo nazionale: obiettivo, questo, non realizzabile senza una scuola moderna, razionale, dinamica, produttiva ed accessibile a tutti>. La scuola non doveva fare distinzioni tra le classi sociali, ma garantire il diritto di studio a tutti, anche ai figli appartenenti alle classi meno abbienti. Questa riforma poneva le basi per una scuola più moderna. A quest’opera di risanamento culturale e morale ha fatto seguito, dalla fine della guerra, un rilassamento disgregativo fino a giungere - e i lettori lo ricorderanno - al demagogico assioma del “sei politico”, senza che i governi del tempo fossero in condizione di arrestare la conseguente “avanzata dei somari”. La riforma di Gentile poneva in evidenza la preoccupazione del legislatore a ravvivare una tradizione pedagogica nazionale con i maestri e i professori perno della vita della scuola: “La riforma vivrà, se i maestri la sapranno far vivere”. E con questo spirito veniva valorizzata,, di fronte allo studente, la personalità dei maestri e dei professori, ad ogni livello, dalle elementari all’università. Oggi il maestro e il professore sono privi di ogni autorità e lo studente si sente autorizzato anche a deriderli e a declassificarli. Questo nel nome di una presunta uguaglianza di intenti. “Acquedotto Pugliese, del Monferrato, del Perugino, del Nisseno e del Velletrano”. Valga per tutti quanto detto per l’Acquedotto Pugliese, ricordando che questo è il più grande acquedotto del mondo. Scrive Mezzano: <I primi progetti risalgono al 1904, quando l’Ente Autonomo Acquedotti Pugliesi ne affidò l’esecuzione alla società ligure del senatore Mambrini (sic) (…). I lavori avrebbero dovuto essere terminati nel 1920, ma nel 1919 solo 56 Comuni su 260 avevano avuto l’acqua, mentre le opere intraprese erano spesso abbandonate, incomplete e deperivano (…). Nel 1923, sotto il governo Mussolini, l’Ente fu commissariato e passò alla gestione straordinaria; improvvisamente i lavori vennero accelerati, furono superate tutte le difficoltà che sino ad allora li avevano bloccati e furono portati a termine nel 1939>. Nessuna meraviglia per gli uomini di “quel regime”: il denaro pubblico era sacro. Oggi, invece, che si favoriscono gli appalti degli appalti, le modifiche delle modifiche di un progetto, le tangenti, le tante, troppe “cattedrali nel deserto”. Vale quanto ripetutamente scritto: qualsiasi confronto fra questo regime e quello precedente risulterebbe insostenibile; questo è il vero motivo per il quale si è coniato il termine “Fascismo: male assoluto”. “Riduzione dell’orario di lavoro a 8 ore giornaliere”, R.D.L. n° 1955 del 10.9.1923 <Prima del Fascismo quasi tutto era lasciato all’arbitrio del datore di lavoro, che spesso, con il ricatto psicologico della disoccupazione, costringeva i lavoratori a orari massacranti e in ambienti di lavoro malsani e insicuri>. E’ facilmente comprensibile come questa serie di leggi sociali, se da un lato proteggevano i lavoratori dallo sfruttamento, dall’altra danneggiavano gli industriali, il grande capitale, gli speculatori: e questi divennero gli oppositori del regime. Tuttavia il cammino intrapreso dal Fascismo non si fermerà sino a quando le potenze plutocratiche mondiali non si coalizzeranno per abbattere un regime che stava diventando, per esse, pericoloso. “Opera Balilla e Colonie marine per ragazzi”. <Con questo provvedimento>, scrive Mezzano, <il Fascismo attuò una rivoluzione significativa sottraendo alla Chiesa, anche al di fuori della scuola, l’educazione della gioventù che divenne di pertinenza dello Stato>. La “Gioventù Italiana del Littorio” fu un’operazione colossale, mirante alla protezione dei ragazzi che vennero sottratti ai tanti pericoli che li minacciavano. L’attività ginnico-fisica, inculcò un’istruzione civile e sportiva. La Chiesa non perdonerà mai al Fascismo questo “strappo” che si trasformerà poi in avversione e sostegno al nemico in occasione della guerra ’40-’45. “Opera Nazionale Dopolavoro” Quasi in parallelo a ciò che per i giovani era la GIL, nasce per i lavoratori l’OND. Questo organismo ha il compito di portare cultura e svago tra la classe operaia, che nel passato era stata costretta ad una vita esclusivamente di lavoro, di sacrifici e d’ignoranza>. Le strutture dell’Opera raggiunsero, in poco meno di un decennio, un livello unico al mondo. Alcune cifre significative: 1227 teatri, 771 cinema, 40 cine-mobili, 6427 biblioteche, 994 scuole di ballo e canto, uno stabilimento idrotermale, 11.159 sezioni sportive a livello dilettantistico con 1.400.000 iscritti, 2700 filodrammatiche con 32.000 iscritti, 3787 bande musicali e 2130 orchestre con 130 mila musicisti, 10 mila associazioni culturali. Con l’avvento delle “40 ore lavorative settimanali” i lavoratori e le loro famiglie possono viaggiare sui cosiddetti “treni popolari”, il costo del biglietto è ridotto del 70%. A guerra finita le strutture dell’OND confluiranno nella “Case del popolo” di matrice comunista e il PCI farà propri i principi ispiratori dell’OND facendoli passare (furbescamente) come proprie iniziative. “ Reale Accademia d’Italia”, RDL n° 87 del 7.1.1926. Osserva Mezzano: <Nel quadro del progetto di risollevazione della Nazione da quello spirito di rassegnata sudditanza e di provincialismo culturali che avevano contraddistinto secoli di storia prima e dopo l’unità, fu fondata l’”Accademia d’Italia” allo scopo di dare lustro e dignità all’ingegno e all’arte italiane>. L’Accademia venne poi soppressa, con Decreto Luogotenenziale del 28.9.1944, solo perché era una creazione del Fascismo. Continua Mezzano: <Dopo la sconfitta e con l’avvento della Repubblica resistenziale, rifiorirono il servilismo e il provincialismo: l’Italia borghese, clericale e anticomunista volle essere colonia culturale, politica ed economica degli USA, mentre la sinistra comunista avrebbe voluto un’Italia satellite dell’URSS>. In merito all’Enciclopedia Treccani il giornalista Franco Monaco ha scritto: <In Inghilterra esisteva da duecento anni una Enciclopedia Britannica, ma in Italia nessuno aveva mai pensato che si potesse farne una italiana. Proprio Gentile la suggerì all’industriale Giovanni Treccani>. Treccani si mise immediatamente al lavoro. Sotto la direzione di Gentile lavorarono oltre 500 redattori e collaboratori selezionati nei vari rami della cultura italiana. Per espresso ordine di Mussolini fu adottato lo stesso principio che vigeva per l’Accademia d’Italia: la selezione doveva avvenire in base alla validità professionale e culturale del candidato, accantonando ogni preclusione di indole ideologica. Così all’Enciclopedia collaborarono anche noti “oppositori” e perfino alcuni firmatari del “Manifesto” di Croce. Il lavoro si svolse con velocità, capacità e puntualità miracolose. Il frutto di tutto ciò fu che l’Enciclopedia Italiana sopravanzò, come mole e valore culturale, sia la “Britannica” che la “Francese”. Nel 1937 l’Enciclopedia Italiana presentò il risultato del proprio lavoro: l’Enciclopedia era costituita di ben 35 volumi; i collaboratori erano stati in tutto 3000, <ossia tremila cervelli che Giovanni Gentile aveva amalgato e ridotto all’osservanza di quei concetti generali di obiettività, precisione, chiarezza e concisione che l’Enciclopedia si era imposti> (Franco Monaco). “Bonifiche dell’Agro Pontino, dell’Emilia, della Bassa Padana, di Coltano, della Maremma Toscana, del Sele, della Sardegna ed eliminazione del latifondo siciliano”. RDL 3256 del 20.12.1923. Mezzano: <Nel 1923, solo un anno dopo la Rivoluzione fascista, Benito Mussolini amplia i poteri dell’ONC (Opera Nazionale Combattenti) e le affida il compito tecnico amministrativo di realizzare la bonifica dell’Agro Pontino, che non sarà un mero risanamento idraulico dei terreni, ma una vera e propria ricostruzione ambientale, secondo il piano di Arrigo Serpieri, Sottosegretario alla bonifica (…). Oltre alle dimensioni dell’opera di bonifica, che non ha avuto eguali in Italia in tutta la sua storia, è da sottolineare il rivoluzionario concetto che la ispira e che va sotto il nome di “Bonifica integrale”, sottolineato e riportato nell’intestazione delle leggi che vi si riferiscono>. Il progetto prevedeva una serie di interventi che andavano dalla sistemazione e dal rimboschimento dei bacini ai lavori di sistemazione degli alvei dei corsi d’acqua, alla trasformazione colturale e alle utilizzazioni industriali, sempre secondo una coordinata e armonica pianificazione del territorio. Dal suolo bonificato sorgono irrigazioni, si costruiscono strade, acquedotti, reti elettriche, opere edilizie, borghi rurali e ogni genere di infrastrutture. Dalle Paludi Pontine sorsero “in tempi fascisti” vere e proprie città: Littoria, inaugurata l’8 dicembre 1932; Sabaudia (indicata da tecnici stranieri come uno dei più raffinati esempi di urbanistica razionale), il 15 aprile 1934; Pontinia, il 18 dicembre 1935; Aprilia, il 29 ottobre 1938; Pomezia, il 29 ottobre 1939. Nell’Agro Pontino furono costruite ben 3040 case coloniche, 499 chilometri di strade, 205 chilometri di canali, 15.000 chilometri di scoline. La “Bonifica integrale” continuò nell’alto Lazio, in Campania, in Sardegna, in Sicilia e così via in tutta Italia, ma non solo in Italia: non si possono dimenticare le grandi opere realizzate in Somalia, in Eritrea, in Libia, in Etiopia. Tutto questo, come si è detto, “in tempi fascisti” e senza alcuna ombra di “democratiche tangenti o mazzette”. La risposta a queste opere colossali proveniente dagli uomini dei “diritti e della libertà” è stata (e non sto scherzando) che le bonifiche integrali furono “un danno ecologico“. Oppure, come ha scritto Piero Palumbo (“L’Economia italiana fra le due guerre”, pag. 84: <Duole (!) ricordarlo: i primi ecologisti indossavano l’orbace>. Un’osservazione che è un pugno nello stomaco al “Verde” Onorevole Pecoraro Scanio. “Opera Nazionale Maternità e Infanzia”, RD n° 718 del 15.4.1926. <Nella nuova società la cura e l’importanza delle donne e dei fanciulli, implicita nella dottrina fascista, assume l’importanza di istituzione mediante la fondazione dell’”Opera Nazionale Maternità e Infanzia”. L’ONMI vuole dare e darà un concreto supporto a quella fondamentale cellula umana e sociale che è la famiglia, intesa non quale generatrice di forza di lavoro e di consumo, come è nella concezione materialistica del capitalismo e del marxismo, ma quale culla e nucleo vitale delle tradizioni, della storia e del futuro della Nazione e dello Stato. Centro vitale della famiglia è, per il Regime fascista, la madre (…)>. Con questa legge lo Stato si fece carico dell’assistenza e dell’aiuto alle madri, volgendo particolare attenzione alle cure per le madri-lavoratrici. Questa legge, anticipatrice dei tempi è, quindi, una delle innovazioni più prestigiose del regime fascista. Furono istituite in ogni provincia le “Case della madre e del bambino”, gli asili nido, i dispensari del latte: tutte organizzazioni che giunsero ad accogliere circa 2 milioni di assistiti. Tutto questo era integrato da una assistenza medica e da una propaganda igienica. L’”Ente Opera Assistenza” curava la gestione delle Colonie estive e invernali, istituite per assistere soprattutto i bambini di famiglie meno abbienti. Gestiva, inoltre, speciali scuole e Colonie per la terapia dei colpiti dalla tbc”, i convalescenziari e centri per la cura dell’anemia mediterranea. Oggi tutti possono vedere in che stato si trovano gli ospedali per la cura della talassemia e quelli pediatrici che furono costruiti sul litorale da Rimini a Riccione. Luciano Violante “Assistenza agli illegittimi, abbandonati o esposti”, legge dell’8.5.1927, RDL n° 798. Mezzano: <Con questa legge lo Stato si assume la responsabilità di provvedere a quei bambini non desiderati che erano prima senza tutela ed alla mercé della carità privata e quindi considerati persone di seconda categoria>. Oggi, in “regime democratico”, molti fanciulli vengono abbandonati ai pedofili e alla droga. Le donne reclamano la libertà sessuale e il “diritto all’aborto”, sanzionato e garantito addirittura dallo Stato. E quando lo Stato non interviene il povero lattante viene abbandonato come immondizia, in un cassonetto. D’altra parte, come disse Luciano Violante, “Questo è lo Stato dei diritti e della libertà”. “La Carta del Lavoro”, Pubblicazione sulla “Gazzetta Ufficiale” n° 100 del 30.4.1927. <Puntualizza il rapporto fondamentale tra Fascismo e mondo del lavoro. Dichiara, istituzionandoli, i principi basilari a tutela dei lavoratori, nonché la preminenza, nello Stato Fascista, dell’interesse prioritario che lega gli obiettivi dello Stato a quelli del lavoro e dei lavoratori>. La “Carta del Lavoro” intendeva portare a confronto, su uno stato di parità, secondo un progetto di collaborazione e solidarietà che superasse la rovinosa filosofia materialistica della lotta di classe, due tradizionali antagonisti sociali: il capitalismo e il lavoro. Sarebbe troppo lungo elencare tutti i vantaggi per i lavoratori previsti in questa legge rivoluzionaria. Ne elenco solo alcuni: obbligatorietà della stipula di Contratti collettivi di categoria; istituzione della Magistratura del Lavoro; diritto alle ferie annuali; istituzione della indennità di fine rapporto; istituzione degli uffici di collocamento statali; assicurazione sugli infortuni sul lavoro; assicurazione per la maternità; assicurazione contro le malattie professionali; assicurazione contro la disoccupazione; Casse mutue per le malattie eccetera. L’antifascista Gaetano Salvemini scrisse: <L’Italia è diventata la Mecca degli studiosi della scienza politica, di economisti, di sociologi, i quali vi si affollano per vedere con i loro occhi com’è organizzato e come funziona lo Stato corporativo fascista (…)>. Oggi, invece, quotati giornali stranieri si affollano per denunciare la mafia politica e la pletora di deputati e senatori che siedono in Parlamento, pur essendo stati condannati dalla giustizia per reati vari. Non c’è che dire, anche oggi, siamo “studiati”. “Esenzioni tributarie per le famiglie numerose” RDL n° 1312 del 14.1.1928 e “Assegni familiari” RDL n° 1048 del 17.6.1937. Mezzano scrive: <In coerenza con la dichiarata importanza che il Fascismo attribuiva alla famiglia come cellula fondamentale della società, era importantissimo sgravare dalle spese fiscali quelle famiglie che già avevano impegni finanziari onerosi a causa dell’elevato numero dei componenti>. Grazie a queste leggi lo Stato riconosceva agli operai che si sposavano entro il venticinquesimo anno un assegno nuziale di 700 lire. Inoltre, se i coniugi guadagnavano meno di 1.000 lire lorde al mese, veniva loro concesso un prestito senza interessi compreso tra le 1.000 e le 3.000 lire. Alla nascita del primo figlio, il prestito si riduceva automaticamente del 10%; così, gradualmente, sino alla nascita del quarto figlio, il prestito veniva condonato. Il capofamiglia con prole numerosa (sette figli) godeva di privilegi particolari: Mussolini inviava, o consegnava personalmente, 5.000 lire, oltre una polizza di assicurazione. Una tessera gratuita valida per tutti i mezzi pubblici cittadini giungeva al capofamiglia tramite la locale sezione della Federazione fascista. Altri privilegi per queste famiglie numerose erano: la possibilità di contrarre prestiti a tasso bassissimo, sconti nell’affitto degli appartamenti, assegni familiari ragguardevoli. E ancora: per gli operai con un figlio, lire 3,60 la settimana; lire 4,80 per quelli con due o tre figli; 6 lire per quelli con quattro figli e oltre. “Legge sull’assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali e legge istitutiva dell’INAIL”, RD. n° 928 del 13.5.1929 e RD. n°264 del 23.3.1933, “Legge istitutiva dell’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale)”, RDL n° 1827 del 4.10 1935. <Nel quadro della ristrutturazione del mondo del lavoro e nei rapporti tra i lavoratori e lo Stato, queste due leggi risolvono l’annoso problema delle conseguenze negative che situazioni accidentali potevano procurare a chi lavorava in particolari settori>. Il Regime fascista nel suo “programma politico e sociale per l’ammodernamento e l’industrializzazione del Paese”, come osservato anche da James Gregor, non poteva eludere una globale politica previdenziale. La competenza dell’INPS andava dall’invalidità e vecchiaia alla disoccupazione, dalla maternità alle malattie. Altre assicurazioni coprivano, praticamente, la totalità dei prestatori d’opera, garantendo così all’Italia un altro primato mondiale. Sulla scia dell’INPS sorsero, sempre negli anni ’30, l’INAM, l’EMPAS, l’INADEL, l’ENPDEP, tutti enti che permetteranno poi, anche se fra scandali, ruberie e arroccamenti di potere politico, all’Italia post-fascista di tutelare i lavoratori. “Istituzione del Libretto di Lavoro”. Mezzano osserva: <Proseguendo nel perfezionamento delle norme a tutela dei lavoratori, per contrastare fenomeni come il lavoro nero, lo sfruttamento illecito di categorie deboli come donne e fanciulli, gli abusi sull’orario di lavoro e l’evasione dei contributi lavorativi e previdenziali e per far sì che, in generale, fossero rispettate tutte le leggi emanate a difesa del mondo del lavoro, viene istituito il Libretto di Lavoro>. Per avere solo una idea del maltrattamento subito dalla verità dopo la caduta del Fascismo, ecco come lo “storico” Max Gallo riporta la notizia in “Vita di Mussolini”, pag. 118: <Si crea un libretto di lavoro obbligatorio per meglio sorvegliare gli operai>. “Riduzione dell’orario di lavoro a quaranta ore settimanali” RD. n°1768 del 29.5.1937. Mezzano: <Non appena le condizioni generali dell’economia e dell’industria italiane lo permettono, il Fascismo continua la marcia intrapresa sin dal 1923 in direzione della riforma globale del mondo del lavoro, investendo parte del vantaggio economico nella ulteriore diminuzione dell’orario di lavoro e sottolineando il principio che il lavoro e il profitto debbono essere strumenti e non fini della società>. Questa legge (poi meglio conosciuta come “sabato fascista) era già prevista nel programma fascista del 1919 e si inserisce con naturalezza nell’obiettivo di forgiare lo “Stato del Lavoro” nel quale la figura del lavoratore si trasforma sempre più da salariato in protagonista e compartecipe dell’impresa. “Legge istitutiva dell’ECA (Ente Comunale di Assistenza). RDL n° 847 del 19.6.1937. Sempre Mezzano: <Viene istituito, in ogni comune del Regno, l’”Ente Comunale di Assistenza”, allo scopo di assistere individui e famiglie in stato di necessità e di controllare e coordinare tutte le altre associazioni esistenti che abbiano analogo fine>. E’ superfluo commentare questa legge, tanto è palese la sua finalità. I più bisognosi non vengono più assistiti da opere misericordiose, ma tramite una legge specifica dello Stato. Mi fermo qui perché, come ho scritto all’inizio, potevo presentare, per ovvi motivi di spazio, solo un elenco “frammentario ed incompleto” di alcune leggi sociali concepite dal Regime fascista. Tante altre tutte di spiccato valore sociale, uniche o prime nel mondo, arricchiranno la Storia del Fascismo. Una fra queste, <la più rivoluzionaria, la più geniale, la più popolare delle riforme del Fascismo, fortemente voluta da Benito Mussolini fu realizzata nella Repubblica Sociale Italiana>. Mezzano si riferisce alla “Socializzazione delle Aziende”: una riforma che avrebbe portato alla completa “Socializzazione dello Stato”: una riforma che fu vanificata solo perché la plutocrazia mondiale volle mettere fine al Regime Fascista che, come disse Mussolini, <aveva spaventato il mondo>. Intendeva, ovviamente, “il mondo dell’usura e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo”. Mussolini e i suoi seguaci realizzarono uno Stato sociale, nonostante le difficoltà create lungo il loro cammino, decisamente all’avanguardia coi tempi, e questo senza aver avuto la possibilità di alcun esempio precedente. La validità di “quel sistema” è convalidata dal fatto che “quelle innovazioni”, come ha scritto Vittorio Feltri: <durano fino ad oggi, e sarebbero durate ancor più se l’inefficienza, l’incapacità e la disonestà dei Governi dei giorni nostri non le avessero distrutte>. A questo aggiungiamoci la Carta Nazionale del Lavoro e la Socializzazione delle Impresa 'casualmente' abolite nel 1945. Suvvia non lasciamoci andare al 'chi ce l'ha più lungo', non serve a nessuno e ci porterebbe solamente ad una moltitudine di smadonnamenti da parte dei moderatori, inevitabilmente trasposti in una moltitudine di minacce di BAN. Torniamo In Topic per cortesia.
Grazie a tutti ma in particolare a Solctis, questo è proprio il tipo di intervento che mi interessa Mi serivirebbero ora solo delle fonti dalle quali attingere... La mia prof fa l'equazione "violenza squadrismo=fascismo" ma non penso sia così la realtà dei fatti, voi che dite? Sicuramente ci sarà stata una relazione tra fascismo e squadrismo però non so fino a che punto.. vedete, è proprio questo che ho poco chiaro...
Figurati, il problema è che se ci si ferma a ciò che ci dice la scuola italiana la nostra formazione rischia di divenire simile a quella di una pecora. Mai fidarsi della scuola italiana; troppo ideologizzata e dichiaratamente non neutrale. Perlomeno io in 15 anni di vita scolastica/universitaria non ho mai trovato un professore o maestro che mi spiegasse le cose in maniera neutrale. [FONT=Verdana, Arial, Helvetica] -Paolo Buchignani, La Rivoluzione in camicia nera , Mondadori - Collana: Le Scie [/FONT] -G.A.Chiurco, Storia della rivoluzione fascista, Vallecchi, Firenze 1929. (Raro, su e-bay forse lo trovi, però secondo me l'ideale per leggere con gli occhi di chi visse con mano e cuore lo Squadrismo e la Rivoluzione Fascista).
Il movimento, come spiegato nel bel post di Solctis (il primo eh , l'unica cosa che non ho capito è il discorso sul connubio tra etica sociale e etica nazionale :humm nasce da radici non prettamente fasciste, però poi vi si fonde. Da un certo punto in poi squadrismo DIVENTA = a fascismo. Le squadracce vennero assorbite dal movimento fascista e da quel momento in poi diventeranno il braccio violento del partito. Sul fascismo in generale dico a Solctis che quanto dice è sicuramente verissimo, ma non c'era bisogno del fascismo duro e puro per fare tutte quelle cose. Bastava un governo normale, come c'era in molti altri paesi occidentali, che facesse tutto questo senza i sacrifici e i soprusi imposti dal fascismo... Magari ci metteva più tempo (ma non credo: un governo valido può fare tutto, l'hanno dimostrato gli yankee), però avrebbe raggiunto tali conquiste lo stesso. Anzi, senza le sbandate imperialistiche e autarchiche del fascismo magari ce l'avrebbe fatta anche prima.
non per nulla sto chiedendo a voi comunque grazie per i libri che mi hai suggerito, io ora sto aspettando "Mussolini, l'uomo della provvidenza" del Petacco, qualcuno conosce?
cosa c'è di poco chiaro? lo squadrismo fu il braccio armato del movimento fascista. Essere squadrista o fascista ante-marcia era un titolo d'onore, ci fu chi fece carte false per ottenere un diplomino che lo dimostrasse. Il fascismo faceva politica menando le mani, prese il potere con la violenza e l'intimidazione. Lo mantenne con la frode elettorale e la negazione dei diritti politici agli avversari. Se ritieni che il gioco valga la candela mi sta bene, fai come vuoi. Ti ricordo che una discussione pubblica come questa non avrebbe potuto avere luogo in quegli anni, perché qualcuno si sarebbe preso mazzate sulla testa o condanne al confino. Sono passati 60 anni e la questione dovrebbe essere digerita e stra-digerita. Invece no, poi Solctis mi chiederà perché non si manda in pensione l'antifascismo. Mi sembra evidente il perché. Saluti.
Non avevo dubbi sul fatto che tu (non in senso cattivo mi raccomando!) ange o pak potevate avere dubbi (scusa la ripetizione) su questo concetto. Sostanzialmente penso che il primo fascismo fu radicalmente rivoluzionario in quanto capace di fondere istanze sociali (crisi economica, crisi sociale) con istanze nazionali (crisi politica e Vittoria Mutilata, cultra dell'azione). Concordo sulla trasformazione avuta dallo squadrismo che nasce come reazione alle cause di cui discutevamo prima (e su cui mi sembra concordiamo) e che si fonda sull'anti bolscevismo e sull'estetica d'azione anche fine a se stessa. Sulla tua pobiezione riguardo la necessità o meno del Fascismo posso dirti che , a mio modestissimo parere, esso è un fenomeno storico e socio-culturale. Se è avvenuto ve ne era bisogno, come evidentemente di questa repubblica (che per me è fallimentare mentre per voi no), ma non in un senso che sia diverso da quello storico. Per quanto mi riguarda, e lo dico con la più assoluta sincerità, considero l'esperienza fascista un punto di partenza mancato. In nessun altro paese, sbaglierò plausibilmente o meno, ho visto tanta eguaglianza e tanta coesione nazionale, sicuramente estorta in modo violento (e la violenza la condanno sempre sia ben chiaro), ma che per il fine della pace sociale e della coesione nazionale valeva sicuramente la pena. Ovvio che abbiamo due forme mentis completamente diverse che ci portano per esmepio a concepire in modo completamente diverso la stesa Autarchia, per me positiva, per me no. Ma ripeto, qui deviamo dal concetto con il quale è stata aperta questa discussione, cosa che voglio evitare in questa giornata.
Ho letto 'L'Esodo' di Petacco; sostanzialmente accettabile nel politicamente corretto attuale. Ma è della Mondadori storia? Io praticamente mantengo la divisione Storia della Mondadori!
abbi pazienza ma un libro con un titolo così a me sembra tutto tranne che imparziale @Solctis: Ah ok ora ho capito cosa intendevi col connubio sociale-nazionale Sul resto si va nel campo delle opinioni e del what if. Io posso solo dire che quelle conquiste in altri paesi sono state ragiutne senza ricorrere alla violenza. Ammetto però che non posso essere SICURO che sarebbe successo anche in Italia, data la permanente incapacità delle classi dirigenti. Può anche darsi che la spinta fascista abbia sbloccato l'Italia, ma non ci credo molto. Opinioni, però. Per esempio, secondo me la coesione ottenuta con la forza non è una vera coesione. Infatti alla prima crisi seria (nel 43) il paese si è spaccato di nuovo. Tralasciamo giudizi vari, il fatto è che si è spaccato: se fosse stato realmente coeso non si sarebbe spaccato. Prendi ad esempio l'Inghilterra: sembrava destinata a perdere contro la Germania e rischiava un invasione, con Londra sotto le bombe. Eppure gli Inglesi, nonostante tutto, hanno rifiutato la pace e hanno combattuto fino alla fine. Potevano lavarsene le mani, no? QUella per me è stata una prova di coesione di fronte alle avversità.