I consoli Luigi ed Andrea Maneciano, col favore dell'alto consiglio comunale, approvano i seguenti editti: 1) Con la Santa Benedizione dell'altissimo Urbano II, si decide di ampliare il porto Genovese, che da ora sarà in grado di ospitare i bastioni imperiali, che riforniranno le sacre truppe all'insegna della croce di DIO. Esso sarà inoltre meta di transito per il pellegrinaggio in terra Santa, ospiterà nuovi cantieri, e vi sarà molto più spazio per le attività dedicate alla pesca, esso diverrà in breve il nuovo fulcro commerciale della costa ligure, e porterà i giusti proventi alle popolazioni e alla nobiltà. 2) Il consiglio decide di istituire una zona speciale di libero scambio per tutti i comuni ed i cristiani della liguria, essa troverà collocazione nella piazza adiacente al porto, quivi saranno nulle le decime imposte sui prodotti doganali. 3) Cessione ai nullatenenti di comprovata fede cristiana, dei terreni incolti confinanti, essi verranno organizzati in aziende comuni sotto la guida e la supervisione dei nobili locali, per la produzione di generi alimentari, lavorazione della pietra e del legno.
La prima proposta incontra il favore generale della popolazione La terza proposta fa storcere il naso a ai proprietari terrieri. Nella piccola Genova la terra non è molta e non sono in molti quelli disposti a darla ad una massa di diseredati La seconda proposta, invece, fa infuriare il ceto mercantile locale. << Ora, il diritto concessoci da Dio di tassare gli stranieri ci dovrebbe essere portato via? Per quale motivo dobbiamo essere così stolti da rinunciare alla nostra principale fonte di entrata? Se i due consoli non sono interessati ai dazi, che donino i loro proventi alla gilda dei carpentieri! >>
Il comune rassicura il ceto mercantile, dicendo che la proposta andrà sicuramente a loro vantaggio: le barriere doganali, come per accordo, saranno eliminate anche nei comuni che verranno ospitati nella nostra piazza, in questo modo non vi è alcun svantaggio nell'esportazione dei prodotti, ne beneficeranno i cittadini il compratore finale, e i mercanti stessi che potranno esportare senza limitazioni di dogana i propri prodotti nella zona ligure, sotto la guida e la supervisione di Genova.
Dopo lunghe trattative, l'assemblea comunale decide di ritirare il secondo emendamento dell'editto comunale, i rappresentanti, eletti dal popolo stesso, sono consci del fatto che il ceto mercantile rappresenta la parte più intraprendente della nostra piccola società, quindi rompe le trattative con i piccoli borghi liguri, e avvia la costruzione di un emporio nella vicina città di Pisa.