Leggendo in merito alla questione meridionale(argomento della mia tesina) ho scoperto con grande stupore che grazie al pugno di ferro del governo i malavitosi sono stati quasi completamente debellati salvandosi grazie allo scoppi delle ostilità (tant'è che appena hanno avuto l'occasione glielhanno fatta pagare fornendo appoggio agli alleati in sicilia)..ora la situazione è diversa anche se non so dire quanto...la domanda è : con un regime totalitario che tratti il problema con il pungo di ferro è possibile sconfiggere la mafia? ps con mafia non mi riferisco speficicamente a cosa nostra ma a tutte le grandi associazioni malavitose d'Italia
Più che salvarsi allo scoppio delle ostilità, vennero proprio rimessi al potere dagli americani per garantirsi l'ordine pubblico durante l'avanzata verso il nord, tant'è che la quasi totalità dei sindaci siciliani nel 1945 erano affiliati. Secondo alcuni, questa collaborazione tra servizi americani e la mafia nel territorio italiano non è mai terminata, soprattutto in funzione anti-comunismo; esempio ne sono gli anni di piombo e il terrorismo di stato.
Sono convinto di no... Innanzitutto il regime deve avere la volontà di combattere la mafia. Questo fu possibile in Italia perchè Mussolini lo voleva per il bene della nazione, ma in tanti altri regimi la criminalità e il potere vanno a braccetto. E comunque un sistema totalitario prevede un sistema di potere immobile e immutabile, quindi non è possibile far fuori qualche alto papavero con l'accusa di mafia, sarebbe inaccettabile per il sistema. Difatti Mussolini, quando le indagini di Moro si spinsero troppo in alto, fu costretto a dimetterlo, dato che sarebbe andato ad intaccare i sottili equilibri di potere fascismo/monarchia/Chiesa su cui si reggeva l'Italia fascio-savoiarda. Mussolini e Moro ebbero si il merito di annientare la componente di manovalanza della mafia, e sicuramente un aiuto glielo diede la natura autoritaria del regime che permetteva anche il cannoneggiamento di villaggi e l'uso dell'esercito. Ma purtroppo il pugno di ferro è come tentare di distruggere le zanzare irrorando il mondo di DDT. Addormenti il fenomeno finchè il pugno di ferro dura, ma non colpisci nè i capi nè il consenso popolare, e il fenomeno torna alla prima esportazione di democrazia.
Temo le cose non siano così rosee. Ai suoi esordi il fascismo agì, con mano forte, contro la mafia, utilizzando l'apparato repressivo dello Stato liberale. I risultati furono notevoli. Senonché l'azione venne, poi, di fatto interrotta. E non mi rieferisco solo al caso di Mori. Molte delle nuove classi emergenti utilizzarono il fascismo come comodo modo per ribaltare alcune situazioni consolidate e liquidare le vecchie aristocrazie. Questo però non condusse ad una fine delle criminalità organizzate ma ad un cambiamento delle gerarchie. Sostanzialmente le vecchie mafie furono eliminate e sostituite da nuove che si intramarono con il regime. Il che, ovviamente, non vuol dire che furono fasciste ma solo che utilizzarono il fascismo. La mafia, e in genere la criminalità organizzata, non è un'entità metafisica ed è comprensibile solo all'interno dei rapporti di potere, dalla gestione del territorio e della forza lavoro siano al controllo della giustizia locale. Il fascismo trovò comodo utilizzare i potentati locali, magari elevandosi di volta ad arbitro tra gruppi in lotta, per la gestione del territorio. Non a caso nelle inutili ma dal punto di vista popolare, prestigiose camere nazionali, erano eletti (nominati) vari esponenti della nuova mafia. La vecchia storiografia (ad esempio anche un marxista come Hobsbwan cade in questo errore nel Secolo Breve) risentiva di una limitata, ed ottimistica, ricerca di Mack Smith. Tuttavia le nuove ricerche invitano a maggiore prudenza. La mafia utilizzò il fascismo, come utilizzò il regime Dc. Il fascismo, e Mussolini in prima persona, nelle sue smanie socialisteggianti, aveva sperato di agire sulla società rurale siciliana con una forte riforma terriera, che doveva portare ai comuni autogestiti. Alla fine le espropriazioni, anche per via della guerra, furono limitate e nulla cambiò sul serio. D'altra parte la sola azione repressiva certo non è sufficiente per aver ragione della criminalià organizzata.
Il duce ha attaccato comunque solo la mafia siciliana e a modo suo ha creato una nuova mafia nei territori conquistati dove ha introdotto una classe amministrativa basata su raccomandazioni e con più collegamenti del padrino.
discussione già fatta: ai mafiosi venne dato il potere direttamente e sparirono quelle figure di criminale più a contatto con il cittadino (esattori e simili). La mafia non sparì affatto e non la riportarono in Sicilia gli americani (come ho letto diverse volte anche qua),ma se la ritrovarono sul territorio con contatti e gente a sufficenza per essere una forza utile come alleata e non certo un'entità sconfitta e debole.