Seguendo la scia di questa discussione http://www.netwargamingitalia.net/forum/showthread.php?t=8731 vorrei parlare invece sul sistema economico, politico e sociale che si è delineato negli stati scandinavi e in Gran Bretagna nel dopoguerra. Questo sistema detto Walfere State ( correggetemi eventuali errori in inglese ) impone tasse pesantissime e pene severissime per gli evasori fiscali ma garantisce: alternanza dei partiti al governo, servizi sociali alti ed efficienti e un economia stabile che opera nel benessere del consumatore e del lavoratore. Cosa pensate di questo sistema ed è possibile che si imponga in Italia?
Il Welfare State che ci incastra con l'alternanza dei partiti al potere (che poi quale alternanza??? Mica è automatico!). E con l'economia stabile???? Mi sa che hai fatto un minestrone...
Solo nei paesi scandinavi e non in Gran Bretagna esiste il sistema di cui tu parli...è impossibile che si imponga in Italia noi siamo un popolo di furbi loro no
Attilio, credo tu abbia fatto un po' di confusione. Welfare State sta per Stato Sociale e, almeno nella teoria , è applicato in gran parte delle nazioni del mondo. Non è una forma di governo o una vera e propria dottrina politico-economica. E' soltanto un orientamento dei governi, concretizzato con adeguata legiferazione (politiche fiscali e assistenziali in primis), a ridistribuire più o meno parzialmente le ricchezze al fine di proteggere gli strati sociali più deboli mettendo loro a disposizione servizi che non potrebbero "pagarsi" da soli.
effettivamente hai fatto un pò confusione. L'ottimo darksky ha già spiegato ampiamente. In nord Europa ci si trova davanti a "stati sociali" in cui i principi del welfare state sono portati all'estremo, grazie ad una tassazione elevata e ad un popolazione scarsamente numerosa, che permette una migliore organizzazione e gestione dei servizi. Anche da noi rimangono ampie presenze delle dottrine di welfare, pensa ad esempio alla sanità gratuità per tutti. E' una dottrina che però è diventata molto costosa, specie nei paesi meno virtuosi, come l'italia, ed infatti oggi si discute e piano piano si smantellano quelli che rischiavano di essere storture del sistema, ma in realtà tutti gli stati hanno "pezzi" di welfare state
oggi si tende verso l'opposto del welfare state ovvero il modello americano, dove i servizi sono sono affidati in larga parte ai privati... in italia l'applicazione del welfare state, sopratutto negli anni '80 ha portato a spese folli non giustificate dal ciclo economico,con debiti che ci portiamo avanti ancora oggi....
Si chiama neoliberismo. Il governo Berlusconi sta energicamente portando il paese verso questo modello. Ridurre i servizi e quindi tenere le tasse basse così da mantenere più vivace l'economia privata. Se seguite i dibattiti gli esponenti del PDL si riferiscono spesso di modello "Tatcheriano" infatti a lei si fa risalire questo modello. I sostenitori spiegano che lasciando più denaro nelle mani dei risparmiatori (soprattutto quelli che possono investire) tutta l'economia crescerà e di conseguenza si potranno coprire così tutti i buchi. I contrari invece pongono l'accento sulle gravi sperequazioni sociali che si creeranno, con mancanza di servizi fondamentali per le fasce deboli che tra l'altro perderanno il loro, seppur basso, potere d'acquisto. Un aumento del consumo di prodotti futili per chi se lo può permettere (più redditizi, con ricavi maggiori), una diminuizione dei consumi di prima necessità e di accesso a servizi più o meno fondamentali per chi non può. Maggiori risorse economiche circolanti, ma distribuite peggio
Addossare al PDL (di cui, tanto per capirci, io *non* sono sostenitore) la "crisi del welfare state" è assolutamente ridicolo, manco Bertinotti ci riuscirebbe. I modelli di Welfare state posti in essere in buona parte dei paesi europei nel dopoguerra sono entrati in crisi per una miriade di fattori, fra cui un consistente cambio nello sviluppo demografico dei paesi industrializzati. Oggi ci si sposa più tardi, si va a lavorare più tardi, si fanno molti meno figli e si vive di più rispetto agli anni 50-60. Questo ha un importante risvolto: le fasce non attive della popolazione sono aumentate e sono destinate ad aumentare in futuro sia in termini assoluti sia in termini relativi rispetto alla popolazione attiva (quelli che lavorano). I primi modelli ad entrare in crisi sono stati i sistemi pensionistici, sui quali ha contribuito anche l'eccessiva miopia dei nostri politici, che, interessati solo ad un'ottica a breve termine, li hanno resi troppo generosi nelle prestazioni (baby pensionati, squilibri eccessivi fra quanto contribuito e quanto si percepirà da pensionato, pensioni eccessivamente generose ecc). Basti dire che io ho avuto professoresse andate in pensione a 40 anni con una pensione di tutto rispetto. Tra maternità, riscatto laurea e il fatto che mediamente oggi una donna vive fino a 78 anni, è facile capire che un sistema del genere ormai è insostenibile perché troppo squilibrato fra quanto si versa e quanto si riceve. Le generazioni attuali che si affacciano sul mondo del lavoro, oltre ad andare in pensione molto più tardi dei loro predecessori, avranno una pensione pari al 50-60% del loro reddito, contro un 80% circa dei loro predecessori. Insomma, se il padre di un 30enne è andato in pensione a 56-60 anni (se non prima, magari continuando a lavorare in nero come "consulente"; basti dire che l'Italia con il belgio nel 2000 era leader del fenomeno dell'"early retirement") con una pensione praticamente pari agli ultimi stipendi, il 30enne in esame prenderà una pensione molto meno generosa e lavorerà fino a 70 anni. Se non provvede ad integrare la pensione con contributi volontari, andrà in contro ad una riduzione del suo potere di acquisto in età avanzata. Finora si è sempre buttato sul debito pubblico lo squilibrio dei nostri sistemi. Oggi non è più fattibile, per una miriade di ragioni. Quindi o tagli o fai pagare per quei servizi. A torino la sinistra governa sia regione che comune, e sono stati loro a reintrodurre i pagamenti del ticket per le prestazioni sanitarie. Tutti presi da un'improvvisa frenesia di neoliberismo? No, non ci sono più soldi, e forse è il caso di dire che le generazioni oggi anziane hanno goduto di benefici eccessivi, che ora pagano le generazioni giovani. "Nessun pasto è gratis...", qualcuno il conto prima o poi lo deve pagare... Saluti
Addendum (come se non fossi stato sufficientemente prolisso): torno sul sistema pensionistico (parte importantissima del cosiddetto welfare state) per dire che è un equivoco enorme pensare che la privatizzazione possa magicamente mettere tutto a posto. Gli squilibri permangono e il passaggio ad un sistema misto pubblico e privato (modello attuale) *non* sistema gli attuali squilibri del sistema pubblico. Il lavoratore oggi ha un prelievo sullo stipendio consistente da parte dell'INPS per avere prestazioni assolutamente *inferiori* rispetto a quelle che si potevano avere 30 anni fa. IN PIU' *deve* farsi una pensione privata se vuole mantenere i livelli di copertura di 30 anni fa, rinunciando ad altra parte del suo potere d'acquisto... Fenomeno della "doppia imposizione" che oggi grava su di me come tanti altri che sono entrati in questi ultimo decennio nel mondo del lavoro. Saluti
Giusto per intenderci... non ho dato la colpa al PDL, ma ho detto che che esso sta traghettando il paese verso il neoliberismo, senza imputare colpe o meriti