L'altro giorno mi sono trovato a discutere con un ragazzo asiatico sul governo dell'Italia (prima mi aveva chiesto cosa pensavo del caso Meredith). Quando gli ho spiegato dell'esilio del re e dei suoi discendenti, si è molto sorpreso. Anche con dei ragazzi spagnoli avevo avuto una reazione simile: non riusciavno a capire come mai non volessimo più la monarchia anche solo a livello rappresentativo. Mi sono chiesto, come mai anche in Spagna dove la monarchia fu comunque legata a Franco, non esiste questo astio (o se esiste è in forma leggera) verso la famiglia reale?
Di sicuro uno dei motivi della diffidenza verso la monarchia italiana è stata l'approvazione delle leggi razziali, peraltro rinnegate solo in tempi recentissimi (mi pare una decina d'anni fa circa) oltre ovviamente al timido appoggio di Vittorio Emanuele III a Mussolini. Comunque anche in Spagna non tutti amano i reali, anzi, probabilmente il re rimase per una questione di successione, dopo Franco serviva qualcuno che indicasse la via.
Purtroppo non credo che le leggi razziali siano un motivo di diffidenza da parte degli italiani nei confronti dei Savoia. Quando esse furono approvate non suscitarono nessuna particolare reazione né fra la gente né fra gli intellettuali, se non sbaglio per ogni insegnante o docente universitario ebreo che perse il posto ci fu la fila di "ariani" ansiosi di prenderne il posto, posto che fu nella maggior parte dei casi mantenuto anche dopo la caduta del Regime. Sulla vexata questio dei brogli nel referendum sulla monarchia non mi pronuncio, ma sicuramente il risultato fu quello di una larga fetta dell'Italia, soprattutto al meridione ancora fedele ai Savoia (paradossalmente la parte che avrebbe avuto da lamentarsi per essere stata conquistata e peggio governata dai Savoia nel secolo precedente). Tuttavia, penso che in realtà non vi fosse tanto uno spirito monarchico, quanto uno spirito tradizionalista che negli anni successivi si è rapidamente estinto con i rapidi cambiamenti che l'Italia ha vissuto nel dopoguerra. A mio parere, la sconfitta della monarchia nel referendum fu soprattutto dovuta al fatto che il sistema dei partiti italiani si era oramai inserito in tutti i gangli vitali della società e dell'amministrazione pubblica. Fra i partiti, i maggiori fra essi come il PCI e il PSI da una parte erano chiaramente di sentimenti repubblicani, mentre almeno i vertici della DC, dall'altra, non sentivano la necessità di mantenere in piedi l'istituto della monarchia. Senza contare che gli USA, a differenza della Gran Bretagna, non avevano nessuna fiducia nei Savoia e nella monarchia ed erano chiaramente a favore della repubblica. Diverso il caso della Spagna, lì la monarchia ha rappresentato un elemento di unione in un paese fortemente caratterizzato da spinte separatiste (Paesi Baschi, Catalogna, ecc) e di garanzia costituzionale, senza essere compromessa con il regime di Franco. Se vi ricordate quando nel 1981 il colonnello Tejero ed altri tentarono un golpe in Spagna la ferma reazione del giovane re Juan Carlos fu uno dei motivi che portarono ad una fine ingloriosa del golpe stesso (averlo avuto un Juan Carlos in Italia nel '22). E' anche vero che oggi l'istituto della monarchia in Spagna non gode più del prestigio dei decenni passati, vedi anche i recenti scandali che hanno coinvolto personaggi della casa reale e questo potrebbe un giorno porre in dubbio persino il futuro stesso della monarchia spagnola.
Averlo avuto un Juan Carlos nel '22 non sarebbe stato male, ma non credo di poter mettere sullo stesso piano Mussolini (migliaia di camice nere, seppure poco e male armate oltre al sostegno di parte della politica dell'epoca) e Tejero (che alla fine aveva sì e no 500 volontari spagnoli e portoghesi in un periodo in cui finalmente tutti tiravano un sospiro di sollievo per la fine di Franco). Quindi sì, probabilmente in Spagna la monarchia si è mantenuta come legante sociale, mentre in Italia ha perso il senso di figura di coesione (anche se a essere sinceri è sostanzialmente la funzione che svolge poi il Presidente della repubblica, vedi Napolitano di questi tempi).
Premesso che sono ammiratore del modello monarchico-costituzionale (quello inglese sopratutto) sono totalmente d'accordo col discorso di Mappo. A parer mio il passaggio dalla monarchia alla repubblica è stato un segnale forte, di rottura voluto sopratutto dall'albo progressista (quindi le istanze socialdemocratiche, democratiche e popolari contro i conservatori politici e anche de facto tra la popolazione) che si scontrò con successo con una tradizione "obsoleta" oserei dire. E' stata una scelta dettata sia dalla volontà di mandare un segnale forte di cambiamento, sia perchè di fatto la monarchia era ormai superflua.
In Spagna la monarchia è stata la forma di governo dominante per secoli e secoli, guarda caso che ogni volta che hanno tentato di insediare una Repubblica, dopo tot anni hanno tentato di rovesciarla, riuscendoci.
Non tutti magari, ma in italia nessuna forza politica ha mai suggerito di allentare le misure contro la monarchia. Segno che agli elettori non importa niente nel migliore dei casi o sono ostili all'idea.
Sono stati riammessi, ufficialmente, gli eredi maschi dei Savoia in Italia, se non è un allentamento delle misure contro la monarchia questo non so proprio cosa possa esserlo. Considerando che è il massimo concesso dalla nostra costituzione.
Beh, mi sembra che il paragone strida un po': Franco non ha condotto la Spagna alla rovina, Mussolini, alleandosi con la Germania ed entrando in guerra, ha condotto la Nazione ad anni di sofferenza e ad una guerra civile che hanno lasciato il Paese martoriato. Mussolini ha sempre avuto, almeno ufficialmente, l'appoggio del Re. L'occasione per riscattarsi la Monarchia l'ha avuta con la deposizione di Mussolini, ma la successiva fuga a Brindisi ne ha minato ulteriormente la credibilità, dando ampio credito ai suoi detrattori. E la fuga è stato innegabilmente un atto moralmente ed istituzionalmente disgustoso: la figura di "guida" della nazione imponeva al Re di restare al suo posto, proprio mentre la nazione era allo sbando. Oggi sono passati tanti anni e credo sia difficile comprendere quanto gli italiani ne avessero le scatole piene di una guerra che era partita con intenzioni trionfalistiche e che è finita in maniera disastrosa. Non mi pare assurdo che, a guerra terminata, si volesse un segno si discontinuità, anche dal punto di vista istituzionale, rispetto al passato. Tra l'altro al referendum la Monarchia ha perso di poco e sembra che la vittoria della Repubblica non sia stata così limpida... Inviato dal mio GT-I9300 con Tapatalk 2
Qualche centinaio di camicie nere malearmate? Mussolini aveva il controllo dell'Italia già da prima di salire al potere, in pratica in certe regioni non ti venivano a casa i poliziotti ma le camicie nere. Già durante il governo di Giolitti, Mussolini aveva disfatto i sindacati e represso gli scioperi, impedendo qualsiasi margine d'azione al governo e ai socialisti. Mi sembra alquanto assurdo pensare che così dal nulla, con pochi armati, Mussolini abbia conquistato il potere, ciò poteva farlo un Napoleone, ma non un Mussolini. Per cui in tale ottica si potrebbe "giustificare" in parte la decisione del re, il quale dando l'incarico a Mussolini avrebbe evitato una guerra civile ma soprattutto la tanto temuta rivoluzione rossa.
Qualche centinaia? Mi pare di aver scritto migliaia (per non dire decine di migliaia) e comunque la cosa era implicita nella risposta che avevo già dato, avevo appunto detto che non c'era confronto tra il colpo di mano di Mussolini (che poi è stata solo la goccia che ha fatto traboccare la paura del re, niente più di una dimostrazione) rispetto a "golpe" di Tejero, ben più misero e senza nessuna base sociale a cui appoggiarsi. Per quello che penso io, se il re avvesse voluto, avrebbe potuto fermare l'escalation di violenza ben prima di arrivare al '22, se non l'ha fatto forse non l'ha voluto, probabilmente per impedire una deriva comunista come hai detto. (anche se in cuor mio penso che semplicemente non gliene interessasse più di tanto, non si può certo dire che sia stato un re che abbia dimostrato tanto attaccamento alla nazione)
Non credo che "l'odio" verso i Savoia fosse dovuto ad aver appoggiato Mussolini all'inizio, quanto piuttosto l'aver tradito l'esercito e in un certo senso la Patria abbandonando la capitale dopo l'armistizio, non ho mai nascosto la mia simpatia alla monarchia come massima rappresentanza di uno stato, ma vedere un sovrano che fugge abbandonando i suoi soldati e il suo popolo, non è degno della "corona". Del resto non mi pare che neppure in tempi recenti si siano dimostrati così meritevoli del perdono. P.S. tanto per dire, non siamo stati gli unici ad aver cacciato il re e la monarchia, mi pare che un nostro vicino abbia preferito far girare la testa del sovrano per una piazza piuttosto che esiliarlo, non vedo cosa ci sia da sorprendersi se un popolo decide di abbandonare la monarchia.
Ah scusa, ho letto male. Comunque personalmente penso non si possa giudicare troppo facilmente eventi come l'ascesa del Fascismo. Adesso noi vediamo le cose a posteriori e per altro non nella loro completezza; la realtà è più complessa di quanto si pensi. Pertanto dare al re la colpa dell'ascesa del Fascismo non penso si possa, per quanto riguarda invece il comportamento dopo l'armistizio la cosa è diversa, lì le colpe del Re sono molto più evidenti.
Personalmente 8 settembre e conseguente sua fuga. Se invece vogliamo fare i complottisti reputo che un Presidente della Repubblica, che solitamente è un politico, possa meglio controllare le cose e fare gli interessi della sua classe dirigente o simili, mentre un re sarebbe davvero super partes e interessato al benessere della nazione
Ma anche no. Non mi pare che alcuni re della storia passata siano stati così interessati al benessere della nazione, tipo Francia o Costantinopoli.
Rispondendo al titolo del topic: ci manca giusto il re; il clown ce l'abbiamo, una stuola di giullari assortiti pure, lo stregone bianco non ci manca, di gioiosi sudditi siamo pieni. Il re...nel 2013...scusate, ma per re & regine (e per quanto mi riguarda anche per i gioiosi sudditi) c'è un solo strumento adeguato: la ghigliottina.
Non mi risulta Costantinopoli abbia mai avuto un re Per la Francia, immagino ti riferisca a quella prerivoluzionaria, il re ha fatto si gli interessi della nazione, infatti lo Stato era forse il più potente al mondo e non mi risulta avessero un livello di benessere o socioculturale inferiore ai loro contemporanei.
Costantinopoli o Bisanzio o Istambul, scegli tu come preferisci chiamarla, è stata sede di monarchia praticamente dalla divisione della nascita dell'Impero Romano d'Oriente fino alla fine della prima guerra mondiale. Che poi i monarchi si facessero chiamare Imperatori o Sultani è irrilevante alla fine quello erano, ossia capi di stato assisi al potere per linea di sangue e, solitamente, volontà divina.
E perchè scusa i vari "monarchi" dei Costantinopoli non hanno fatto gli interessi dei propri dominii? Salvo qualche eccezione hanno cercato quasi tutti i preservare i propri territori o espanderli, arricchire le casse statali, creare grandi opere pubbliche e assicurare una linea stabile del proprio dominio. Se poi mi dici "ok ma la gente moriva di fame" hai anche ragione, ma non era diverso negli Stati dello stesso periodo cronologico. Per esempio Venezia che era una pseudorepubblica non era messa meglio a livello socio-umano rispetto a Bisanzio, anzi.