Il Palazzo Reale di Agder era rischiarato a giorno dalle luci di un banchetto. Nulla di nuovo per gli Augandii, i residenti di Augandia. Con questo termine era solito, per quanto riguarda le genti colte norvegesi, riferirsi ad Agder, la capitale del Regno di Norvegia. Questo termine, Augandia, risale al norreno antichissimo, e nemmeno gli stessi Re di Agder dei precedenti secoli ne conoscevano il significato. Tuttavia, questo banchetto, era diverso da tutti gli altri. Stavolta, c’era una buona ragione per celebrarlo. Si festeggiavano infatti le nozze tra il primogenito di Norvegia, il diciannovenne Oysten Magnusson, che si era già guadagnato il soprannome di “Fremfusende”, impetuoso, a causa delle numerose risse a cui aveva dato inizio, e la deliziosa Åsa Rangvaldòttir, figlia del Duca di Smaland. Il Re Magnus sedeva a capotavola, Re Ingold I di Svezia sedeva alla sua destra, e Oysten Magnusson, lo sposo, sedeva alla sua sinistra. Si era appena arrivati alla prima portata, del delizioso salmone affumicato di prima qualità, quando Magnus si alzò in piedi, con un corno pieno di idromele nella mano. “Oggi, amici miei, siamo seduti intorno a questo tavolo per un motivo. Oggi, mio figlio, Oysten, e Åsa Rangvaldòttir , si sposano. Åsa è la figlia del Duca Rangvald di Smaland, seduto al fianco del grande Re di Svezia Ingold I, che ho oggi l’onore di ospitare nel Palazzo Reale di Agder. In questo momento, le ostilità tra i due popoli scandinavi, durate secoli, cesseranno, e i due grandi reami del nord apriranno un dialogo per arrivare ad una pace lunga e duratura. Approfitto dell’occasione per allietare ancor di più questa serata a mio figlio Oysten, comunicando le mie decisioni riguardo alla successione della corona Norvegese. Oysten I Magnusson di Norvegia, viene nominato erede designato del trono norvegese. Sigurd e Olaf, i due figli minori, avranno il diritto di rivestire ruoli di grande importanza nell’ambito della corte, dell’esercito e della flotta. Concludo questo discorso con l’augurare a mio figlio un felice matrimonio e di avere figli maschi a cui lasciare in eredità la corona”
l'inviato romeo, presente per la consegna della lettera del basileus, dopo la messa nella quale rimane nelle stanze a lui assegnate, fa una breve comparsa al banchetto nuziale. La veste, ornata di preziosa pelliccia novgorodiana, supera in splendore quelle di molti nobili invitati, persino quella del giovane sposo, aggiunge qualche voce maligna ignorata da buona parte degli invitati. Alzato il calice egli brinda agli sposi augurando loro ogni felicità " è sempre un piacere vedere come la cristianità, per quanto una forma traviata ed eretica, si sia spinta tanto a nord dalla sua culla. Che il Signore Dio vi conceda ogni bene". Poco dopo egli parlando con i figli minori, Sigurd e Olaf, "sono certo che il vostro regale fratello manterrà voi pretendenti al trono qui in pace, tuttavia è mia premura invitarvi a Costantinopoli con i vostri fedeli. Non sareste certo i primi potenti principi ad allontanarsi per qualche anno per guadagnare ricchezze inimmaginabili".
Il giovane sposo, Oysten, dopo aver ricevuto un cenno dal padre, il Re Magnus, si alza in piedi e pronunzia tali parole. "Prima di ogni altro, desidero portare i miei ringraziamenti al Basileus per aver inviato un ambasciatore, tanto elegantemente vestito, a presenziare alle mie regali nozze e a questo banchetto, possa il Basileus beneficiare di lunga vita. Per quanto riguarda Sigurd e Olav, i miei due amatissimi fratelli, essi saranno sempre principi alla corte di mio padre, possa vivere altri cent'anni, e come tali saranno trattati. Sigurd è tutt'ora impegnato nei propri studi, per diventare un valente generale come il padre, ma il piccolo Olav, che ha visto otto inverni, potrà sicuramente venire alla Nuova Roma, per imparare la tattica e la strategia dai generali romani'