Un tempo tutto azzurro a Twickenham non basta a invertire la rotta del Sei Nazioni per l'Italia del rugby. Alla fine la nazionale guidata da Conor O'Shea torna a casa con la terza sconfitta su tre, 36 a 15 da un'Inghilterra dal tasso tecnico evidentemente superiore, e con le ossa meno rotte delle prime due uscite. Questo dicono un punteggio senza la temuta valanga di punti inglesi, la conduzione di gara dei primi 40' chiusi addirittura in vantaggio, e le due mete conquistate nel tempio della palla ovale. Chissà se basterà agli osservatori di Londra per cambiare idea sulla retrocessione dell'Italia dal Sei Nazioni. Di sicuro non e' bastato al ct inglese Eddie Jones, che a fine gara e' andato giù durissimo: "L'Italia non ha giocato a rugby, teneva sempre un uomo in fuorigioco sui placcaggi: andrebbero restituiti i soldi del biglietto a chi era venuto per veder giocare...", l'acida analisi. Un'antica polemica anti-catenaccio in salsa ovale. "Si studino il regolamento: l'interpretazione arbitrale e' cambiata: sono stanco di sentire sempre le solite cose sull'Italia, se gli altri usano questi espedienti tattici sono geni, se lo facciamo noi siamo orribili. Vogliamo rispetto", la risposta piccata del ct dell'Italia, l'irlandese O'Shea. "Possiamo perdere perche' l'avversario e' piu' forte, non perche' alziamo bandiera bianca", la sua sintesi della giornata. Gli amanti dello sportivamente corretto la chiamerebbero sconfitta a testa alta By ansa Rispetto ragazzi rispetto
Da ex-giocatore (scarso) e da tifoso appassionato mi sento in dovere di dire la mia. Innanzi tutto premetto che sono sempre molto critico sulle "sconfitte onorevoli" e mi incazzo sempre quando sento qualcuno che prova a vedere il bicchiere mezzo pieno con frasi della serie "eh ma abbiamo fatto un buon primo tempo". Le partite durano 80 minuti e se vogliamo essere considerati come una squadra vera non possiamo non avere una tenuta fisica di 50' (mi riferisco alla prima giornata del 6N, contro il Galles). Detto questo ieri è stato qualcosa di incredibile. Per 80' ce la siamo giocata con la nazionale più forte del nostro emisfero, facendo tremare il tempio del rugby per 60'. Loro quando hanno premuto sul pedale del gas hanno mostrato il gap, soprattutto individuale, esistente tra le 2 squadre ma per quello c'è poco da fare (nessuno trova strano che nel calcio il Brasile abbia giocatori più forti che la svizzera). Il merito di questo è legato soprattutto alla grande capacità dei nostri (e del nostro coach) di obbligare gli inglesi a giocare alla nostra maniera, impedendogli di esprimere il loro abituale gioco (lo stesso che aveva fatto Tonga contro di noi nella sconfitta di novembre a Padova). Loro sono andati nel pallone con la nostra decisione di non contestare il pallone nel placcaggio, impedendo la formazione delle ruck, però non mi spiego perché i nostri a quel punto in andassero a cacciare il pallone invece che aspettare che il 9 avversario la giocasse (cosa che invece gli inglesi hanno fatto 2/3 volte nel secondo tempo). Problema che ho notato è la nostra incapacità a marcare punti, a parte i calci sbagliati da Allan (suo limite noto), le nostre mete sono state dettate una dalla fortuna e una dall'abilità dell'unico (IMHO) nostro trequarti di livello internazionale. Dopo la batosta con l'Irlanda speriamo che questa partita abbia risollevato il morale degli azzurri, in vista del trofeo Garibaldi tra 2 settimane.