io in alba dei samurai ( sopratutto ) per coerenza storica quando sconfiggo i nemici li rendo vassalli una volta ottenuto un "nucleo" solido di territori ( non più di 5 o 6 province ) con il vantaggio di poter usufruire in guerre di difesa del sicuro apporto di eserciti anche numerosi ( l'IA è migliorata come supporto )evitandoti di investire troppi soldi in tante guarnigioni sparse per l'"impero". Inoltre il gioco conta i territori vassalatici come territori conquistati per il punteggio di vittoria e ottieni la metà delle rendite senza rischi di rivolte. Certo devi riservare una parte del bilancio nel donare i koku ai vassalli per mantenerli in stato diplomatico amichevole ( 500 koku a testa per me ) per non averli addosso quando sei in guerra altrove. Inoltre rischi di meno in alba dei samurai di avere problemi diplomatici più del necessario perchè l'imperatore non ti considera una minaccia e non interviene ( se non alla fine quando ormai hai in mano mezzo giappone ) e le fazioni ti attaccano isolatamente evitando coalizioni immprovvise voi preferite conquistare direttamente territori o avere vassalli?
Dopo aver verificato che tendono a tradirti quando diventi "troppo forte", e che può essere una seccatura, tendo a non fare più vassalli. Con un'eccezione: se ho un nuovo daimyo, gli faccio fare subito qualche vassallo, visto che ogni vassallo fatto aumenta di 1 il suo onore (massimo +3), e onore alto significa meno rivolte e più lealtà dei generali!
Il mio parere è che ci sono province con risorse che forse è bene tener per te, tieni conto che, tornando un po' ai primi due capitoli, puoi costruire forge di qualità solo in presenza di miniere di ferro. Stesso discorso vale per i cavalli... La fedeltà dei vassalli è pressoché nulla; ma anche il conquistare pazzamente tante province comporta particolari problematiche di insurrezioni interne e brutti momenti in cui ci si ritrova ad esser bersagliati da qualunque clan, anche quelli più sconosciuti. Shogun 2 è un gioco dove ti puoi fidare di nessuno, quindi valuta la questione più dal punto di vista economico e militare che dal punti di vista diplomatico.
