E' passato oltre un mese ormai dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. Al di la di colpe, responsabilità e ragioni, di cui non vorrei trattare qui, alcune considerazioni possono già essere fatte. Si tratta, sostanzialmente, della prima guerra moderna tra due paesi di una certa forza (chi di suo, chi con l'aiutino). Guerre precedenti, come la 1. Guerra del Golfo nel 1991 e, ancor di più, l'invasione dell'Irak del 2003, hanno visto confrontarsi forze decisamente sbilanciate e, quindi, non possono essere messe sullo stesso piano. Sulla carta anche questa avrebbe dovuto rientrare nella medesima categoria. Sfido chiunque a pensare che, in 5 settimane, l'esercito russo si sarebbe trovato con le pezze al culo e con la coda tra le gambe. Ma tralasciando anche questo aspetto, che può essere analizzato prendendo in considerazione la presunta convinzione di Mosca che il governo ucraino sarebbe fuggito, il suo esercito avrebbe deposto le armi e la popolazione ucraina li avrebbe accolti con i lancio di fiori, ciò che mi fa pensare maggiormente è ciò che si è visto sul terreno. Soprattutto per quanto riguardo i carri armati. Fino a pochi mesi fa (o anche meno), il carro armato era considerato un oggetto quasi superato per diverse nazioni, tanto che alcune lo hanno quasi completamente eliminato dal proprio inventario (ad esempio l'Olanda che ha tenuto in servizio ben 18 Leopard 2, vendendone 100 alla Finlandia e 52 alla Norvegia) oppure del tutto eliminato (come il Belgio) ed il corpo dei marines, che ha ritirato dal servizio tutti i suoi Abrams. Ma anche altri paesi non sono messi meglio (in Italia, ad esempio, mi risulta che dei 200 Ariete originali, solo una quarantina siano operativi). Poi arriva questa invasione russa, con l'impiego di circa 3'000 carri armati (sui circa 7'000 totali in servizio nell'esercito russo) e subito, tra i vari governi, ci si rende conto di che errore si sia fatto, snobbando le forze armate e, soprattutto, i mezzi pesanti, facendo a gara a chi spenderà di più nei prossimi anni per dotarsi di eserciti degni di questo nome (manco a dirlo, chi ha vinto questa gara in Europa è la Germania, almeno sulla carta, poi in futuro si vedrà come andrà davvero). Ma dopo 5 settimane di guerra, con almeno 331 carri armati e 631 mezzi blindati vari distrutti (secondo i dati che ho postato ieri), uno dovrebbe iniziare a porsi due domande. Cosa ha causato questa ecatombe? I carri armati sono così vulnerabili agli ATGM? Oppure la causa è da ricercarsi nella scarsità d'impiego della fanteria e nella scarsità di copertura aerea del campo di battaglia? A ben vedere, in un'ipotetica Terza Guerra Mondiale combattuta ai tempi della Guerra Fredda, la dottrina sovietica prevedeva di arrivare al Reno entro due o tre settimane, ma le perdite stimate sarebbero state altissime e da qui l'enorme numero di mezzi a disposizione del Patto di Varsavia. Allora la NATO contava sulla qualità più che sulla quantità e sul forte impiego degli ATGM, oltre al massiccio appoggio dell'aviazione. Oggi l'Ucraina la qualità non ce l'ha. I mezzi pesanti sono i medesimi (anzi inferiori) a quelli schierati dai russi. A parte qualche sporadico successo, l'aviazione è praticamente stata spazzata via. Gli unici che si sono distinti sono i droni, soprattutto quelli forniti dai turchi. A fare la differenza sono quindi state le centinaia di ATGM forniti dalla NATO all'Ucraina? Ma se è davvero così allora servirà davvero poter contare nuovamente su centinaia di carri armati? Oppure una delle cause delle forti perdite russe è da ricercarsi nelle mattonelle di protezione che, spesso, pare risultino essere state riempite da semplice sabbia? Forse, più semplicemente, la motivazione di questa débâcle dell'esercito russo è semplicemente spiegabile con la tattica impiegata, ovvero, scarsa copertura aerea, scarso impiego dell'artiglieria, scarso impiego della fanteria in appoggio ai carri. Se così fosse, allora si, i carri armati serviranno eccome in futuro.
Da profano dilettante in materia posso solo ripetere il mantra del ben più competente Rob: dottrina. L'articolo di Beever linkato da @Tasso fa un'analisi abbastanza condivisibile ma a mio avviso troppo centrata su Putin e le sue presunte idiosincrasie post WW2. Di questi tempi non vorrei essere nei panni di un pianificatore: fino a solo qualche anno fa era tutto molto più semplice, la componente "cydron" (cyber+drone) era praticamente inesistente. In una Desert Storm attuale, con tutte le premesse del caso, forse nemmeno la Coalizione avrebbe avuto quella superiorità dimostrata: intendo, non sono sicuro che anche da parte occidentale si sia tanto certi oggi che strada intraprendere. Mi riempio di droni e se poi l'avversario mi buca le comunicazioni...
Concordo è un casino anche se i pianificatori hanno a disposizione dati di intelligence che i comuni mortali non hanno fortunatamente per loro Storicamente i russi non sono mai stati i migliori nella cooperazione interarma anche questo fa la differenza, così come mandare avanti coscritti o poco più contro si altri coscritti ma che si difendono e combattono per le loro case. In ogni caso la teoria che il tank abbia fatto il suo tempo è da un po' che si sente