Age of Wonders 2 non è un gioco di costruzione dell´impero stile Civilization ma la parte gestionale riveste comunque un´importanza molto maggiore rispetto al primo capitolo: ora si possono anche fondare città nuove o ricostruire quelle in rovina.
Si è inoltre ampliata la gamma degli edifici che consentono di arruolare le unità e incrementare la potenza economica e magica. La scarsità di risorse impone scelte oculate su cosa e dove costruire e nonostante la lunghezza delle partite è difficile esaurire tutte le possibilità.
Insomma ad ogni turno ci sono parecchie cose da fare; per fortuna un sistema di avvisi segnala gli avvenimenti importanti, compreso le città che hanno terminato la produzione e richiedono dunque la nostra attenzione.
Le battaglie sono ancora gestite con il metodo a turni ma non mi è piaciuta molto l´innovazione di iniziare con i due eserciti già a portata di tiro. L´azione è velocizzata, a discapito però dello sviluppo tattico; il sistema decide come schierare gli eserciti ed il giocatore non ha il tempo di articolare le sue manovre. L´aspetto tattico era la caratteristica che distingueva AOW dai titoli simili (HOMM, Disciples …) ed il suo ridimensionamento vuole probabilmente compiacere chi preferisce una conduzione degli scontri più facile e lineare ma non sarà gradita dagli appassionati dei classici giochi di guerra esagonali.
Occorre comunque riconoscere che le battaglie sono coinvolgenti ed impegnative, in particolare gli assedi, nei quali l´intelligenza artificiale si comporta bene, difendendo i deboli cancelli di entrata e bersagliando dall´alto delle mura.
Ogni razza ha unità proprie con caratteristiche uniche ed ogni scuola di magia ha incantesimi peculiari, ma l´insieme sembra ben equilibrato e costringe il giocatore a variare la composizione del suo esercito e del repertorio magico per poter far fronte ad ogni evenienza.
La diplomazia è rimasta praticamente immutata rispetto al primo AOW. Il sistema di relazioni fra le razze funziona egregiamente come regolatore del morale delle truppe e dei rapporti con gruppi e città neutrali. I maghi possono scambiarsi praticamente tutto: oro, mana, incantesimi, miniere, città, artefatti…, con vantaggi anche indiretti, come la possibilità di aiutare un alleato in difficoltà.
La grafica, varia e colorata, è ancora bidimensionale ed è ricca di piccoli ma piacevoli effetti, con una pratica funzione di zoom, utile sia per avere un quadro generale d´insieme che per una visuale più particolareggiata, seppur a discapito della nitidezza dell´immagine. Ovviamente c´è un costo in termini di risorse: con i requisiti minimi (processore 300 mhz, 64 mb di RAM e scheda video da 8 mb) occorre disattivare tutte le opzioni grafiche e sonore ed ugualmente nelle fasi avanzate il gioco diventa molto lento.
L´interfaccia, pur se completa, mi è sembrata troppo ingombrante, visto che occupa un terzo dello schermo; forse si poteva studiare qualcosa di meno invadente.
E´ presente l´editor di scenari mentre non è stato purtroppo sviluppato il promesso generatore di mappe casuali, che avrebbe garantito al titolo una longevità ancora maggiore.
Per quanto riguarda il multiplayer voglio segnalare in particolare la funzione PBEM (Play By E-Mail), ottima per chi ama sfruttare le capacità riflessive stimolate dai giochi a turni.
Una nota di merito va alla politica del distributore italiano, Cidiverte: il gioco è completamente tradotto con una qualità linguistica complessivamente buona, è fornito di un manuale cartaceo di oltre 160 pagine ed è venduto ad un prezzo di circa 37 euro, molto inferiore rispetto alle altre uscite recenti.
Questo è sicuramente un motivo in più per provare Age of Wonders 2, un titolo che ha le qualità giuste per farsi apprezzare da tutti gli appassionati di strategici a turni.
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