Luglio 1943, cinque chilometri a nordovest di Ponyri. Il tenente Kaufmann si guarda attorno dalla torretta del suo Panzer IIIM, intorno a lui gli altri quattro carri del suo plotone avanzano lentamente tra l’erba alta della steppa riarsa dal sole. In lontananza si intravede una serie di isbe vicino ad un incrocio stradale, dietro di lui seguono gli altri carri del suo battaglione, recentemente riequipaggiato in vista del grande assalto. Il paesaggio appare monotono e desolato, ma la sua unità sta per passare vicino ad un boschetto. Istintivamente il tenente Kaufmann fa segno agli altri capicarro del suo plotone di stare bene attenti ad osservare tra gli alberi, qualche gruppetto di nemici armati di fuciloni controcarro da 14,5mm potrebbe essere in agguato. Non che lui tema molto queste armi: il suo carro è equipaggiato con la nuova grembiulatura che dovrebbe rendere sicure anche le sottili corazzature ai lati della parte inferiore dello scafo. D’improvviso si sente un crepitio di armi automatiche ed un urlo. Il sergente Weber, il cui carro era il più vicino al bosco, è stato colpito da una raffica di mitra e giace riverso sulla torretta. Il suo equipaggio è disorientato e smarrito. Mentre si sentono ancora i rumori delle pallottole che rimbalzano sui fianchi del carro, un gruppetto di fanti sovietici spunta dal bosco e lancia una bottiglia verdastra contro il carro immobile. Senza perder tempo il tenente Kaufmann da ordine al resto del plotone di aprire il fuoco contro i fanti nemici, fortunatamente la molotov non ha colpito il Panzer di Weber ed il suo contenuto si è limitato ad incendiare la sterpaglia lì vicino. Mentre la torretta del suo carro ruota e la mitragliatrice coassiale incomincia a crepitare, una massa di traccianti giallastri fende l’aria in direzione dei due uomini nelle uniformi kaki. Uno dei due cade a terra, ma prima di essere falciato dal fuoco incrociato il compagno sopravvissuto con fredda determinazione si avvicina al carro immobile e lancia una granata RPG-43, a carica cava, sul tetto della torretta. Un breve lampo, una sorda esplosione ed un pennacchio di fumo annunciano la completa distruzione del Panzer dell’ormai deceduto sergente Weber, un fortunato sopravvissuto apre il portello laterale e si getta a terra. Il tenente Kaufmann guarda come mesmerizzato la scena e per un attimo inizia a dubitare della vittoria finale, forse il Fuehrer non è infallibile, forse l’Armata Rossa trasformerà questa terra desolata in una tomba per lui ed i suoi camerati. A risvegliarlo da queste meditazioni fuori luogo è un forte rumore metallico proveniente dal retro del suo carro. Qualcosa lo ha colpito ma fortunatamente è rimbalzato via. La botta era troppo potente per essere un fucile controcarro, mentre Kaufmann si chiude sulla testa il portello ed urla al cannoniere di ruotare la lenta torretta sulla destra, inizia a scrutare l’orizzonte dagli iposcopi della sua cupola. Riuscirà ad individuare il cannone controcarro nemico prima che questo spari una seconda volta, o presto lui, il suo carro ed i suoi uomini saranno messi fuori gioco da un colpo più fortunato del primo?
No, non si tratta di una scena tratta da un nuovo film sul fronte orientale, ma di una delle tante situazioni che può capitare durante una mossa di Combat Mission: Barbarossa to Berlin, l’acclamato seguito di Combat Mission: beyond Overlord (CMBO), il wargame tattico della BFC che aveva aperto una nuova era nelle simulazioni belliche per computer. La mia descrizione era, ovviamente, romanzata, ma non c’è nulla che non sia presente in qualche modo nel gioco: i rumori delle armi automatiche e dei vetri delle molotov che si infrangono; gli equipaggi che abbandonano i carri danneggiati, l’erba alta e gli incendi, gli Schuerzen che danno protezione aggiuntiva contro i fucili c/c, la possibilità di identificare il tipo di minaccia dai rumori dei proiettili che rimbalzano sui vostri corazzati e molto, molto di più.
Come già accennato, Combat Mission: Barbarossa to Berlin (CMBB, per brevità) è il nuovo wargame della BFC che copre gli aspri combattimenti sul fronte orientale nel periodo 1941-1945. Oltre, ovviamente, agli eserciti Sovietico e Tedesco, saranno disponibili diverse altre nazionalità, tra cui Finlandesi, Ungheresi, Rumeni, Italiani, per l’Asse, Partigiani e Polacchi e Rumeni (dopo il 1944) per gli Alleati. Il numero di di unità disponibili è impressionante: più di 300 veicoli e più di 600 unità di fanteria, artiglieria armi d’appoggio etc. La scala della simulazione rimane quella di CMBO, le unità rappresentano singoli veicoli o pezzi d’artiglieria, squadre di fanteria, team di armi pesanti, gruppi comando e simili. Le dimensioni medie del campo di battaglia sono aumentate: adesso è possibile avere mappe fino a nove chilometri quadrati e mosse che arrivano a coprire intervalli temporali superiori all’ora. Si tratta sicuramente di novità necessarie per coprire in maniera adeguata i grossi scontri negli aperti territori dell’Europa orientale, soprattutto se paragonati al terreno tipicamente chiuso dell’Europa nord-occidentale che caratterizzava CMBO. Il sistema di gioco rimane il medesimo: all’inizio c’è una fase di piazzamento per le proprie unità nei settori assegnati, poi parte il gioco vero e proprio, articolato in una serie di mosse della durata in scala di un minuto, in cui si danno gli ordini in contemporanea alle proprie unità, ordini di cui si osserva l’esecuzione nella fase di replay. Per una descrizione più particolareggiata del sistema di gioco della serie CM vi invito a leggere gli articoli presenti nella sezione di Combat Mission su questo sito.
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