‘Questo gioco è dedicato ai nostri fan’.
La frase campeggia a lungo sullo schermo nero, senza musica, prima che partano i filmati introduttivi di rito. E per una volta ci crediamo davvero, non c’è nulla di retorico in questa dedica. Una software house che rilascia la seconda versione del suo gioco nel giro di poco tempo, e rispettando praticamente tutte le critiche e i suggerimenti degli appassionati, è cosa rara di questi tempi: Europa Universalis 2 meriterebbe l’acquisto anche solo per la simpatia che ispira il suo team di sviluppo.
Due esempi fra tutti. Il pubblico si è ripetutamente lamentato della carenza del manuale? Ecco fatto, adesso il manuale è più snello, tecnico, completo; il tutorial è stato completamente rifatto, e anche gli help ottenibili dal gioco sono onnipresenti e completi. E in più, gentile omaggio della ditta, un magnifico poster gigante (che non pochi appenderanno, ci scommetto) riporta il planisfero completo e gli stemmi di tutte le nazioni del gioco.
E ancora: la colonna sonora era banale e ripetitiva? Adesso è sontuosa, fin troppo raffinata: oltre 50 brani di musica classica, dal ‘400 ai primi dell’800, in formato mp3, e organizzati in modo da rispettare la cronologia del gioco. Il manuale, manco a dirlo, riporta l’elenco completo degli autori e degli interpreti. E a chi la musica classica proprio non piace? Niente paura, è facilissimo sostituire gli mp3 con altri di proprio gradimento…
E così via: l’aspetto diplomatico non era abbastanza curato? Era noioso giocare con le nazioni minori, o con quelle extra-europee? L’accuratezza storica veniva meno qua e là? Bene, questi e altri aspetti sono stati riesaminati a fondo, e adesso questa seconda versione è diventata un gioco davvero completo, profondo, un gioco “maturo” insomma, grazie anche all’intervento di decine di appassionati, che per mesi hanno suggerito i miglioramenti, e aiutato nelle ricerche storiche.
Per chi non avesse nessuna familiarità con il gioco, in questo sito è presente anche la mia recensione del primo capitolo, che spiega bene (mi auguro) i meccanismi fondamentali.
In questa sede mi limiterò a un rapido accenno delle caratteristiche più importanti. Europa Universalis è uno strategico in tempo semi-reale (ossia è possibile dare istruzioni anche quando il gioco è in pausa), che simula la storia d’Europa nell’epoca delle grandi esplorazioni. Voi, alla guida di una nazione, dovete destreggiarvi tra guerre e diplomazia, stringere alleanze, conquistare quote di mercato nelle principali piazze d’affari, sviluppare la vostra tecnologia, e reclamare per voi le terre d’oltreoceano, aiutati anche dai vostri esploratori e conquistador. L’unità territoriale fondamentale è la provincia: tanto per capirci, l’Italia ne conta 14, senza le isole. La provincia genera ricchezza e tasse, fornisce soldati per l’esercito, può essere fortificata e migliorata con fabbriche che ne aumentano la produzione; inoltre ogni provincia ha una sua cultura e una sua religione caratteristica, cosa da tenere bene a mente quando il vostro stato si ingrandisce, e finisce per tenere assieme gente troppo diversa. Quattrocento anni di storia non passano in un soffio, e avrete un sacco di tempo per stringere e rinnegare alleanze, conquistare quote commerciali nei mercati di tutto il mondo, dichiarare guerre e godere di periodi di pace e di preparazione. Europa Universalis è forse il gioco più autenticamente e profondamente ‘strategico’ che io abbia giocato: qualunque azione dev’essere decisa in base ai suoi possibili effetti sul lungo periodo, chi gioca alla giornata è destinato alla mediocrità. Certo, potete anche ubriacarvi della gloria momentanea di una guerra spericolata e vittoriosa: ma, dopo cinquant’anni, magari quelle province povere e piene di ribelli che avete guadagnato finiranno per affossare la vostra economia e per rallentare il progresso tecnologico.
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