Scelte difficili
Questo per darvi un’idea della complessità in cui sarete immersi. Ma voi, in questo mondo così fragile e complicato, che cosa siete chiamati a fare? Ecco, per lo più il vostro compito sarà… sopravvivere. Questo è un altro degli aspetti entusiasmanti di Europa Universalis: potete scegliere di giocare con la Francia, la Spagna, o un’altra delle grandi potenze – e allora perfino la conquista del mondo è alla vostra portata.
Ma se volete, potete optare per un piccolo Stato, fra le decine che in quel periodo affollavano l’Europa, dall’Ordine Teutonico sul Baltico al Regno di Napoli, passando per gli staterelli tedeschi, le oscure province balcaniche: piccoli residui del Medioevo sparsi un po’ ovunque per la mappa. In questo caso, le vostre ambizioni saranno drasticamente ridotte: sarà molto se riuscirete a resistere per tre secoli all’espansionismo dei grandi, e magari a diventare una piccola potenza regionale… ma anche in questo caso, il divertimento e l’impegno sono assicurati.
Nel vostro ruolo di “consigliere speciale e permanente” del vostro sovrano (che spesso sarà un perfetto incapace…) le operazioni militari vi assorbiranno parecchio, com’è ovvio. Tuttavia, la prima impressione di chi si accosta a questo gioco, è sempre: “ma come è difficile fare la guerra in Europa Universalis!”. E’ vero: le vostre armate si sciolgono come neve al sole prima ancora di entrare in battaglia, per l’attrito e la scarsità di rifornimenti; i costi diventano proibitivi, lo scontento popolare produce rivolte, gli assedi durano mesi e mesi… Del resto, rassegnatevi: è proprio così che andavano le cose a quel tempo. Imparerete che la guerra, talvolta anche quella che finirete per vincere, è sempre un danno, e che bisogna ricorrervi solo quando serve davvero.
Imparerete che la politica estera non si fa quasi mai con le armi, ma quasi sempre con la minaccia delle armi: dovrete essere accorti e sottili, progettare le vostre alleanze militari, e tirarvene fuori con disinvoltura al momento giusto. Imparerete a controllare le mosse diplomatiche dei vostri nemici naturali, e a individuare i vostri potenziali amici. Dovrete blandirli e ricoprirli di doni, garantirvi almeno che le grandi potenze guarderanno dall’altra parte, quando scatenerete quella piccola guerra regionale che state preparando da dieci anni…
Girare per le capitali in visita diplomatica potrebbe farvi dimenticare le vostre necessità di politica interna, che però sono quasi altrettanto delicate. Dovrete sorvegliare la produzione annuale, i proventi delle tasse e quelli commerciali. Deciderete come investire i soldi per migliorare il vostro livello tecnologico, così da avere, fra l’altro, eserciti e flotte sempre più potenti. Non farete mai abbastanza attenzione alla crescita dell’inflazione. Inoltre, il fattore religioso potrebbe costringervi a scelte dolorose: se si diffonde una nuova religione tra i vostri sudditi, potreste essere costretti a soffocare le rivolte nel sangue, oppure, a lungo andare, stabilire che è tempo di cambiare religione di Stato.
Con tutto questo, la parte più affascinante del gioco resta l’esplorazione di territori sconosciuti. Molti giochi strategici ci costringono ad esplorare terre ignote: eppure questa operazione è di solito un preliminare privo di pathos. In Europa Universalis, invece, il piacere della geografia vi rapirà fin dalle prime fasi. Quando le vostre prime, eroiche navi toccheranno le coste dell’India, dopo aver attraversato l’oceano a partire da una precaria colonia africana, per un attimo di meraviglia vi sembrerà di non aver mai saputo “davvero” che lì avreste trovato la terraferma…
E nel corso dei secoli fonderete nuove colonie, e avamposti commerciali, e strapperete alle nazioni concorrenti l’accesso alle incredibili ricchezze dell’Oriente. Lotterete senza esclusione di colpi per il dominio sui mercati, e talvolta il vostro governo sarà costretto a ricorrere a politiche protezionistiche, per impedire che la concorrenza abbia il sopravvento.
E, purtroppo, nel frattempo massacrerete gli Atzechi, spazzerete via gli Inca, cancellerete gli Indiani d’America dalla storia… Europa Universalis non è un gioco “politically correct”: del resto, quell’epoca non premiava il rispetto e la fratellanza tra i popoli… A giocare oggi, ripensando al colonialismo e alle guerre di religione con la nostra consapevolezza più matura, talvolta vi verranno i brividi: giocate, e intanto riflettete sulla storia. Anche questo è Europa Universalis.
Aspetti tecnici
Resterebbero da dire molte cose, naturalmente. Ci limiteremo a ricordare il sistema di gioco in tempo quasi-reale (ossia è possibile fermare il gioco e dare ordini, quindi ripartire), un’interfaccia non sempre intuitiva che vi costringerà a cliccare un po’ troppo spesso, un sistema multiplayer probabilmente efficiente ma poco sperimentato (non è il gioco più adatto), un manuale come non se ne vedevano da tempo (in senso negativo, purtroppo), una traduzione italiana imperfetta, delle richieste di sistema generosissime (in pratica, se avete un computer potete giocarci).
La grafica è bidimensionale, d’altri tempi: eppure è molto raffinata, a suo modo. Molti hanno lodato il sapore retrò delle cartine finto-antiche, delle unità-soldatino, degli stemmi un po’ troppo simili l’uno all’altro, dei bottoncini dorati nelle verbose finestre di dialogo… E in effetti pochissime variazioni sono previste per la seconda edizione. Invece il sonoro è assolutamente inadeguato: sembra quello di Civ2, ma con meno fascino.
Un altro aspetto che ricorda Civ2, ma questa volta in positivo, è l’estrema facilità di manipolazione dei dati del gioco: a parte il motore vero e proprio, tutti gli altri aspetti (nomi, date, caratteristiche…) sono codificati in formato testo, rendendo così molto facile la creazione di scenari personalizzati, varianti “fantastoriche”, eccetera. Questa saggia scelta ha favorito lo sviluppo di un’assidua comunità di appassionati, che discutono la verosimiglianza storica di ogni dettaglio del gioco, e creano scenari bellissimi.
In una parola
In una parola: Europa Universalis è un gioco tutto sommato non difficile da imparare, ma profondo, e lunghissimo. Vi verrà la tentazione di “giocare tatticamente”: che cosa voglio fare nei prossimi tre anni? Lasciate stare: la chiave del successo è “giocare strategicamente”: che cosa voglio fare nei prossimi trent’anni? E ricordate che trent’anni sono ancora solo un decimo della durata di una partita!
Appunto l’ampio respiro di Europa Universalis, è il suo pregio maggiore. Avete presente quei giochi strategici dove non potete fare il minimo errore, pena la sconfitta sicura? Dimenticateveli: con Europa Universalis non avrete più bisogno di caricare disperati l’ultimo salvataggio. Il tempo è più che sufficiente per rimediare a tutti gli errori tattici. Solo gli errori strategici saranno imperdonabili, e, statene certi, sarà facilissimo farne.
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