Creare una nuova partita.
Nel gioco, voi impersonate un semi-dio di grande potere magico, oggetto di venerazione religiosa da parte del vostro popolo: il vostro scopo ultimo è ascendere al rango di autentica divinità, trionfando sugli altri contendenti. Il vostro successo si misura in base a una mescolanza di potere religioso e politico, il ‘dominio’ di cui parla il titolo. In ciascuna provincia della mappa, il vostro dominio ha un valore (da +5 a -5): quando avete ridotto a zero il dominio di tutti gli altri avversari, avete vinto la partita; naturalmente quando il vostro dominio è ridotto a zero, avete perso. In sostanza per aumentare il dominio sarà necessario conquistare militarmente almeno un buon numero di province, ma non è necessario dominare l’intera mappa: infatti è possibile diffondere il proprio dominio per mezzo della predicazione religiosa e del prestigio personale, anche nelle province neutrali e perfino in quelle governate dagli avversari. Così in Dominions 2 la potenza militare non è tutto, e la partita si può vincere in molti modi più sottili.
Come avrete già capito, Dominions 2 ha alcuni aspetti tipici da RPG, e la sequenza d’inizio partita è un buon esempio di questa parentela: avete a disposizione 500 punti da distribuire tra le varie caratteristiche del vostro semi-dio e del suo regno. Per prima cosa dovete scegliere una tra le 17 nazioni possibili: ciascuna nazione ha delle caratteristiche sue proprie, che vanno dalle unità militari che sarà possibile impiegare, alle abilità magiche di maghi e sacerdoti, alle caratteristiche fisiche degli abitanti. Per esempio, Pangea è popolata da esseri selvaggi in rapporto spirituale con la natura; può impiegare satiri, minotauri e centauri in battaglia, e i suoi sacerdoti saranno particolarmente abili nei rami della magia connessi con la natura e la terra; inoltre molte unità avranno la capacità di curarsi da sole dopo una battaglia, e di rendersi invisibili nei boschi. D’altra parte, Jotunheim è invece la patria di giganti che amano il freddo e si troveranno in difficoltà nelle province più calde; la statura fisica li renderà temibili in battaglia, ma bisogna tener conto che consumeranno un sacco di rifornimenti in più. Al contrario, gli abitanti di Abysia sono umanoidi generati dalla lava, i loro corpi irradiano calore e staranno male nelle zone più fredde; hanno sacerdoti molto potenti, e maghi specializzati nella magia del fuoco. Tra le possibilità più interessanti da giocare, Atlantis e R’lyeh sono due nazioni sottomarine, le cui unità in genere non possono salire in superficie.
Come si vede, ciascuna nazione ha caratteristiche sue proprie, che vanno molto più in profondità rispetto al ‘colore folkloristico’ con cui le unità personalizzate sono liquidate in giochi analoghi. Anche se, tra 17 nazioni fra cui scegliere, qualche ‘doppione’ in effetti si può trovare, possiamo dire che nel complesso Dominions 2 mantiene la promessa che molti fanno: la strategia della partita cambia di molto, in relazione alla personalizzazione iniziale.
Una volta scelta la nazione da giocare, nel passaggio successivo dovete decidere quale semi-dio impersonare: avete più di trenta possibilità, dalla Fenice alla Grande Dea Madre, dal Dragone alla Manticora. Ciascuno di loro ha caratteristiche fisiche e abilità magiche differenti: potete scegliere un semi-dio che si armonizza con la nazione che dovrà guidare, oppure giocare sul contrasto per poi affidare al semi-dio i compiti che i maghi locali non sono in grado di svolgere.
I passaggi successivi sono altrettanto determinanti. Per prima cosa dovete attribuire delle abilità magiche al vostro semi-dio. Ci sono otto ‘sentieri’, e in ciascuno si può avere fino a dieci livelli di specializzazione. Siccome ciascun livello costa (avete un massimo di 500 punti da spendere, ricordate?), conviene raggiungere un’alta specializzazione in due o tre sentieri al massimo, magari quelli non ‘coperti’ dai maghi della nazione che avete scelto. In ogni caso la scelta va fatta con cura, perché non sarà più possibile, nel corso della partita, aumentare la propria specializzazione magica.
A questo punto dovete determinare le caratteristiche del vostro dominio: in pratica si tratta di modificatori, che nel corso della partita andranno a influenzare le province soggette al vostro dominio. Anche in questo caso le combinazioni possibili sono impressionanti: ci sono sei caratteristiche, con sette gradazioni ciascuna. E’ possibile determinare se le vostre province saranno più calde o più fredde, più ricche di siti magici, più o meno produttive, e così via. Una statistica particolarmente importante è la ‘forza’ del dominio: incrementandola, il vostro dominio si diffonderà più in fretta e in modo più efficace, anche in terre lontane. E’ interessante giocare, per esempio, una nazione debole militarmente ma con sacerdoti esperti e un dominio molto forte: in questo modo sarà possibile tentare di vincere la partita anche con un minimo di conquiste militari.
Ultimo passaggio, dovete stabilire le caratteristiche delle vostre fortezze, scegliendo tra una decina di modelli possibili, dal Castello alla Cittadella alla Torre del mago. Anche qui, ogni soluzione ha i suoi pregi e i suoi difetti: in genere le fortezze che offrono più protezione e danno supporto a un maggior numero di truppe sono anche quelle che costa di più costruire.
Quando avete terminato questa lunga fase preliminare, potete dare inizio alla partita. Scegliete una mappa o uno scenario che vi sembrano interessanti, selezionate il numero e la qualità degli avversari controllati dall’AI, e finalmente iniziate a giocare.
Ho descritto con cura questa prima parte del gioco, molto in stile RPG, per dare un’idea della complessità e della profondità che vi aspettano in Dominions 2. In effetti la curva di apprendimento è davvero molto ripida: soprattutto questi primi passaggi risulteranno quasi privi di senso per un giocatore alle prime armi, che non può immaginare quali e quanti aspetti del gioco saranno influenzati dalle sue scelte iniziali. Soltanto dopo alcune partite sarà possibile impostare un ‘piano’ coerente per guidare queste prime fasi del gioco. Purtroppo bisogna dire che il manuale è largamente incompleto, e l’assenza di un tutorial non facilita certo le cose per chi inizia.
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