Considerazioni finali.
Da questa descrizione, che mi sono sforzato di rendere abbastanza accurata, dovrebbe essere chiaro qual è il punto di forza di Dominions 2: l’estrema varietà e complessità degli elementi di gioco, tutti armonicamente connessi fra loro. Da questo punto di vista non c’è niente da dire: Dominions 2 è un gioco molto intelligente, in grado di tenervi seriamente impegnati senza affatto annoiare. In quest’ottica, alcune indubbie mancanze (come un sistema diplomatico, o una sezione amministrativa più ricca) forse non sono da considerarsi come difetti: il gioco mi sembra già abbastanza complesso così com’è.
Un altro punto di forza di Dominions 2 è la grande atmosfera che riesce a creare: come ai vecchi tempi di Master of Magic, la grande ricchezza di elementi, e la coerenza con cui sono organizzati, riescono a restituire un’impressione di autenticità e di profondità storica che cattura il giocatore. Le mappe di Dominions 2 sono veri e propri mondi da esplorare, pieni di sorprese dietro a ogni angolo.
In sostanza, il mio giudizio su questo gioco è molto lusinghiero: tuttavia devo anche sottolineare che Dominions 2 presenta alcuni punti deboli, che mi hanno lasciato perplesso, e che per alcuni potrebbero essere eccessivamente fastidiosi. Come ho già detto, i meccanismi del gioco sono in generale molto validi e ben calibrati, ma non esenti da pecche. Per esempio, considerate il fatto che le truppe non possano spostarsi da una provincia all’altra senza comandanti: di per sé non è una cattiva idea, però ti costringe a mantenere un gran numero di comandanti nelle retrovie, impegnati a ‘traghettare’ le truppe fino al fronte, per poi tornare nella provincia di arruolamento a prelevare le nuove reclute. Nelle fasi avanzate della partita, quando gli eserciti sono numerosi e sparpagliati, queste operazioni logistiche possono diventare estremamente noiose. La cosa è aggravata dal fatto che inspiegabilmente non è prevista alcuna programmazione del movimento: se un esercito si muove di una provincia per turno, per fargli attraversare la mappa dovete muoverlo manualmente, turno dopo turno.
In sostanza in Dominions 2 il giocatore è sempre impegnato in una eccessiva quantità di micro-management, dal momento che nessuno dei vostri leader è in grado di assumersi neppure l’iniziativa più elementare. Se un sacerdote ha finito di costruire un tempio, se ne resterà per sempre in attesa di nuove istruzioni, finché non vi ricorderete di nuovo di lui: nel frattempo non proverà a rendersi utile in nessun modo, e neppure a segnalare che non sta facendo nulla.
Da un lato molti giocatori, soprattutto in multiplayer contro avversari umani, potrebbero trovare addirittura utile il micro-management: sappiamo bene quanto poco affidabili sono le routine automatiche gestite dal computer in questi casi. D’altro canto però alcuni automatismi elementari servirebbero a sveltire un po’ il gioco.
Ma è soprattutto dal punto di vista grafico che Dominions 2 mi ha lasciato perplesso. A questo proposito devo confessare di essere forse un po’ prevenuto: per principio, ritengo che uno strategico a turni ben progettato dovrebbe saper fare a meno dell’accelerazione 3d, e in generale non dovrebbe richiedere una macchina troppo potente per girare. Naturalmente riconosco che ci sono delle lodevoli eccezioni, ma Dominions 2 sicuramente non è destinato a rientrare tra queste. Non solo richiede la scheda 3d, ma di fatto gira bene solo sulle macchine più potenti: i requisiti minimi parlano di un P2 con una ‘buona scheda OpenGL’, ma ho i miei dubbi che possiate giocare con qualcosa di meno di un P4, con una scheda di almeno penultima generazione. A fronte di queste richieste di sistema particolarmente esose, la grafica di Dominions 2 è per il 95% addirittura in due dimensioni, senza neppure uno sprite animato in tutta l’estensione della mappa!
Fatti due conti, la scheda 3d serve esclusivamente per supportare alcune bellurie estetiche di poco conto (due o tre trasparenze, e gli sfondi animati delle finestre di dialogo, tra l’altro neppure troppo belli), e per visualizzare i replay delle battaglie. Qui però le unità vere e proprie, paradossalmente, sono solo degli sprite fissi appiccicati sull’ambientazione 3d, che si muovono scivolando avanti e indietro, senza il minimo accenno di animazione. Tutta la potenza richiesta in pratica è impiegata solo per far vedere il paesaggio, mostruosamente ampio in confronto alle reali necessità (basterebbe un po’ di sana vecchia nebbia all’orizzonte per dimezzare il carico di lavoro per la scheda grafica).
Insomma la sensazione generale è di un irritante spreco di hardware, ma i problemi con la grafica purtroppo non sono tutti qui. L’interfaccia è nel complesso abbastanza caotica: pulsanti eccessivamente grandi si alternano a hot spot piccoli e difficili da centrare col mouse, e per accedere alle varie funzioni di amministrazione occorre sempre transitare per scomode finestre intermedie, occupate magari solo da un semplice menù di opzioni. In Dominions 2 ci sono dozzine di unità differenti, ma sono tutte rappresentate da semplici sprite fissi, in genere tutti uguali tra loro, e per giunta piccolissimi: la finestra dell’arruolamento può essere un vero incubo, finché non si riesce a imparare a memoria chi è chi.
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