I controlli sono facili da apprendere anche se non del tutto intuitivi, e la telecamera da cui possiamo osservare lo scontro e la mappa strategica ha vari livelli di zoom e una buona libertà di inclinazione, anche se credo che una maggior dinamicità verticale e un alto livello di zoom sarebbero stati più efficaci.
Graficamente parlando, la realizzazione in 3D non ha pecche evidenti, il motore grafico è molto scalabile e permette di giocare anche con macchine meno potenti; ma al massimo dei dettagli rappresenta una vera e propria immersione nella realtà di gioco.
L’audio è molto ben curato e negli scontri rappresenta anche un ottimo ausilio per capire cosa sta succedendo in altri punti del campo. Un esempio per tutti, quando un’unità va in rotta una tromba suona la ritirata, diversa dai suoni di quando combatte o va in carica.
L’intelligenza artificiale invece, pur migliorata dal precedente Shogun, rimane come solito una delle pecche maggiori di questo pur notevole gioco. Non di rado osservo il comandante nemico che si offre volontariamente al tiro dei miei arcieri. La sua perdita determina un abbassamento del livello del morale della sua armata e un indubbio vantaggio per il sottoscritto. A questo particolare difetto hanno tentato inutilmente di porre rimedio con una patch. Comunque, l’AI di Medieval manovra: cioè non ti attacca mai di fronte, e non mantiene mai la posizione dello schieramento iniziale in difesa optando per la ricerca di un territorio in alto. Quindi, in ultima analisi e salvo giocatori esperti, questo gioco rimane molto competitivo per i neofiti.
Le critiche invece che posso fare rimangono sopratutto nella impossibilita di mantenere lo schema di gestione strategica per campagne in multiplayer, obbligandoci a scontri di battaglia secchi in cui ci si accorda sia sul periodo storico sia sul numero di fiorini (moneta corrente del gioco) da spendere per la realizzazione dell’esercito.
Ritengo che poter giocare gli intrighi e le alleanze con avversari umani renderebbe questo gioco una pietra miliare assoluta dei giochi strategici.
Un’altra cosa non molto ben riuscita è la modalità assedio, che si riduce ad abbattere le mura avversarie per poi continuare a combattere all’interno come su un campo aperto. Non è possibile agire dagli spalti con unità da tiro specifiche, e l’attività delle medesime dall’interno delle mura è ridicola. Il castello in pratica si difende da solo usando i bastioni e le torri fortificate costruite durante la fase strategica.
L’ultima critica riguarda la gestione strategica soprattutto per due questioni, la prima inerente al fatto che non è possibile commerciare con le altre province del tuo impero inibendo di fatto le potenzialità economiche all’aumentare della copertura territoriale e quindi delle esigenze monetarie. La seconda riguarda l’atteggiamento che l’AI assume verso la fine del gioco, mantenendo uno stato di guerra costante e rifiutando tutte le proposte di tregua, alleanza, pace anche se offerte ad uno stato ormai agonizzante e sconfitto.
Per me questi due sono trucchetti di bassa lega usati per rendere la difficoltà maggiore a scapito di una realtà e coerenza di gioco che in questi casi viene a mancare e di cui, in un gioco di simulazione di questo livello, si sente la mancanza.
Medieval Total War e la sua espansione, Viking Invasion, rimangono comunque due giochi di altissimo livello che appassionati del settore non devono trascurare.
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