Adesso il gioco si divide in una parte decisamente innovativa ed in una molto, ma molto vicina alle precedenti realizzazioni di casa Sierra.
Per quanto riguarda la prima, vi posso solo dire che sono stati curati moltissimo la gestione della colonizzazione a mezzo della quale riuscite ad avere gli incrementi necessari per la produzione di nuove armi e nuove tecnologie in grado di farvi colonizzare non solo i mondi simili al nostro ma anche quelli diversi o completamente diversi.
Il tutto ovviamente non rimane fine a se stesso, perché come ormai è nostra triste abitudine, morto un nemico ce ne troviamo subito un altro: ma data l’impronta di fair play, sarà lui a trovare noi ed a rompere le uova nel paniere della nostra pacifica colonizzazione dello spazio. A dire la verità saranno un paio i nemici che ci troveranno, ma non soffermiamoci sui dettagli.
Soffermiamoci invece su una della prime pecche. Quella di avere l’impossibilità di gestire un attacco terrestre sulle colonie nemiche: si possono, è vero, realizzare scudi e difese planetarie, ma da un punto di vista prettamente strategico non credo che sia sempre consigliabile nuclearizzare tutti i pianeti che cerchi di colonizzare. Ovviamente però i programmatori fanno correre in nostro aiuto la tecnologia che ci permette di sanare un intero pianeta in quattro e quattr’otto rendendo inutile ogni altra attività di conquista. Ora, pur comprendendo che la realizzazione di una simulazione di battaglia terrestre sarebbe stata chiedere troppo, mi domando allora perché introdurre una così invero interessate novità se poi non siamo in grado di usarla interamente?
Comunque il gioco fila bene lo stesso, ed è un piacere notare la capacità di gestione di ognuno nella crescita della popolazione e del suo indice di rendimento e felicità. Una delle interessanti novità di questo titolo è anche l’introduzione dei personaggi. Durante il gioco potrete incontrare una serie di PNG che potranno aiutarvi nella gestione delle attività economiche o militari, a seconda di quale ruolo darete loro. L’uso oculato di questi PNG aiuta spesso ad uscire da complicazioni.
Una delle più carine innovazioni per la difesa planetaria sono le stazioni da battaglia orbitanti (che quando vengono distrutte esplodono in tante piccole esplosioni seminando relitti in orbita, da vedere!) dotate di una serie infinita di armi bellissime e micidiali.
Un’altra è quella dell’introduzione del commercio intercoloniale tra pianeti dello stesso sistema o di sistemi vicini. Opportunità in più per ottenere materiali e risorse.
Nel particolare, la gestione delle colonie e delle risorse vi chiederà di valutare la tipologia di pianeta da colonizzare ed il suo massimo di potenzialità in termini di abitabilità. Maggiore il numero di abitanti, maggiore il numero di risorse. Per evitare però rivolte o un tracollo finanziario dovrete ben gestire la tassazione e l’indirizzo principale della produzione di una colonia che potrebbe essere più adatta alla ricerca che alla produzione. La ricerca di nuove tecnologie viene poi effettuata non con le risorse vere e proprie, ma con un certo numero di punti ricerca che devono essere spesi per ottenere un risultato su un dato tipo di sperimentazione. Questo comporta che non potrete avere tutte le tecnologie solo disponendo di soldi, ma dovrete ottenere più punti ricerca incrementando la dimensione del vostro impero.
Come vedete quindi la parte gestionale è sicuramente molto complessa ma non così difficile da essere rifiutata a priori da un giocatore non particolarmente appassionato.
Ora le dolenti note. La parte che gestisce i combattimenti è, a parer mio, interamente copiata e adattata dai titoli Homeworld e, come succede sempre in questi casi, la copia non rende come l’originale. In essa vi si trovano tutte, ma proprio tutte le caratteristiche di gestione, dalla configurazione dei tasti alla rappresentazione della mappa strategica con sfere di controllo. La differenza che mi è subito saltata agli occhi, non in vantaggio al presente titolo, sta nella gestione della telecamera che risulta di molto più complessa e meno intuitiva.
Tanto è uguale però, che alla prima (e vi assicuro, mai mi era capitato negli strategici) sono stato in grado di gestire tutta l’interfaccia usano l’esperienza del titolo Sierra. Ovviamente qualcosa di diverso c’è ma sono sfumature.
Uno dei “pregi” è che nel complesso tutta la gestione è stata ridimensionata e semplificata in maniera da essere ben giocata anche da neofiti e poco avvezzi utenti.
Questo gioco in particolare, soffre del difetto comune a tutti i giochi strategici del genere. La limitazione del numero delle unità. Tant’è che alle volte mi sono trovato a fare delle scaramucce di frontiera più che delle vere epiche battaglie.
Purtroppo un’altra pecca ancora in uso nelle software house è quella di prediligere un sicuro impatto grafico ad una buona AI. Haegemonia non è da meno, e l’avversario virtuale rimane sempre uno sprovveduto, forte il più delle volte solo del numero o della migliore tecnologia.
In multyplayer siamo ai livelli medi di tutti i titoli e con le stesse limitazioni descritte prima. Se posso scegliere non giocherei questo titolo in rete.
Che dire quindi del gioco? La mia valutazione si diversifica tra coloro che hanno giocato ad Homeworld e coloro che invece non sanno neanche cosa sia. Per i primi, come me, questo titolo rappresenta un flop di soldi spesi male. Non bastano le innovative gestioni delle risorse e la grafica assolutamente superiore per fare un bel gioco, anche se le battaglie sono davvero belle da vedersi. Per i secondi non posso che incoraggiarli a provarlo, ma prima di giocare ai titoli Sierra.
È un po’ come la differenza tra il motorino e la macchina di quando avevo 17 anni. Per un po’ tutto girava sotto le due ruote, poi si sono decisamente fermate.
Nonostante questa mia valutazione, il gioco risulta un best seller delle vendite ed ha avuto talmente successo da assicurarsi un espansione e addirittura si vocifera di un sequel.
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