Raging Tiger è un gioco concettualmente molto valido ma che presenta davvero troppe difficoltà per i giocatori non esperti. La curva di apprendimento è decisamente troppo ripida. Si passano ore ed ore a studiare il manuale ed a capire cosa significano tutte le sigle presenti nel gioco e, comunque, almeno nei primi tempi è quasi impossibile giocare senza fare ricorso costantemente e continuamente al manuale. Purtroppo questa caratteristica rende il gioco troppo poco godibile, bisogna ricorrere al manuale anche per impartire ordini banali e se poi si vuol cercare di sfruttare appieno le potenzialità del gioco, allora bisogna programmare sessioni di studio di stile universitario.
Troppo anche il micromanagement affidato al giocatore; si è costretti a mettere costantemente in pausa il gioco per impartire gli ordini e per controllare tutti i minimi dettagli e si sente molto l’assenza di una opzione che permetta di demandare al programma la gestione di alcuni compiti.
Altra critica che mi sento di muovere è la mancanza di un tutorial interattivo. Quello presente nel manuale è un aiuto, ma fra il dire ed il fare…
La grafica è scarna ma è quello che mi ha meno scioccato. Raging Tiger è evidentemente un gioco per “puristi” del genere e l’utilizzo dei simboli piuttosto che degli sprites non è un problema particolarmente rilevante. Volendo però essere puntigliosi, un minimo di cura grafica sarebbe opportuna almeno per agevolare la distinzione dei singoli plotoni, altrimenti risulta inutile inserire l’opzione “grafica”, meglio proporre il gioco direttamente ed esclusivamente coi simboli.
Ultimo appunto è la mancanza di una finestra esplicativa contestuale quando si passa col mouse sulle icone presenti sulla toolbar. Attraverso queste molte icone si potrebbe velocizzare la gestione del gioco ma, come al solito, bisogna cercare nel manuale il significato di ognuna di loro e memorizzare tutte le loro funzioni e data la ricca presenza di icone, la cosa non è semplice.
In conclusione Raging Tiger è per wargamers puri e duri, per chi non ha paura di nulla, per chi vuole un’immersione totale nel realismo più esasperato del comando di truppe. Sconsigliato a debuttanti del genere non accompagnati dal sostegno di uno psicologo.
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