Ad ogni modo, per serietà ho continuato a giocare identificando le varie unità. Ne esistono diversi tipi, organizzati in gruppi racchiusi dai colori principali con cui sono dipinte, e che a loro volta identificano il pianeta su cui possono essere prodotte. Ogni gruppo eccelle in una specializzazione e ogni nave ha le sue particolari possibilità offensive e logistiche.
Ci sono piccoli velivoli da caccia, grosse navi da trasporto, navi da battaglia e veicoli di riparazione. In verità molte davvero, e con caratteristiche peculiari che le rendono più o meno adatte ad adempiere a scopi specifici, obbligando il giocatore a pianificarne l’uso con attenzione.
Ma in linea di massima gli schemi d’identificazione delle caratteristiche sono tutt’altro che immediati: non che questo sia un difetto, specialmente per i giocatori accaniti, ma le precedenti scoperte relative alla struttura bidimensionale e alla mappa a scacchiera non invogliano certo un appassionato del settore.
Nella gestione delle unità, l’interfaccia di gioco si presenta molto semplice, adottando il classico punta e clicca per lo spostamento e il tasto destro per le caratteristiche: inoltre ogni unità annovera un certo numero di punti-azione propri per ogni vascello. Questi punti-azione vengono spesi per muoversi ed attaccare. È possibile effettuare un solo attacco per turno con ogni mezzo disponibile; si può decidere di effettuarlo all’inizio del movimento, inibendo di fatto ogni ulteriore azione, o al termine del movimento. Nel caso si decida di non attaccare, durante il turno avversario, i vostri vascelli risponderanno al fuoco se attaccati. Una accurata gestione di questi punti e degli attacchi dà al giocatore la possibilità di porre le sue unità in difesa evitando di muoverle.
Ogni volta che si clicca su un unità compare un menu a scorrimento, tramite il quale si può scegliere il tipo di azione da intraprendere, tra il movimento, l’attacco o altre opzioni alternative legate alle caratteristiche del vascello.
Una volta deciso il tipo di azione si illuminano i quadrati adiacenti, ad indicare le aree d’effetto delle armi, la massima capacità di spostamento, l’area di effetto delle eventuali azioni caratteristiche della nave. Appena finito con una nave, si conferma l’avvenuta conclusione di ogni ulteriore ordine e si passa alla successiva.
Per dare poi un quadro d’insieme in relazione all’identificazione delle unità che hanno già mosso e delle loro condizioni operative, tutti i vascelli sono sormontati da indicatori a barre gialli o rossi. Meno barre, più critica la condizione del vascello; un colore più scuro invece indica una nave già mossa. Le unità con caratteristiche operative particolari hanno anche una barra sotto, a rappresentare lo stato di efficacia dell’azione alternativa legata al vascello.
Continuando nell’esplorazione del gioco ci si imbatte nella nuova sorpresa di vedere il vostro avversario iniziare la partita con in dotazione le stesse identiche navi in vostro possesso. Uguali, per caratteristiche e prestazioni. L’asino di prima, già traballante, adesso si trova schiena a terra, cercando inutilmente di risollevarsi.
Ma proseguiamo con le scoperte. Successivamente alla brutta notizia delle navi uguali, ho notato la presenza di buffe strutture immobili sparse nelle mia sezione di campo e in quella avversaria. Sono stazioni orbitanti con capacità di upgrade, una scelta dei programmatori quanto mai bizzarra e devo dire estremamente singolare. Ad ogni modo, dato che l’unico metodo per rendere differenti le vostre navi è cercare di aggiornarne i sistemi d’arma, di difesa ed altro, ecco comparire le stazioni orbitanti come elemento strategico fondamentale nella pianificazione della battaglia.
Occupare una stazione vuol dire avviare il processo di aggiornamento. Felice come una pasqua, ne ho immediatamente occupata una: ma indovinate un po’, per ogni stazione puoi fare un solo upgrade, e scegliendolo da una lista molto ma molto lunga.
Considerando che non ho mai trovato più di 5 stazioni, lascio capire quanto queste ‘possibilità strategiche’ abbiano influenzato l’esito della battaglia: anche perché in questo gioco ci si deve accaparrare il controllo dei pianeti per ottenere le quattro risorse necessarie alla costruzione e al mantenimento delle unità in combattimento, senza le quali è impossibile fare tutto, compreso muovere o attaccare. Ecco che l’asino di cui sopra, ormai completamente tramortito al suolo, mi consigliava di effettuare ogni volta aggiornamenti relativi alla produzione, più che all’efficienza delle navi, dato che sarebbe completamente inutile aggiornarle se poi ti ritrovi al verde con la flotta bloccata nel bel mezzo di una battaglia.
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