Ma come si svolge una partita tipo? Per farvi un esempio ho deciso di improvvisarmi doge della repubblica di Venezia nel Maggio del 1453. Ci si trova già in guerra con il ducato di Milano. La situazione non è delle migliori, poiché oltre alla guerra in corso potrebbe aprirsi un nuovo fronte ad est con l’Austria. Come prima mossa decido di investire le monete d’oro presenti nel tesoro per assoldare alcune truppe mercenarie, che vengono poste al comando del Gattamelata. I potenti reggimenti veneti riescono a sconfiggere le truppe di Milano e dopo un breve assedio si propone una offerta di pace: in cambio richiedo l’annessione della regione di Brescia e il vassallaggio del ducato nemico, in modo da poterlo annettere passati 10 anni dalla fine delle ostilità. La generosa offerta, grazie alle qualità diplomatiche del monarca, viene accettata al primo tentativo. Ora sarebbe saggio attendere qualche anno prima di avviare nuove imprese militari, poiché la nazione è in subbuglio per la lunga guerra e il livello di allarme all’estero nei nostri confronti (detto bad boy) si è alzato raggiungendo il livello 7-8 (intorno al 30 sono probabili dichiarazioni di guerra multiple). Dopo qualche mese di pace le truppe austriache decidono di varcare i confini puntando su Venezia! Per parare il colpo aumento le tasse di guerra e cerco di far dirottare quasi tutti gli introiti mensili nel tesoro, in modo da assumere 6 reggimenti di cavalleria mercenari, che appena organizzati e posti sotto il comando del Gattamelata sbaragliano le truppe di Vienna, mentre alcuni reparti occupano il trentino e altre zone nemiche approfittando anche della dichiarazione di guerra dell’Ungheria e dei suoi alleati contro l’Austria… A questo punto accetto la pace proposta dall’Austria, che mi assegna 3 regioni e un centinaio di monete d’oro. Ora vi sono moltissime possibilità tra cui scegliere, vista la buona situazione strategica in cui si trova la nostra nazione; ma prima di nuove conquiste è fondamentale puntare sulla ricerca per tenere aggiornate le nostre truppe, vista la pericolosa vicinanza dell’impero ottomano. Dopo un ventennio di pace che ha portato a un netto progresso dal punto di vista sia tecnologico che economico decido di invadere l’impero ottomano, anche perché avendo varie rivendicazioni sui territori di confine abbiamo un ottimo casus belli! Come andrà a finire?
Ogni partita come avrete capito offre una diversa esperienza di gioco, anche se si cerca di ricreare le stesse strategie, e questo fa di EU3 un gioco estremamente longevo, vista anche l’imprevedibilità dell’IA che nonostante tutto riesce a essere abbastanza molesta in particolare durante vaste campagne militari. La durata della partita può dipendere da moltissimi fattori, tra cui l’anno di inizio, la velocità di gioco e la frequenza di eventuali pause, ma nel complesso posso dire che una intera campagna che copre tutto l’arco temporale previsto dura in media una sessantina di ore.
Questi appena visti sono solo gli aspetti salienti di EUIII. Il manuale nonostante le sue 150 pagine spiega tutto in maniera appena sufficiente, ma è ben lontano da essere una sicura guida verso il successo. Anche il tutorial dà quei minimi appigli necessari a non essere travolti ma non basta certo per poter portare il nostro paese alla gloria.
Nel complesso posso dire che si tratta di una simulazione estremamente accurata almeno nelle intenzioni, ma purtroppo non sono riprodotti molti eventi storici di grande rilievo per gli stati principali: gli eventi sono prevalentemente random e non legati e concatenati come nei precedenti capitoli della serie. La diplomazia risulta un‘arma estremamente potente, un monarca abile e molti ducati permettono pacifiche annessioni che neanche in una guerra centenaria si potrebbero avverare. Ogni mossa deve essere ben calcolata, prima di muovere i nostri pezzi si deve sempre preparare il terreno cercando di avere un buon casus belli e solide alleanze per coprirci le spalle. Una serie di conquiste cruente ad esempio potrebbero far salire il nostro parametro di “bad boy” (che indica la nostra belligeranza), e allarmare le potenze circostanti che si affretterebbero a creare una alleanza difensiva contro di noi.
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