Per l’esercito francese era arrivato il momento di ingaggiare il suo corpo principale. Gli uomini d’arme francesi, non ritenendo gli arcieri degni di attenzione, visto che la cattura o l’uccisione di un arciere non avrebbero dato loro nessuna gloria, si ammassarono al centro della formazione creando una moltitudine disorganizzata con poco spazio di manovra. Tuttavia anche l’ardore della fanteria francese venne presto frenato dalla tempesta di frecce che si abbatteva incessante e dal terreno fangoso. I due eserciti erano arrivati finalmente allo scontro diretto. La linea inglese vacillò e indietreggiò di qualche metro. A questo punto anche gli arcieri, gettati i loro archi, si lanciarono a difesa. Dopo un primo successo l’attacco francese si arrestò, molti soldati morirono soffocati nella calca di uomini. Forzati al combattimento dalla seconda linea, che avanzava ma senza possibilità di movimento, molti altri soldati francesi perirono infilzati dalle lame inglesi. Anche l’esercito inglese aveva subito perdite dall’impatto con il grosso dell’armata avversaria. Il Duca di York ne fu la vittima più importante. Lo stesso Enrico V si trovò spesso in difficoltà. Dopo tre ore di intenso combattimento i componenti della prima e della seconda linea francese erano tutti morti o prigionieri, e questi ultimi oramai superavano nel numero i loro carcerieri.
Nel frattempo la terza linea francese, che aveva assistito al macello della più bella nobiltà del paese, si avvicinava all’armata inglese. Questo episodio, insieme al successivo attacco al campo inglese da parte del Signore di Agincourt e di alcuni paesani, spaventarono Enrico, che ordinò lo sterminio dei prigionieri. Gli uomini d’arme inglesi, probabilmente preoccupati della perdita del bottino dovuto ai riscatti che le famiglie avrebbero pagato, rifiutarono di eseguire un simile compito, che fu portato a termine dagli arcieri.
La ritirata della terza linea francese determinò la fine del massacro dei prigionieri e la vittoria inglese della battaglia di Agincourt.
Le perdite inglesi della giornata furono solo 500, altri dicono meno di 100, ridicole se paragonate a quelle francesi molto più ingenti: tra i 7.000 e gli 11.000 corpi giacevano sul campo, secondo il calcolo di alcuni storici. Tra di loro anche molti tra i più importanti nobili di Francia, compreso il Connestabile d’Albret. Inoltre gli inglesi fecero 1.500 prigionieri, compresi il Maresciallo Bouciacaut, uno dei più famosi soldati dell’epoca (che morirà prigioniero degli inglesi qualche anno dopo), e il Duca di Orleans, nipote del re Carlo VI. L’unica armata francese era distrutta. Ora le porte di Parigi erano aperte per Enrico, ma con un esercito oramai allo stremo, e senza possibilità di ricevere rinforzi e rifornimenti, questi decise di non sfidare nuovamente la sorte e si diresse a Calais, dove si imbarcò poco dopo per ritornare in patria. Enrico V non conquistò la Francia con la vittoria di Agincourt, anzi l’unico risultato utile della campagna del 1415 fu la conquista di Harfleur, ma il risultato dello scontro permise al re inglese di tornare in patria e organizzare una nuova campagna due anni dopo.
La guerra dei Cento Anni non era ancora finita.
Per approfondire:
LIBRI
– The Armies of Agincourt Christopher Rothero
– Agincourt 1415 Triumph Against The Odds Mattew Bennett
– The Face of Battle John Keegan
– Henry V William Shakespeare
SITI WEB
Wikipedia English – Battle of Agincourt
Wikipedia English – Hundred Years’ War
Medieval Art – Battle of Agincourt
The Great Battle – Agincourt Campaign
Battle of Agincourt Resource Link
Deremilitari.org
Answers.com – Henry V
British Monarchy – Henry V