“L’arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentarle con novità.” Ugo Foscolo
Associare la poesia di Foscolo ai “giochi 4x” (eXplore, eXpand, eXploit, eXtermniate) “ è un similitudine meno campata in aria di quanto possa sembrare. Questo genere di giochi ha rappresentato un vero e proprio capitolo fondante del gioco di strategia esattamente come il romanticismo lo è stato per la moderna letteratura italiana.
I ragazzi a scuola studiano poesie e narrazioni romantiche e magari ascoltano il padre che narra di notti insonni passate a giocare a Master Orion, Civilization, Master of Magic. Probabilmente il feeling che ne ricavano è molto simile: epici racconti che narrano di un tempo andato e molto lontano dalla realtà di oggi
Se la prosa narrativa romantica è lontana anni luce dalla semantica della comunicazione fatta a colpi di sms, la “game experience” dei giochi classici ”4X” è altrettanto distante dal turbinare di eventi e grafica dei moderni videogiochi per consolle: in questi giochi multiplayer ogni giocatore inizia con una piccola “nazione stato” con poca tecnologia e poca capacità produttiva. Grazie a diversi mix di conquista militare, esplorazione e diplomazia essa è però destinata ad avere una crescita esponenziale, consentendo la costruzione di imperi economici e militari rilevanti. Per esempio, la saga di riferimento del genere (“Civilization” di Sid Mayer detto “civ”) prevede di iniziare con un piccolo villaggio primitivo antecedente all’età del ferro e l’obiettivo finale è il viaggio interstellare verso Alpha Centauri. I giochi 4X, seppur fra molte eccezioni, sono divisi in 2 grandi ambientazioni. La storia della civiltà dell’uomo come appunto CIV, e la grande saga dell’esplorazione spaziale come, invece, Endless Space.
I giochi “4X” non sono affatto spariti dagli scaffali dei negozi ma, fatta salva l’esclusione di “Civ”, rappresentano da anni una nicchia per fedelissimi, i cui numeri di vendita però si allontanano molto dai “top seller” di mercato. La comunità quindi esiste, piccola ma agguerrita.
Nell’ambito dei giochi “space opera” alcuni vecchi titoli (“GalCiv2” , “space empires“ “sword of the stars“) o produzioni più recenti (Armada 2526 e Distant Worlds) sono ancora parecchio giocati e rappresentano dei veri e propri standard. “Endless space” è un prodotto che si inspira alla tradizione più ortodossa di questo genere di giochi. Il piccolo sviluppatore indipendente che ha prodotto Endless space ha optato per scelte piuttosto tradizionali: game experience, grafica ed interfaccia richiamano da vicino ora l’una ora l’altra fra queste “pietre miliari”. Questo non è necessariamente un difetto. Cercare di riproporre “con novità” (mi perdoni il Foscolo per la citazione) elementi che hanno fatto la storia del gioco può essere indice di forte personalità.
Hardware Necessario ed interfaccia di gioco
I requisiti hardware e software necessari sono inaspettatamente elevati per un gioco che si autoproclama un “indie game” (produzioni indipendenti, generalmente a basso budget). Per una partita a risoluzione grafica “piena” viene consigliato un computer di tutto rispetto: Processore: Core i5/i7 o equivalente, 2 GB RAM, una scheda video con almeno 512 MB e 2 GB di spazio sull’hard disk.