Non vi è dubbio che la qualità tecnica e la quantità di grafica sono imponenti. Ma il numero dei colori e dei pixel non sono sufficienti a garantire un background coinvolgente . Non è una “bella” grafica: il “concept artistico” non è particolarmente realistico, il tratto è originale ma non richiama né la fumettistica né il cinema. Manca cioè di personalità e realismo.
Il gioco non brilla per ampiezza delle mappe di gioco. Il numero massimo è di 80 sistemi solari (circa 240 pianeti) contesi da un numero massimo di 8 giocatori. Non sono numeri da “monster game” ma sono comunque sufficienti a garantire un’ampiezza di gioco sufficiente. Ciò nonostante, con settaggi elevati i tempi di attesa aumentano anche su macchine di ultima generazione. Il sospetto è che questi anomali ritardi non siano dovuti ad algoritmi particolarmente complessi ma più semplicemente ad una intelligenza artificiale che non ottimizza le risorse disponibili. Il gioco dispone di una lobby dove è possibile incontrare giocatori ed iniziare partite fra giocatori umani. Questa opzione, diffusissima tra quasi tutte le tipologie di giochi, è invece una rarità fra i giochi “4X”. Le controindicazioni sono abbastanza evidenti: essendo un gioco a turni fra molti giocatori, i tempi morti si dilatano e la gestione della diplomazia diventa vulnerabile a molte forme di gioco “gamey” (alleanze pre formate, alleanze fatte per simpatia, per appartenenza etc etc etc). Come andremo ad analizzare, forse non casualmente, la parte più strutturata del gioco è proprio quella più adatta al gioco on line: il combattimento e la conquista militare. Questa è forse l’unica vera originalità del gioco.
Le 47 pagine di manuale pazientemente e puntigliosamente forniscono dettagliate spiegazioni di ogni singolo menu, purtroppo servono comunque parecchie sessioni di gioco per capire appieno l’interfaccia di gioco. Il tasto destro del mouse assume, ad esempio, almeno 3 funzioni diverse in base a dove viene utilizzato. L’accessibilità ad alcune funzioni frequenti è farraginosa mentre altre scelte privilegiano le performance grafiche e non l’usabilità. Il gioco utilizza un sistema di messaggistica estremamente esaustivo, ripreso esattamente da Armada 2526 e da spacEmpire, che informa di qualsiasi cosa accaduta durante la risoluzione del turno permettendo di intervenire dove necessario. Inspiegabilmente i messaggi non hanno alcun collegamento all’interfaccia a cui l’evento si riferisce. Per esempio se un messaggio ci avvisa che qualcuno ci ha dichiarato guerra, non troveremo nessun bottone per raggiungere direttamente l’interfaccia della diplomazia. Insomma, nonostante il buon manuale e i copiosi “rollover” serve tanto tempo per imparare l’interfaccia e tanti click inutili per gestirla. La difficoltà del gioco non sembra tale da giustificare questa difficoltà. Sono presenti funzioni di automazione della produzione e dello scouting che aiutano a diminuire la micro gestione, aspetto importante ma non sufficiente a lenire le difficoltà imposte all’utilizzatore da una interfaccia imperfetta.
Si comincia
In piena ortodossia del “4x” spaziale non ci sono scenari veri e propri ma soltanto il tutorial e diversi possibili settaggi iniziali. Aumentando il numero di razze in gioco e diminuendo il numero di pianeti abitabili si otterrà un gioco prettamente militare. Invertendo i fattori si otterrà un gioco di esplorazione semi solitaria. Tutto secondo copione e tradizione. Al’avvio il gioco permette di scegliere tra una decina di razze precostituite, ma offre anche la possibilità di crearne di proprie. E’ incredibile il livello di dettaglio offerto in sede di creazione della propria razza. “Endless Space” è un gioco 4X di complessità medio bassa e trovare la possibilità di customizzare la razza che andremo ad interpretare con un numero così alto di opzioni diverse è davvero una sorpresa.