La Lega per l’Esercito fu solo una della varie associazioni nazionalistiche e militariste nate a seguito dell’umiliazione delle Seconda Crisi Marocchina, tra le quali va annoverata soprattutto la Lega Pangermanica. Tutte queste associazioni, con voce concorde, chiedevano un forte riarmo terrestre e la cessazione o almeno la limitazione delle spese navali, considerate inutili per la Germania dal punto di vista militare. L’azione di queste associazioni non si limitava ad una polita di lobbing ma mirava a creare un forte sostegno nell’opinione pubblica a favore dell’ampliamento dell’esercito. In ciò le loro preoccupazioni coincidevano con quelle di Moltke, che da tempo si era reso conto della necessità di mobilitare l’opinione pubblica a sostegno della prossima guerra e aveva avanzato critiche al governo proprio per la sua inattività in tal senso.
Riflettendo sugli eventi marocchini del 1911, Moltke era giunto alla conclusione che uno dei motivi di debolezza della politica tedesca in quell’occasione era derivato proprio dal fatto che, nonostante tutto, al momento opportuno la Germania non si era trovata preparata ad una guerra: i tedeschi si erano trovati impreparati di fronte agli eventi. Di qui la conclusione, condivisa da molti alti gradi, della necessità di tenere adeguatamente pronte in permanenza le forze armate, con piani e organizzazioni sempre aggiornate. Moltke aveva raggiunto la consapevolezza che la linea ufficiale della diplomazia tedesca, quella di poter dividere gli alleati dell’Intesa tra loro, era illusoria e definitivamente fallita. La Germania era accerchiata e occorreva far scivolare l’enfasi dalle colonie al continente: la weltpolitik sarebbe dipesa dalla forza posseduta in Europa.
Gli eventi del 1911 spinsero così la dirigenza tedesca verso l’esercito, invertendo la linea sino a quel momento prevalente del sostegno alla marina, e l’accrescimento dell’esercito fu la conseguenza diretta dello scacco diplomatico. Il fallimento della missione Haldane e la crescita elettorale dei socialisti resero insicura l’opinione pubblica conservatrice sui rischi interni ed esterni e questo favorì i piani di riarmo che sino ad allora Moltke aveva vanamente proposto. Un alleato inatteso in questa direzione Moltke lo trovò nel cancelliere Bethmann-Hollweg. Questi, che pure aveva respinto nel 1911 il leggero programma di rafforzamento dell’esercito chiesto dal ministero della Guerra, vedeva nel riarmo terrestre lo strumento per limitare le spese navali che danneggiavano i buoni rapporti con la Gran Bretagna e ponevano seri ostacoli alla linea di riavvicinamento tra quel paese e la Germania, linea che Bethmann-Hollweg sosteneva calorosamente. Inoltre, il cancelliere andava convincendosi anche lui che la Germania stava subendo, come sosteneva Moltke, un accerchiamento politico e che pertanto fosse ineluttabile una forza credibile, se non per la guerra almeno per sostenere una politica di potenza.
In questo contesto, favorevole all’accrescimento delle spese militari, Moltke presentò alle autorità politiche un memorandum che delineava le possibili alternative di una prossima guerra. La Francia, a giudizio di Moltke, non avrebbe cercato di provocare una guerra con la Germania, anche se non andavano sottovalutate le forze revansciste in quel paese. Nel caso la Francia avesse messo in atto provocazioni in grado di far scoppiare una guerra, la Gran Bretagna la avrebbe certamente sostenuta e questo rendeva possibile pensare ad una guerra della Germania da sola contro entrambe queste due nazioni, poiché l’Austria non avrebbe certo accettato di esser coinvolta in una guerra contro le potenze occidentali senza avere reali interessi da difendere. Diverso il caso qualora la Russia avesse deciso di intervenire: in questo caso si poteva contare sull’appoggio austriaco. Per quanto riguarda l’Italia Molke riteneva che non fosse possibile contare sul suo apporto: la grande esposizione delle sue coste rendeva impensabile per quel paese considerare una guerra contro la Gran Bretagna. Contro la Gran Bretagna assumeva invece un forte peso, a giudizio di Moltke, la Turchia. Oltre a tenere impegnate truppe russe altrimenti utilizzabili contro i fronti germanici, la Turchia era anche l’unico paese capace di impegnare truppe di terra inglesi. Al momento la Germania si trovava ancora in vantaggio sui suoi potenziali avversari, ma presto le cose sarebbero cambiate: l’Intesa stava riarmandosi ad un passo superiore a quello tedesco, la Gran Bretagna poteva contare su un esercito moderno e bene addestrato, la Russia si trovava in ben diversa situazione rispetto al periodo della crisi del 1905-6, con diversi e più efficaci sistemi di mobilitazione, una rapida espansione del sistema ferroviario e un miglioramento nell’armamento. La stessa Francia era capace, in caso di necessità, di mobilitare un numero di soldati superiore a quello tedesco. Il memorandum terminava raccomandando l’incremento delle spese militari sia per l’esercito sia per la marina, poiché le due armi sarebbero state entrambe necessarie nella guerra futura. Difficile dire quanto il riconoscimento alla marina fosse qui sincero: è anche possibile che Moltke ritenesse improbabile un totale capovolgimento della direzione di spesa a favore dell’esercito e sventolasse pertanto un ramoscello d’ulivo sia a Tirpiz sia a Guglielmo II nella speranza di un compromesso ragionevole.
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