Un tempo (all’epoca di Scharnhost) vertice del potere militare prussiano, il ministero della Guerra aveva visto continuamente erodere il suo potere, soprattutto quello di unificare le strutture militari. Nel periodo guglielmino la sua principale funzione era quella di presentare al Parlamento le richieste sui finanziamenti necessari, decidendo a chi, esercito o marina, andava la priorità. La complessa architettura costituzionale dell’Impero rendeva ulteriormente debole la posizione del Ministero, che aveva le funzioni di ministero imperiale ma non la carica, rimanendo un ministero prussiano. Inoltre poiché la carica spettava ad un generale, questi era l’unico, nell’Impero, a dover insieme obbedienza al re e alla costituzione. Una contraddizione che era alla base delle molte dimissioni degli incaricati. Come ministero prussiano, quello della Guerra teneva stretti, e in genere armonici, contatti con i ministeri della Guerra degli altri stati.
Inizialmente un ufficio del ministero della Guerra per le questioni relative al personale, nel 1883 era divenuto autonomo e responsabile solo davanti al Kaiser. Tutte le posizioni degli ufficiali, e quindi le carriere, erano stabilite da questo ufficio. Tutte le promozioni e le retrocessioni passavano per l’Ufficio Militare senza bisogno di controfirma da parte del titolare del ministero della Guerra. Sotto Guglielmo II acquistò un potere enorme: Guglielmo II lo vedeva, e lo utilizzava, come un ufficio privato per sfuggire ai limiti imposti dalla costituzione, e questo istituto assunse un ruolo sempre più indefinito, occupandosi di tutto e invadendo sovente le competenze altrui. Era a quest’ufficio, e all’analogo per la marina, che ministri, politici, generali si rivolgevano per avere la certezza di un incontro con il Kaiser. Tutto questo non significa che il Kaiser ascoltasse sempre i consigli dell’Ufficio Militare: un esempio è proprio la nomina di Moltke, osteggiata da quest’ufficio.
In realtà il potere di tutti questi istituti ed organi dipendeva molto dal tipo di rapporto che il responsabile manteneva con il Kaiser, cosicché, alla fine, la persona era più importante della carica.
tecnici e addestrare gli ufficiali addetti ai compiti di Stato Maggiore. Questo organo rispondeva solo al Kaiser e ciò, oltre al margine di discrezione proprio di un ufficio che non deve rendere conto ad altri istituti, comportava un’enfasi sulla segretezza che sfiorava l’incomunicabilità. Sostanzialmente lo Stato Maggiore Tedesco era lo strumento del Kaiser per comandare le forze armate, ma le sue funzione erano di suggerimento e non di comando. Anche se, in linea di principio, ci si attendeva che il capo dello Stato Maggiore prendesse il ruolo di capo del Comando Supremo dell’Esercito (Oberste Heeresleitung, OHL), in tempo di guerra tutto rimaneva subordinato all’autorizzazione del Kaiser, il quale avrebbe potuto anche assumere il comando direttamente. In realtà non erano affatto chiari i confini, in tempo di guerra, all’interno dei quali giocava l’autonomia dello Stato Maggiore Tedesco.
A Berlino lo Stato Maggiore Tedesco era organizzato in 13 dipartimenti, organizzati in 4 divisioni (mobilitazione e ferrovie; armate estere; addestramento; fortificazioni estere). L’ambiente era deliberatamente e volutamente spartano, e le innovazioni tecnologiche erano mal viste. Nell’ufficio (cui era vietato di fatto l’ingresso alle donne: l’unica eccezione era la moglie di Moltke) esistevano pochissimi telefoni (raramente usati) e persino poche macchine per scrivere. La lentezza dei lavori, risultato del rifiuto delle tecnologie, era considerata un pregio, perché consentiva di lavorare con calma, ponderando le decisioni ed evitando di operare scelte frettolose.
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