Schlieffen era consapevole di non avere un numero sufficiente di truppe per realizzare il suo piano né i mezzi di trasporto necessari. Quando consegnò a Moltke il memorandum con le sue intenzioni e le sue scelte, lo considerava come un piano d’azione per indirizzare il suo successore, una strada da seguire, e non come una prescrizione immediata. Nondimeno, per il periodo in cui occupò il posto, Schlieffen si guardò dall’avvertire i politici dei suoi dubbi affinché si regolassero di conseguenza; una colpa che anche Moltke commise con leggerezza, come vedremo. L’insistenza dei due sull’invincibilità della Germania e le loro assicurazioni convinsero i politici, che giunsero, così, a scelte fatali.
L’eccessiva rigidità del Piano Schliffen, che non lasciava spazio al caso, escludeva dal computo ciò che Clausewitz aveva definito attrito. Non era previsto nessun inceppamento, nessun errore o ritardo rispetto a quanto previsto. In realtà più che un piano geniale quello di Schlieffen era un disperato azzardo.
Uno dei motivi per i quali Schlieffen non ebbe mai la forza numerica necessaria per il suo Piano fu la differenza di vedute con il ministero della Guerra: mentre lo Stato Maggiore Tedesco insisteva per un incremento quantitativo, il ministero della Guerra mirava ad una crescita materiel, di risorse e mezzi. La logica stessa del Piano avrebbe suggerito di puntare sulla velocità e quindi sulla meccanizzazione, ma Schlieffen ragionava in termini di marce a piedi e di movimenti di cavalleria, in realtà mai allontanandosi da una prospettiva ottocentesca della guerra.
Quando Moltke subentrò a Schlieffen, seguì a lungo la linea del predecessore, continuando a sviluppare un piano che era in larga parte un programma in vista di un futuro sostanziale ampliamento dell’armata; ma, almeno sino alla Crisi di Agadir del 1911, avanzò solo richieste modeste di ampliamento degli effettivi, e anche queste senza particolare insistenza. Così la transizione da Schlieffen a Moltke non portò sensibili ed evidenti cambiamenti nel lavoro quotidiano del Stato Maggiore Tedesco. Per un certo numero di anni la maggiore influenza della marina escludeva la possibilità di accedere a sostanziali incrementi di bilancio, che peraltro la persistente debolezza della Russia neanche richiedeva con urgenza. Addirittura nel 1907 Moltke scrisse al ministro della Guerra che la struttura dell’esercito era così bilanciata che si poteva considerare stabile per qualche tempo, e che semmai, più che accrescere gli effettivi, conveniva migliorare l’armamento. Nel 1910 un lieve incremento fu proposto dal ministro della Guerra Von Heeringen e naturalmente Moltke lo approvò, ma l’opposizione del Cancelliere permise solo di accrescere la forza complessiva di meno di 10 mila unità. Solo a partire dal 1911, con il mutare della situazione internazionale, il potenziamento degli avversari potenziali, la collaborazione di Ludendorff e il forte supporto presso l’opinione pubblica della Lega Tedesca per l’Esercito, Moltke ottenne incrementi sostanziali.
L’avvento di Moltke comportò miglioramenti effettivi nelle manovre e un accresciuto grado di segretezza su queste e sui kriegsspile. Per qualche anno, come rilevato, Moltke accettò di fatto il Piano Schlieffen, ma dopo qualche tempo, a partire dal 1909, pur continuando a condividere la visione d’insieme e l’impostazione del problema formulata da Schlieffen, iniziò a introdurre mutamenti effettivi. La principale modifica derivava dal fatto che Moltke si aspettava una offensiva francese sulla sua ala sinistra e quindi riteneva occorresse dislocare delle truppe in difesa su quel fronte. Nel Piano di mobilitazione del 1910-11 erano dislocati in Alsazia-Lorena 8 corpi d’armata organizzati in due armate, truppe che chiaramente erano sottratte al potenziamento dell’ala destra. A differenza di Schlieffen, che era indifferente alle mosse francesi e ad eventuali invasioni temporanee e parziali di territorio tedesco, Moltke intendeva tener conto delle mosse avversarie ed era assai restio a concedere, sia pure temporaneamente, territorio tedesco al nemico. Inoltre intendeva garantirsi una risposta flessibile che gli consentisse più opzioni operative. Va anche rilevato che la Germania ancora non possedeva, nemmeno nel 1914, le risorse necessarie per trasportare e rifornire le truppe dell’ala destra qualora la consistenza di quest’ala fosse stata quella prevista da Schlieffen: il successo della mobilitazione del 1914 dipese anche dal fatto che le truppe erano minori di quelle che si riteneva fossero necessarie.
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