Avere la possibilità di recensire il seguito di Lord of the Realms, mi sembrava proprio una ghiotta occasione per iniziare a scrivere su una passione, i videogiochi, che ormai mi accompagna da tempo e che mi ha regalato tante notti insonni. Molte di quelle notti sono dovute a Lord of the realms 2, un gioco che quando uscì mi conquistò subito e in profondità, tanto che ancora oggi qualche volta mi trovo a ricordare alcune di quelle partite, giocate su mappe random dalla forma quantomeno assurda.
È chiaro che il mio avvicinamento a Lord of the realms 3 sia stato in parte influenzato dalla passione per il suo predecessore. Mi ricordo che durante la programmazione uscivano notizie sempre più promettenti su grafica 3d, campagne storiche accurate et similia: ma un primo timido campanello, se non d’allarme, d’attenzione è suonato quando uno degli sviluppatori è miseramente fallito. Conscio di questo antefatto mi sono apprestato ad acquistare il gioco con qualche apprensione, in parte piacevolmente evaporata allorché il gioco è stato presentato sugli scaffali a prezzo ridotto: non un vero è proprio gioco budget ma quasi, ho gridato al miracolo, pronto a prepararmi a nuove lunghe notti di gioco!
I filmati introduttivi sono di buona fattura e piacevoli da vedere, esilarante quello della casa di produzione con l’armigero che scappa nella ritirata per ripararsi dal meteorite. La prima schermata vi pone di fronte alla scelta di iniziare con una modalità campagna (quattro le campagne presenti nel gioco: Irlanda, Inghilterra, Germania con la discesa del Barbarossa in Italia e per finire Francia) o con una più immediata modalità battaglia, in cui dovrete scegliere di scendere in campo in una battaglia realmente esistita (partendo dal 1066 ad Hastings per arrivare alle soglie del 1400). Naturale scegliere la modalità campagna: in fin dei conti, anche in lì dovreste avere abbondanza di momenti per scendere in battaglia.
Una volta scelto tra le campagne disponibili, e creato alla bisogna il vostro alter ego digitale (io personalmente sono un distinto signore di mezz’età con un bel pizzetto e mi chiamo marchese Mc Germ), sarete pronti per governare e far prosperare il vostro feudo.Il territorio sotto vostro controllo sarà, in genere, costituito da un paio di regioni, a loro volta costituite da un numero variabile di province. Tendo a sottolineare questa gerarchia regione-province perché costituisce un cambiamento profondo rispetto al predecessore della saga: in LOTR3 infatti, basterà che cada il castello che rappresenta il “capoluogo di regione” e tutte le province della ragione cadranno.
Questa innovazione, unita al fatto che gli eserciti possono attraversare la mappa senza essere per nulla influenzati dalla conformazione del suolo (fiumi e montagne sono esclusivamente orpelli grafici) toglie profondità strategica al gioco. La possibilità di fortificare una gola in montagna per fermare o rallentare l’avanzata del nemico è da sempre nell’ABC della strategia.Tornando alla gestione del vostro regno, dovrete decidere a chi assegnare il governo delle vostre province. Il gioco presenta quattro tipologie di vassalli al vostro servizio, avremo così:- Cavalieri che edificheranno nelle loro province dei castelli per ospitare, oltre a una guarnigione, anche una o più compagnie specifiche per quel cavaliere. Il castello del cavaliere rappresenterà il luogo in cui ritemprare le forze e ricostituire l’entità delle compagnie provate dalla battaglia; volendo lo potrete anche espugnare, ma se non è la provincia capoluogo del feudo i vostri uomini saranno periti inutilmente.- Preti che costruiranno chiese e cattedrali: il feudo gestito dal clero ha grande importanza, in primo luogo perché influisce direttamente sul livello di cristianità del vostro regno, che insieme alla lealtà e all’onore rappresentano i tre valori base del gioco, che spiegherò più avanti. Il feudo ecclesiastico influisce anche sulla produttività di cibo e di denaro dei feudi circostanti: posizionare con attenzione questo feudo potrebbe fare la differenza tra un’economia di sussistenza ed una florida e rigogliosa potenza economica, e quindi anche militare.- Cittadini, che come è facile intuire fonderanno le vostre città, vitali poli del commercio e della vita mondana del regno; ma, cosa importante ai fini del gioco, le città saranno i centri di produzione del vostro denaro. Semplicemente, più città uguale più soldi. Altra caratteristica importante è che solo nelle città sarà possibile incontrare mercenari e vari personaggi da ingaggiare per la difesa del vostro regno o per l’attacco ai regni altrui.- Servi della Gleba, che costruiranno le fattorie per sfamare le vostre armate. Solo i mercenari non hanno bisogno di mangiare, ma gli eserciti regolari mentre si trovano all’interno del vostro regno dovranno essere approvvigionati, e per fare questo avrete bisogno di un buon numero di fattorie.
Questi vassalli sono a loro volta divisi per qualità. Un Cavaliere minore, generalmente avrà doti combattive scarse ed anche la sua compagnia sarà di bassa qualità, mentre un Cavaliere del Regno (il grado massimo) avrà doti particolari e le sue compagnie saranno quasi sempre almeno due e molto addestrate. Stesso discorso si può fare per gli altri vassalli: un principe mercante farà produrre alla propria città denaro in abbondanza mentre un cittadino comune solo poche corone. Un prete normale potrà portare solo un leggero incremento della produttività e della pietas, mentre un vescovo o un abate di qualche ordine religioso renderanno i vostri territori ricchi e prosperosi.
La città è il tipo di insediamento che reputo più interessante perché è l’unico che ha un ruolo dinamico sul gioco. Le chiese (nei loro vari livelli) sono semplici moltiplicatori, mentre i castelli, oltre ad ospitare le vostre milizie, non avranno pressoché nessun valore strategico (praticamente mai mi è capitato di potenziare un castello che non fosse quello capoluogo). Nella città troveremo, con il passar del tempo, varie compagnie di mercenari che, devo dire, sono uno degli aspetti più divertenti del gioco, sia per la loro varietà sia per l’impatto che hanno sui vostri progetti di espansione. Riuscire ad arruolare una buona compagnia di ingegneri con le loro macchine da assedio, insieme a dei picchieri svizzeri, può rappresentare un importante aiuto per i vostri cavalieri. Grande pecca è che né in città né in qualsiasi parte del gioco si possa commerciare: voi non avrete nessuno controllo sulla produzione di denaro, e non avrete tasse da alzare o beni da commerciare. Semplicemente, più città avrete, più soldi queste produrranno.
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