Uno degli momenti più belli nell’esperienza di un giocatore di strategici o tattici è l’apprendere di realtà di cui non si era mai sentito parlare o di cui non avevamo molta conoscenza. E’ una sensazione rara fra gli appassionati del settore, perché in linea di massima si sentono abbastanza competenti in molti campi delle storia militare e spesso lo sono davvero. Ma, per esempio, ebbi una specie di folgorazione su un mondo semisconosciuto la prima volta che giocai a Shoguh Total War.
Grazie a una profondità di gestione, frutto di uno studio molto accurato, questo gioco a turni e real time mi consentì di aprire una finestra su una parte delle storia mondiale che non avevo mai così bene approfondito, quella del Giappone dal ‘400 al ‘600.
Devo confessare che in un primo momento non mi interessai molto al titolo, non credevo nella comunione di strategico a turni e tattico in tempo reale, ma mi sbagliavo, mi sbagliavo di grosso. Ottenni il gioco di seconda mano dopo che un amico me ne parlò con enfasi.
Dopo averlo installato mi ritrovai davanti alla mappa del Giappone del ‘400, con le province dai nomi esotici ed eserciti con unità sconosciute dotati di armi ignote. Mi si chiedeva di gestire un clan, raccogliere le risorse agricole da convertire in unità, strutture e quant’altro necessario alla mia ambizione. Non solo avevo la possibilità di gestire un territorio, ma anche i rapporti famigliari, politici e militari. Mi si mettevano a disposizione emissari, spie, ninja assassini, generali con armate e figli in un complesso intrico di relazioni, alleanze, cospirazioni, spostamenti di unità, il tutto nel contesto una intera nazione ed allo scopo di conquistare il cuore e le menti delle popolazioni soggiogate e di rendere la mia casata la prima, quella degli Shogun. Inoltre il verificarsi di eventi storici e climatici influenzava non poco la gestione della partita. Il tutto suddiviso in turni stagionali in cui prima decidi quali mosse effettuare e poi lasci il campo ai tuoi avversari virtuali.
Ma la folgorazione assoluta venne quando per la prima volta affrontai una battaglia sul campo aperto. La gestione in tempo reale delle unità schierate nella provincia che avevo invaso ai piedi di una una bassa collina verdeggiante alla cui destra sorgeva un boschetto in un mattino brumoso.
La nebbia che lentamente si diradava permettendomi di osservare lo schieramento nemico di centinaia di uomini da dietro le mie linee di Yari (lancia). Gli uccelli volano lontani e improvvisamente il cielo si riempie di sibilanti frecce piombanti verso i miei samurai infliggendo perdite. E allora via, in carica su per le pendici della collina, nella polvere delle unità in formazione compatta verso la morte o la vittoria.
Quello che vi ho descritto non è una fantasia da libro, ma esattamente quello che succede nella simulazioni di campo di battaglia in tempo reale propria della famiglia Total War, in cui movimenti suoni e ambiente vengono riprodotti in maniera sempre migliore man mano che la tecnologia permette macchine più potenti.
Medieval Total War
– 07.11.2004
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