Peccato che in USA c'è una "stampa" che fa le pulci i candidati, qui no. Chissà perchè dall'estero importiamo solo le cazzate e mia le cose serie. Ossia riscriviamo la costituzione. Si può fare. L'unico problema è a chi affidare l'incarico, senza che faccia un casino.
Credo che non sia il caso di fare paragoni con altre nazioni. Si parlava prima degli USA, ma lì ci sono i Grandi Elettori, cioè persone assolutamente anonime che, in ristretto numero, eleggono in Presidente. Ogni Grande Elettore appartiene ad una circoscrizione territoriale e teoricamente dovrebbe seguire le indicazioni della sua maggioranza, ma de facto è libero di votare come meglio crede. In sostanza il voto vero negli USA è in mano a poche persone (scelte poi con quale criterio?), che godono di anonimato e che sono assolutamente svincolate da qualsiasi obbligo morale verso il resto della popolazione. Metteteci anche la presenza di due grandi partiti che mettono all'angolo tutti gli altri, molto più di quanto avviene da noi con il rapporto PDL-PD+altre forze in campo. A conti fatti, in Italia non siamo messi male in quanto a democrazia, il problema è la legge porcellum che il governo tecnico non ha pensato minimamente a cambiare e a nulla servono gli pseudo-tentativi di trasparenza come le Parlamentarie e cose simili. Prima di riacquistare un po' di fiducia, esigo che la legge elettorale venga cambiata o, più correttamente, torni quella di prima. Detto questo esprimo il mio parere sulle imminenti elezioni: spero che molti Italiani, come me, non dimentichino i partiti che hanno appoggiato il governo Monti e che gli hanno garantito il lasciapassare per tutte le sue riforme "lacrime e sangue": PDL, PD e UDC. Escludo il PDL, oltre ai motivi già citati, perché Berlusconi deve ormai rendersi conto che è giunto il momento di ritirarsi dalla politica e tornare ad essere solo un imprenditore, escludo il PD perchè Bersani è assolutamente anonimo e non mi piace proprio quel blob pieno di discordie quale è il suo partito (nessuna compattezza), escludo l'UDC perché fanno troppo la vecchia Democrazia Cristiana (che vorrebbero, tra l'altro, ripristinare) e poi per i noti legami con gli ambienti ecclesiastici. Grillo ha delle buone intenzioni, ma mi sembra che nel suo movimento si arrivi a degli estremismi nei comportamenti e la cosa non mi piace, come i diktat alla giunte comunali targate 5 stelle. Pannella non l'ho mai considerato e in questo sondaggio dovrebbe essere in una categoria a parte, perché non ce lo vedo proprio a sinistra. Forza Nuova e simili li conosco abbastanza bene in termini di progetti, ma non penso che saranno la mia scelta. Rifondazione Comunista e simili ritengo che siano ormai fuori dal tempo, facendosi portavoce di una ideologia nata nel XIX secolo e assolutamente non adatta a gestire i cambiamenti di un mondo in continua e repentina trasformazione quindi, pur condividendo qualcosina, penso che non voterò nemmeno loro. Penso che a queste elezioni voterò l'Italia dei Valori. E' stato l'unico partito ad opporsi alle riforme di Monti, così come a promuovere (senza successi, purtroppo) dei tagli alla casta della politica.
Ciao, scusami, ma ti debbo contraddire. Non è assolutamente vero che i Grandi Elettori siano persone assolutamente anonime, anche perché non sarebbe possibile eleggere delle persone anonime. Tutt'altro, essere GE è anzi motivo di grande onore. I GE vengono scelti da ciascun partito con criteri che variano da Stato a Stato, ma principalmente si nominano persone stimate nella loro comunità per le loro caratteristiche e per la fedeltà dimostrata al proprio partito, spesso si tratta di insegnanti e pensionati, non certo personaggi dotati di grande potere. L'obbligo morale è altissimo in quanto queste persone si impegnano pubblicamente di fronte all'elettorato del proprio partito a votare tassativamente per il proprio candidato alla presidenza. Detto questo, è rarissimo che un GE non voti per il candidato alla presidenza espresso dal proprio partito, anche perché si vota singolo stato per singolo stato e poiché tranne che in due stati vige il principio che chi vince prende tutto è abbastanza facile poter capire chi non abbia seguito le direttive del partito. In tal caso alcuni stati prevedono sanzioni o addirittura l'annullamento del voto e la sostituzione del GE, ma parecchi altri non prevedono alcuna sanzione, se ben ricordo dal 1948 ad oggi i voti difformi non sono stati più di una decina
Ciao Mappo, non ti preoccupare, dopotutto siamo qui per scambiarci opinioni e conoscenze. Il fatto è che ho iniziato ad interessarmi al sistema elettorale americano solo in occasione delle recenti elezioni del 2012 e quindi è comprensibile che ci sia qualche lacuna nelle mie informazioni. Se i Grandi Elettori sono allora conosciuti da tutti il discorso cambia completamente e se sono persone di un certo livello politico-culturale (insegnanti, membri autorevoli del partito) allora è una cosa buona.
L'Italia dei Valori si è fusa con Ingroia e non si presenta da sola, lo ha fatto principalmente per affinità politico lavorative e perche l'idv è stato travolto da troppi scandali soprattutto nella persona di di Pietro. Il nuovo partito Rivoluzione Civile si presenta come il partito dei Magistrati, cosa allucinante in un paese democratico, IMHO.
Direi invece che lo spettacolo di uno stato che con i pochi mezzi che possiede e con tutti i suoi difetti presta soccorso alla popolazione di Messina è decisamente migliore rispetto a quella di uno stato che appena vede le macerie delle case le affida alle cure di appaltatori disonesti e che di fronte ad una città in rovina organizza un incontro-farsa chiamato G8 costruendo un mega edificio per ospitarlo mentre la gente non possiede neanche la casa. Questo solo per chiarire, anche se il fatto è chiaramente OT e l'avevo giusto citato.
Comunque in non mi ricordo quale discussione avevo proposto l'idea che invece che votare si selezionasse la classe dirigente attraverso le università, ossia non quegli istituti di raccomandazione che abbiamo adesso, ma un tipo di università riformata, accessibile a tutti, meritoria, gratuita. Così chi ha ambizioni politiche invece di gingillarsi tra compromessi, false promesse e corruzione frequenta le università e in base poi alle sue effettive capacità, partendo da un incarico ordinario, può passare a quelli più alti. Ammetto che ciò richiederebbe una grande organizzazione, inoltre tale sistema non sarebbe immune da possibilità di "arroccamento" da parte di tale classe dirigente, che diverrebbe una sorta di aristocrazia, ma tali problemi sono presenti in misura peggiore già nelle nostre democrazie (in America si seleziona la classe dirigente fra i figli dei magnati nei college attraverso sette segrete massoniche, in Europa siamo governati da mandarini che sembrano imperatori cinesi per quanto sono distanti dalla gente comune). Adesso non ho modo per delineare bene la cosa, dato che devo andare, ma chi ha critiche da fare faccia.
il sistema migliore di voto ,scientificamente dimostrato, è quello dell'elezione a sorte. >vedi elezione dei doge veneti. oppure il sistema greco La democrazia greca (e in particolare quella ateniese) è la prima forma di governo democratico attestata nella storia occidentale. La teoria costituzionale della democrazia ateniese si basa sul semplice principio della sovranità al popolo (kurios, sovrano), oramai condiviso da tutte le democrazie mondiali. Essa era una democrazia diretta, ovvero ogni cittadino aveva la possibilità di proporre e votare direttamente le leggi, mantenendo soprattutto la possibilità decisiva di modificare direttamente la costituzione
Mi pare che nella discussione accennata da Lord Attilio si sia parlato anche della democrazia secondo il modello della Grecia classica. Tuttavia la democrazia diretta, cioè con la partecipazione di tutti gli individui aventi diritto (per alzata di mano, ad esempio), alla formulazione di leggi non è applicabile nelle complesse società odierne. Può andare bene in una città-stato come era appunto l'Atene del V sec. a.C., ma non in una nazione con diversi milioni di abitanti e per questo la nostra democrazia è rappresentativa. L'elezione a sorte mi lascia dubbioso: se si estrae a caso la persona che dovrà governare, allora dov'è la democrazia? Forse intendi estrarre a sorte tra vari candidati votati dalla popolazione? Ma in questo modo si mette sullo stesso piano chi ha preso il 60% dei voti con chi ne ha preso di meno.
Merita di più un riccone che si compra il 60% dei voti o uno che ne conquista il 2% perchè ha delle buone idee? Comunque sì, ad Atene ci saranno state sì e no 10000 persone nate sia da madre che da padre ateniese, e solo loro avevano diritti politici. L'idea più utile che ci arriva dalle democrazie greca e romana è piuttosto la non ricandidabilità allo stesso ruolo per più di una volta.
Allora meglio il voto com'è ora. Estrarre a sorte su tutta la popolazione, anche entro una fascia d'età, rischierebbe di mettere al governo incompetenti ancora peggiori di quelli che eleggiamo ora.
Diciamo che si tratta del solito problema di mettere le persone giuste al posto giusto. L'estrazione a sorte fra tutti i cittadini (e non fra tutta la popolazione, che è un concetto ben diverso) potrebbe portare ai piani alti sia gente in gamba sia degli incompetenti. Per incompetenza si intende sia l'incapacità di governare, sia l'inesperienza di un determinato settore. A questo inconveniente si potrebbe ovviare circondando l'eletto da una folta schiera di collaboratori esperti in quel determinato settore. In questo ipotetico scenario, tanto per fare un esempio, viene estratto a sorte per guidare un Ministero un barman di 20 anni. Mettiamo che il barman accetti l'incarico (deve esserci la possibilità di rifiutare, ovviamente). Gli viene affidato il Ministero degli Esteri. Con tutta la buona volontà, ma sarà veramente in grado di gestire gli affari esteri di una nazione? Qui intervengono i collaboratori, questi sì dei tecnici, che lo aiutano a prendere delle decisioni. Si tratta di esperti di relazioni internazionali, di geostrategia, di politica, ecc... Un cittadino qualunque sostenuto da assistenti esperti. Tutto risolto? Direi di no. Qual è il limite tra il parere dei collaboratori e le decisioni del Ministro? Se il barman volesse fare di testa sua, portando più danni che benefici? Bisogna limitare i poteri del Ministro e/o metterlo a pari grado con i collaboratori? Chiaramente nessuna critica. E' solo il mio modesto punto di vista.
Ma come, non era amicone di Putin? e adesso dice di aver aiutato i georgiani contro di lui? mi sa che è uscito completamente di testa...
Più che estrarre a sorte i ministri, andrebbero estratte e sorte le assemblee come il parlamento, ma soprattutto i consigli comunali e provinciali. Per evitare di avere troppi somari si potrebbero mettere dei limiti d'età (es: da 25 a 75 anni), dei limiti di reddito (ad esempio, almeno 20.000 € lordi per tagliare fuori gli evasori totali) e magari un bell'esame di abilitazione: nulla di complicato, un esame di cultura generale, in cui per esempio si dimostra di sapere che Egitto e Marocco sono paesi ben distinti.