possibili candidati: quantità, offensive economia, non tanto perchè ho visto che hai abbastanza soldi e tanto e ne fai molti con le guerre, trade, non so come è messa la zona. diplomazia...non ti serve. DEVI MENARE!
Concordo con Vestinus: adotta le idee offensive! Inoltre la prima idea di quel blocco ti dà un bonus di +1 all'impatto per tutti i nuovi generali!
Ragazzuoli, vorrei farvi notare che con la nuova piattaforma del forum esistono i tasti "Mi piace" (et similia), quindi è consigliabile utilizzarli, magari anche per aumentare il punteggio "Reputazione" dell'autore dell'AAR, invece di scrivere un commentino come quelli qui sopra che spezzano solamente la continuità del racconto. Non che sia vietato in alcun modo, ma insomma... se non avete nulla da aggiungere, tanto vale non scrivere!
Da non trascurare che l'ultima delle offensive, gli dà la Marcia Forzata...tanta roba, consuma un po' i punti militari ma ignora l'attrito e si muove più velocemente! Sia qualità che quantità danno bonus alla cavalleria, ma la prima di quantità va per i cavalli, e comunque per i nomadi raggiungere forcelimit e manpower superiore ai vicini mi sembra d'obbligo...
Oggi capitolo “light” dato che vado di fretta. Capitolo V : Oltre la Muraglia Dall’avvento di Tolun furono introdotte numerose novità, grazie anche alla discreta lunghezza che il suo regno ebbe, rispetto ai suoi predecessori. Grandi cambiamenti si registrarono a livello tecnologico, in particolare in campo militare e amministrativo, seguiti anche da cambiamenti nella corte, che fu dotata di un mastro del conio, al fine di ridurre l’inflazione. L’esercito fu aumentato con altri 4 mila cavalieri e negli ultimi anni iniziò anche la costruzione di alcuni templi nelle provincie più ricche. Adottamento di una politica più offensiva. Il nuovo mastro del conio. Nel frattempo, dopo aver raggruppato l’esercito, nel Marzo del 1474 venne data il via all’invasione del Khanato di Chagatai, che tuttavia si arrestò con la conquista della solo provincia di Uruqmi a causa della chiamata alle armi di tutti i membri della coalizione anti-cinese. La pace con il Chagatai La coalizione In questa guerra, scatenata dal Regno di Shan, la cavalleria mongola poté finalmente dimostrare il suo enorme potenziale, distruggendo completamente e ripetutamente l’esercito cinese. Varie vittorie strabilianti, con perdite minime. Forte delle vittorie schiaccianti i Mongoli poterono, tra il 1475 e il 1482, mettere a ferro e fuoco l’intero nord della Cina, razziando e distruggendo tutto ciò che incontrarono, grazie anche all’introduzione di una circoscrizione nazionale, avvallata da Tolun, che strizzava l’occhio a poveri e disperati desiderosi di servire il Khan in battaglia. L'intero nord occupato. L'introduzione della circoscrizione. Nonostante l’apporto determinante dei guerrieri mongoli nella guerra, durante le trattative di pace essi vennero tuttavia completamente dimenticati, cosicché non ottennero nulla di tangibile, se non la certezza di aver inflitto un duro colpo alla stabilità della dinastia Ming, che infatti dimostrò alcuni segni di cedimento, pur senza crollare vistosamente. La pace della vergogna. Finita la guerra, con le casse che cominciavano a tornare in negativo, Tolun volse il suo sguardo alla Manciuria, a cui tolse il porto di Wusuli e alla Corea, anch’essa presto alla mercé dei cavalieri mongoli. In tutto questo l’erede designato Mulan morì in un banale incidente di caccia, lasciando il Khanato senza un erede legittimo e quindi in un grande rischio di instabilità, ragion per cui Tolun si guardò bene dal guidare un esercito personalmente, preferendo la sovrintendenza alla costruzione di un palazzo degno dei Khan mongoli. La morte dell'inetto. Nel Giugno del 1487, scaduta la tregua con i Ming, ancora di fatto senza un esercito degno di questo nome, Tolun decide che sarebbe calato di nuovo oltre la Muraglia, ma questo volta per conto proprio. Oh My God la cavalleria mongola!
Ho deciso di mettere momentaneamente da parte lo stile romanzato perché mi impiega troppo tempo, magari in futuro lo riprenderò, mi dispiace per chi lo preferiva. Capitolo VI : Uno solo popolo, una sola fede, un solo Khanato. La seconda grande invasione della Cina fu un opera lunga e leggendaria, che rimase nelle menti di tutte le persone che ne sentirono parlare, senza contare di coloro che la vissero in prima persona. In 8 anni, tra il 1484 e il 1492, quello che era stato il ricco e stabile regno della dinastia Ming venne accantonato, sostituito da un inferno di invasori a nord (mongoli) e a sud (vietnamiti). Durante questo periodo frequentissime furono le ribellioni in tutto il paese, sia di contadini, che di pretendenti che cercarono di instaurarono la propria dinastia personale (in particolare gli Zhou nel sud) e il governo centrale perse il controllo di una larghissima parte del territorio. I razziatori mongoli si ritirarono solo nel 1492, dopo aver richiesto un forte riscatto e la cessione di due provincie di confine, lasciando il paese alla mercé dei ribelli. Nel frattempo, a Ulanqab, Tolun continuava l’opera di riforma dell’amministrazione mongola: accantonata almeno per il momento l’idea di riformare il governo stesso abbandonando il sistema di tribù nomadi (è infattibile al momento, ma garantirebbe le tech musulmane, a scapito del casus belli “libero” dei nomadi), Il Khan promosse l’introduzione di un sistema di pesi e misure unico per l’intero paese e si prodigò per la ripresa dei commerci, ricollocando alcuni mercanti, con effetti tuttavia marginali. L’economia continuava infatti a basarsi sulla razzia e sui riscatti. Il Khan si preoccupò inoltre di migliorare ulteriormente le relazioni con l’Orda Hoirat, consentendo, di lì a pochi anni, di iniziare il processo di annessione della nazione vassalla. Finita l’invasione della Cina, Tolun decise di muovere guerra di nuovo al Khanato di Chagatai, al fine di recuperare due provincie abitate da popolazioni mongole, Altai e Tannu Tuva. Questa guerra si rivelò più ardua rispetto a quella in Cina, per un insieme di cause: innanzitutto il Khanato di Chagatai era scosso da una guerra dinastica interna, che anziché indebolirlo, portò un gran numero di armati a scorazzare per il regno, inoltre ora i mongoli si trovarono ad affrontare un esercito di pari livello, seppur meno unito, in un terreno particolarmente impervio e esteso. Dopo tre anni si raggiunse l’accordo che Tolun cercava, anche se, a causa delle continue tensioni nel Chagatai, pochi anni dopo alcuni ribelli spartirono il nord del paese tra il Khanato mongolo (che guadagnò una ulteriore provincia) e l’Impero Timuride, anch’esso comunque attraversato da rivolte endemiche nella zona della Persia, a causa di tensioni religiose. Verso la fine della guerra arrivò finalmente l’erede di cui Tolun aveva bisogno, Ogödei. L’anno successivo, per proteggere i fratelli buddisti oppressi dal regime Coreano, Tolun scese nuovamente in guerra. Questa volta impose una pace particolarmente umiliante: oltre a dover cedere la provincia di Khanka, la Corea veniva obbligata ad abbandonare, come propria religione di stato, il confucianesimo in favore del buddismo, aprendo la strada a una possibile futura vassalizzazione della penisola. La situazione religiosa della regione era ora completamente mutata, con il buddismo che avanzava a nord come a sud (gli Zhou erano infatti di fede buddista) e con il confucianesimo relegato al solo regno dei Ming, che nonostante tutto, all’inizio del nuovo secolo era riuscito a ritrovare la propria stabilità interna ricostituendo un esercito di circa 20 mila uomini. Lo scontro per le terre tra i due fiumi era appena cominciato.
Capitolo VII : Il balletto diplomatico Febbraio 1500 Nonostante l’avvio del nuovo secolo e di un regno durato ormai 34 anni, iniziato all’età di 19, Tolun non era ancora disposto a lasciare il Khanato nelle mani del figlio, con il rischio che venisse usurpato, esattamente come accadde a Mulan Borijin, figlio di Agbarjin, tolto poi di mezzo con un futile pretesto. Si impose così di non morire, proposito che per un discreto numero di anni riuscì a mantenere, costituendo uno dei regni più dinamici e duraturi nella storia dei mongoli. All’inizio del ‘500 la situazione politica del Khanato era aggravata dalla formazione di una coalizione di paesi ostili ai mongoli, guidata dall’Impero Timuride e dalla dinastia Ming, ancora saldamente in controllo del nord della Cina, il cuore della cultura Han. I Timuridi non appaiono, ma si uniranno poco dopo. Per risolvere questa situazione, senza bloccare la naturale espansione dei mongoli, Tolun scese in guerra con l’unica nazione non ancora apertamente ostile ai suoi confini, il Regno di Nogai. Questo regno era scosso da lotte dinastiche interne che, anche in questo caso come in Chagatai, anziché avvantaggiare i mongoli divenne un problema, costringendo Tolun a inviare tutta la sua forza militare nella campagna, al comando dell’abilissimo Batu Xilingol. Dopo 3 anni di guerra i mongoli ottennero una provincia di confine, Argyn, e un discreto riscatto. L’anno successivo, integrando definitivamente il Khanato dell’Orda Hoirat, i mongoli presero il totale controllo dei passi montani tra il Chagatai e i Timuridi, chiudendo al tempo stesso una vecchia faida tra fratelli mongoli. Contemporaneamente grazie al disinteresse dei Timuridi e dei Ming per i mongoli, troppo occupati a risolvere i loro problemi interni, Tolun poté calare nuovamente in Corea, nel tentativo di renderla sua vassalla, tuttavia l'Imperatore coreano era ancora troppo orgoglioso per accettarlo, così il Khan si limitò a prendere due provincie di confine, promettendo comunque di tornare. Questi fatti provocarono la rinascita della lega contro i mongoli. Preoccupato da queste azioni diplomatiche, Tolun decise di chiedere un alleanza alla dinastia degli Zhou, i quali furono ben contenti di unirsi a loro anche di nasticamente contro la dinastia del nord. Il Khanato comunque non vide neppure allora un periodo di pace, poiché pochi giorni dopo il Regno di Shan chiese a Tolun appoggio per una guerra contro i Ming, appoggio che egli fu ben lieto di concedere, evitando le ire degli altri membri della coalizione. Nel frattempo i libri destabilizzano la nostra nazione, a quanto pare... L’esercito mongolo sconfisse quello cinese in due battaglie decisive, Hanyang e Taiyuan, tuttavia Tolun decise di uscire dalla guerra a conflitto ancora in corso, per evitare che gli Shan potessero parlamentare per lui, accontentandosi di 2 provincie già reclamate e un magro riscatto. Era il 1510 e gli anni successivi furono gli anni più pacifici e produttivi che il Khanato ebbe da sempre, con l’introduzione di molte novità, tra cui una prima forma di educazione monastica. Tolun, grazie ai miglioramenti economici, fu inoltre in grado di chiamare a corte numerosi studiosi e luminari. Tuttavia dopo questo lungo periodo di pace vi fu chi accusò la dinastia Ediguid di codardia ponendo Tolun di fronte a una scelta: affrontare un’aperta ribellione o uccidere suo figlio per dare prova del suo coraggioso. Il Khan non si fece tuttavia intimorire dal sollevamento di 18 mila armati, a cui impartì una dura sconfitta nell’Ottobre del 1515. Se i mongoli volevano la guerra, ad ogni modo, presto l’avrebbero avuta.
Dopo che hai un numero di truppe sufficienti, sì. Gli unici problemi credo verranno con la Moscovia, che ha in totale una decina di tech avanti le mie. Un altra cosa utile è cercare di prendere solo provincie su cui si ha già un claim (che comunque vengono "a cascata" essendo nomadi, con degli eventi appositi) così si riduce costo e tempo per renderle core. Sarebbe meglio espandersi con unioni/vassalizzazioni, ma essendo buddisti praticamente tutti ci odiano.
Vuoi puntare dritto all'Europa, cercando magari anche di occidentalizzarti, oppure preferisci concentrarti sulla Cina (grande riserva di tasse e manodopera)? Occhio che quando ti sarai occidentalizzato, operazione che ti costerà parecchi power points, perderai il bonus alla cavalleria che possiedono i Mongoli, in favore appunto di unità di cavalieri più europee.
Allora, occidentalizzarmi preferirei non farlo, vista la caterza di malus e perdita di tempo che comporta, per le tech muslim invece devo avere 200 admin points (nessun problema fin qui), avere la stabilità a +3 (si perdono un po' di punti, ma si può fare) e completare un blocco di idee a scelta tra amministrative o economiche (che invece richiederà parecchio, visto che mi manca ancora un po' per arrivare ad avercelo, un secondo blocco di idee). Dove andrò non lo so, questa cosa delle coalizioni mi sta frenando parecchio (come è giusto che sia) per cui credo che mi espanderò dove potrò, anche se al momento tutte le strade sembrano sbarrate. La Cina entro la fine della partita vogliono prenderla, per l'Europa la vedo difficile. Per la cavalleria credo non sia un problema, tanto andando avanti gli europei/musulmani avranno comunque eserciti migliori.
Capitolo VIII : Una nuova minaccia Ottobre 1515 La luce del primo pomeriggio filtrava tra i tendaggi delle finestre istoriate della Sala Grande del Palazzo dei Khan. Tolun era ritto in piedi, di fronte a un uomo inginocchiato e legato che, nonostante si trovasse in quela situazione, manteneva una sorta di orgoglio intrinseco. Attorno a loro si trovavano almeno una decina di guardie più gli uomini del concilio del Khan. Il prigioniero era stato evidentemente percosso e sangue raggrumato ancora solcava la sua pelle scavata in volto, senza riuscire tuttavia a scalfire la brillantezza dei suoi occhi. Tolun lo guardava in modo severo, i suoi piccoli occhi ancora svelti nonostante l’età lo studiavano in un silenzio carico di tensione. Infine il Khan prese la parola: - Toq Yungshiyebu sei accusato di tradimento contro il tuo Khan. Hai qualcosa da dire a tua discolpa? – disse Tolun - A mia discolpa nulla. Anzi se potessi so che lo rifarei. – rispose in tono sprezzante – non meritiamo di essere governati da un codardo che non ha mai guidato un esercito. – continuò, sostenendo le parole con uno sguardo carico di odio. A quel punto una guardia dietro di lui lo colpì con la parte inferiore di una lancia, facendolo stramazzare al suolo. Tolun fece segno alla guardia di allontanarsi. - Sotto il mio regno il Khanato ha avuto un espansione che non vedeva da duecento anni. Come osi darmi del codardo?! – tuonò Tolun. - Lo dico e lo ripeto. – sibilò Toq – L’unica cosa da fare con voi Ediguid è piantarvi una lama nel ventre, a te e a tuo figlio. – Dopo quella affermazione il pugno di Tolun lo colpì così forte che due denti vennero sparati fuori dalla bocca del prigioniero. - E’ la guerra che vuoi? – disse il Khan massaggiandosi il pugno – In questo caso sarai presto accontentato. Ad ogni modo non ho intenzione di condannarti a morte. Non subito almeno. Prima mi premunirò che siano i tuoi figli a condividere il tuo destino all’avanguardia del mio esercito, sulle vette dell’Himalaya, senza neppure una pira decente a commemorare la loro fine. – disse Tolun compiaciuto. A quelle parole per la prima volta il prigioniero si agitò, tentando di liberarsi dalla stretta delle due guardie. Tolun ordinò che venisse portato in una delle celle del palazzo e che fosse informato di tutto ciò che sarebbe accaduto ai suoi figli. Dovette essere trascinato di forza, mentre scalciava, urlava e inveiva contro il Khan. A quel punto Tolun ordinò che tutti coloro che non facevano parte del consiglio abbandonassero la sala, dopodiché si sedette a capo del tavolo conciliare. Aveva eliminato la tradizione di far sedere i guerrieri più valorosi nel consiglio, sostituendoli con veri consiglieri, e limitandone il numero a cinque. Il primo a prendere la parola fu Qayshan Borijin: - Mio Khan, se intendete davvero entrare in guerra dovrete considerare il fatto che tutte le nazioni a noi confinanti sono alleate contro di noi. Non temo certo la Cina o la Corea, ma anche i Timuridi si sono schierati apertamente contro di noi. – disse con una punta di nervosismo. - Cionondimeno – disse Munhyo Ga – anche noi abbiamo i nostri alleati. La dinastia Zhou sarà ben lieta di aiutarci in questa guerra. – - Dovremmo anche pensare alla disposizione delle truppe. – disse un terzo. Tolun li lasciò parlare senza proferire parola, guardando nel vuoto. Aveva uno sguardo austero, reso ancora più autorevole dalla testa completamente calva. I loro consigli erano validi, per quanto possibile, ma lui aveva già deciso cosa fare. - Ecco cosa faremo. – disse, quando fu stanco di sentirli battibeccare tra loro – divideremo l’esercito in tre parti: 20 mila andranno a ovest, nei passi montani a impedire a un possibile contingente Timuride di dilagare nelle nostre steppe. Altri 8 mila, tutta la nostra fanteria, sarà impegnata a assediare le fortezze cinesi nel nord. Infine gli ultimi 12 mila cavalieri controlleranno la situazione tra la Cina e la Corea, fermando possibili incursioni. E’ tutto chiaro? – disse, con un tono che non ammetteva il contrario. Nessuno fiatò. La dichiarazione di guerra Il piano andò come previsto. In Cina, in balia di rivolte endemiche in tutto il territorio, i Ming fecero poco o nulla per fermare l’avanzata della fanteria mongola, combinata con l’esercito degli Zhou a sud, mentre la cavalleria mobile, al comando di Batu Xilingol, si rivelò essenziale per bloccare una corposa incursione coreana. La minaccia più grande in quel teatro, tuttavia, fu data propria dai contadini, armati in modo dozzinale, ma forti del numero. Nel fronte orientale i Timuridi non si fecero vedere per due anni, facendo credere a Tolun che non avrebbero mai attaccato. Tuttavia furono avvistati nel giugno del 1518 e nel settembre dello stesso anno intercettati a Qarqan. La battaglia fu una sconfitta inaspettata per i mongoli. Tolun fece mettere a morte il comandante che aveva guidato le sue truppe nella battaglie e, preoccupato per i possibili sviluppi che i Timuridi avrebbero potuto portare in Cina, si risolse a chiedere la pace all’Imperatore del Celeste Impero. Le condizioni furono la cessione della provincia di Baoding, già precedentemente reclamata e un riscatto di 546 pezzi d’oro. Tolun non poteva non essere soddisfatto, ma un nuovo nemico si era appena affacciato alle porte.
In effetti i Timuridi sono una bella grana .... io cercherei di tenerli buoni mentre creo una coalizione contro di loro e potenzio l' esercito .... invasione in due direttrici cercando di accerchiare le forze timuridi e marcia sulla capitale con le forze congiunte .... Questo è quello che farei io.
Capitolo IX : La pira Dicembre 1520 Nonostante il grande fuoco che ardeva davanti a lui, Batu continuava a sentire il gelido morso dell’inverno delle steppe. “L’uomo che mi ha reso quello che sono, elevandomi fino a comandare un intero esercito sta bruciando davanti a me” pensò con amarezza. Il condottiero distolse lo sguardo dalla pira. Davanti a se vide tanti uomini, guerrieri soprattutto, e tra tutti spiccava il principe Ogodei. “Khan ora” si corresse. Il ragazzo era in piedi di fronte alle fiamme, ancora la torcia in mano, il viso contratto in una smorfia che poteva significare qualsiasi cosa. “E’ stato un grande condottiero” rimuginò Batu “ma non credo che come padre fosse un granché. Per quello che l’ho visto era sempre nel suo palazzo, mai con la sua famiglia.” Gli avevano detto che come suo padre, anche Ogodei aveva una mente agile, tuttavia difettava di braccio. “Sarò io il suo braccio” pensò “sempre se me lo permetterà”. Quando la cerimonia fu conclusa, il Khan si avvicinò a lui. Vedendolo arrivare Batu fece un leggero inchino, era di umili natali e preferiva mantenere una certa distanza dai suoi superiori, benché il Khan fosse l'unico a lui superiore. - Batu Xilingol! – Disse Ogodei con un sorriso – E’ un onore per me incontrarti. Mio padre riponeva grande fiducia in te e da quello che i guerrieri mi raccontavano a palazzo quand’ero piccolo, c’era una ragione. – - Tuo padre è sempre stato molto gentile, mio Khan. – disse Batu ricambiando il sorriso. - Mio padre era l’uomo più freddo e antipatico che io abbia mai conosciuto. – disse Ogodei con noncuranza – ma ti ringrazio per le belle parole. Quello che però voglio da te è franchezza. Pensi di potermela dare? – chiese al guerriero. - Riguardo a cosa, mio Khan? – - La guerra, cos’altro. – ribatté il Khan – Come tu ben sai nelle nostre terre i legami di sangue hanno un flebile valore, tu ne sei la prova. Quello che conta – fece una pausa teatrale – è quanto valiamo. Ed io devo dimostrare di essere il degno erede di mio padre, o i miei uomini mi volteranno le spalle prima che io abbia anche solo potuto avere un mio erede. – - Da quello che ho sentito non dovrebbe mancare molto, se non sbaglio. – disse Batu con una punta di nervosismo. Per la verità condivideva i timori di Ogodei. Aveva giurato fedeltà alla casa Ediguid, ma molti non si facevano problemi a infrangerli, i giuramenti. E Batu preferiva stare dalla parte dei giuramenti vincenti. - Poche settimane, suppongo. – rispose il Khan con noncuranza. Era un ragazzo magro, abbastanza piacente, rilevò Batu, con i contorni del volto ben definiti e bilanciati. Ciononostante nei suoi occhi c’era qualcosa di gelido. “Ma forse è solo l’aria dell’inverno” pensò il condottiero – In ogni caso, come ti dicevo, il potere reclama un sacrificio di sangue, e noi dovremo compiere il rito della guerra.” concluse il Khan. Il piano fu discusso nel concilio del Khan a Ulanqab. Sarebbero stati necessari due anni di preparazione, per infoltire l’esercito e stabilizzare le finanze. Nel tempo che intercorse Ogodei fece tutto il possibile per diminuire l’ostilità delle nazioni, ma oltre a unirsi alla coalizione contro i Timuridi, non ottenne altro che perdere l’alleanza con il Regno di Shan. Solo gli Zhou del sud rimasero estremamente fedeli. Le statistiche di Ogodei La coalizione L'erede, Sayn, non male. Il pretesto della guerra fu la cessione di una provincia coreana di confine, anche se Ogodei sperava di poter finalmente vassallizzare il regno di Corea, già scosso da una guerra civile interna. In oriente la superiorità dei mongoli, uniti agli Zhou era schiacciante e in breve le forze coreane e cinesi furono sconfitte. Tuttavia la guerra si era allargata a tutte le nazioni circostante: Shan, Nogai, Timuridi, Oman, Crimea, Iraq, presero tutti le armi contro i mongoli. Le loro forze congiunte vennereo per la prima avvistate a Dzungaria nel 1524, tuttavia a causa della simultanea dichiarazione di guerra della coalizione avversa ai Timuridi, vennere richiamati in patria prima di poter dilagare nel Khanato. Ogodei stesso scese in campo, comandando le truppe di presidio ai passi montani, in caso di nuove incursioni. Che arrivarono nel 1526, quando un esercito di Omani tentò di superare le montagne, venendo tuttavia sconfitto. L'esercito dell'alleanza viene richiamato. Qualche problema con il reclutamento. La vittoria contro gli Omani. All’inizio del 1528, con la completa caduta della Corea e della Cina Ogodei decise di portare la guerra nelle terre dei Timuridi, tuttavia essi lo anticiparono marciando con 28 mila uomini alleati contro i 18 mila mongoli. Per evitare una disfatta, dovuta dall’aver sottovalutato le forze dell’alleanza, Ogodei si risolse nel chiedere la pace, che gli fu concessa: la Corea rifiutò di venire vassallizzata (la somma delle provincie superava il 100%), ma nonostante ciò i mongoli ottennero tre provincie di confine più un discreto riscatto. L'orda nemica. La pace. Ogodei aveva dimostrato di essere degno della sua carica, tuttavia si rese conto che erano necessari tentativi più energici, se voleva davvero coprirsi di gloria.
Oltre agli Zhou non riesci proprio a trovare altri alleati? Hai praticamente mezza Asia contro e persino i Timuridi ti hanno voltato le spalle (almeno credo, non eri in coalizione con loro?). Io ti consiglio di concentrarti sulla Cina e di conquistarla a piccoli passi, magari cedendo qualcosa anche ai fedeli Zhou. Quando le province cinesi saranno diventare core del Khanato Mongolo, potrai disporre di elevate entrate per tasse e di una consistente manodopera, senza dimenticare che in Cina ci sono ben 3 nodi commerciali (da cui dipendono anche la Corea e il Giappone). A quel punto le altre orde non potranno nemmeno essere paragonate alla tua. E per il prossimo gruppo di idee io strizzerei l'occhio a quelle per la colonizzazione, visto che proprio sopra di te ci sono le immense steppe siberiane . Non vorrai che prendano tutto i Russi? Oppure idee economiche per bonus alle tasse e alla produzione e aumentare il flusso di denaro già consistente delle province cinesi. Infine una piccola curiosità: stai meditando di spostare la capitale in un'altra città? Magari in una posizione più centrale o sulla costa?
In realtà ho fatto la coalizione contro i Timuridi. Gli unici alleati che ho perso sono gli Shan. Agli Zhou potrei dare qualcosa, ma solo perchè sto cercando di avviare un unione personale, quindi tornerebbero a me, ma stiamo a vedere ancora non lo so. Per la capitale non avevo pensato a nulla, qualche suggerimento? Soprattutto: conviene spostare la capitale? So che c'è il bonus per il collect trade, ma solo questo o anche altro?