Io ti suggerirei di prendere beijing e tutta la terra sulla korea bay, è una miniera d'oro. Poi piazzerei la capitale a pechino
Capitolo X - La vecchia regina Dicembre 1528, Sala piccola, Palazzo dei Khan. - ... E in infine questi occidentali sono venuti dai noi chiedendoci il permesso di costruire per noi alcuni di questi mortai. – disse Orug Wang, inquisitore e censore del regno, all’indirizzo del Khan. Ogodei sembrava assorto nei suoi pensieri, fissando senza vedere la fila di candele sui mobili spogli della piccola sala; quando doveva essere informato delle notizie provenienti dal mondo preferiva farlo lì, in modo da essere il primo e il solo a conoscerle. Alla fine rispose: - Lasciali fare, potrebbero tornare utili negli assedi. Altre notizie? – chiese, sperando che non fosse così. Aveva voglia di vedere suo figlio Sayn. - Sì, ma cercherò di essere breve mio Khan. – rispose Orug – La mia opera di conversione nelle terre conquistate procede bene, se ti compiace. – - Mi compiace, vai avanti. – disse Ogodei spazientito. - L’Imperatore giapponese ha conquistato quello che rimaneva della Corea, mio Khan, così ci dicono. – - Male, vorrà dire che dovremmo fargli capire che tutto ciò che è sul continente appartiene a noi. – disse con sprezzo il Khan. - E infine – disse Orug in tono servile – ci informano che il Re del Sud, della dinastia Zhou, è morto senza lasciare propri eredi diretti, lasciando il regno in mano alla sua vecchia sorella. Dicono che dopo di lei la dinastia potrebbe estinguersi, dato che la donna pare essere sterile, così dicono. – concluse con un ghigno. Se c’era malizia in quelle parole Ogodei la colse al volo: - Quanto è vecchia la donna? – chiese il Khan con un grugnito. - Abbastanza da non durare più di una decina d’anni credo, sempre che non abbia la salute di tuo padre. – rispose l’inquisitore con un ennesimo sogghigno. - Potrebbe funzionare... – rimuginò Ogodei – se sposassi... com’è che si chiama? – - Si chiama Heying. – suggerì Orug. - Se sposassi questa Heying – riprese Ogodei – potrei essere proclamato protettore del Regno del Sud e alla morte della regina io o mio figlio diventeremmo Re del Sud. Prospettiva interessante... – concluse Ogodei. Improvvisamente il Khan si alzò dal tavolo, facendo trasalire l’inquisitore. Assunse quella posa teatrale che amava fare specialmente a corte, alla presenza dei suoi sudditi: - Manda un messaggero sull’Isola di Hainan, digli che intendo sposarla. Che lo voglia o meno una donna con un tale potere non può rimanere senza marito e non può esserci partito migliore di un altro sovrano. Adesso và. – disse con un gesto della mano. Quando Orug se ne fu andato Ogodei rimase ancora a guardare la flebile luce delle candele, ripensando alla sua prima moglie e all’unico figlio che le aveva dato. Negli scorsi giorni Sayn si era ammalato e tutta la corte aveva temuto che non sarebbe sopravvissuto, ma Ogodei aveva fatto arrivare da Nanchino un famoso guaritore e ora la situazione sembrava migliorare (Con quello che ho speso). L'inquisitore Orug Wang, che portò a compimento un discreto numero di conversioni. Il matrimonio si celebrò due settimane dopo e quello stesso giorno Ogodei reclamò per sé il titolo di Protettore del Sud, facendo andare di traverso il cibo a più di uno dei suoi commensali. In ogni caso la Regina non ebbe nessun commento in proposito. Ogodei pensò che lo doveva aver previsto. Nei tre anni successivi Ogodei si preoccupò di stabilizzare le relazioni con le nazioni vicine. Migliorò i rapporti con la corte degli Zhou e trovò un alleanza con il Regno di Ayutthaya, anch’esso di fede buddista. Al tempo stesso avvertì i Timuridi di non attaccare nessuno dei paesi confinanti al Khanato se volevano evitare ritorsioni e si premunì di garantire l’indipendenza dei principali rivali dei Timuridi. E finalmente, nell’Aprile del 1531 la lega contro i mongoli venne sciolta e ogni nazione tornò a preoccuparsi dei propri affari. Ogodei decise che per il momento avrebbe lasciato un pace i suoi vecchi nemici (Tregua fino al 1533 ndr) decidendo di rivolgersi ai nuovi venuti. I Ming abbandonano la coalizione, poi seguiti a ruota da tutti gli altri. Prima tuttavia diede il via a una serie di riforme economiche indispensabili, a suo dire, per il progresso del Khanato (Lo slot di idee economiche mi serve per orientalizzarmi, ho scoperto che posso scegliere solo tre slot di idee e quello economico è il meno peggio, purtroppo per la colonizzazione mi sembra difficile, anche perchè il costo sarebbe proibitivo, sia in denaro che in admin points). Infine nell’Agosto del 1532 Ogodei attaccò l’Imperatore del Giappone, con l’obbiettivo di recuperare la Corea. In totale l’Imperatore e i suoi Daymio potevano contare su un esercito quasi di pari proporzioni a quello mongolo, tuttavia sul continente si trovavano solo poche migliaia di soldati e la flotta giapponese non era in grado di predisporre un grande sbarco. L’esercito giapponese venne sconfitto a Gyengosang e poi definitivamente annientato durante la ritirata, mentre le fortezze sparse in Corea caddero in poco più di un anno grazie all’utilizzo dei mortai occidentali. Tuttavia il Khanato non aveva una flotta e attaccare il Giappone era quindi impossibile, inoltre i giapponesi erano sbarcati a Hainan, bloccando lo stretto e mettendo sotto assedio la corte degli Zhou, convincendo Ogodei a trattare per la pace. La battaglia. La Corea nel 1534. Tuttavia prima di firmare la pace, Ogodei decise di giocare in anticipo.
Ho riflettuto sulla possibilità di spostare la capitale e per adesso sono giunto a questo conclusione: spostare la capitale a Pechino non rende, poiché, come potete vedere nell'immagine qui sotto, nel nodo di Pechino non arriva nessuna via, ma anzi se ne dipanano due che si allontanano dal nodo, rendendo impossibile l'aumento del valore del nodo stesso, inoltre i territori che ne fanno parte sono quasi tutti poveri o non colonizzati. Quindi ho deciso che se la sposterò, la capitale dovrà essere nel nodo di Nanchino (si dovrebbe chiama Hangzhou) dove le provincie sono più ricche e dove c'è anche una strada che può immettere denaro nel nodo. Al momento comunque conviene lasciarla dov'è, visto che tutto sommato (anche se a mantenimento pieno sono costantemente in perdita) faccio abbastanza soldi con il commercio, considerando la tecnologia e tutto il resto.
Potresti spostare la capitale a Shangai. Su quella città convergono le rotte commerciali che passano per il Giappone e la Corea, oltre che quelle per la Manciuria.
Io, se dovessi fare qualcosa, comincerei a pensare ad una flotta da guerra degna del tuo rango, e una volta creata penserei ad invadere il Giappone isola dopo isola, come tento di fare storicamente Kubilay Khan prima dell' arrivo in Cina di Marco Polo. Lui fallì, magari tu riuscirai nell' impresa.
Be, è ovvio che per contrastare gli europei servono navi moderne ... ma intanto attaccare il giappone darebbe una discreta ulteriore potenza.
Dopo aver preso la Cina non credo faccia così tanta differenza avere o meno il Giappone... Alla fine hai sud est asiatico e India a portata di mano senza bisogno di flotte... Non ha senso spendere soldi per costruire una flotta da sbarco che appena arrivano gli europei cola a picco... Usa i soldi per altro
Se i mongoli controlleranno la Cina non credo che il Giappone possa essere un problema... Gli europei sono un problema
Direi che la Moscovia farà più paura del Giappone. In futuro comunque vedrò se prendere quello scoglio in mezzo al mare che si ostinano a chiamare impero .
Dovresti cercare di giocare in anticipo e calare in Europa quando ancora lo svantaggio tecnologico è piccolo, se non addirittura inesistente visti i tuoi bonus alla cavalleria. Fossi in te darei un po' di tregua agli asiatici, perlomeno quelli ad oriente.
Capitolo XI : La sentinella senza nome Maggio 1534, Muro dei diecimila lì - Tutto bene ragazzo? – chiese una voce fuori dal campo visivo di Cheng. Il sole stava sorgendo e la sentinella non si era ancora riadattata alla luce del mattino. Strizzò gli occhi cercando di vedere. A un certo punto da dietro una cassa sbucò un piccolo uomo grassoccio dall’aria bonaria, che si avvicinava a lui con un andatura vagamente ondeggiante. L’uomo ripeté la domanda. Cheng si rese conto di chi fosse e si affrettò a rispondere: - Benissimo signore. – disse Cheng – Vi ringrazio per l’interessamento. – aggiunse dopo. - Mai parlare oltre il dovuto se non vieni interrogato – disse l’uomo grassoccio con uno sguardo complice – alcuni boriosi ufficiali potrebbero prendersela. – aggiunse poi con una fragorosa risata. – E’ la tua prima volta sulla Muraglia dico bene? So riconoscere la prima volta quando la vedo. Allora come ti sembra? – chiese sempre con un sorriso divertito. - Enorme signore. Non ho mai visto una struttura così. Non si riesce neppure a vedere la fine. – - Già proprio così. – rispose l’ufficiale. Poi con la faccia più seria che riuscì a fare aggiunse: – Peccato che i costruttori non abbiano pensato che un muro così lungo è indifendibile. Ah! – . Dopodiché sorrise di nuovo. – E tu quanti anni hai ragazzo? Vieni da vicino o lontano? – chiese. L’uomo arrivò abbastanza vicino a Cheng da permettergli di capire che era ubriaco. Ma lo conosceva di fama e sapeva che anche da sobrio non era molto diverso. Nonostante tutto era comunque considerato un grande guerriero e Cheng lo ammirava, come tutti nella guarnigione. “Spero che le storie su di lui siano vere” si ritrovò a pensare a disagio. – Ho 18 anni signore, e vengo da qui vicino, un villaggio fuori Datong – rispose invece. - Ah! Sei fortunato. Sono parecchi anni che la Muraglia non viene attaccata. Fai bene il tuo lavoro e magari riuscirai a vivere ancora un po’ nel tuo paese natale. – rispose l’uomo – Ora torna ai tuoi doveri sentinella! – ordinò con un tono che avrebbe dovuto essere autoritario, ma che risultò abbastanza comico in verità. Cheng non poté fare a meno di sorridere, voltandosi poi nuovamente verso lo sterminato orizzonte di pianure e colline ondulate davanti a sé. Improvvisamente non riuscì più ad articolare parola e un liquido caldo lo bagnò all’altezza dell’inguine, senza che lui potesse fare nulla per fermarlo. Si voltò pallido in volto verso l’ufficiale, che allertato dagli squilli delle trombe aveva già perso tutto il suo buonumore. L'uomo si voltò anch'esso verso Cheng ringhiandogli un ordine che il ragazzo si trovò a compiere senza neppure averlo veramente udito. Il sudore freddo come il ghiaccio gli artigliava la fronte e la schiena infilzandolo con mille aghi gelidi mentre nell’armeria raccoglieva lo scudo e la lancia. Questa gli cadde al suolo con un tonfo, colpendo di striscio un compagno che lo spintonò urlandogli qualcosa che non riuscì a comprendere. Pochi minuti dopo si trovava già oltre l’ultimo confine del suo mondo, impegnato in una infernale danza di ferro e sangue, fiamme e morte. L’orda che Cheng si trovava a fronteggiare nel suo personalissimo limbo sovrastava le loro forze di 2 a 1 e apparentemente solo i loro nemici erano capaci di sfruttare con successo l’artiglieria, la quale aveva già falciato un discreto numero di compagni al suo fianco. Cheng era particolarmente impressionato dalla cavalleria dei suoi avversari: ogni uomo d’arme al mondo sapeva che la fanteria era la spina dorsale dell’esercito, ma l’orda che si trovava davanti pareva semplicemente non conoscere questa regola e si avventava contro di loro in devastanti e infinite scariche di cavalleria. Dopo un tempo che parve interminabile la sentinella senza nome, la gamba sinistra squarciata da un proiettile sparato da chissà dove, giaceva immobile in un mare di soldati senza nome, fino a quando un cavaliere anch'esso senza nome pose fine alle sue sofferenze, in un luogo senza nome. Ogodei aveva invaso la Cina, ma sorprendendo tutti, non lo aveva fatto completando e chiudendo prima la guerra con il Giappone, ma bensì in contemporanea, evitando così che i Ming avessero la possibilità di riformare la loro tela di alleanze in virtù dell’espansione aggressiva dei mongoli. La pace con i Giapponesi. Lo schieramento. La calata dei mongoli da nord fu brutale e, dopo il primo sanguinoso scontro, non incontrò opposizione concreta. La battaglia di Jinan (mi sono preso la libertà di trasferirla romanzatamente sulla Grande Muraglia) Ogodei era ormai lanciato in un progetto espansionistico estremo e decise, sempre precedendo la nuova guerra alla pace con i Ming, di invadere la tribù di Nogai. La dichiarazione di guerra La pace. In particolare i Ming diventarono buddisti. Qui la guerra si dimostrò più ostica del previsto, tanto che furono necessari 5 anni e 40.000 uomini per piegare le tribù, ma alla fine in mongoli presero il controllo di una larga porzione del territorio nemico, arrivando a confinare con il Gran Ducato di Moscovia. Dal punto di vista amministrativo Ogodei riformò la burocrazia mongola rendendola più efficiente e, dopo l’arrivo alle frontiere dei primi moscoviti, emise un Editto anti-cristiano valido per tutte le terre del Khanato. L'editto contro i cristiani. Diplomaticamente parlando l’unione con il regno degli Zhou fu denifitivamente sancita dalla morte della regina nel 1542. A Ogodei restava solo un vecchio conto da regolare. Il mondo nel 1542. Bene allora riguardo alla Moscovia ci sono da dire due cose: la prima è che mi fa comodo averla ai confini perché mi porta un -25% al costo della tecnologia militare e la seconda è che ha un esercito numericamente pari al mio e quindi sono indeciso sul da farsi. Un temerario attaccherebbe adesso finché si può, come dice Enok, ma una sconfitta così lontano da casa, in un territorio così ostile significherebbe l’annientamento delle mie forze. Devo pensarci su. Nel frattempo lo slot di idee economiche avanza lentamente e le tech muslim si avvicinano a ogni passo e gli Zhou potranno venire annessi tra 50 anni, nel frattempo devo creare un corridoi tra me e loro.
Analisi della situazione in Moscovia. Questo non sarà un capitolo normale, oggi cercherò di fare un riassunto della situazione con la Moscovia e vedere cosa ne esce. La situazione nel 1542 è la seguente: con una sola provincia, Surgut, (ancora colonia) a dividerli dalle steppe siberiane i russi potrebbero ancora essere bloccati nella loro marcia prendendo quella singola provincia e impedendogli così di dilagare sopra di noi. A livello militare ed economico Mongolia e Moscovia sono molto simili: stesso numero di truppe, stesso limite, stessa quantità di denaro. I russi hanno un income maggiore e probabilmente a causa di qualche guerra precedente, una minor manpower. Tuttavia a livello tecnologico sono avanti a me di 10 lunghezze. Inoltre il loro sovrano è un dio. A questo punto decido di tentare di compensare il mio svantaggio producendo altri 15 mila soldati, arrivando ad averne 18 mila più di loro. Costano, ma tenendo il mantenimento al minimo sindacale riesco a stare in positivo. Nel frattempo il loro sovrano muore, sostituito da un consiglio di reggenza medio. Da questo punto in poi salvo la partita e decido di sperimentare alla cieca quanto vale il loro vantaggio tecnologico. Dichiaro guerra e marcio nelle 3 provincie più vicine. So che sarebbe meglio far venire loro da me, ma mantenendo i militari al massimo senza razziare i soldi finirebbero in fretta, quindi la guerra deve durare il meno possibile. Dopo un paio di mesi compare un esercito russo di 28 mila uomini che nonostante io faccia convergere 3 dei miei 4 distaccamente su una provincia, continua ad avanzare fregandosene. Al ché penso che o sono pazzi o mi devo preoccupare. Per l'appunto mi dovevo preoccupare poiché nonostante 52 mila miei uomini contro 28 mila loro vengo clamorosamente sconfitto subendo una caterva di morti e una ritirata chilometrica. Tirando le conclusioni questo non significa che la vittoria sia impossibile, infatti ho ancora due possibilità: la prima è di far convergere tutti e 4 i distaccamenti nella sola provincia in cui si dirigono i moscoviti, per poi fermare le mie truppe e farle ripartire ogni volta che anche loro si muovono, che comunque mi obbligherebbe ad assediare una sola provincia per volta e comunque nel caso arrivassero anche gli altri 20 mila moscoviti sarei finito. Altrimenti provare a farli marciare nelle mie terre, magari d'inverno, magari facendo terra bruciata, e vedere che succede, che mi sembra l'idea migliore. Comunque il succo è che siamo arrivati troppo tardi. Adesso posso solo provare a concentrarmi sulla tecnologia militare, ma recuperare il gap è improbabile.