«Questa non è una pace, è un armistizio per vent'anni » Secondo voi tra 50 o 100 anni le due guerre mondiali verranno ancora viste come due eventi storici ben distinti, pur con evidenti connessioni, o come un unico conflitto con due fasi calde intervallate da una fase tiepida, come oggi noi vediamo le guerre napoleoniche come un unico grande conflitto in più atti?
Il '900 è il secolo che viene studiato nelle scuole in maniera più dettagliata perché, essenzialmente, è quello a noi più vicino: ci sono nati i nostri parenti, ci siamo nati noi stessi e gli eventi degli ultimi decenni hanno ancora ripercussioni sulla storia attuale (banalmente: l'inizio della Seconda Repubblica in Italia, con il bipolarismo e tutto ciò che ne consegue, la presa del potere dei Talebani in Afghanistan, ecc.) Forse, con l'avanzare del tempo, la visione della storia più recente tenderà ad un appiattimento generale che metterà in risalto solo gli eventi maggiori, come noi oggi studiamo il '400 focalizzandoci, ad esempio, sulla scoperta dell'America (1492), sulla caduta dell'Impero Bizantino (1453) o sulla Guerra dei Cent'anni, tralsciando nei programmi scolastici avvenimenti e conflitti minori. Il periodo che potrebbe soffrirne di più di questo processo sarà indubbiamente la Guerra Fredda e i singoli episodi (Guerra del Vietnam, Guerra di Corea, ecc.) verranno visti come tasselli di un periodo più vasto senza scendere troppo nel dettaglio. Per quanto riguarda i due conflitti mondiali, che poi sono il tema centrale della tua domanda, penso che continueranno ad essere studiati (e considerati) come tali ancora per molto tempo, da un lato perché certe acquisizioni storiografiche non sono semplici da cambiare (basti pensare alla suddivisione in età antica, medievale, moderna e contemporanea, sebbene ci sia qualche tentativo di riforma in tal senso), dall'altro perché (e qui mi collego al discorso di prima) sono l'evento cardine più vicino a noi, destinato a gettare le basi per un nuovo equilibrio e nuovi contesti socio-politici, come furono le guerre napoleoniche per le prime generazioni dell'Ottocento (pensa solo alla diffusione delle idee rivoluzionarie in tutta Europa).
Secondo me, la seconda guerra mondiale, seppur fu ben più devastante, in termini di morti e danni della prima, non è altro che un "seguito" della Grande Guerra. Il primo orrore degli alleati fu il modo stesso con cui venne stipulata la pace nel '18. Il trattato di Versailles, fu una conseguenza devastante per la Germania, forse anche più dea guerra stessa. Non solo la Germania perse la sua libertà dal punto di vista militare e politico, non potendo possedere un esercito superiore alle 10.000 unità (se non sbaglio) e gli venne vietato di annettere ulteriori territori, ma subì un colpo terribilmente duro anche dal punto di vista economico: il pesante pagamento in oro, sotto forma di risarcimento di guerra, causò un inflazione senza precedenti, forse la peggiore a memoria d'uomo: per andare a fare la spesa si dovevano portare, letteralmente, carriolate di denaro in carta moneta. La Germania fu anche costretta a cambiare nome, diventando la "Repubblica di Weimar". La grave crisi economica tedesca, fece si che le false illusioni di rinascita del popolo germanico fecero salire al potere uomini come Hitler, consentendogli di fare ciò che ha fatto. Il secondo orrore degli alleati fu il consentire a Hitler di ricostituire la Wermacht, e consentirgli di annettere Austria e Repibnlica Ceca senza batter ciglio, facendogli violare i punti cardine del trattato di Versailles. Possiamo quindi dire che la seconda guerra mondiale, fu una "seconda puntata" della WWI, o, ancor meglio, una conseguenza della WWI e degli errori politici madornali degli alleati.
sbagli : 100.000 uomini 6.600.000.000 sterline, da pagare in Sterline o equivalente Reichsmark-Oro (che era una moneta), non lingotti ! No. Il nome ufficiale rimase 'Deutsches Reich'. Luoghi comuni a carriolate ... si scrive Wehrmacht. - - - Evitiamo in questa sezione di intervenire con luoghi comuni senza nessun valore aggiunto : il regolamento dice : http://www.netwargamingitalia.net/forum/threads/regolamentazione-speciale-per-questo-forum.6976/ <<In questo forum ci si distingue innanzitutto per competenza e voglia di conoscere e confrontarsi su temi attinenti la storia militare e non per altre tipologie di "comportamenti". Ricordate che si devono citare sempre le fonti a sostegno di quanto si scrive, preoccupandosi di scegliere fonti un minimo attendibili.>> - - - PS - vent'anni fa per verificare un dato o una informazione era necessario alzarsi dalla sedia e consultare qualche libro : oggi bastano un paio di clic e pochi secondi. Verificare quello che si scrive è soprattutto una forma di rispetto per gli altri !
Penso che la crisi economica di Weimar la si possa considerare uno dei fattori che ha portato all'aumento di estremismi politici sia di sinistra che di destra no? non penso che lo si possa definire in modo così secco come luogo comune. Come la pensi te?
Non c'è alcuna connessione diretta e soprattutto ineluttabile tra crisi economica tedesca e salita al potere di Hitler, anche perchè non si capisce di quale crisi si parla ... L'iperinflazione (a cui si accenna nel post) caratterizzò il periodo pre-Stresemann (1922-24). Ma nel 1925 la situazione si era ristabilizzata e il Governo Tedesco aveva ripreso a pagare le riparazioni. Il Partito Nazista era stato emarginato e alla fine degli anni '20 non aveva nessuna prospettiva. La grande crisi del '29 fu mondiale ed ebbe ovviamente ripercussioni anche in Germania, ma l'avvento al potere di Hitler fu conseguenza di enormi errori politici commessi da comunisti, socialdemocratici, cristiano-sociali e conservatori, oltre che da parte di Hindenburg, nel periodo 1930-33, La crisi del '29 fu mondiale : ma il nazismo salì al potere solo in Germania. Il legame "crisi economica - salita al potere di Hitler" è una enorme semplificazione della vulgata : un luogo comune.
Proprio nelle due crisi economiche i nazisti si mostrarono come difensori del popolo tedesco contro i vari piani economici. Con queste crisi loro si misero in mostra ai tedeschi dimostrando di essere l'unico partito politico forte che poteva risollevare il popolo tedesco. Il fatto non lo si potrebbe leggere così?
Giorgio Giorgerini, nel suo La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943, che in realtà abbraccia un periodo più lungo, che partendo dagli anni venti arriva fino al 1945, già definisce la WW2 come parte finale di una più ampia Seconda Guerra dei Trent'anni, in questo appoggiandosi a quanto è qualche volta già avvenuto all'estero.
Infatti è' una ipotesi storica che risale ad almeno 25 anni fa, caldeggiata fin dagli anni '80 da Ernst Nolte, noto storico, filosofo e politologo tedesco ... Der europäische Bürgerkrieg 1917-1945. Nationalsozialismus und Bolschewismus (1987)
Posso chiedere perché "solo"dal 1917? Per la rivoluzione russa? Vero, ma quando la disoccupazione calava i voti del NDAP scendevano, col boom della disoccupazione post 1929 i voti crebbero esponenzialmente. Certo, dire che crisi= Hitler è una semplificazione tale e quale a comunismo= proprietà pubblica ma un fondo di verità c'è. Così come è assolutamente vero che i vari partiti tedeschi commisero un'infinità di errori (in primis il KPD).
Nolte teorizza che i movimenti fascisti e nazionalsocialisti in Europa nacquero - e poi giunsero al potere - come reazione alla Rivoluzione comunista bolscevica e quindi che esista un legame causale : I GM => Rivoluzione Russa => movimenti fascisti e nazionalsocialisti => II GM; eventi che interpreta come 'Guerra Civile Europea', ed in particolare, dal 1917, come contrapposizione tra bolscevismo e movimenti di 'reazione borghese'. Alcune delle tesi di Nolte suscitarono asprissime polemiche e venne anche accusato di revisionismo. In ogni caso, IMHO, è rilevante l'elemento di causalità comunismo bolscevico => fascismo e nazionalsocialismo, che fornisce una diversa prospettiva nella valutazione degli effetti delle crisi economiche degli anni '20, soprattutto di quella del '29. Se ti interessa, esiste una edizione italiana del libro : Ernst Nolte, La guerra civile europea, 1917-1945. Nazionalsocialismo e bolscevismo, introduzione di Gian Enrico Rusconi, BUR, Rizzoli, 2004