in quale epoca soffrivano meno i fanti? parlo del fantaccino qualsiasi, niente cavalleria, artiglieria, guardia pretoriana, ecc ecc se foste obbligati a combattere dal più basso grado una guerra qualsiasi della storia, e poteste scegliere sotto quale bandiera servire, dove vi converrebbe andare considerando solo il vostro interesse? (qualità della vita) provo a ragionare un po': istintivamente mi viene da pensare che se la passavano meglio i combattenti dell'epoca delle armi bianche, la probabilità di sopravvivere dipendeva molto di più dalla propria capacità di combattere, sopravvivere era molto meno una questione di lanci di dadi sull'essere colpiti o no dall'artiglieria o da pallottole sparate con poca precisione da varie centinaia di metri. Isolando questa prima parte della storia escludo immediatamente il medioevo data la scarsa organizzazione che si ripercuoteva sulle condizioni di vita della massa di contadini arruolati per servire il proprio signore, poi c'era anche la staticità della frequente guerra d'assedio nel far calare ulteriormente la qualità della vita della truppa coscritta. Andrei quindi in età classica, sopratutto a Roma dopo la riforma di mario che ha professionalizzato le legioni. Però, e forse parlo così perchè sono un uomo del XXI secolo, la guerra all'arma bianca richiede una costante disumanizzazione per il combattimento corpo a corpo, io uomo moderno preferirei i moderni campi di battaglia pur di non dover incidere costantemente con le mie mani delle lame nelle viscere di altri uomini, vado quindi alla nascita della polvere da sparo fino ad oggi: ritengo che la massima sofferenza del combattente si sia raggiunta con l'invenzione della mitragliatrice e l'evoluzione dell'artiglieria con la seconda rivoluzione industriale. I campi di battaglia medievali erano luoghi di massacri degni delle bestie, ma i moderni campi di battaglia assomigliano molto di più all'idea che l'uomo ha sempre avuto dell'inferno: fuoco e caos totale, la sopravvivenza dipende in piccola parte dalla capacità del singolo, la morte può arrivare da un momento all'altro con una pallottola vagante, sparata magari da un inesperto quindicenne armato di ak-47 che uccide uno sfortunato berretto verde (Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie diceva un "tale"). L'apice credo che si sia raggiunto quindi con la prima guerra mondiale, con l'aggravante della statica guerra di trincea. Escludo quindi l'intero novecento e il presente, escludo anche gli ultimi tre quarti dell'ottocento per la diffusione delle canne rigate e l'aumento di mortalità per la maggiore potenza di fuoco. Andando troppo indietro nel tempo però diventano sempre più frequenti i combattimenti corpo a corpo. Quindi, escludendo il periodo di gladio e spade, dove si deve andare sullo psicologico, quando è meno traumatico ritrovarsi in un campo di battaglia? mi viene da pensare all'epoca napoleonica, basso potere di fuoco, eserciti già sufficientemente organizzati. Però il combattimento in formazione con un moschetto con una precisione ridicola (si sparava alle formazioni e non agli uomini) è come oggi dipendente in gran parte dalla fortuna per la sopravvivenza del singolo, il diffondersi delle canne rigate ha portato un po' di umana meritocrazia al fante (magra consolazione), ma l'aumento di efficacia dell'artiglieria potrebbe aver controbilanciato e in negativo questo effetto (sto pensando a metà ottocento). In tutto questo c'è da considerare l'evoluzione della medicina, oggi i campi di battaglia sono un inferno, ma sono paradiso le cure mediche (quando disponibili) rispetto al passato.
a) Non è vero che quando si combatteva all'arma bianca dipendeva quasi tutto dall'abilità personale. O almeno, dipende. Tra greci, romani, picchieri svizzeri, no. Ma anche in altri casi, se parliamo del semplice contadino armato e non del nobile addestrato alla guerra, i duelli personali non possono esistere. b) E' vero che dovevi sbudellare gente; ma c'è così tanta differenza da sbudellare vitelli, cosa che in una società contadina era normale? e poi se penso alle falangi di picche, che siano quelle greco-macedoni o quelle rinascimentali, penso a gente che tira colpi alla cieca e non so quanto nemmeno si accorgessero di aver ucciso qualcuno o di aver solo colpito qualcosa di duro. Risponderei che è il '700 pre-rivoluzione il momento migliore, almeno sul campo di battaglia. Certo, addestramento e disciplina durissimi, ma un'organizzazione militare che anche fuori dalla battaglia cercava di rendere la guerra un affare pulito, veloce, fatto da professionisti, senza le devastazioni della guerra dei trent'anni. Un guerra tra stati che si riconoscono a vicenda come pari.
parlavo in relazione alla guerra moderna, non in termini assoluti. il contadino con scure che si ritrova davanti un signore feudale se se la cava, magari riuscendo a sottrarsi al combattimento con lui in mischia, è per merito suo; invece se un moderno fante pluridecorato viene colpito in avanzata da una pallottola sparata da 450 metri senza ottica non sarà dipeso in alcun modo da un suo demerito o da merito altrui, per non parlare dell'artiglieria pesante che non guarda in faccia a nessuno.
Esatto: il '700 è il periodo dove più si può parlare di 'bella guerra'. Basti vedere la seguente battaglia: https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Oudenaarde Avrei avuto il 6% di possibilità di essere ferito/ucciso fossi stato un fante in questa battaglia, a Verdun la possibilità qual'era?
leggi il meraviglioso 'Il volto della battaglia' di John Keegan, con il racconto, dal basso, dalla posizione del soldato di linea, delle battaglie di Agincourt, Waterloo e Somme. Magistale !
Io ho sempre visto il XIX secolo come il peggiore dal punto di vista bellico. La tecnologie e le dottrine belliche si erano evolute diventando simili a quelle moderne ma la medicina moderna iniziava solo allora a compiere i primi passi. IMHO la Guerra Civile Americana è stata una delle peggiori guerre dal punto di vista dei soldati.
Nell'età delle armi bianche invece avrei voluto prima di tutto stare accanto a dei veterani e in second'ordine accanto a truppe organizzate. Perché la gran parte delle uccisioni nelle battaglie antiche avveniva quando uno dei due contendenti si dava alla fuga e veniva massacrato, questo i veterani lo sapevano e difficilmente si davano alla fuga. Poi le truppe organizzate stavano più coese, un legionario o un falangita avevano accanto lo scudo e la daga/picca del proprio compagno, un guerriero barbaro aveva se stesso e basta.
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