J.J. Sadkovich - "La marina italiana nella seconda guerra mondiale"

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da StarUGO, 13 Agosto 2014.

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  1. StarUGO

    StarUGO

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    Dunque,per trastullarmi, in vacanza stavo leggendo "La marina italiana nella seconda guerra mondiale" di James J.Sadkovich.
    E' un libro strano,pieno di citazioni,immagino piu' o meno attendibili,e di dati,idem come sopra.
    Quello che e' ancora piu' strano, e' che l'autore,americano,dipinge la marina italiana come praticamente senza macchia ne ' paura,a differenza di quello che,lo deduco dall'autore stesso,fanno tutti i suoi colleghi anglofoni.
    Oltretutto,sputtana spesso e volentieri sia i tedeschi che gli inglesi dell'epoca.
    Ma,a parte questo,indica, ripetutamente,come i principali problemi della nostra marina fossero,la mancanza del radar,la mancanza di mezzi,sia aerei che navali e ,soprattutto e in assoluto,la disponibilita' limitatissima di carburante,sia avio che per il naviglio.
    Vengono citati dati di tonnellaggio di carburante necessario e disponibile,in maniera quasi ossessiva.
    Allora io mi chiedo,ma se noi occupavamo la Libia,che risulta strabordare di petrolio,com'e' che dipendevamo dai tedeschi e dal petrolio rumeno?
    Addirittura leggo che,appena prima che la Germania invadesse l'Unione sovietica,c'erano contatti tra italiani e sovietici per la fornitura di carburante,contatti andati ovviamente a puttane dopo l'invasione.
    Ma perche' noi non abbiamo sfruttato il petrolio libico?
    Ancora non lo si era scoperto?
    Non volevamo sbatterci?
    Non ne avevamo i mezzi?
    Qualcuno ha letto il suddetto libro?
    Perche' ci sono anche affermazioni,tipo che il Macchi Mc202 e il Reggiani RE2001 quasi si facevano beffe degli Spifire V, che mi paiono quantomeno azzardate.
     
  2. GyJeX

    GyJeX

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    Il petrolio libico scoperto negli anni '30 era troppo in profondità e troppo lontano nel nulla per venire sfruttato, solo gli americani riuscivano a trivellare pozzi in quelle condizioni e poi mancava tutto il resto, lo estrai e poi ? Ci volevano investimenti molto grossi, posto che il regime si abbassasse a chiedere ahò datece 'na trivela che ciavemo el petrolio.

    I russi mica erano scemi, volevano pagamento in tecnologia, ma è un discorso luuuungo.
     
  3. StarUGO

    StarUGO

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    Fino al 25/8 ho molto tempo :D
     
  4. Pandrea

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    Perché la discussione si intitola "La Regia marina nella WWII" se l'argomento è il petrolio libico?

    Piuttosto parlaci di come l'autore glorifica la Regia marina, è sicuramente un punto di vista alternativo alla solita vulgata.
     
  5. huirttps

    huirttps

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    Ho rinominato la discussione perché si parla di un libro.

    Entrando nel merito dico la mia :

    Come ha ben detto @GyJeX sapevamo che il petrolio c'era ma non avevamo né fondi né macchinari capaci di portarlo in superficie, poi si sarebbe dovuto raffinarlo e non mi pare che l'Italia degli anni 30 avesse questa capacitá industriale che, se ben ricordo, é stata sviluppata dall'Eni di Mattei.
    Il MC202 é stato dichiarato da un asso alleato (non mi ricordo chi) come il caccia piú sottovalutato dell'Asse, mentre aveva ottime doti. Il problema degli aerei italiani era sempre lo stesso : scarso armamento e scarsa corazzatura. Oltre ovviamente ai numeri di mezzi prodotti, davvero risibili se confrontati a quelli nemici.
     
  6. supertramp

    supertramp

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    Da quello che ho letto, principalmente Giorgerini, dal punto di vista del traffico mercantile, la marina italiana è riuscita a fare il massimo per portare in Africa quel che c'era (non ho le cifre sottomano, ma intorno all'85/90% di rifornimenti, uomini e mezzi. Dal punto di vista degli scontri veri e propri invece mai una vittoria, gli inglesi ce le hanno quasi sempre suonate. I motivi sono penso vari:
    - tradizione navale: l'idea della "fleet in being" poteva anche starci, ma gli inglesi con la loro aggressività (vedi bombardamenti in Libia, Taranto, ecc), l'hanno presto smascherata come un bluff. Oppure la catena di comando, lenta e complicata quella italiana, con tutto che doveva passare da Supermarina, a differenza di quella inglese, con maggiore libertà per i comandanti in campo.
    - tecnologia: il radar ha fatto tanto, ma non solo, si pensi solo al pessimo munizionamento delle navi italiane, non si sapeva mai cosa potersi aspettare quando si sparava.
    - decrittazione: Capo Matapan tanto per dirne una.

    Allargando un po' lo sguardo, si potrebbe anche citare:
    - la mancanza di un forte sviluppo di un vero aerosilurante negli anni precedenti la guerra, quando ancora non si era compreso il potenziale dell'arma aerea contro le navi.
    - le scarse prestazioni dei sottomarini, su cui tanto si era puntato.

    Il libro non l'ho letto, ma per sputtanare la marina inglese nel Mediterraneo penso che ci si debba impegnare; per quanto riguarda il carburante da quel che so non era un problema reale.
     
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  7. StarUGO

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    Perche' se la titolavo "il petrolio libico" diceva poco,mentre " Il mancato sfruttamento del petrolio libico da parte della Regia Marina Italiana nella seconda guerra mondiale,nonostante la grande carenza di carburanti" mi sembrava troppo sintetico. :D
     
  8. StarUGO

    StarUGO

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    Questo e' ben triste pero'.Una marea di oro nero e non eravamo capaci di estrarlo,raffinarlo e distribuirlo.
    Mi fa pensare il fatto che i tedeschi non si siano gettati loro a capofitto sui nostri giacimenti.Anche loro non in grado?
     
  9. StarUGO

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    Non sto a citare le varie parti del libro perche' dovrei rileggere e scrivere troppo :whistle: , ma ti assicuro che dalla cronaca degli eventi,gli SM79 sembrava facessero il loro dovere,mentre viene continuamente ripetuto che scarseggiavano i siluri cosi' come i caccia notturni (ovviamente radar muniti).
    Le prestazioni dei sommergibili italiani non vengono reputate cosi' scadenti,da qualche parte nel libro,c'e' la percentuale di naviglio affondato dai sommergibili italiani,rispetto a quelli tedeschi,nell'Atlantico,e non era assolutamente da buttare.
    Io non ho certezze sui dati pubblicati da Sadkovich,ma di sicuro ripete all'infinito che soffrivano di una costante penuria di carburante.
    Ho sottomano una tabella che riporta le perdite di naviglio da guerra, inglesi ed italiane,dal 10/6/'40 al 8/9/'43.
    ----------------------------------- INGLESI---------ITALIANE

    -PORTAEREI ---------------------- 2--------------- 0
    -CORAZZATE---------------------- 1--------------- 1
    -INCROCIATORI-------------------14-------------- 11
    -CACCIATORPEDINIERE--------- 48------------- 37
    -TORPEDINIERE ------------------ 0---------------39
    -SOMMERGIBILI------------------- 62------------- 41

    D'accordo che c'erano anche i tedeschi,ma non mi pare che abbiamo sfigurato.
     
    Ultima modifica: 14 Agosto 2014
  10. GyJeX

    GyJeX

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    la guerra è scoppiata quando i prospettori erano al lavoro, ovviamente scapparono via quando arrivarono gli inglesi
    qui c'è un bell'articolo sulle prospezioni italiane in Libia da Ardito Desio in poi:
    http://www.speitaly.org/bulletin/2004-2/bulletin-03-2004/
     
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  11. Pandrea

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    Le perdite inglesi si riferiscono al solo Mediterraneo o anche ad Atlantico e soprattutto Pacifico?
     
  12. StarUGO

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    Solo Mediterraneo.
     
  13. Amadeus

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    Non ho letto il libro ma diverse recensioni (anche di lettori italiani) mi hanno dato l'impressione che Sadkovich voglia essere, come si suol dire, più realista del re.

    Le statistiche selettive possono essere fuorvianti. I risultati dell'arma sottomarina italiana, se paragonati a quello che hanno ottenuto altre nazioni e, soprattutto, se si tiene conto l'enormità numerica della flotta di sommergibili della Regia Marina, sono stati scarsi. Diciamo che ce la battiamo con i sommergibili sovietici che, durante la seconda guerra mondiale, non è che abbiano proprio brillato.

    Se si tolgono dalla tabella le perdite provocate dai tedeschi, sono dell'avviso che si possa proprio dire che abbiamo sfigurato.

    Non metto in dubbio la qualità di diversi pezzi di equipaggiamento della RM e della RA ma proprio questo fattore, più che una scusante, è un'aggravante per la pochezza dei risultati ottenuti.

    Sulla famigerata questione della "guerra dei convogli" anche Giorgierini ammette che i maggiori successi nel far passare uomini e mezzi ci sono stati quando i britannici non si sono impegnati (o non si sono impegnati a fondo). Inoltre, che senso ha gloriarsi dell'avere assolto ad un compito che non è stato bastevole, né poteva esserlo, a farci vincere la guerra?
    Mi sembra come dire, dopo che l'azienda è fallita: ma abbiamo raggiunto il 90% del fatturato obiettivo! Questo fa capire che anche (e soprattutto) la pianificazione è stata deficitaria.
     
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  14. GyJeX

    GyJeX

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    Le tolleranze e la qualità delle cariche di lancio ;) molto molto permissive nel made in Italy, in pratica, controllo qualità davvero scarso...
     
  15. StarUGO

    StarUGO

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    Posto che nessuno,almeno qui,si sia gloriato o intenda farlo,relativamente al compito che la Regia Marina,pare,abbia svolto con maggior successo,cioe' organizzare e far arrivare i convogli con quello che serviva dove serviva e, assunto che quello era il solo compito che,volente o nolente,poteva svolgere,mi riservo,domani,perche' ora e' tardi, di pubblicare qui le tre pagine d'introduzione al libro in questione,scritte da Erminio Bagnasco che ,credo,abbia una certa credibilita'.
    Non sono tutte di carattere positivo,ma dopo ognuno potra' fare le considerazioni del caso sul libro in questione,forte di un punto di vista in piu'.
     
  16. huirttps

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    Per statistiche made in NWI date uno sguardo qui : Post 1 e Post 2.

    Betasom ha fatto faville nell'Atlantico, ma nel Mediterraneo obiettivamente abbiamo fatto pena.
    Le cose sono migliorate nell'estate 42, ma come al solito "troppo poco e troppo tardi".

    Gli SM79 hanno svolto un discreto lavoro come aerosiluranti, qualche informazione in piú la si trova qui
    http://www.pietrocristini.com/stormi97_mar_op_aerosilu-ita-ted-med.htm

    aerosil.jpg
     
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    Ultima modifica: 15 Agosto 2014
  17. StarUGO

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    Come anticipato,posto l'introduzione di Erminio Bagnasco,per avere un parere autorevole sul libro in questione.
    BAGNASCO.JPG

    BAGNASCO2.JPG

    BAGNASCO3.JPG
     
  18. supertramp

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    Non mi ricordo se l'avevo letto qua o altrove, si parlava addirittura di casi non isolati di sabotaggio, talmente era deprimente la situazione.
     
  19. supertramp

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    Sul fatto che gli inglesi, in corrispondenza delle loro offensive, riuscissero a chiudere meglio il traffico libico siamo d'accordo; ma costringere la flotta inglese ad impegnarsi a fondo per riuscire per brevi periodi nell'impresa, non mi sembra una cosa da poco, ricordiamoci che il nemico era molto più forte di noi.
    Sul paragone con l'impresa non mi convince a fondo, il punto è se la marina ha fatto quanto in suo potere per portare quanto prodotto all'armata italotedesca in Africa, e la risposta non può essere che positiva.
     
  20. supertramp

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    Vero, gli SM79 facevano bene il loro, l'errore è stato il fatto di averlo sviluppato e prodotto troppo in ritardo; all'entrata in guerra era ancora un aereo in fase di sperimentazione. E come dive bombers non ne abbiamo tirato fuori uno buono.

    La più grande flotta di sommergibili europea all'inizio della guerra, rimango convinto che il rapporto tra mezzi impiegati e risultati raggiunti non torni granchè.
    Cmq ho sulla scrivania "Uomini sul fondo", nei prossimi giorni partirò con la lettura.

    Una domanda: quante navi alleate sono state affondate dai cannoni delle navi italiane?
     
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