Splende nei secoli l'Eterna (reloaded)

Ok...secondo tentativo...Civ 5 Brave New World sotto directx 9 invece che 11; e scalda molto meno.
Ho anche cambiato lo stile narrativo per rendere il tutto più leggero e ludico.

Prologo

Non ricordavano nulla i prodi guerrieri di Apiculus; né da dove venivano, né precisamente dove volevano andare. Da sempre ricordavano di avere girovagato tra i boschi della ricchezza, da un esagono all’altro per cercare nuova selvaggina, fino a quando un gruppo di uomini della famiglia Rotilia informò il tutti che forse non sarebbe più stato necessario condurre quella scomoda vita da “precari”. Valerius e Attilius Rotilio avevano infatti scoperto come riprodurre dalla terra parte ameno del cibo di cui le gentes avevano bisogno...una speranza per il futuro prossimo di mettere fine al continuo movimento. Gli Apiculis (i guerrieri della Gens fondata da Romulus e dal lui così battezzati) avevano infine stabilito che alla fine della cuspide nord del bosco della ricchezza c’era il mare, così come per generazioni il loro popolo aveva trovato a sud. Si trattava adesso di fermarsi, e fare della foresta della ricchezza la loro permanente dimora.

Capitolo 1

“Occorre decidere Aurelius...se vogliamo veramente fermarci e dare vita ad una stabile dimora, occorre farlo adesso. C’è abbondanza qui, c’è il mare...gli esploratori di Tulliius hanno identificato un deposito di pietra a nord e abbondanza di selvaggina...Abbattiamo questi alberi e stabiliamoci qui”.


“No fratello mio...abbattere gli alberi qui ci costerà fatica e non ci darà vantaggi...io dico avanziamo ancora verso est, verso quelle montagne perse nelle nubi, abbandoniamo una volta per tutte la falsa protezione della foresta...saliamo su quella enorme collina laggiù e là, proviamo a vedere di che vista si gode. Se non altro sulla collina avremo una migliore difesa.


Gli sforzi di Aurelius furono ricompensati; un turno speso per un ulteriore movimento, ma a valle verso est si aprì una magnifica vista su di un fiume, battezzato Venusco ed ulteriori colline atte alla difesa.

Capitolo 2

“Allora Marcus” il cacciatore apostrofò bruscamente il suo pupillo...”quanto tempo dovrò ancora spendere prima che tu impari a non spaventare gli animali quando gli passi davanti. Dipenderà da te e da quelli come te se la nostra gente potrà sfamarsi col prodotto del tuo lavoro...non è più tempo di caccia...volgliamo capire invece come fare ad addomesticare questi animali per potercene servire per i nostri scopi”.


“Si Magister”...rispose sconsolato il ragazzo...”è solo che c’è così tanto da imparare...allevamento, pesca, cura degli animali, trappole per catturarli...non so se sono davvero all’altezza”.


“Osi dubitare della mia capacità di valutazione ragazzo ? Se ti ho scelto e messo sotto la mia protezione ci sarà ben un motivo”.


“Si Magister...è quasi ora di tornare a casa...ti prego anticipiamo un po’ per oggi...la giornata è stata davvero faticosa”.


Il cacciatore diede un’occhiata rassegnata al suo protetto...la madre del ragazzo gli aveva fatto giurare che ne avrebbe fatto un provetto allevatore, mestiere che nel prossimo futuro avrebbe dato considerevole agio personale.

Capitolo 3


“Per Venere e Mercurio !” escalmò uno degli esploratori avanzati della Torma Apiculis...”Vedi anche tu quello che vedo io ?”...si rivose il giovane al suo compagno di ventura alla testa della torma...


“Abbiamo perso così tanti anni rinchiusi nel bosco della ricchezza, che non ci siamo mai accorti che forse la ricchezza non è solo cervi da cacciare e bacche da succhiare...guarda che razza di ben di dio c’è vicino a questa spiaggia...Ah ! Se i nostri signori avessere intrapreso prima questo viaggio”.


I due si acquattarono al suolo pronti a dare il segnale alla torma di fare lo stesso quando fosse apparsa dietro di loro.

Capitolo 4


“Raccogliamo tutto...Adrianus”...il comandante della torma di guerrieri di Romulus raccomandò ad uno dei suoi luogotenenti. “Tutti questi splendidi oggetti devono essere riconsegnati ai sacerdoti intatti e splendenti quali sono adesso...Beata Venere dei grandi boschi !!...in questo luogo devono essere vissuti gli Dei stessi”.

“E non è finita qui mio signore”...aggiunse uno dei guerrieri della scorta personale...”il decurio Decimus Annalus ha visto della terra al di là del promontorio”.

Capitolo 5

La coppia di giovani sposi, come da tradizione romana, si recarono per i buoni auspici davanti al muro della rimembranza, dove tutte le abitudini e gli usi di Roma erano glorificati nei disegni dei migliori artisti della città.


“Amore mio”...disse il giovane prendendo la mano della moglie nelle sue...”lascia che ti giuri davanti a questo sacro monumento alla patria che ti darò tuto me stesso fino a quando non sarò chiamato dalla morte e da te separato”.

Un messo dei Diocleziani, gli esploratori d’elite della cittadinanza romana irruppe nella sal del consiglio cittadino, dove rappresentanti dei Cassii e dei Rotulii erano riuniti in assmblea:


“Gioia e Gaudio, miei signori...Il deserto...il deserto prosegue si ad est del Venusco, ma i miei domini e nobili Diocleziani hano avvistato terra fertile a sud del deserto, abbondanza di selvaggina per i nostri figli ed in lontananza a sud un altro esagono di rovine per la gloria di Roma.

Capitolo 6

“Allora è deciso”...il pater della famiglia Cassia di accordò con il suo pari grado dei Rutilii...”Gli Apiculis costruiranno un castrum provvisorio al limitare del bosco della ricchezza”.

“Ricordami la motivazione di questa scelta strategica” replicò Calidus Rotilium


“Semplice fratello mio...da lì possono tenere sotto controllo l’intero territorop ad ovest e a nord fo Roma”. Tra l’altro la successione di messi Diocleziani fa pensare sempre di più che ci troviamo su una isola no molto grande...questo spiegherebbe perché sino ad ora non abbiamo incontrato nessuna popolazione intorno a noi”.

Capitolo 7

“Come faremo a rimandare a Roma tutti questi artefatti” domandò un giovane milite della Torma Diocleziana al suo comandante. Guardate mio Signore; guardate questi strumenti e questi disegni...ci sono chiare indicazioni di come andare dentro la terra...forse per abitarci al sicuro ?”


L’uffciale Diocleziano guardò il subordinato con aria di disgusto


“Hai forse una pietra boschiva al posto della testa ?...Non vedi la forma di questi oggetti ? Si tratta di materiale per scavare è vero...ma guarda qui...i disegni indicano chiarmante uomini che recuperano materiali dalle viscere della terra...dove forare...come...non so bene come faremo...ma tutta questa roba va rimandata a Roma al più presto per lo studio dei nostri saggi”.

Capitolo 8

La coppia di esploratori Diocleziani che viaggiava in testa alla colonna diede bruscamente il segnale di fermata. L’intera Torma si bloccò sul posto e cessò ogni rumore. Di rumori dall’altra sponda del bosco ne venivano in quantità. Tamburi, e canti misti a grida. Il comandante della Torma guadagnò la testa del reparto.


“Cosa abbiamo?” chiese con disstacco al capo del manipolo di avanguardia.

“Torma di selvaggi” rispose questi fingendo un tono altrettanto distaccato

“Ci hanno visto o sentito ?”

“Amerei credere di no...a giudicare dai suoni, paiono molto occupati”

“Caius...manda un messo a Roma...abbiamo bisogno degli Apiculis”

Capitolo 9

Nella sala del consiglio, presso la villa Cassia, gli esponenti più in vista di Roma discutevano sul da farsi davanti ad una improvvisata mappa dell’”Isola” messa insieme con l’aiut dei messi Diocleziani.


“Sembra che i barbari siano asserragliati nella punta meridionale dell’isola”

“Vnga dato ordine ai Diocleziani di rimanere sul posto per impedire al nemico di muoversi lla volta di Roma. Manderemo al più presto gli Apiculis a sterminare questa torma di selvaggi”


L’ufficiale di collegamento degli Apiculis a Roma alzò un sopracciglio.


“Nel frattempo occorre decidere” Caius Cassius occhi fissi alla mappa...”occorre decidere dove fondare le nostre prime colonie. I nostri fratelli Rotilii”...e fece un gesto di rispetto con la mano destra a Daecius Rotilius, da solo due anni alla guida della famiglia...”stanno istruendo la nostra prima operea di lavoratori specializzati da destinare ai lavori dell’urbe...ma dopo di questi, alcune delle nostre famiglie lasceranno la città per fondare nuove colonie ai due lati di Roma”...Caius guardò tutto intorno al rozzo tavolaccio di legno intoro al quale i patrizi erano in concilio.


“Qui...Clovius Rotilio puntò il dito sull’estrema costa ovest dell’Isola...fondiamo una colonia qui...non ha grandi possibilità di crescita ma ci può servire sia come avamposto difensivo ad occidente, sia come punto di partenza per le nostre spedizioni qualora riuscissimo a trovare il modo di muoverci sul mare...


...e poi direi qui...” puntò di nuovo il dito, questa volta sulla pianura oltre il deserto immediatamente a nord dell’esagono di pietre venate...”In questa posizione una città forte...forte come Roma con tutte le risorse a disposizione...e fece riferimento ai rapporti dei Diocleziani sulle disponibilità di animali di ogni tipo e di materie prime da costruzione presenti a sud est del deserto del Gianga.

“Non dimenticatevi fratelli, che dobbiamo esplorare le terre a nord del monte Vlanuvio se vogliamo essere sicuri che ci troviamo davvero su una grande isola”.


“Prima l’insediamento dei barbari”...concluse Caius Cassius”

“E sia”.

Capitolo 10


“Ed in questa piazza”...dichiarò Quintus Cassius, figlio di Caius, ritiratosi a vita privata...” io proclamo, nel nome di Roma, che d’ora in poi le leggi saranno applicate a tutti nello stesso modo in maniera che ci sia certezza del diritto e progresso della nostra società”.


In quello stesso giorno il pater familia Cassia si riunì con i suoi più stretti collaboratori nella sala del consiglio all’interno della sua villa nel centro della città per ridiscutere la strategia della campagna nel sud di Latina, come la grande isola su cui i Romani risiedevano era stata battezzata.


“Forse non è il caso di mandare li Apiculei a combattere a sud”...fece notare Quintus...”. Dopo tutto quei selvaggi sono confinati nell’estremo sud ed i Diocleziani possono tenerli a bada, mentre noi sviluppiamo le nostre colonie sull’isola. Non oseranno attaccare mentre noi siamo fortificati nelle foreste”.


“Non oseranno fino a quand sono in pochi”...obiettò un alto membro della familia Rotilia...”Ma sono pronto a scommettere che se aumenteranno di numero, questo ne aumenterà l’audacia”.


“13 turni...13 turni ci vorranno per spostare gli Apiculei attraverso l’isola...vale la pena di perdere il controllo dell’occidente con il rischio che nuove tribù di selvaggi vi pongano piede, con grave rischio per Roma ?”



“La sola altra soluzione è quella di fare nuove leve di cittadini e mandarle contro il nemico...nel frattempo un contingente dei Diocleziani dovrebbe ritornare a Roma per addestrare una nuova centuria di esploratori”.


“Sta bene” concluse Quintus...”Si recluti una nuova torma di nostri guerrieri, dopo gli operai Rotilii e la si spedisca a sud...eventualmente affideremo agli Apiculei il compito di concludere l’esplorazione a nord del Vlanuvio”.

Capitolo 11

Da uno dei posti di vedetta del campo dei Diocleziani, si levò un grido:

“Allerta !!...Allerta...il nemico muove contro l’accampamento”.

Subito accorse il magister castra

“Demone maledetto...smettila di strillare, metterai inguardia tutti i selvaggi nelle vicinanze !”

“Chiedo umilmente scusa o Magister...ma i barbari sono una moltitudine e si dirigono dritto qui...non siamo equipaggiati per combattere contro di loro”.

“Si mandi un messo a Roma...I Diocleziani ripiegano a nord, tenendo il nemico sotto osservazione...mi prendo la personale responsabilità di questo ordine”.

 

Se vuoi vincere facile a livello imperatore o simili ti consiglio:

Egizi o babilonesi come civiltà di partenza. Rispettivamente strategia "macina meraviglie" e "macina scienza"
Altre civiltà pregevoli sono Shoshone, russi, romani

Con gli egizi costruisci in ordine - > scout, granary, shrine, worker quando hai 6 di popolazione sparati un colono. Come ricerche di base sviluppa pottery, archery e un po' a tua discrezione, l'importante è arrivare il prima possibile a mathematics, come cultura scegli tradition.
Con tradition prendi la riduzione sul costo delle meraviglie, poi quella dei monumenti. Appena sblocchi il pantheon scegli la fede che ti da bonus alle meraviglie. A questo punto dovresti fartele con un bonus attorno al 50%, quindi contando la crescita in 10 turni o anche meno. Priorità a tempio di artemide, grande biblioteca, giardini pensili.
Quando hai macinato abbastanza meraviglie fai un po' in libertà ma ricorda che la chiave per vincere il gioco è ricerca, felicità, popolazione, produzione, militare, commercio, diplomazia in ordine.
Con i babilonesi fai monument al posto di worker prima di granary, scegli liberty come valore e prendi prima i lavoratori, poi la produzione, poi il colono. Focalizzati sul scoprire la scrittura il prima possibile, quindi fare la grande biblioteca

 

grazie dei preziosi consigli...vedremo se i Romani saranno all'altezza di Egizi e Babilonesi

 

Ma... Costruire miglioramenti coi lavoratori no?

 

Il primo lavoratore arriva fra 2 o 3 turni

 

Capitolo 12

“Tribuno...Tribuno !”...uno dei guerrieri della Torma Apiculeia corse dal comandante dell’unità...”Il messo del’urbe ha portato l’ordine di spostare l’esercito verso oriente. I Diocleziani stanno ripiegando e noi abbiamo ordine di incontrare il nemico identificato in una torma di barbari all’altezza delle colline a sud del Vlanuvio”.


Il Tribuno Artorius alzò gli occhi al cielo...”possibile che quegli smidollati a Roma non riescano a decidersi ?...affrontate il nemico...no...rimanete di guarnigione a ovest...no...affrontate il nemico, ma a mezza strada...per gli dei è la terza volta che organizzo la smolibitazione del campo !!”


“Sembra che i Diocleziani attireranno i barbari verso di noi o Tribuno”.


Roma; sala del consiglio Villa Cassia:

“Quello che mi preoccupa di più è l’aspetto delle nascite...siamo ancora in ristrettezza di cibo”.


“E’ affare tuo Rotilio...comincia ad organizzare i tuoi operai per migliorare il terreno agricolo intorno all’Urbe...comincia dalle colline più aride...se necessario abbattiamo gli alberi di parte del bosco della ricchezza...la città deve crescere”.


“Bisognerebbe trovare il modo di sfruttare tutti i prodotti del mare che sono intorno a noi...almeno due esagoni, già a nostra disposizione”


“Ho già messo i nostri migliori saggi a studiare come possiamo muoverci sul mare e quindi sfruttarne le ricchezze...penso sia solo questione di tempo prima che mi portino dei risultati...portano sempre dei risultati quei secchioni di saggi”.


“La campagna militare”?

“La decisione finale è di spostare Artorius ed i suoi alle pendici del Vlanuvio e tendere una trappola ai barbari”.


“Lo sai che è una soluzione di ripiego...se non debelliamo il loro accampamento continueranno a venire”.


“Verrà anche quel tempo...ho in mente di affidare agli Apiculei la campagna al sud e nel mentre di continuare i nostri lavori quassù”.

Capitolo 13

“E qui ci fermiamo”...sentenziò il comandante dei Diocleziani giunti ai piedi del Vlanuvio...”aspetteremo il nemico da nord e gli Apiculei da ovest...e preghiamo che i secondi arrivino per primi”.


Stava ancora dirigendo i lavori di accampamento collinare, quando un milite dall’aria affranta ma calma arrivò al suo cospetto:


“Il manipolo di esploratori inviato a nord ha avvistato un altra banda di barbari mio signore...sono in molti”


“Per le gambe di Minerva...Piantate in terra le insegne qui ci fermiamo...ho detto...si mandi un messo a Roma...che mettano le ali ai piedi agli Apiculei...questa campagna sarà lunga”.


Cassii e Rotilii passavano oramai più tempo nella sala del consiglio che con le loro mogli e fidanzate.


“Barbari da nord ! Per gli Dei; questo può significare solo una cosa: a nord del Vlanuvio c’è ancora terra !”


“Senza dubbio...dobbiamo sospendere i lavori di costruzione dei granai è concentrare tutti i nostri sforzi sul potenziamento dell’esercito...si dia ordine ad un contingente di Apiculei di fermarsi in Roma...formeranno il nucleo di una nuova Torma di guerrieri”.

Capitolo 14

Apparve chiaro dalle manovre militari dei barbari che questi erano meno barbari di quello che volevano far credere. I picchetti avanzati dei Diocleziani infatti riportavano che il gruppo nord, ben lungi dall’attaccare le posizioni romane attestate sulla collina, miravano invece a riunirsi col gruppo di barbari a sud, per sferrare poi un attacco congiunto.


“Ringraziamo gli Dei dunque per questo tempo concessoci dal nemico ed approfittiamone per montare il campo fortificato”


“Tribuno...le truppe sono sfinite da giorni di marce forzate”...era l’avvertimento che il luogotenente della fanteria Apiculeia dava al comandante.


“Non importa” fu secca la risposta...”

“I diocleziani non sono in grado di resistere a lungo se attaccati...nostro compito è arrivare a rilevare il loro accampamanto il prima possibile.


A Roma intento mancavano quattro turni all’apparizione di un nuovo cittadino ed altrettanti turni al sommario addestramento di un’altra Torma di viriles guerrieri romani.

Capitolo 15

Armi al piede, a presidio delle palizzate, i Diocleziani continuavano ad osservare le evoluzioni del nemico di fronte alle loro posizioni; danze propiziatorie, tamburi e urli di guerra, ma nessun attacco...che i selvaggi avessero paura di entrare in combattimento ?


“Stanno aspettando che i loro compari si avvicinino da sud”...sentenziò uno dei cacciatori più esperti del gruppo...”poi attaccheranno”


“Stanno perdendo la loro grande occasione”...contro sentenziò uno dei suoi compagni di guardia alla cinta lignea...”quando attaccheranno ci saranno qui gli Apiculei...e per loro sarà disfatta”.

Capitolo 16

Poi l’inevitabile avvenne...non appena le due torme di barbari si collegarono tra loro, compatte attaccarono il campo dei Diocleziani...questi resistettero con tutto il loro valore, e, nonostante le gravissime perdite, riuscirono a respingere il nemico, che lasciò sul terreno una 60ina tra morti, mutilati ed mentalmente offesi dala furia della pugna. Dal canto loro, gli esploratori diocleziani lamentarono 50 morti, ma proprio mentre si profilava un secondo attacco barbarico, le avanguardie degli Apiculei, in testa le trombe e le insegne, apparivano ai piedi della collina e raggiungevano il presidio. I barbari desistevano quindi da un secondo immediato attacco.


“Evacuate questi feriti”...comandava il Tribuno degli Apiculei...”Portate a valle i resti delle vostre truppe, o magister, ...ritiratevi alla volta di Roma...prendiamo in consegna noi la campagna”.


Poscia arrivava il solito messo da Roma con la lingua in terra:


“Tribuno...i nobili Cassii, mi incaricano di informarti che la seconda torma di guerrieri sarà pronta in due turni...ti verrà inviata immediatamente a rinforzo”.

 

complimenti, mi fai venire voglia di iniziare una nuova partita

 

Tanto per cominciare grazie delle parole di incoraggiamento...la telecronaca turno per turno, di incoraggiamento ne richiede molto !

In secondo luogo...questo CIV 5, (mia prima esperienza in assoluto con civilization in generale), non sembra affatto male. A me piacciono i wargames classici, e questo sistema ad esagoni con limite ammassamento una unità combattente per esagono, è un netto passo avanti rispetto alle versioni precedenti.

Certo il tutto è romanzato e "cartonianimatizzato" ma l'impianto di base mi sembra assai cazzuto dal punto di vista tecnico.
Naturalmente il giudizio è quello di un neofita...

...ma cercherò di usare questa partita per imparare, gustandomela turno per turno.

 

Capitolo 17

“All’aaaattacco !!” gridarono i comandanti Apiculei mentre i loro guerrieri si lanciavano giù dalla collina all’attacco della torma di barbari, che pur essendo stata già indebolita dai Diocleziani, non si era ritirata dal campo di battaglia. Valerius Proma era tra i guerrieri delle prime file, e l’impatto della sua mazza pietrata sul primo nemico che gli venne a tiro fu devastante; il barbaro ne ebbe quasi la testa mozzata e ricadde indietro in una fontana di sangue. Il rumore della battaglia si fece più e più violento; i Romani non poterono impegnarsi a fondo visto che erano accerchiati da due lati e dovevano riservarsi la possibilità di sganciamento.


A Roma, intanto si ufficializzava il rapporto di clientela tra il patriziato della famiglia Cassia e la classe dei cacciatori e dei pescatori a riva...quando ci sarebbe stata abbastanza terra coltivabile, il rapporto si sarebbe esteso per certo anche ai coltivatori.

Capitolo 18

“E’ Glooria !!...La gloria di Roma !!” gridava un decurio della torma Apiculeia di fronte alla vista dei barbari in rotta verso sud...


“Taci imbecille...e preparati piuttosto al prossimo attacco del nemico...non penserai che abbiamo finito qui oggi...”


Erano venuti all’attacco nella speranza che i Romani fossero indeboliti dal primo combattimento...ancora l’impatto era stato veemente ma a piè fermo gli Apiculi avevano ferocemente combattuto...i pezzi sparsi di guerrieri barbari disseminati sulle pendici della collina della morte lo stavano a testimoniare.


“Le nostre attività agricole stanno per cominciare Gabinius...la mia impresa di costruzione ha ultimato la costruzione dei rustici ad est dell’urbe...sono si in zona desertica, ma abbiamo fatto tutto il necessario perché siano almeno sufficienti al sostentamento degli artigiani locali. La produzione di utensili ed armi è stata accentrata ed è in crescita”

“Molto bene”...replicò Gabinio Cassio, questore ai lavori pubblici...avremo bisogno di ogni singola arma per equipaggiare la seconda torma.

 

Distruttore !!

Grandissimo il tuo nuovo avatar !!

 

Ho un sacco di fantasia ? Mi piace un mondo così

 

Capitolo 19

"Le notizie sono allarmanti"...il pater familias dei Cassii misurava a grandi passi la sala del consiglio..."Nuove e nuove torme di barbari si appropinquano verso la città. Il Magister degli Apiculei comunica che gruppi di barbari hanno abbandonato il campo presumibilmente per girare intorno al Vlanuvio

"Sia dato ordine alla seconda Torma Rurales di fermare l'avanzata sulla riva sinistra del Venusco ed attendere il nemico".

Intanto sul campo di battaglia gli Apiculei non perdevano nè tempo né animo, e montavano un altro assalto ai barbari che erano rimasti a fronteggiarli, mettendoli in rotta quasi completa.

In consiglio si addiveniva alla decisione di completare i granai dell'urbe, prima di concentrarsi sulla produzione militare.

"Potremmo temporaneamente rimanere sulla difensiva ad oriente, mentre cerchiamo di fondare una colonia ad occidente obiettò Valerio Rotilio, giovane rampollo della seconda gentes di Roma".

"No...dobbiamo debellare i barbari prima...se mai la prima colonia dobbiamo fondarla ad oriente.

"Allora dopo il granaio...selezioniamo le famiglie che dovranno trasferirsi...dobbiamo dare degli incentivi...inventarci qualcosa!"

"Vedremo"

 

Capitolo 20

"Gli esploratori avanzati riferiscono di barbari al di là del Venusco" fu il rapporto del milite di collegamento con il magister della II Torma Rurales.

"Sono quelli che sono sfuggiti a Demetrius"

"Inoltre un prigioniero catturato e debitamente torturato ha ammesso l'esistenza di un altro accampamento a nord del Vlanuvio"

"Questa è una pessima notizia...se continuano a venire a questo ritmo non so quanto potremo resistere, anche con il terreno favorevole".

 

Capitolo 21
"Non c'è salvezza o magister populi...non reggeremo ad un altro attacco del nemico e la strada verso il Venusco è sbarrata".

"Aspetta a darci per morti Lucius...gireremo intorno al Vlauvio e cercheremo di riguadagnare il territorio amico da quella parte".

"Ma i barbari a nord....!"

"Non è drtto che attacchino...non è detto che si accorgano di quello che stiamo facendo...e poi...è la nostra unica via di salvezza"...

...Il decurio Marzio Melone Gaudo, si godeva lo spettacolo degli arcieri cittadini romani che tiravano sui barbari al di là del Venusco. Mentre tentavano di guadare il fiume, i selvaggi vennero macellati dal preciso fuoco proveniente dalle palizzate che delimitavano il territorio della città. Quandofinalmente venne l'ordine di contrattacco, Gaudo si gettò sul nemico con tutta la foga e la rabbia del principiante...occorreva che la Torma Rurales si facesse al più presto un nome.

Il nemico, naturalmente, venne sgominato.

"Indietro !...Indietro !...gridava il magister al comando della Torma..."riguadagnate la riva opposta del fiume !!"

 

Capitolo 22

"La gloriosa Torma Apiculeia non è più !!"...un messaggero coperto di sabbia e fango portò la sconvolgente notizia fin dentro la sala del consiglio.

"E' la fine di Roma !"...commentò terreo l'alto magistrato della famiglia Rotilia.

"Provvedete a levare tutti i cittadini maschi abili...tra non molto le torme di barbari sarranno alle porte dell'Urbe"...sentenziò Severo Cassio..."Che la Torma Rurales si fortifichi al di qua del Venusco e che i DIocleziani si preparino a combattere al loro fianco"

"Non ce la faremo !!"

"invece si"

 

Capitolo 23

Campo trincerato al di qua del Venusco:

"Vengono o non vengono questi maledetti"

La rabbia serpeggiava tra le fila dei Rurales, dopo il macello dei loro colleghi...

"Pensa a rafforzare quel terrapieno"...rispose acido il decurio di quella compagnia..."Quando arriveranno, ti servirà più della favella".

Roma Piazza d'Armi

"Questa è l'arma che ci permetterà di sconfiggere i barbari"...asserì orgoglioso l'ingegnere di fronte ai militi della terza torma in addestramento..."è una miniaura delle macchine da lancio della difesa cittadina...utilizzabile da un solo uomo, ed armerà il futuro corpo dei frombolieri dell'Urbe"...

...un coro di hurrah si alzò dalla massa riunita.

 

Capitolo 24

"Che notizie dalle vedette"...chiese ansioso il magister Rurales

"Il nemico si sta assembrando ad est; è oramai a due esagoni di distanza. non pare ansioso di combattere però".

"I rinforzi sono in arrivo...la terza Torma battezzata Aquileia ha completato l'addestramento".

"E dopo di loro...i frombolieri...con quelli andremo alla conquista dei villaggi barbari...si ricorderanno per un pezzo della furia di Roma, questi selvaggi"

 

Capitolo 25
"e...tiiirate !!"...strillò il magister civitates...un nugolo di dardi partì sibilando alla volta dei barbari che si erano avventurati fino quasi al contatto con i guerrieri romani a difesa dell'Urbe...

"Quali sono i tuoi ordini"...chise il capo degli Aquilei appena usciti dalla città e messi sotto il comando provvisorio del magister Rurales"

"Rileva le mie forze alla difesa della collina...io mi porterò al di là del Venusco e poi annienteremo i barbari con un attacco congiunto.

 

Capitolo 26
"Il nemico è decimato dalla nostra artiglieria...attacchimo e finiamolo, prima che arrivi la prossima torma di barbari"...il decurio guardò fisso il magister Aquilei.

"La brama di gloria ti rende cieco e stupido...Marius"...non attacchiamo per niente e non abbandoniamo la posizione fortificata. I dardi di Roma finiranno il nemico". Non possiamo rischiare nulla fino a quando non comincerà la grande controffensiva.

"Ma il nemico è in rotta !"

"Ho ordini precisi dal magister Rurales...la posizione rimane coordinata ed unita tra le nostre due Torme...nienete sbilanciamenti"

E prima che il capo degli Aquilei potesse finire di parlare, parlarono le frecce della I coorte frombolieri...gli ultimi barbari superstiti si dettero alla fuga disordinata.